18 Gennaio 2023

Ambiente: approvato il bilancio di Arpat

Sì a maggioranza ai numeri dell’esercizio 2021. Via libera anche a un ordine del giorno a firma Pd, mentre uno della Lega è stato respinto e uno presentato da Forza Italia è stato giudicato inammissibile

Comunicato stampa n. 0044
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Firenze – Approvato dal Consiglio regionale il bilancio di Arpat. L’aula ha infatti dato il via libera a maggioranza al bilancio di esercizio 2021, il ventisettesimo dell’Agenzia per la protezione ambientale della Toscana (Arpat), con 21 voti favorevoli e 12 contrari.

Come ha spiegato la presidente della commissione Territorio e Ambiente Lucia de Robertis (Pd), illustrando l’atto all’Aula, Arpat registra un valore della produzione di 52 milioni e 874 mila euro, perfettamente in linea con la previsione, con una riduzione di oltre 1 milione e mezzo di euro rispetto al 2020 (meno 2,9 per cento). Tra le voci principali da segnalare i contributi della Regione per il funzionamento, che si attestano ad oltre 46 milioni di euro, ed i ricavi per prestazione di attività commerciali, per circa 250 mila euro.

I costi di produzione, 49 milioni e 460 mila euro circa, anch’essi sostanzialmente in linea con le stime, registrano un aumento di oltre 1 milione e 100 mila euro rispetto al 2020 (più 2,4 per cento). In tale contesto si ricordano i circa 9 milioni di euro per acquisto di beni e servizi, mentre la voce principale, quella per il personale, circa 34 milioni e 700 mila euro, segna un incremento dello 0,5 per cento rispetto al 2020.

Sul fronte occupazionale, i dipendenti risultano essere 628 (a fronte dei 644 dell’anno precedente), di cui 52 dirigenti. De Robertis ha sottolineato come “siano emerse criticità sul personale, non solo perché ci sono state 16 cessazioni, ma perché ormai il 71 per cento dei dipendenti di Arpat ha più di 50 anni e quindi non può svolgere al meglio alcuni tipi di attività”.

L’utile di esercizio è pari a 3 milioni e 415 mila euro, a differenza degli oltre 6 milioni del 2020 (meno 44 per cento). In ottemperanza alle disposizioni vigenti il 20 per cento dell’utile è destinato a riserva legale, mentre l’80 per cento da restituire alla Regione Toscana. Una parte di questo (circa 400 mila euro), altresì, viene mantenuto nelle disponibilità dell’Agenzia per il potenziamento delle attrezzature di laboratorio e delle dotazioni informatiche. Gli investimenti realizzati nel 2021 ammontano ad oltre 3 milioni e 300 mila euro. Infine, alcuni dati sull’attività dell’Agenzia. Le ispezioni ambientali sono state 2876, delle quali circa il 70 per cento con sopralluogo; 2080 gli oggetti totali controllati; 3903 i pareri emessi e 17.096 i campioni analizzati.

Alessandro Capecchi (FdI) ha riportato come lo stesso direttore di Arpat abbia dichiarato in Commissione che l’Agenzia non ce la fa a fare tutto quello che dovrebbe fare. “Da tutti i dati forniti risulta chiaro che l’attività di Arpat è in calo rispetto al 2016, e la colpa non può essere solo della pandemia” ha detto Capecchi, il quale ha proseguito spiegando come “non esista una programmazione seria dell’attività dell’agenzia”. “Arpat dovrebbe dotarsi di un piano per la qualità delle prestazioni, ma gli obiettivi sono stati trasformati in obiettivi strategici, molto generici, mentre invece dovrebbero essere talmente chiari da essere immediatamente controllabili” ha aggiunto, concludendo che “questo sistema non funziona”.

Anche Massimiliano Baldini (Lega) ha sottolineato, citando numerosi dati, come risulti “evidente una larga e seria contrazione delle attività di controllo svolte da Arpat” negli ultimi anni e come pesi la carenza e l’invecchiamento del personale in attività. “Siamo di fronte a un problema importante – ha commentato il consigliere -. Poteva essere fatto molto di più sui controlli, tante situazioni potevano e potrebbero essere prevenute. Il nostro giudizio sull’atto è negativo perché non si è messo Arpat in condizioni di operare al meglio possibile”.

Il Consiglio regionale ha inoltre approvato un ordine del giorno, collegato alla delibera, presentato da numerosi consiglieri Pd e che vede come prima firmataria Lucia de Robertis. L’atto è passato con 29 voti favorevoli e 3 astenuti (Alessandro Capecchi e Francesco Torselli di Fratelli d’Italia ed Elisa Tozzi del Gruppo misto-Toscana domani), e impegna la Giunta regionale a “confrontarsi con Arpat, alla luce degli investimenti correlati all’attuazione del Pnrr e dei controlli necessari per la corretta realizzazione delle opere ad esso connesse”. Un confronto,”oltre che per un sempre più efficace svolgimento delle attività ordinarie dell’Agenzia e di quelle collegate alle emergenze straordinarie, a partire dalle operazioni inerenti il Keu, finalizzato a valutare un potenziamento del personale, con particolare riferimento alle funzioni di ispezioni ambientali e sopralluoghi, tenuto conto dell’intervenuto progressivo aumento dell’età media dei dipendenti e della difficile compatibilità fra questa e lo svolgimento di tali attività di verifica”.

A proposito di questo ordine del giorno Alessandro Capecchi ha osservato che “è paradossale chiedere ad Arpat di occuparsi di Keu quando non è partita alcuna bonifica e che questo era già contenuto nel piano di Arpat del 2021” e che sarebbe meglio procedere ad assunzioni per affrontare l’emergenza. Anche Elena Meini (Lega) ha messo in evidenza che “l’Agenzia ha un serio problema occupazionale”. “Noi votiamo sì – ha aggiunto – ma che senso ha votare l’ennesimo atto che rimarrà inascoltato e disatteso? La commissione competente dovrebbe assumersi il compito di controllare”.

Irene Galletti (M5S) ha annunciato voto favorevole all’ordine del giorno e ha voluto lanciare un monito: “Con il Pnrr arriveranno fondi su cui la criminalità organizzata ha già puntato l’attenzione” ha detto, ricordando che la Toscana risulta essere la sesta regione in Italia per numero di infiltrazioni della criminalità organizzata. “Si tratta di una presa d’atto tardiva che non c’è stata la dovuta attenzione da parte della Giunta regionale – ha aggiunto -; si ricordi inoltre che quando si va a legiferare per alleggerire i controlli questo significa dare maggior lavoro ad Arpat a danno ormai fatto”.

E’ stato invece respinto un ordine del giorno presentato dalla Lega, primo firmatario Elena Meini, che impegnava il presidente e la Giunta regionale a finanziare Arpat per l’attivazione di uno specifico progetto a supporto delle amministrazioni comunali per facilitare gli interventi di bonifica dei siti inquinati da Keu e, ancora, a “sollecitare e supportare il Consorzio Acquarno alla realizzazione di un piano di caratterizzazione delle sponde e dei terreni adiacenti al Canale Usciana e dell’antifosso, al fine di provvedere a eventuali interventi di bonifica dei siti potenzialmente contaminati”.

Marco Landi (Lega), illustrando l’atto in Aula, ha sottolineato come si trattasse di un indirizzo preciso del Consiglio regionale ad Arpat, che può essere impegnata per alcuni progetti speciali, mentre Elena Meini ha messo in luce come lo scopo fosse dare un supporto ai Comuni che spesso non riescono ad organizzare da soli le bonifiche. Francesco Gazzetti (Pd) e Lucia de Robertis hanno replicato che la questione è più vasta e non interessa solo il territorio citato, e che per questo è necessario procedere “con tranquillità e applicazione” a un approfondimento in commissione Ambiente e Territorio. Silvia Noferi (M5S) ha preannunciato una sua mozione in tal senso.

Un terzo ordine del giorno, presentato da Marco Stella di Forza Italia, non è stato giudicato ammissibile da Stefano Scaramelli (Iv), che al momento della presentazione presiedeva il Consiglio regionale, perché non inerente al bilancio di Arpat, e quindi non è stato discusso e votato. L’atto invitava la Giunta a “non anticipare il blocco delle auto diesel Euro 5 al 2023, ma di lasciarlo al 2025”.

(testo cura di Cecilia Meli e Paola Scuffi)

Responsabilità di contenuti, immagini e aggiornamenti a cura dell’Ufficio Stampa del Consiglio regionale della Toscana