28 Gennaio 2025

Toscana diffusa: via libera al progetto di legge

Il Consiglio regionale della Toscana si esprime a maggioranza, registrando 21 voti a favore (Pd ed Italia Viva), 5 contrari (Fdi, Lega e Gruppo misto Merito e lealtà) e 2 astenuti (M5S)

Comunicato stampa n. 0078 - 0081 - 0082 - 0088
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Firenze – La Toscana diffusa è legge; la pdl è stata approvata a maggioranza dall’Aula di palazzo del Pegaso, con 21 voti a favore (Pd ed Italia Viva), 5 contrari (Fdi, Lega e Gruppo misto – Merito e lealtà) e 2 astenuti (M5S).

Nelle dichiarazioni di voto, il presidente del gruppo di Fratelli d’Italia, Vittorio Fantozzi, ha parlato di “sipario” che cala e di politica che si impone, ma anche di contributo costruttivo delle opposizioni, al di là dei “toni romantici o teatrali”. Una cosa è certa: “la legge segna un punto e soprattutto lo segna il governatore Giani”.

Per Andrea Ulmi, presidente del gruppo Misto – Merito e lealtà, “l’idea della Toscana diffusa è interessante e accattivante, ma rischia di rimanere un manifesto elettorale o un libro dei sogni”. Sulla stessa lunghezza d’onda il portavoce delle opposizioni, Marco Landi, che ha parlato di una “legge che avrebbe bisogno di tanto tempo per essere esplicitata, a partire dal numero dei territori coinvolti”: “Con questa norma demandiamo un potere nelle mani dell’assessore al Bilancio, quindi del presidente Giani”, quasi una proclamazione di candidatura. Vincenzo Ceccarelli, capogruppo del Partito democratico, apprezzando il confronto costruttivo in Aula, pur nella consapevolezza di una legge che inizia il suo iter attuativo e dovrà essere perfezionata, ha parlato di “strumento importante che rafforza la parte più debole della nostra regione”. “Era quanto mai opportuno manifestare attenzione verso la Toscana diffusa – ha sottolineato Stefano Scaramelli, presidente del gruppo di Italia Viva – ed era doveroso farlo con una legge, che produrrà i suoi effetti”. A rafforzare tale tesi, il presidente Eugenio Giani: “Questa è una legge operativa più di quanto si possa pensare, e non mancherò di dimostrarlo”, ha sottolineato, dopo aver ringraziato tutti per il contributo costruttivo. Non solo: “Questa legge andrà oltre il contesto elettorale, per una Toscana attrattiva e diffusa, che esercita sempre il proprio fascino”.

Prima del voto finale, l’Aula ha approvato alcuni ordini del giorno collegati alla proposta di legge per la valorizzazione della Toscana diffusa.

Uno, prima firmataria Elena Meini (Lega), impegna la Giunta regionale a promuovere e sostenere la realizzazione di nuovi musei rurali nelle aree interne, al fine di valorizzare i territori e tramandare conoscenza dei luoghi. Un secondo, a firma di Elisa Tozzi (FdI), impegna la Giunta “a valutare l’opportunità, nel corso del 2025, di impegnare risorse in sostegno di progetti degli enti locali periferici volti ad attivare servizi di pre-scuola, post-scuola e scuole aperte d’estate, al fine di conciliare vita professionale e vita privata”.

Approvato all’unanimità l’odg, primo firmatario Vittorio Fantozzi (Fratelli d’Italia), che impegna la Giunta a valutare ogni possibile forma di sostegno all’editoria, “mediante l’incentivazione, nei territori di Toscana Diffusa, di edicole, di cartolibrerie e di librerie, anche valutando modalità che consentano l’apertura delle edicole nei giorni festivi” e a implementare le iniziative dedicate alla promozione della lettura.

E’ passato a maggioranza, invece, l’odg, primo firmatario Cristiano Benucci (Pd) che chiede alla Giunta di aggiornare gli strumenti di programmazione regionale “al fine di individuare i territori della Toscana diffusa” e, nelle more di questo aggiornamento, ad attuare gli interventi previsti dagli strumenti di programmazione includendo sia i territori montani che parzialmente montani.

Numerosi gli ordini del giorno respinti. Alcuni, invece, sono stati rinviati nelle commissioni.

Oltre 60 gli emendamenti presentati, di cui la maggior parte sono stati respinti. Tra quelli dell’opposizione approvati dall’Aula ricordiamo – a titolo esemplificativo – quello illustrato dalla capogruppo della Lega Elena Meini, subemendato dal gruppo Pd, sulla modalità di stipula dei patti per la Toscana diffusa, e quello presentato da Diego Petrucci (Fratelli d’Italia), emendato da tutti i Capigruppo, che prevede “incentivi al personale sanitario che svolga servizio nei presidi ospedalieri o nei territori siti all’interno delle aree geografiche di riferimento alla legge”. Ancora, quelli presentati e illustrati dalla consigliera Elisa Tozzi (FdI), sulla promozione del turismo religioso ed enogastronomico nella Toscana diffusa.

Approvati, infine, gli emendamenti depositati dal presidente della Giunta Eugenio Giani. I più rilevanti quelli di ordine finanziario, che prevedono, nel bilancio di previsione 2025-2027 un contributo fino ad un massimo di 2milioni e 300mila euro per la sola annualità 2025, così suddivisi:  750mila euro per sostenere interventi per le locazioni residenziali; 750mila euro per gli acquisti residenziali in territori montani; 500mila euro per il mantenimento degli esercizi di vicinato nei centri non capoluogo di provincia; ulteriori 300mila euro per il sostegno dello sviluppo economico in ambito agroalimentare.

 

L’illustrazione all’Aula del testo di legge

Riportare in unico testo normativo le disposizioni settoriali che sono già attive e operative e consolidare alcune esperienze pilota, sperimentate negli ultimi anni con la finalità di promuovere una crescita equilibrata di tutti i territori della regione, garantendo pari diritti a tutti.

Questo l’obiettivo della proposta di legge per la valorizzazione della Toscana diffusa, illustrata in Aula dal presidente della commissione Affari istituzionali Giacomo Bugliani (Pd).

“Occorre rimuovere – afferma Bugliani – gli squilibri territoriali economici o sociali sia attraverso una valorizzazione delle distinte identità, culturali, sociali ed economiche, ma anche attraverso una serie di interventi a sostegno dei territori più fragili e delle comunità che li abitano”, anche “per evitare il congestionamento delle aree più attrattive della regione Toscana”.  Il presidente ha spiegato che “con Toscana diffusa” si intende “l’insieme di quei territori della regione che per caratteristiche intrinseche, come la morfologia del territorio montano, o estrinseche come la lontananza”, “si trovano ad affrontare la sfida nella perifericità”. “Sono aree – continua – che hanno dei punti deboli, che registrano dinamiche demografiche negative, con bassa densità di insediamento sia umano che imprenditoriale” ma hanno anche “elementi di forza importanti, perché sono i luoghi della memoria e dell’immaginario collettivo” e che spesso “si trovano in ambienti di pregio paesaggistico”, “i cosiddetti piccoli borghi della Toscana” ed è “necessario che per preservare gli insediamenti umani in questi territori si debbano garantire i servizi minimi di cittadinanza”.

La proposta di legge indica il modus operandi.  “Le risorse – continua Bugliani – possono venire sia da fondi europei che nazionali” e occorre che la Regione svolga “un’attenta opera di programmazione cercando un approccio integrato nel coinvolgimento dei territori”; “su questa scia si pone la disposizione che intende richiamare il principio della specificità dei territori per favorire lo sviluppo locale”.

“Un ruolo chiave in questa prospettiva può essere la rete dei centri di facilitazione digitale, punti di dialogo con il territorio e di comunicazione con la cittadinanza”, dice Bugliani. Tra gli obiettivi della legge, infatti, c’è la riduzione del ‘digital divide’, così da garantire ai cittadini parità di accesso alle informazioni e alle tecnologie delle informazioni e della comunicazione attraverso i centri di alfabetizzazione e di facilitazione digitale con sportelli di assistenza.

Un altro tema importante è la garanzia del diritto alla salute, raggiungibile “valorizzando il ruolo di tutti i presidi ospedalieri presenti nel territorio della regione e la presa in carico multidimensionale del paziente attraverso servizi digitalizzati attraverso la cosiddetta tele medicine”. Si interviene nel settore dello sport, “prevedendo una serie di incentivi per tutti i soggetti che promuovono la pratica sportiva”. Altro tema centrale è quello della “rigenerazione del tessuto urbano e sociale e della riqualificazione del patrimonio edilizio esistente attraverso una generale riqualificazione e riorganizzazione delle aree degradate”.

Tra gli obiettivi emerge quello “di aumentare l’efficienza energetica tanto degli edifici pubblici che di quelli sedi di impresa con l’abbandono dell’uso di fonti fossili a favore di quelle rinnovabili”. Si prevedono poi “misure specifiche di sostegno all’acquisto di immobili ad uso residenziale e anche contributi integrativi per il pagamento dei canoni di locazione a fini abitativi”. “Un altro tema che viene toccato dalla proposta di legge – continua – è quello della desertificazione commerciale dei piccoli centri abitati; l’obiettivo è quello dell’insediamento e del mantenimento degli esercizi di vicinato e degli empori multifunzionali e si prevede la riduzione delle aliquote Irap per finalità di riequilibro territoriale”.

Spazio anche al contributo che la cultura può portare con una rete di musei grandi e piccoli, con incentivi alla rete museale diffusa toscana.  Si punta poi sull’ “implementazione della banca della terra” e infine, si prevede l’istituzione di un “osservatorio affidato al presidente della Giunta per la collaborazione e coordinamento con le realtà associative toscane”.

 

L’intervento del presidente Giani

“Una legge che non solo disciplina, ma definisce una modalità di lavoro per gli atti successivi, come i bandi che dovremo elaborare”. Così il presidente della Giunta Eugenio Giani nel suo intervento in Aula ha definito la proposta di legge per la valorizzazione della Toscana diffusa. Giani ha spiegato come la legge, nei suoi 28 articoli, “tratta le varie tipologie di servizi: dalla residenza al commercio, dal trasporto pubblico alla viabilità, ai servizi sociali, e consente di commisurare relativi bandi. Ad interventi che sarebbero potuti apparire particolaristici, con questa norma diamo la patente di interesse generale in base alla programmazione che la Regione fa nel suo territorio di Toscana diffusa”.

Giani ha dunque ricordato come nel bilancio di previsione siano previsti 2 milioni e 300mila euro e che dalle varie norme di questa legge, che riguarda due terzi delle 273 amministrazioni della Toscana nei tre livelli individuati nel Piano Regionale di Sviluppo “col supporto finanziario, possono nascere iniziative per la valorizzazione dei territori”.

“La norma – ha aggiunto Giani – consente inoltre di dare identità a frazioni o località e poterle considerare poi nei bandi, visto che i comuni oggi in Toscana sono molto estesi e comprendono territori molto eterogenei”.

Il presidente ha poi ricordato come la legge, sia volta a contrastare fenomeni di spopolamento e disuguaglianza nei piccoli centri. In particolare ha fatto un riferimento all’aspetto della connettività, spiegando come “la norma ci consente anche in prima persona di intervenire su questa dimensione che è un discrimine per i territori. Finora siamo andati avanti richiamando l’impegno dello Stato, ma avere questa base normativa ci consente di poter pensare a progetti della Regione per poter garantire la comunicazione on-line”.

“Con questa legge – ha concluso Giani – il Consiglio regionale dà un senso di razionalità alla gestione dei territori. In questo modo la Toscana garantirà parità di diritti ai cittadini che vivono nel più piccolo borgo e a quelli che vivono nella più grande città.”

Prima dell’avvio della seduta Giani ha depositato un emendamento che prevede l’inserimento, in legge di bilancio, uno stanziamento, per il solo 2025, superiore ai 2 milioni, così distribuiti: 750 mila euro per le locazioni residenziali, 750 mila euro per gli acquisti residenziali in territori montani; 500 mila euro per il mantenimento degli esercizi di vicinato nei centri non capoluogo di provincia; ulteriori 300 mila euro per il sostegno dello sviluppo economico in ambito agroalimentare.

 

Il dibattito in Aula

Il dibattito in Aula sulla proposta di legge per la valorizzazione della Toscana diffusa si è aperto con l’intervento del capogruppo di Fratelli d’Italia Vittorio Fantozzi che ha riconosciuto la necessità di uno strumento legislativo “che metta ordine, sebbene arrivi in tempistiche che hanno un sapore elettorale” e ha ribadito la scelta di “attenersi a un profilo costruttivo presentando diversi emendamenti”. “Emendamenti – ha spiegato – che vanno in due direzioni: da una parte è necessario ridare orgoglio e dignità alle piccole comunità, dall’altra metterle nella condizione di potersi amministrare.” “La Toscana diffusa c’è sempre stata, ma il problema è stato l’accentramento non ragionato – ha affermato – . E’ la politica che ha lasciato questi territori. Crediamo che oggi sia necessario riportare al centro la comunità, capace di portare individui e famiglie intorno a valori comuni, facendone identità e senso di appartenenza”.

“La Regione Toscana è la prima regione a dare un quadro normativo e di azione a tutti i territori periferici, per i quali, dal punto di vista della legge nazionale, manca un quadro definito – ha affermato Marco Niccolai (Pd) – . Questo tema non riguarda solo la Toscana e spero che anche altre regioni seguano il nostro esempio”. Niccolai ha parlato dunque di una legge che valorizza “non solo le questioni da affrontare, ma anche le opportunità che i territori possono dare per lo sviluppo dell’intera Toscana”. “E’ un compimento e un punto di partenza del nostro mandato – ha spiegato – il ‘la’ per implementare e sviluppare azioni concrete in favore di questi territori”.

Ha poi ricordato come la commissione Aree interne, di cui è presidente, abbia inserito un emendamento “per sostenere infrastrutture per la telefonia mobile”, oltre ad aver introdotto il tema della “programmazione negoziata tra Regione e Comuni”.

In termini provocatori, come sottolineato da Alessandro Capecchi (FdI), “il primo elemento da cambiare, nella legge sulla Toscana diffusa, sarebbe la legge elettorale, e la composizione di questo Consiglio regionale ne è la prova”. Il consigliere ha continuato proponendo alcune valutazioni: la programmazione, che sta in capo al Consiglio, è stata caratterizzata da scelte della Giunta, non sempre in linea con le effettive esigenze delle aree interne. Basti pensare alla politica sul trasporto pubblico, dove non c’è un servizio adeguato tra periferia e centro. E ancora, in tema di rappresentanza indiretta, visto che la concertazione istituzionale non è quella di un tempo: “i piccoli comuni come possono essere rappresentati da Anci?”. Ancora uno spunto: “in tutta la legge non si parla mai di bandi”, questo per affermare che non sono mai specificati gli strumenti. “Nella Toscana diffusa mettete tutto e il contrario di tutto – ha concluso Capecchi – senza dare risposte univoche”.

“Se nel 2100 otto persone su dieci saranno inurbate, come ci confermano le ricerche pubblicate in questi anni, diventa attuale porsi il problema di tutto ciò che non è area urbana e città”. Così Cristiano Benucci (Pd), che ha definito la Toscana diffusa una “legge di dignità”, una norma che valorizza una serie di territori che hanno bisogno di preservare la loro identità. Da qui le problematiche legate alle infrastrutture, ai servizi primari, alla competitività delle imprese… “e se pensare di risolvere tutto con questa legge è utopia, questa legge ha comunque l’intento di stabilire un principio: chi vive in queste aree deve avere le stesse opportunità degli altri cittadini della Toscana”. Il consigliere ha concluso il proprio intervento sottolineando che, in assenza di questa legge, si è in qualche modo sopperito con la costante attenzione del governatore Giani, che non si è mai risparmiato, visitando anche gli ultimi paesi della regione.

Marco Casucci (Lega) ha parlato di “valore eminentemente politico della legge, che però non ha una chiara visione dello sviluppo delle aree interne o diffuse”. E parlando del proprio territorio aretino, facendo riferimento alle criticità sul fronte sanitario, il consigliere ha sottolineato “i divari incolmabili tra chi nasce nei grandi centri e chi no”. “Al di là dei campanilismi ho il timore che la legge sia più uno spot elettorale – ha sottolineato Casucci – visto che di fatto è vuota nei contenuti, e rimanda continuamente ad altre leggi ed a strumenti già esistenti della programmazione regionale”. Per il consigliere sul fronte del regionalismo passi avanti ne sono stati fatti, la chiave è affrontare in modo omogeneo il territorio toscano, “ma è necessario concepire la programmazione secondo una visione chiara e concreta, per uno sviluppo forte e coeso”.

Diego Petrucci (FdI), pur definendo “sconveniente” l’assenza del presidente Eugenio Giani durante parte del dibattito, ha iniziato l’intervento proprio ringraziandolo per l’attenzione manifestata alla Toscana diffusa. Ma purtroppo la legge è solo una “dichiarazione di intenti, che non ha una ricaduta effettiva sui territori”. Per il consigliere con questa legge non si è avuto abbastanza coraggio in sanità: potevamo intervenire con incentivi verso professionisti impegnati nelle aree interne; stessa mancanza di coraggio in tema di infrastrutture digitali, così come in tema di ambiente o cultura; solo un esempio: tutte le fondazioni che ricevono contributi dalla Regione Toscana dovrebbero avere l’obbligo di fare almeno due spettacoli gratuiti in un piccolo teatro della nostra regione.

“E’ per me motivo di orgoglio apprezzare nella legge una chiara politica di equità territoriale”, parola di Mario Puppa (Pd), che ha parlato di una legislatura protagonista di una attenzione straordinaria verso le aree marginali, zone diffuse e periferiche. “Ringrazio il presidente Giani per il viaggio che lo ha portato a contatto con i sindaci dei territori più lontani e marginali, sempre pronto a confrontarsi con i nostri primi cittadini e le loro comunità”, ha affermato il consigliere, che ha anche invitato ad uscire dalla retorica, sottolineando come la Toscana diffusa possa anche essere esempio di modernità. Nella consapevolezza che la tendenza è quella di andare verso le città, l’obiettivo principale è creare le condizioni per consentire alle famiglie di rimanere nei loro territori: “con questa norma non si risolvono i problemi ma facciamo un passo importante, proiettandoci in una dimensione più strutturale, per affrontare le scelte in maniera più sostanziale”.

Di “avvio di equilibrio territoriale” ha parlato Elena Rosignoli (Pd), che ha anche difeso l’operato della Commissione istituzionale per il sostegno, la valorizzazione e la promozione delle aree interne della Toscana, “che ha ancora molto da offrire e molto su cui poter lavorare”. Venendo alla legge in questione: “lo stesso impianto normativo della legge, caratterizzato da una interlocuzione diretta con gli enti locali, è ossigeno per le nostre aree, l’importante è portare avanti politiche di riequilibrio, avviando un percorso di dignità per tutti quei luoghi più marginali e diffusi della Toscana”.

Tanti gli interventi che hanno animato il dibattito sulla proposta di legge sulla Toscana diffusa. “Un sostegno convinto alla legge” è arrivato da parte di Italia Viva con Stefano Scaramelli che ha spiegato: “Questo punto era nel programma elettorale della coalizione e lo abbiamo assunto a inizio mandato. L’obiettivo è quello di dare le stesse condizioni di chi vive in città ai cittadini delle aree rurali. Finalmente una norma quadro generale permetterà di dare continuità ai finanziamenti. La sfida principale è quella della residenzialità e la sfida è provare a rimanere nelle aree periferiche. Bisogna dare ai ragazzi la possibilità di scegliere e decidere se restare dopo gli studi. E’ fondamentale favorire le connessioni digitali e gli spostamenti per competere con i grandi centri urbani. Abbiamo la massima disponibilità ad accogliere le proposte delle opposizioni per migliorare il testo della legge. Servono fondi pubblici per favorire l’acquisizione degli immobili, e la sfida sarà quella di aiutare gli anziani a rimanere e i giovani a non andare via. Anche i processi di delocalizzazione delle imprese sono importanti, e il reinserimento nel territorio favorisce la crescita dell’occupazionale”.

Il portavoce dell’opposizione Marco Landi si è chiesto “se la legge aggiunge qualcosa alla possibilità di finanziare interventi in queste aree. Per me si tratta di una legge che nulla aggiunge rispetto alle possibilità che ci danno gli attuali strumenti normativi. Se la legge vuole essere un punto di riferimento allora dobbiamo dire che il Piano regionale di sviluppo non aveva questa valenza. Con questo intervento normativo il Consiglio regionale demanderà alla Giunta e all’assessore al Bilancio la possibilità di intervento oltre al collegato alla Legge di bilancio. Così il presidente Giani sarà sempre di più governatore autonomo della regione”. Il consigliere Landi ha chiesto poi alla Giunta di chiarire quanti siano i comuni complessivamente coinvolti “alla fine saranno sicuramente più di 200 e nella lista ci finiscono anche capoluoghi di provincia come Massa e Carrara”. “La cosa più assurda – ha concluso il portavoce dell’opposizione – è che alla fine andranno deserti molti bandi in settori strategici come trasporto pubblico locale, infrastrutture e sanità”.

A concludere il dibattito è stato l’intervento del capogruppo del Partito democratico Vincenzo Ceccarelli: “Questa legge non va né enfatizzata né demonizzata. Sicuramente non risolverà i problemi delle aree più fragili e disagiate, ma sarà uno strumento utile. “Certo è – ha proseguito – che stiamo parlando di aree di cui ha iniziato ad occuparsi, in ritardo, nel 2010 il ministro Fabrizio Barca. Il colpo maggiore a queste aree decentrate negli anni Sessanta l’ha dato l’industrializzazione, portando povertà demografica e rarefazione dei servizi. La razionalizzazione ha portato così alla chiusura di caserme e scuole e alla riduzione del trasporto pubblico locale. In questa legislatura c’è un’attenzione più marcata alle Aree interne e la creazione di una Commissione riferita risponde a questa valutazione. Anche la legge sui custodi della montagna è uno strumento che va in quella direzione. Si possono utilizzare poi strumenti che esistono da tanti anni come i bandi per la sicurezza stradale o quelli per la rigenerazione urbana. Si è parlato molto delle infrastrutture digitali, ma purtroppo in questo caso alcune aziende si sono dimostrate non troppo affidabili. Siamo di fronte a una legge che dà visibilità e dignità alla toscana diffusa e coordina leggi già esistenti. Servono le risorse, quelle allocate sono poche, ma aumenteranno. Noi come Partito democratico crediamo di avere arricchito la legge, ma tante cose sono già possibili. La legge rispecchia l’impostazione del presidente Giani, con la capacità di essere presenti in maniera diffusa come la Toscana necessità. Sarà occasione e compito di questa Assemblea legislativa far sì che in questa legge vengano allocare le giuste risorse. Se sarà arricchita e rafforzata sarà utile per le nostre comunità così cariche di orgoglio e dignità”.

(testo a cura di Benedetta Bernocchi,  Angela Feo, Paola Scuffi, Emmanuel Milano, Cecilia Meli e Riccardo Ferrucci)

Responsabilità di contenuti, immagini e aggiornamenti a cura dell’Ufficio Stampa del Consiglio regionale della Toscana