15 Novembre 2021

Vaccini: commissione d’inchiesta, direttore Meyer e Careggi in audizione

Ascoltati Alberto Zanobini e Rocco Donato Damone. Il presidente Vittorio Fantozzi (Fratelli d’Italia): “La pandemia ha avuto grande impatto anche sugli ospedali pediatrici”. Perplessità sulla chiusura del Covid Center di Careggi che però “potrebbe essere riaperto in qualsiasi momento”

Comunicato stampa n. 1178
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Firenze– Con 20mila 913 vaccini fatti, un auditorium trasformato in centro vaccinale in tempi brevi e ancora attivo, presidiato solo da personale interno, il Meyer di Firenze ha dato un “contributo importante al sistema sanitario”. È quanto afferma il direttore generale Alberto Zanobini in commissione d’inchiesta finalizzata alla verifica del corretto svolgimento delle misure messe in atto dal sistema sanitario regionale per contrastare la pandemia da Covid-19 ed in particolare della campagna vaccinale in Toscana, guidata da Vittorio Fantozzi (Fratelli d’Italia). Oltre la convenzionale missione, l’ospedale ha contribuito alla gestione e al contrasto della pandemia “facendosi carico del personale dell’Ispro (Istituto per lo studio e la prevenzione oncologia) e, tramite un portale interno, di operatori delle Rsa, altri ospedali e medici in pensione”. Il centro per la somministrazione dei vaccini prosegue il lavoro per i pazienti che compiono 12 anni in questi giorni, per le terze dosi. L’attività ordinaria continua e nonostante l’emergenza il direttore generale afferma di aver “recuperato sulle liste di attesa”, ma rivela una situazione di stress: “affrontiamo gli effetti indiretti del Covid. I problemi psicologici e psichici dei ragazzi sono quadruplicati”. Effetti che, spiega rispondendo al presidente Fantozzi, si sono “manifestati soprattutto nella seconda ondata perché ancora si pensava che le chiusure e l’emergenza sarebbero durate poco. Quando si è capito che sarebbe stata una maratona abbiamo cercato di trovare un equilibrio tra la sicurezza dell’ospedale e le necessità di famiglie e pazienti”, continua il direttore generale che sulle “ferite profonde lasciate dal Covid” ritiene necessario quasi un “ripensamento del sistema”. Per rimettere al centro bambine e bambine, ragazze e ragazzi e in vista della giornata mondiale a loro dedicata, il prossimo 20 novembre, serviranno azioni, programmi e progetti precisi perché “questo sarà il vero tema dei prossimi anni” conclude Zanobini.

“La pandemia ha avuto un grande impatto anche sugli ospedali pediatrici, soprattutto nella seconda ondata che ha colpito i bambini più della prima, anche nelle terapie intensive” dichiara a margine dell’audizione il presidente Fantozzi che prosegue: “Con il direttore generale del Meyer abbiamo convenuto anche come l’emergenza sanitaria abbia prodotto danni indiretti sul sistema della prevenzione pediatrica e aumentato le diseguaglianze sociali ed economiche con ricadute sulla salute dei più fragili. Abbiamo fatto valutazioni preoccupanti sul dato, confermato da ricerche e studi, che sono purtroppo aumentati i suicidi e, anche quando non si è arrivati a tanto, sono aumentate le forme di stress, si sono acutizzate le varie fobie, si sono rotti equilibri familiari, di coppia”.

La gestione della pandemia da parte dell’Azienda di Careggi comincia il 15 febbraio 2020 con il primo caso preso in carico. Dal quel momento si sono attivate tre direttrici: organizzazione delle attività Covid e non Covid, monitoraggio dei pazienti, pianificazione di una strategia organizzativa per tenere attive tutte le attività. Lo riferisce il direttore generale Rocco Donato Damone che illustra anche le risorse impiegate: 13milioni, già rendicontati alla struttura commissariale, servite soprattutto per la creazione di 32 posti letto, l’acquisto di un’ambulanza medicalizzata già consegnata, interventi di ristrutturazione e riorganizzazione di 50 posti letto di terapia intensiva e 80 di terapia semi intensiva, per allestire percorsi di sicurezza. Circa 2milioni e 800mila euro di donazioni sono invece stati impiegati per l’acquisto di dispositivi di sicurezza per gli operatori sanitari soprattutto nella prima fase di emergenza. Un report su come sono stati utilizzati nel dettaglio questi fondi sarà trasmesso alla Commissione nei prossimi giorni.

Damone riferisce come l’ospedale abbia risposto all’emergenza insediando una “unità di crisi immediata” organizzata come “sistema di collegamento con tutto il corpo ospedaliero. Tramite videoconferenze quotidiane tutto il personale era informato delle indicazioni da seguire”.

L’azienda non ha dimenticato il rapporto con i pazienti attivando la cartella clinica elettronica per avvisare il medico di famiglia del ricovero con scambio di informazioni, anche terapeutiche, in tempo reale. In pieno lockdown è stata inoltre attivata la consegna di terapie oncologiche a domicilio: “abbiamo raggiunto fino a dieci persone al giorno”. Sulle liste d’attesa, Damone riferisce che si sta lavorando per recuperare “circa 5mila interventi” rimasti inevasi, mentre grande attenzione è stata data, e si sta ancora dando, al rafforzamento del personale interno. “Abbiamo – dichiara rispondendo al portavoce dell’opposizione Marco Landi – rinnovato i nostri 75 contratti a tempo determinato. Abbiamo fatto richiesta di oltre 200 infermieri e ne sono stati autorizzati circa 50”. Sul fronte vaccini il direttore generale riferisce sull’attività di promozione “fondamentale per il controllo” con una vera e propria “carta di impegni”. “Ci siamo concentrati soprattutto sugli estremamente fragili e i pazienti oncologici. Con i nostri immunologici – prosegue – abbiamo stratificato una procedura per i soggetti allergici frazionando le dosi per evitare qualsiasi rischio e per dare ancora più impulso alla compagna”. A detta di Damone una delle lezioni fondamentali di questa pandemia è rappresentata dall’uso di “moduli espansivi, attivabili in qualsiasi momento, che consentono di accogliere e gestire eventuali altre emergenze”. “Il Covid Center all’interno di Careggi, oggi non più operativo e allestito con 58 posti letto ordinari e 14 terapia intensiva, aumentabili di ulteriori 8 posti trasformando le sale operatorie attigue, risponde proprio a questo obiettivo”. La chiusura del Covid Center fa emergere “qualche perplessità espressa anche da alcuni commissari, anche se – rileva il presidente della Commissione – si apprende che è una struttura che può essere riaperta in qualsiasi momento”.

Sugli effetti collaterali dei vaccini, Damone risponde alla consigliera del Movimento 5 stelle Silvia Noferi riferendo che “esiste una procedura prevista dall’Aifa”: L’ultimo report con una “distinta molto chiara” sarà acquisita dalla Commissione.

Responsabilità di contenuti, immagini e aggiornamenti a cura dell’Ufficio Stampa del Consiglio regionale della Toscana