14 Febbraio 2023

Aree interne: audizione dell’assessora Monni e dell’Ad del Consorzio Lamma

Nella commissione presieduta da Marco Niccolai (Pd), si è discusso degli effetti dei cambiamenti climatici nelle aree montane con presenza di stazioni sciistiche

Comunicato stampa n. 0145
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Firenze – La commissione regionale Aree interne, presieduta da Marco Niccolai (Pd), ha tenuto ieri, lunedì 13 febbraio, un’audizione con l’Assessora della Giunta regionale all’Ambiente Monia Monni e l ‘Amministratore unico del Consorzio Lamma Bernardo Gozzini sul tema degli effetti dei cambiamenti climatici nelle aree montane della Toscana con presenza di stazioni sciistiche.

Il presidente della commissione Niccolai ha chiesto al dott. Gozzini una valutazione prospettica sui nostri territori alla luce dei cambiamenti climatici in atto, avendo una specifica competenza per una valutazione scientifica su questi fenomeni.  “Abbiamo voluto che il consorzio Lamma ci rappresentasse il quadro – ha evidenziato Marco Niccolai – perché le politiche pubbliche non possono basarsi su percezioni ma su dati scientifici. Il quadro emerso è chiaro: occorre una strategia di adattamento dei territori del nostro Appennino davanti ad un trend di surriscaldamento globale che impatta con ancora più forza a quelle quote, i dati del Lamma sono chiari. Stagioni sciistiche sempre più ridotte come durata temporale, significa che occorre integrare l’offerta: occorre sostenere questi territori in questa necessaria transizione per continuare ad assicurare presidi economici e sociali sulla nostra montagna”.

Gozzini ha cercato di dare un quadro generale sulla tematica termica e sui dati relativi alla neve, sulla quale esistono soltanto dati parziali. Si sono confrontati i dati termici di tre stazioni: Boscolungo, Abetone e Santa Flora e paragonati con quelli del Monte Cimone per capire se c’erano degli indicatori specifici per il nostro Appenino. I dati riguardano quattro mesi da dicembre a marzo. I parametri presi in esame sono la temperatura media, i giorni di gelo e i giorni quando anche la temperatura massima è sotto lo zero.

Nella presentazione, Gozzini ha illustrato i dati di una ricerca effettuata sulla temperatura media di quattro capoluoghi di provincia: Arezzo e Firenze, Grosseto e Pisa, dove si registra un trend in aumento delle temperature nel 2022. Si sono esaminati i periodi tra il 1961/1990 e i periodi 1990- 2022, dove si registra tendenzialmente l’aumento di un grado.  Ad esempio a Firenze nel 2022 si sono registrati dei fenomeni intensi: a giugno 41 gradi, ad ottobre è piovuto pochissimo e a natale si sono registrati addirittura 16 gradi. L’ultima estate è più calda rispetto alla media ed evidentemente la temperatura ha una ricaduta sulla neve e sulla conseguente evaporazione dei corsi d’acqua. Il cambiamento delle temperature possono significare pericoli d’incendi e modificano vari settori dell’agricoltura: fioriture in anticipo, la vite che si può coltivare fino 900 metri.

“Guardando l’Abetone – ha proseguito Gozzini – tra dicembre e marzo il trend in montagna presenta un aumento significativo di 1,2 gradi in 50 anni, abbiamo meno neve e più pioggia. In dicembre l’aumento è di 1,4 gradi e a gennaio di 1,3 gradi. Sono dati significativi, che potrebbero non rientrare nel clima abituale. Inoltre, aumenta la variabilità a dicembre. Monte Cimone, che è più alto, registra un aumento della temperatura di 2 e 3 gradi. Assistiamo a una diversa circolazione anti ciclonica, che cambia tra pianura e montagna, e a pressione di aria calda che arriva prima in montagna. Chiaramente all’Abetone, con l’aumento della temperatura, diminuiscono i giorni utili per la stagione sciistica: le precipitazioni sono in aumento; piove più che nevicare. In Francia e in l’Europa è stato un anno molto caldo, quindi in prospettiva aumenteranno le precipitazioni nel Nord Europa e avremo meno precipitazioni nell’area mediterranea. Nel Nord ovest della Toscana piove meno rispetto al passato, con periodi di siccità, e nel 2022 nel periodo gennaio/ ottobre abbiamo segnando un meno 30% di piogge.  Una stagione più ridotta è il trend che porta ad un accorciamento della stagione sciistica su tutto l’arco appenninico, anche in regioni come l’Abruzzo.”

Nel suo intervento, l’assessora regionale all’ambiente Monia Monni ha sottolineato che la prima crisi energetica risale al 1973, ma negli anni successivi è aumentata la nostra dipendenza energetica da paesi stranieri. Adesso dobbiamo programmare la nostra transizione ecologica, cercando per quanto più possibile di tutelare il paesaggio. Dobbiamo aiutare le nostre aziende a resistere ai cambiamenti climatici in atto, con l’aiuto delle risorse del PNRR abbiamo già fatto molto e adesso si deve agire sulla perdita dell’acqua lavorando con i gestori, aumentando gli invasi pubblici e agire anche su quelli privati (agricoli). Ci sono già esempi positivi da seguire, come quello del sistema di recupero dell’acqua attuato in Val di Cornia.  Serve una grande sinergia con agricoltori, settore produttivi, gestori, istituzioni pubbliche per ridurre le emissioni e ci stiamo avvalendo anche del supporto dell’Università.  Il Consorzio Lamma è utile per le previsioni e anche per il clima può diventare un partner affidabile che dobbiamo valorizzare.

Secondo Monni, per quanto riguarda le comunità energetiche c’è un gruppo di lavoro che si sta confrontando con le varie realtà territoriali e ci sono già finanziamenti, con i 55 milioni del PNRR, con risorse a fondo perduto, anche per i comuni sotto 5 mila abitanti e i 20 milioni con Fondi europei regionali. C’è una crisi da affrontare nel lungo periodo nella nostra montagna e bisognerà aumentare i servizi collaterali per rispondere ai cambiamenti climatici in atto. Il nostro compito è dare sollievo nel breve periodo alle nostre realtà produttive, però si deve investire sul futuro e sulla crescita complessiva del settore.

Il consigliere regionale Mario Puppa (Pd) ha evidenziato che un grado in più non permette l’innevamento artificiale, quindi è difficile, per luoghi nati intorno allo sci, diversificare la propria attività, ma migliorare i servizi accessori e l’accoglienza è comunque importante. La consigliera regionale Donatella Spadi (Pd) ha parlato di una relazione interessante, sottolineando che diventa difficile programmare l’agricoltura con il cambio climatico: siamo di fronte a meno acqua dolce e più salata, si potrebbe tentare la strada di fare maggiori impianti di trasformazione per cercare di aumentare le nostre risorse idriche.

Responsabilità di contenuti, immagini e aggiornamenti a cura dell’Ufficio Stampa del Consiglio regionale della Toscana