13 Maggio 2023

Festa della Mamma, detenute in carcere: appello Garanti della Toscana a non chiudere sezione femminile Livorno

La presidente della commissione Pari opportunità Francesca Basanieri, la titolare della Difesa civica Lucia Annibali e il Garante Giuseppe Fanfani ritengono che la previsione di non riapertura sarebbe una “evidente penalizzazione del diritto alla difesa”. Si unisce al coro anche il Garante dei detenuti di Livorno Marco Solimano

Ccomunicato n. 0556
Stampa/Salva
Condividi

di

Firenze – Le previsioni di non riapertura della sezione femminile del carcere ‘Le Sughere’ di Livorno al centro dell’appello che presidente della commissione Pari opportunità Francesca Basanieri, titolare della Difesa civica Lucia Annibali e Garante dei detenuti Giuseppe Fanfani, lanciano in occasione della Festa della Mamma. Si unisce al coro anche il Garante dei detenuti di Livorno, Marco Solimano.

L’ipotesi di dismissione del reparto a seguito della ristrutturazione della casa circondariale perché inagibile, se non decisa, desta particolare preoccupazione e i tre Garanti della Toscana, uniti anche in un progetto dedicato alle madri in carcere, intervengono per evidenziare che la chiusura della sezione provocherebbe un “grandissimo danno ai rapporti affettivi e familiari, in particolar modo ai figli di minore età”.

Il caso di Livorno è stato sollevato dalla componente della commissione regionale per la Pari opportunità Cinzia Simoni. A detta dei tre Garanti, le criticità in caso di mancata riapertura sono evidenti: in tutto il territorio della Toscana attualmente sono attivi solo due reparti femminili, uno a Pisa e uno a Firenze. “Se la capienza in questi due istituti venisse meno e considerata anche l’estensione della provincia di Livorno che arriva fino all’Isola d’Elba, si rischia di dover collocare le detenute o nella vicina Umbria o presso altre strutture del Paese” spiegano ancora Basanieri, Annibali e Fanfani. Convinto della necessità della sezione femminile nel carcere di Livorno, il Garante Solimano che osserva: “Questo reparto ha alle spalle una storia importante di riabilitazione. Sono state svolte iniziative lodevoli sin dall’apertura, nel 1984. Quello che manca, e che ci piacerebbe conoscere, è la visione d’insieme sulla struttura. Una volta terminati i lavori di ristrutturazione e ricollocati i detenuti uomini, al momento distaccati proprio nella sezione che era delle donne, non è chiaro cosa succederà. Siamo disponibili ad un confronto” dichiara Solimano.

“Il diritto ai rapporti affettivi e familiari deve essere garantito, in particolar modo per le detenute madri, che non dispongono di facoltà economiche tali da poter sostenere costi di trasferta e di un difensore” aggiungono i Garanti toscani.

Il caso di Livorno rientra peraltro appieno nel progetto che Basanieri, Annibali e Fanfani stanno mettendo a punto, dedicato proprio alle mamme in carcere, per “garantire la difesa di tutte le donne ad essere madri”. Tra gli incontri in programma, quello alla struttura fiorentina di Sollicciano peraltro già visitata da Fanfani e dalla commissione Bilancio del Consiglio regionale guidata da Giacomo Bugliani.

E nell’imminenza della Festa della Mamma il pensiero dei tre Garanti è rivolto a queste “donne particolari”. “Dopo l’uscita del primo rapporto sulle detenute in Italia dell’Associazione Antigone Onlus, pubblicato lo scorso 8 marzo che ha cercato di accendere un faro su questo tema troppo spesso in ombra, ci siamo resi conto di come queste mamme subiscano più di altre difficoltà e discriminazioni dovute al loro stato e spesso non hanno la possibilità di esercitare in maniera adeguata il loro diritto di essere madri e di vivere il più serenamente possibile la propria maternità e il rapporto con i propri figli” dichiarano in coro.

Responsabilità di contenuti, immagini e aggiornamenti a cura dell’Ufficio Stampa del Consiglio regionale della Toscana