Terme Montecatini: si va verso il concordato in bianco
L’assessore alle Infrastrutture digitali e all’innovazione, Stefano Ciuoffo, in Aula: “scongiurare il pericolo di fallimento della società, anche superando la necessità della messa in liquidazione espressa negli atti regionali. La presentazione della domanda di concordato consente di azionare tutte quelle cautele previste nella legge di conservazione del patrimonio dalle aggressioni dei creditori per tutto il periodo concesso dal tribunale per la predisposizione del piano concordatario”
Firenze – “La Giunta darà mandato all’amministratore unico di avviare tutte le azioni volte alla necessità di preservare il patrimonio societario per la tutela dei creditori e del territorio, quali la presentazione di una istanza di concordato preventivo cosiddetto in bianco, funzionale alla predisposizione di un piano concordatario in tempi congrui al fine di limitare la perdita di liquidità”. È quanto dichiara l’assessore alle Infrastrutture digitali e all’innovazione, Stefano Ciuoffo, nella sua comunicazione al Consiglio regionale.
Nell’istanza, continua Ciuoffo, si prevede anche la “cessione dei rami d’azienda funzionali all’esercizio dell’attività termale, eventualmente preceduti da un affitto dell’azienda stessa.
La presentazione della domanda di concordato, infatti, consente di azionare tutte quelle cautele previste nella legge di conservazione del patrimonio dalle aggressioni dei creditori per tutto il periodo concesso dal tribunale per la predisposizione del piano concordatario”.
La comunicazione ripercorre anche la storia della società di cui Regione Toscana è socio con una partecipazione pari al 67,12 per cento del capitale sociale. A seguito dell’entrata in vigore del decreto legislativo 175/2016 (Testo unico delle società partecipate), la società è stata prima individuata come non strategica e quindi oggetto di cessione, poi, in virtù della deroga introdotta all’articolo 4 comma 9 dello steso decreto, è stato adottato l’atto del presidente della Giunta regionale 161/2018 per il mantenimento della partecipazione e preservare il patrimonio culturale della Regione oltre che garantire il mantenimento dell’equilibrio economico e turistico di Montecatini Terme.
“La situazione di grave criticità economico finanziaria – si legge nella comunicazione – ha reso necessario prevedere azioni di razionalizzazione che consentissero il superamento della situazione di crisi, con l’adozione di un piano di ristrutturazione del debito per rientrare della posizione debitoria nei confronti del pool di banche, con capogruppo BNL, tramite un’operazione che agisse da un lato sull’incremento dei ricavi ed un efficientamento dei costi, dall’altro con un piano di dismissione degli immobili non strumentali all’esercizio dell’attività termale”.
Nei piani di razionalizzazione approvati dalla Regione che si sono succeduti a partire dal 2017, veniva previsto che in caso di mancato ripristino di una situazione di equilibrio economico finanziario e di composizione della situazione debitoria, la società avrebbe dovuto essere messa in liquidazione. Soltanto a maggio 2020 è stata approvata una prima edizione del piano di ristrutturazione per consentire alla società la prosecuzione in continuità delle attività e per il risanamento e il rilancio. La società, coadiuvata da un team di advisors, ha provveduto a pubblicare un bando per la cessione di asset immobiliari non strategici tramite la pubblicazione di una manifestazione di interesse la cui scadenza era fissata al 16 novembre 2020. “Manifestazione che tuttavia non ha prodotto alcun effetto in quanto le due offerte d’acquisto pervenute non erano rispondenti al miglior interesse della società. Dal lato del contenimento dei costi, invece, sono state messe in campo le azioni relative al personale, cosi come previste dal piano di ristrutturazione. Che avrebbero dovuto riportare in equilibrio la gestione caratteristica” si legge ancora nel documento.
Ad un secondo bando di manifestazione di interesse per la cessione degli asset immobiliari non strategici, pubblicato nei primi mesi del 2021, sono pervenute delle nuove offerte, che, in ogni caso non consentivano la risoluzione dell’indebitamento. Tuttavia, fuori dal bando sono arrivate ulteriori manifestazioni di interesse in merito alle Terme Exceisior, alle Terme Leopoldine e all’acquisto della maggioranza assoluta delle partecipazioni da parte della società Infinet Financial Advisory Llp per conto di un gruppo di investitori internazionali non meglio identificati.
Al termine del loro mandato, il team di advisor della società ha presentato una nota riassuntiva con l’analisi della situazione di Terme di Montecatini Spa ad esisto della seconda procedura di vendita nella quale si evidenziava una completa erosione delle disponibilità liquide in breve tempo e la necessità di adottare le misure per evitate che vi fosse un’ulteriore erosione della cassa.
“Nell’ottica di individuare uno strumento per la risoluzione della crisi aziendale, è stato conferito all’amministratore unico il mandato di verificare anche la concretezza e la fattibilità delle manifestazioni di interesse pervenute al di fuori dal bando, compresa quella di Infinet”.
“A seguito degli approfondimenti e della manifestazione di interesse presentata per conto di Infinet – continua Ciuoffo -, consistente nell’acquisizione dei crediti delle banche per una successiva capitalizzazione, è stata valutata positivamente l’opportunità di aumentare il capitale sociale mediante emissione di nuovi titoli azionari da riservare a terzi interessati alla loro sottoscrizione, rinunciando al diritto di opzione, proponendo che la sottoscrizione dell’aumento di capitale sociale, da attuarsi ad esito di una procedura ad evidenza pubblica, accompagnata dalla contestuale presentazione di un piano industriale di risanamento e sviluppo e da una modifica dello statuto sociale con l’introduzione di apposite clausole a garanzia delle minoranze”.
L’assemblea straordinaria dei soci, a luglio 2021 ha deliberato un aumento del capitale sociale inscindibile in misura non inferiore a 35milioni, nonché le linee guida della procedura ad evidenza pubblica e del nuovo statuto che doveva essere approvato all’esito della procedura medesima.
L’avviso di gara per la manifestazione di interesse rivolto all’individuazione del nuovo socio di maggioranza è stato pubblicato in data 5 agosto 2021, fissando la scadenza per la presentazione delle domande al 15 settembre 2021. Essendo pervenuta una sola domanda che doveva essere sottoposta ad integrazioni, l’amministratore unico, facendo ricorso alla possibilità prevista nel bando, ha riaperto i termini dal 24 settembre al 12 ottobre. ln questo modo sono pervenute tre manifestazioni di interesse di cui una soltanto, presentata dalla società Industrial Tax Advisors Limited, in possesso dei requisiti richiesti e che ha potuto ricevere la lettera d’invito per l’accesso alla data room in cui l’Amministratore ha messo a disposizione tutti i documenti utili.
In data 22 novembre 2021, la società ha presentato l’offerta irrevocabile di sottoscrizione dell’aumento di capitale sociale con la documentazione formale richiesta nel bando di gara. II 7 dicembre 2021, tuttavia, a seguito delle verifiche sulla documentazione trasmessa, l’Amministratore unico ha inviato ai soci il verbale riepilogativo delle operazioni per il procedimento di selezione del nuovo socio di maggioranza, in cui veniva dichiarata chiusa la procedura, rimasta senza esito per mancanza di offerte valide stante che “all’unica offerta pervenuta non è stata allegata la prevista cauzione”.
“Il protrarsi di queste azioni – continua la comunicazione – ha ulteriormente compromesso la situazione economico finanziaria della società, ‘bruciando cassa’ e residuando una liquidità limitata. Nell’assemblea che si è tenuta il 29 dicembre scorso, convocata per comunicare gli esiti della procedura, la Regione ha chiesto la convocazione, nei termini di legge, dell’assemblea straordinaria in cui deliberare la messa in liquidazione della società, anticipando tra gli indirizzi il mandato al futuro organo liquidatore alla presentazione di un concordato preventivo in bianco”.
“Per la messa in liquidazione della società – si precisa nel documento – è richiesta la maggioranza qualificata dei due terzi, per il raggiungimento della quale è necessaria la conforme deliberazione del socio minoritario, in quanto la Regione, sebbene detenga il 67,12 per cento del capitale sociale, possiede solo il 39,09 di azioni ordinarie con diritto di voto ed il 28,03 di azioni privilegiate senza diritto di voto. Il Comune inoltre e in più occasioni, compresa l’assemblea del 29 dicembre, ha espresso contrarietà per la messa in liquidazione volontaria della società”.
Il 12 gennaio scorso l’amministratore unico ha trasmesso ai soci la fissazione dell’udienza per il prossimo 8 febbraio ricevuta dal Tribunale di Pistoia in merito all’istanza per la declaratoria di fallimento di Terme Montecatini Spa intentata da un creditore. Questo nuovo fatto ha accelerato l’esigenza di individuare una procedura per scongiurare il pericolo di fallimento della società, “anche superando la necessità della messa in liquidazione espressa negli atti regionali”. E in questo senso il “nuovo indirizzo espresso dalla Giunta è quello del concordato in bianco. La presentazione della domanda di concordato – spiega Ciuoffo – consente di azionare tutte quelle cautele previste nella legge di conservazione del patrimonio dalle aggressioni dei creditori per tutto il periodo concesso dal tribunale per la predisposizione del piano concordatario”.
Terme Montecatini: il dibattito in Aula e gli atti d’indirizzo al voto
Gli interventi di Silvia Noferi (Movimento 5 stelle), Luciana Bartolini (Lega), Marco Niccolai (Pd), Alessandro Capecchi e Diego Petrucci (Fratelli d’Italia), Federica Fratoni (Pd), Elisa Tozzi e Elena Meini (Lega). Le conclusioni dell’assessore Ciuoffo. Respinte due proposte di risoluzione delle opposizioni
di Sandro Bartoli e Federica Cioni, 26 gennaio 2022
Firenze – “Tre anni per fare un piano di ristrutturazione, per un privato, sarebbe inammissibile. Prima o poi i conti andranno fatti” ha esordito Silvia Noferi (Movimento 5 stelle) aprendo il dibattito e rilevando come “peraltro il Piano preveda strategie semplici. Sembra che la Regione stia portando definitivamente al macero le Terme. Qualche dettaglio in più era necessario in questa comunicazione” ha aggiunto osservando che l’intenzione di procedere ad un’istanza di concordato preventivo in bianco, per poi arrivare alla cessione di un ramo di azienda, “non la vuole nessuno”. La consigliere avrebbe anche voluto sapere cosa è stato fatto dopo l’audizione in commissione Controllo. “Questo documento è una lampante strategia di liberarsi di un problema. Avete curato un malato grave con una camomilla. Il fallimento, conclamato, non è solo delle Terme ma anche della politica che non ha mai cercato una vera soluzione per un patrimonio storico e culturale oggi lasciato a sé stesso”.
“Le Terme di Montecatini sono un po’ come il parco di Pinocchio: tutti lo vorrebbero avere e noi lo lasciamo decadere”, esordisce la consigliera Luciana Bartolini (Lega), che ringrazia l’assessore Ciuoffo, “per la comunicazione puntuale, con tutte le date e il riassunto di una storia infinita”. Il quadro delineato oggi, sostiene la consigliera, “conferma quanto il Comune di Montecatini e i consiglieri regionali di centrodestra avevano già espresso un mese e mezzo fa: la liquidazione della società non è percorribile, si poteva e si doveva arrivare prima a questa posizione, votando gli emendamenti al Defr che avevamo presentato in Consiglio regionale. Non so cosa potrete fare domani all’Assemblea straordinaria – prosegue Bartolini –. Sapete che noi siamo contrari alla liquidazione, così come lo è il socio di minoranza. Si vuole evitare il fallimento, sarebbe da rilanciare il termalismo. Il Tettuccio ha un valore storico e architettonico, pur in decadenza è sempre qualcosa di grandioso”. La consigliera ricorda che “Montecatini ora fa parte dell’Unesco. Il concordato preventivo è uno degli strumenti che può evitare il fallimento, ma deve essere accompagnato da un Piano. Noi chiediamo di nuovo, come già tante volte, nel 2019 l’abbiamo fatto addirittura con una proposta di legge, che la Regione mantenga promessa fatta ai cittadini in campagna elettorale: acquistare il Tettuccio, per avviare veramente il concordato e mettere in sicurezza la società. Il problema – conclude – riguarda non solo Montecatini, ma tante terme in Toscana. La Regione negli ultimi dieci anni non ha fatto niente per le proprie terme. Il turismo interno ci potrebbe essere. Speriamo che abbiate la volontà politica di fare questo concordato, per salvare una città e le Terme di Montecatini”.
Il consigliere Marco Niccolai (Pd), presidente della commissione Aree interne ringrazia “l’assessore Ciuoffo per aver accolto la nostra richiesta di un’informazione costante al Consiglio”. Apprezza “il lavoro, anche silenzioso, ma non per questo meno fattivo, che viene svolto in queste ore dalla Giunta regionale per una società che non è semplicemente una partecipata, ma è qualcosa di più per Montecatini, per la Val di Nievole e per tutta la Toscana. La Giunta, sia in questo che nel precedente mandato, si è rapportata con l’amministrazione comunale di Montecatini con una modalità sempre improntata alla leale collaborazione. Ora non è il momento di mettere le bandierine e penso che questa leale collaborazione tra i soci sia fondamentale per affrontare la situazione. Mi auguro e sono sicuro che la Giunta e l’assessore continueranno a utilizzare questo stile e spero che sia condiviso da tutti”. La scelta del concordato, aggiunge Niccolai, “è orientata alla continuità dello svolgimento dell’attività, obiettivo che è sempre stato il punto focale di tutta la vicenda. I soci sono chiamati a fare sinergia, mettendo in comune le idee e le proposte. Non ci saranno prove di appello, lo sappiamo, ma lo strumento è orientato a conseguire una continuità, per il tessuto economico e per il suo rilancio”.
Il consigliere Alessandro Capecchi (Fratelli d’Italia), presidente della commissione Controllo si sente “obbligato a fare alcune precisazioni, che già avevo presentato. Siamo in una situazione paradossale: la comunicazione della Giunta sostanzialmente dice di fare una cosa diversa rispetto al mandato che ad oggi il Defr dà alla Giunta stessa. Si arriva a un paradosso incredibile: la Giunta esprime un nuovo indirizzo che invece spetta al Consiglio. Nel Defr, la maggioranza ha bocciato gli emendamenti che erano stati presentati. Questo ente fa parte del patrimonio. La commissione Controllo, organo competente, deve verificarne il corretto utilizzo”. Capecchi si rivolge anche al segretario generale: “La questione riguarda la legittimità degli atti. Se si dichiara strategica una partecipazione, si devono mettere i soldi. Alla fine, tutti i guai arrivano perché la Regione i soldi non li ha messi. La modifica dello statuto delle Terme di Montecatini – aggiunge – non c’entra nulla con la competenza della seconda commissione. E la Regione, nonostante abbia il 70 per cento circa delle azioni, non può determinare la scelta dello scioglimento e della liquidazione, se il socio di minoranza non è d’accordo. La nostra preoccupazione era che la messa in liquidazione, con il mandato di scioglimento fosse l’anticamera del fallimento. Questo cambio di passo a noi fa piacere. Nella proposta di risoluzione diciamo quello che chiediamo da tempo. Se le Terme chiudono, si blocca mezza città, con uno schiaffo alla città e a tutta la Val di Nievole. Chiediamo che la Regione dia un segnale anche nei confronti del Governo: ci risulta che ci sia anche una disponibilità da parte del Governo, che però vuole vedere le carte e un piano di risanamento serio, a condizione che la Regione ci metta il carico”. In questo contesto, conclude Capecchi, “cerchiamo di sforzarci, ma ci risulta difficile esercitare il ruolo della commissione di Controllo. È un gioco che non può durare. In sessanta giorni si dovranno produrre numeri certi: pensiamo che si debba tornare presto in commissione Controllo a illustrare gli esiti della prossima assemblea straordinaria e di quei contatti che sono in corso in queste frenetiche ore”.
Diego Petrucci (Fratelli d’Italia) propone una riflessione “sulla vicenda del termalismo in generale. Cosa fare delle Terme? Montecatini non è una questione isolata. Il collasso del sistema termale è situazione ricorrente in tutta la nostra Regione e non solo. Per anni, le terme hanno vissuto di convenzioni con il sistema pubblico. Venuto meno in larga parte quel tipo di sostentamento, tutto il sistema termale è andato in forte crisi. Quello su cui la politica si deve interrogare, e nella comunicazione c’è ben poco – osserva il consigliere –, è su quale futuro si debba dare al sistema termale perché possa sopravvivere”. La soluzione “non può certamente essere il centro benessere. Si è da più parti sollevato il fatto che un ciclo termale di 10-12 sedute potesse ridurre i postumi post-Covid e che il pubblico avesse nuovamente interesse a convenzionarsi con i sistemi termali. Non abbiamo visto un approfondimento sufficiente. Non sforzarsi per interrogarsi sul futuro del termalismo e limitarsi a gestire in maniera tecnica un concordato in bianco, potrà forse anche salvare le Terme di Montecatini in un tempo breve, ma non darà futuro alle terme in generale, in un tempo medio-lungo”.
Federica Fratoni (Partito democratico) apprezza “il lavoro prezioso dell’assessore, la sua azione improntata alla massima trasparenza e al massimo coinvolgimento del Consiglio” esprime “fiducia massima” nell’operato della Giunta regionale e rileva un “dato positivo: registro una convergenza di fondo nel riconoscere a Montecatini un valore assoluto nel sistema termale italiano e forse anche oltre. Ritengo utile che dopo questa discussione si possa accedere tutti a una sorta di moratoria comunicativa, che consenta ai soci di lavorare in una fase delicatissima per la società”. È il momento, sostiene la consigliera, di “abbassare i toni”. Ricorda che “sul piano politico, abbiamo già approvato mozione con alcune puntualizzazioni: gli obiettivi sono la piena occupazione, la continuità dell’erogazione dei servizi, la valorizzazione del patrimonio non strategico, la salvaguardia, nella fruibilità pubblica, del Tettuccio. Abbiamo votato la liquidazione per un preciso obbligo che la legge e la Corte dei Conti ci dicono di mettere in campo quando la società non è strategica”. Oggi si arriva al concordato, prosegue Fratoni, “perché c’è un fatto nuovo, un’istanza di fallimento. Sono state banalmente seguite le norme. Dal 2018 al 2020 non ci siamo baloccati, abbiamo lavorato a perlustrare le proposte, che purtroppo si sono tutte rivelate vane. Il Piano 2020 che prevedeva il ritorno in pareggio nell’arco di sei mesi-un anno, è andato a impattare ferocemente con il Covid. Dobbiamo dare mandato alla Giunta di procedere sulla strada tracciata – conclude Federica Fratoni –. Il concordato è certamente da percorrere, ineludibile. Non credo che dobbiamo tornare a chiedere noi l’acquisto diretto del Tettuccio alla Regione, che deve intervenire in un processo molto più ampio e molto più complesso, in cui altri attori si sono affacciati. Non si compra il Tettuccio per salvare la società: deve essere assicurato alla fruibilità pubblica perché è un bene pubblico, culturale, è l’agorà della città di Montecatini”. Secondo la consigliera, “l’atto che abbiamo approvato a dicembre mantiene ancora le potenzialità degli indirizzi dati”. E annuncia il voto contrario del gruppo Pd sugli atti presentati dalle opposizioni.
Secondo la consigliera Elisa Tozzi, che dal primo febbraio passerà al Gruppo misto, “nella comunicazione c’è un aspetto che non possiamo esimerci dall’approfondire: la latente situazione di criticità economico finanziaria che va ad aggravarsi sul fronte dei creditori. Si pone il problema delle scelte gestionali, degli indirizzi che sono stati dati e anche dei controlli. Ha ragione il presidente Capecchi. Chi ha gestito, chi doveva controllare e verificare? Ci sono enormi responsabilità”. Elisa Tozzi giudica “opportuno un richiamo forte alla commissione di Controllo. Chiedo che ci si attivi per le verifiche su quanto è accaduto nel passato. Altrimenti, rischiamo di non capire perché certe dinamiche, probabilmente legate a logiche più politiche, non funzionano”.
Anche la consigliera Elena Meini (Lega) vuole ringraziare “l’assessore per la comunicazione e per il lavoro costante e continuo che sta facendo con il Comune di Montecatini”. La consigliera interviene in risposta a quanto affermato da Federica Fratoni: “Quando si parla del Tettuccio e continuiamo a dire che il suo acquisto sia fondamentale, è perché noi, così come i cittadini di Montecatini, abbiamo avuto speranze da lei e dal presidente Giani. L’acquisto del Tettuccio è stato promesso dal presidente per sanificare il bilancio delle Terme”. All’assessore Ciuoffo, Elena Meini rivolge una domanda: “Abbiamo appreso dell’interessamento di un gruppo privato, Infinet. Vorremmo sapere questo: qual è la posizione della Giunta su questa proposta, come si pone di fronte all’ingresso di privati e quale strada intende percorrere?”.
“La Regione è parte attiva nei confronti dei ministeri e dei vari soggetti istituzionali nazionali”, risponde l’assessore Stefano Ciuoffo nella replica conclusiva. “Lo dimostra l’incontro del presidente Giani ieri mattina a Roma con i vertici di Cassa Depositi e prestiti. E continuerà ad essere soggetto attivo all’interno di un piano industriale chiaro della società e di una procedura definita, ossia l’indirizzo che verrà dato domani in assemblea ordinaria di Terme di andare verso una domanda prenotativa per un concordato in bianco”. L’assessore non manca di rilevare “criticità e complessità che non attendevamo, tra queste il Covid. Sono consapevole di essere qua a testimoniare una modifica di orientamento”, ha aggiunto, dichiarandosi “disponibile ed interessato ad un ampio dibattito. Oggi è però il tempo di lavorare per una gestione attenta della contingenza e alla costruzione del futuro”. Ciuoffo ha quindi proseguito, rilevando come sul tavolo ci siano “molte opzioni, alcune volte all’acquisizione e al controllo della società. Ho chiesto alla società di esprimersi”. Sul Tettuccio, Ciuoffo ha rilevato come sia “di interesse anche di privati, che, pur senza volerlo snaturare, lo ritengono strategico. Quanto a tavoli ministeriali o tavoli di crisi, l’approccio “deve essere compreso meglio”.
Al termine del dibattito, la votazioni degli atti d’indirizzo collegati. “Dar seguito all’impegno di acquistare lo stabilimento termale Tettuccio nel più breve tempo possibile” è quanto richiesto da una proposta di risoluzione illustrata dalla prima firmataria Luciana Bartolini. La risoluzione è stata respinta dall’Aula. A confermare le motivazioni del voto contrario del Partito democratico, è stata la consigliera Fratoni: “L’acquisto resta un’opzione, ma non è l’unica. Il contesto è cambiato. La volontà della maggioranza non è comunque distante, occorre avviare riflessioni”. L’apertura proposta da Fratoni è stata accolta positivamente dal consigliere di Fratelli d’Italia Alessandro Capecchi che pure ha rilevato l’importanza di un’espressione da parte del Consiglio regionale per “dare uno strumento in mano all’assessore nelle diverse interlocuzioni”.
Il Consiglio ha respinto anche la proposta di risoluzione avanzata dal Movimento 5 stelle, prima firmataria Silvia Noferi, con la quale si intendeva “chiedere urgentemente al Governo un tavolo fra i rappresenti della Regione, il Comune, i ministeri competenti, Invitalia e Cassa Depositi e prestiti per concordare un piano di salvataggio”.
I video
La dichiarazione della consigliera Federica Fratoni (Pd)
La dichiarazione della consigliera Silvia Noferi (Movimento 5 stelle)
La dichiarazione della consigliera Luciana Bartolini (Lega)
La dichiarazione del consigliere Alessandro Capecchi (Fratelli d’Italia)