13 Luglio 2022

Infiltrazioni criminalità: commissione d’inchiesta, il voto sugli atti collegati

L’aula di palazzo del Pegaso ha approvato la proposta di risoluzione collegata alla relazione finale di maggioranza e tre dei quattro ordini del giorno presentati dai gruppi di opposizione

Comunicato stampa n. 661
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Firenze – “Il Consiglio regionale condivide integralmente la relazione di maggioranza sui lavori della commissione d’inchiesta su infiltrazioni mafiose e criminalità organizzata in Toscana  e impegna gli organi della Regione, per gli ambiti di rispettiva competenza, a recepire le proposte operative offerte dalla relazione di maggioranza anche mediante iniziative condivise”. Questa la proposta di risoluzione presentata dai consiglieri del Partito democratico e di Italia Viva (Vincenzo Ceccarelli, Lucia De Robertis, Massimiliano Pescini, Stefano Scaramelli e Maurizio Sguanci) che l’aula di palazzo del Pegaso ha approvato a maggioranza, registrando il voto favorevole dei gruppi Pd e Iv, e quello contrario di Lega, FdI, Fi e M5S: 22 voti a favore e 14 contro.

Dopo ampio dibattito, i consiglieri hanno anche approvato tre degli ordini del giorno presentati dai consiglieri di minoranza, sempre collegati alla relazione finale di maggioranza. Il primo, illustrato in aula da Irene Galletti (M5S), è stato approvato all’unanimità, una volta emendato dal Partito democratico e sottoscritto da tutti i firmatari. L’atto impegna l’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale “a recepire, nella prevista proposta di modifica del regolamento dell’assemblea legislativa regionale, disposizioni relative all’organizzazione delle strutture di supporto alle commissioni, ai fini del loro potenziamento anche attraverso il ricorso a qualificate professionalità tecniche”.

Stessa espressione di voto anche per l’ordine del giorno sulle bonifiche, illustrato da Elena Meini (Lega). Considerato che i fatti ulteriori che si svilupperanno in ordine alle tematiche oggetto dei lavori della commissione di inchiesta potranno comunque essere oggetto dell’attività istituzionale della commissione Ambiente, competente in materia di rifiuti e bonifiche, l’atto impegna “a convocare ed aggiornare sullo stato delle bonifiche le amministrazioni comunali dei territori coinvolti e ad informare tutta la comunità toscana con gli strumenti di informazione e comunicazione previsti per legge”.

Il Consiglio ha votato all’unanimità anche l’ordine del giorno, illustrato da Elena Meini, sul potenziamento di Arpat e degli organismi di controllo. L’atto impegna il presidente della Giunta e l’esecutivo regionale “ad operare al fine di garantire ad Arpat, con regolarità, le risorse finanziarie per la programmazione pluriennale, necessarie anche a consentire un’intensificazione dei controlli rispetto a quelli già programmati, confermando gli indirizzi in materia di personale”, contenuti in una risoluzione del 2021.

L’aula, infine, con 18 voti contrari e 14  a favore, ha respinto l’ordine del giorno, presentato da Alessandro Capecchi (FdI), che intendeva impegnare il presidente del Consiglio e l’Ufficio di presidenza a predisporre le necessarie modifiche, allo Statuto e al regolamento interno del Consiglio regionale, per attribuire alla commissione Controllo specifiche funzioni di monitoraggio e verifica sulle infiltrazioni mafiose in Toscana e alla tutela della legalità.

Gianni Anselmi (Pd), nel corso delle dichiarazioni, ha annunciato la non partecipazione al voto sugli atti di indirizzo “per riflettere e dare ruolo all’aula”.

 

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Scheda

 

Mafie: commissione inchiesta, la relazione della maggioranza

Tra le proposte la costituzione di una banca dati su monitoraggio e conferimento dei rifiuti speciali. Sull’iter dell’emendamento Keu, mai applicato, presentazione e approvazione hanno rispettato le procedure ma si valutano elementi di verifica tecnica da inserire nel regolamento interno del Consiglio

 

di Federica Cioni

Firenze – Il cosiddetto Emendamento Keu, abrogato all’unanimità dal Consiglio regionale il 25 maggio scorso e finito all’attenzione della Dda di Firenze, ha seguito un percorso “rispettoso delle procedure regolamentari vigenti”. È quanto si legge nelle conclusioni della Relazione finale di maggioranza (Pd e Italia Viva) della commissione d’inchiesta su infiltrazioni mafiose e criminalità organizzata. La sua presunta illegittimità, inoltre, “non può essere stabilita a priori”, sussiste semmai “nel momento in cui è dichiarata tale dalla Corte Costituzionale” e comunque, viene precisato, “non ha mai trovato applicazione”. La discussione ha tuttavia fatto emergere la “necessità di una riflessione non semplice sulle condizioni di ammissibilità dell’iniziativa legislativa consiliare”. Anche per questo, tra le proposte, si richiama “l’introduzione di elementi di verifica tecnica degli emendamenti da inserire nel regolamento interno del Consiglio e ferma restando la tutela delle prerogative costituzionali e statutarie riconosciute ai singoli consiglieri, con particolare riguardo alle iniziativa delle minoranze”.

Sulla vicenda dello smaltimento illegale del Keu e sull’oggetto dell’inchiesta giudiziaria, pur scontando i limiti di una commissione che non può svolgere attività riconosciute a quelle di natura parlamentare, gli ambiti di attenzione hanno riguardato i procedimenti autorizzativi allo smaltimento e i relativi controlli. In particolare si attesta il “corretto operato degli uffici della Regione competenti in materia di autorizzazioni ambientali, a titolarità regionale, e di controllo da parte di Arpat (Agenzia regionale di protezione ambientale)”. “Resta ferma – si legge nella Relazione – la necessità di comprendere, attraverso gli strumenti che il Consiglio regionale riterrà più opportuni, l’esito che avrà il Decreto Dirigenziale n. 814/2022 in merito alla bonifica della SR 429, valutato come dirimente per comprendere, oltre alle responsabilità dell’inquinamento accertato, la necessità di eventuali interventi legislativi integrativi alla normativa vigente”.

La complessità della vicenda Keu “non ha consentito di sviluppare il lavoro necessario per affrontare il più ampio tema dell’infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto economico e istituzionale della regione”. Dal lavoro svolto emerge comunque “l’unanime richiesta del mondo associativo di attivare l’osservatorio regionale per la sicurezza (previsto con legge nel 2015), e quella del mondo delle imprese per uno snellimento delle procedure amministrative di interesse delle imprese stesse, perché, come ricordato da Confindustria, “un cattivo funzionamento della macchina amministrativa nei mercarti regolamentati crea un danno alla buona economia, favorendo chi non rispetta le regole”.

La Relazione individua poi alcune proposte tra cui la verifica che il superamento di Sistri (Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti) voluto dal Ministero dell’Ambiente per monitorare i rifiuti pericolosi abbia effettivamente prodotto un sistema migliore e maggiormente capace di garantire la tracciabilità del rifiuto speciale. La costruzione di una banca dati per il monitoraggio dei conferimenti dei rifiuti speciali e relative destinazioni attraverso i tavoli economia circolare (istituiti con legge nel 2020) e con l’ausilio di Arrr (Agenzia regionale recupero e risorse) e Irpet (Istituto di programmazione economica). Attivazione di accordi di collaborazione con le Prefetture per iniziative di prevenzione e controllo delle infiltrazioni criminali nel tessuto economico, sociale, amministrativo ed istituzionale regionale, con particolare riguardo all’accesso delle imprese alle risorse dei fondi strutturali del periodo 2021-2027. Potenziamento del fondo anti usura, particolarmente per il settore del commercio di vicinato e dei pubblici esercizi, e sottoscrizione di accordi con il sistema bancario per favorire la concessione di credito agevolato alle imprese. Sostegno anche economico alle associazioni di categoria nell’esercizio di funzioni di presidio contro l’ingresso della criminalità fra le rispettive attività associate.

 

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Scheda

Mafie: commissione inchiesta, la relazione delle opposizioni

Tra le proposte la costruzione di un sistema di controllo, verifica, segnalazione e analisi incrociata perché in Toscana non c’è distretto che non abbia registrato almeno un tentativo di infiltrazione. Sull’emendamento Keu si esprimono forti perplessità: si è atteso l’inchiesta per abrogarlo e ha avuto conseguenze se si considerano le tre le richieste autorizzatorie arrivate agli uffici della Giunta

 

di Federica Cioni

Firenze – La situazione in Toscana è “allarmante”. Non c’è distretto che non abbia registrato almeno un tentativo di infiltrazione mafiosa con in testa i settori edile e smaltimento dei rifiuti che, per dirla con le parole di Legambiente, “registrano una significativa presenza di ecoreati”. È quanto si legge nelle conclusioni della Relazione finale delle opposizioni (Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Movimento 5 stelle) della commissione d’inchiesta su infiltrazioni mafiose e criminalità organizzata. In particolare si rileva come la dotazione impiantistica, necessaria a garantire la chiusura del ciclo produttivo, sia “davvero molto carente, tanto che i distretti hanno sempre più optato per lo smaltimento fuori regione. In alcuni casi però le mafie si sono presentate come coloro che avrebbero risolto il problema dello smaltimento e l’abbattimento dei costi”.

Citando il Quarto rapporto sui fenomeni di criminalità organizzata e corruzione in Toscana, le città più coinvolte risulterebbero Firenze, Prato, Pistoia, Massa Carrara, Pisa e Livorno. Sono 78 i clan che hanno sviluppato attività e scambi di tipo economico nei mercati illeciti e/o nell’economia legale della regione, con un’intensità che varia significativamente da gruppo a gruppo. Di questi, il 48 per cento si riferisce a gruppi di ‘ndrangheta, mentre il 41 a gruppi di camorra, seguono cosa nostra (e affini). La mafia nigeriana, molto attiva sul fronte sfruttamento prostituzione, controlla a Firenze due aree trasformate in piazze di spaccio (Cascine e Fortezza) con un’espansione probabile alla Stazione Santa Maria Novella. La mafia cinese è radicata nel triangolo Firenze, Prato Osmannoro ma comanderebbe in Italia e in parte dell’Europa. A Massa Carrara opererebbero due gruppi criminali: uno legato alla ndrangheta l’altro alla camorra. Queste due realtà convivono pacificamente per una convergenza di interessi. La camorra si interesserebbe alle estorsioni, attentati incendiari nel settore del videopoker; la ndrangheta si occuperebbe del settore droga e del trasporto in generale.

Nella Relazione si identifica anche un’altra emergenza: l’usura. Nel corso delle diverse audizioni sarebbe infatti emerso come a fronte di un nuovo sistema bancario sempre più lontano dai bisogni concreti delle Pmi, così come le chiusure delle attività artigianali e commerciali conseguenti alla pandemia Covid, “avrebbero determinato un potenziale aumento di casi di usura”.

Nel merito della vicenda Keu molti sono gli interrogativi riportati e “rimasti inevasi”. L’inchiesta, stando a quanto riferito da molti auditi si legge nella Relazione, rappresenta una “novità assoluta”: oltra al sistema imprenditoriale ci sarebbe un coinvolgimento dei vertici tecnici della Regione. Non tralasciando alcune presunte “pressioni perché in certi ruoli vi fossero certe persone” e pur scrivendo che sarà compito della Magistratura fare chiarezza sulle responsabilità penali, sul piano politico si rileva un “sistema di relazioni dirette e poco trasparenti”. A supporto di questa tesi, ecco le domande senza risposta: perché il sindaco di Santa Croce sull’Arno si sia permesso di entrare nel merito della scelta del capo di gabinetto del presidente della Giunta; perché l’ex presidente della Provincia di Pisa e attuale consigliere regionale abbia presentato un emendamento per semplificare gli adempimenti autorizzatori del comparto, nonostante l’ex governatore lo avesse informato che la norma proposta sarebbe stata impugnata dal Governo per incostituzionalità; perché l’ex presidente di Giunta invece di presentare una proposta di legge per cassare i contenuti dell’emendamento approvato “a sua insaputa” dal Consiglio abbia scelto di opporsi al Governo; perché il capo di gabinetto sia stato rimosso mentre gli altri dirigenti inquisiti si sono autosospesi su specifiche tematiche, pur mantenendo di fatto il proprio ruolo e i propri poteri amministrativi; perché dal 2003 ad oggi l’accordo di programma per la realizzazione di un sistema impiantistico finalizzato a garantire il rispetto dei parametri in termini di scarichi, non sia ancora stato concluso.

Sull’emendamento Keu, poi, molte sono le perplessità che le opposizioni sollevano prima fra tutte perché non sia stato analizzato e approfondito. Dubbi sono espressi anche su quanto sostenuto dal responsabile dell’avvocatura regionale che davanti all’impugnativa del Governo l’opposizione della Regione fosse un atto dovuto. Ci sono infatti molti altri casi, scrivono i relatori, che dimostrano come la Giunta, davanti all’impugnazione di una legge, abbia scelto di modificare la normativa regionale attraverso la presentazione di una nuova proposta di legge. Sulle modalità di svolgimento della seduta del Consiglio regionale del 26 maggio 2020 l’attuale governatore, all’epoca presidente dell’Assemblea legislativa, ha sempre detto di “essersi comportato come un notaio e come centinaia di altre volte”. “Il dubbio, scrivono ancora e complice il fatto in Toscana il voto sugli emendamenti non risulta verbalizzato, è che possano esserci altri casi in cui il Consiglio ha deliberato non avendo piena cognizione degli effetti di norme tecniche introdotte con quelle modalità”. Vengono inoltre espressi dubbi sul fatto che l’emendamento “finalizzato a garantire a certi soggetti industriali procedure autorizzatorie meno stringenti” (Autorizzazione unica ambientale rispetto ad altre (Autorizzazione integrata ambientale), “non abbia avuto conseguenza, visto che subito dopo la sua approvazione sono giunte agli uffici regionali competenti tre richieste autorizzatorie e che attualmente ci sono dei ricorsi alla giustizia amministrativa”.

Le proposte delle opposizioni tengono conto del quadro complessivo ricostruito nella Relazione e in particolare ritengono necessario, in tema di infiltrazioni mafiose, “assumere un approccio attento e libero da condizionamenti politici”. Quindi si propone di implementare un vero e proprio sistema di controllo, verifica, segnalazione ed analisi incrociata dei dati a tutti i livelli (appalti pubblici e privati). Partendo dal PNRR e dalla possibile necessità di allentare procedure e controlli per rispettare i termini, occorre prevedere nuove e diverse forme di collaborazione istituzionale per evitare nuove e sempre più pericolose infiltrazioni della criminalità organizzata. Si chiede poi la creazione di un organismo politico permanente in seno al Consiglio regionale che, anche avvalendosi del lavoro dell’Osservatorio regionale sulla legalità (di cui si richiama la necessità di garantirne l’operatività), possa costantemente lavorare al miglioramento dei processi interni di verifica e controllo anche in riferimento all’applicazione delle leggi. Questa proposta prevede anche, ad invarianza di costi, la trasformazione della commissione Controllo in commissione Controllo e Legalità. Altri punti prevedono: Implementazione delle procedure del controllo strategico all’interno della Regione e di verifica dell’azione degli Enti e delle società partecipate; miglioramento della circolazione delle informazioni su beni pubblici e appalti privati; modifica del regolamento del Consiglio per garantire la presenza di tecnici regionali qualificati alle sedute d’Aula; miglioramento delle procedure di voto per consentire la trascrizione, all’interno dei resoconti delle sedute, del voto espresso dai singoli gruppi/consiglieri su tutti gli atti che vengono posti in votazione ed in particolare sugli emendamenti; potenziamento degli uffici tecnici a partire da Arpat; inserimento fra la documentazione da produrre per accedere alle nomine di livello regionale, oltre alla documentazione già prevista, il casellario giudiziario dei candidati ed operare una moral suasion sugli enti locali affinché facciano altrettanto; aumentare l’autonomia delle commissioni di inchiesta e pubblicazione di tutti i verbali prodotti; promuovere una indagine conoscitiva che valuti attentamente i contenuti dell’Accordo di programma per la tutela delle risorse idriche del Basso e Medio Valdarno e del Padule di Fucecchio; costituire una banca dati per monitorare costantemente i conferimenti di rifiuti speciali con le relative destinazioni; potenziare il fondo antiusura.

Le opposizioni ritengono infine fondamentale proseguire l’evoluzione della vicenda Keu sia dal punto di vista delle bonifiche ambientali sia per la verifica sulla attuazione dell’accordo quadro sottoscritto a suo tempo con il Consorzio Aquarno e il Ministero dell’Ambiente.

Responsabilità di contenuti, immagini e aggiornamenti a cura dell’Ufficio Stampa del Consiglio regionale della Toscana