Servizio idrico: strategie per superare criticità, interrogazione di Marco Landi
Il quesito del portavoce dell’opposizione a seguito della relazione annuale del direttore Ait. La risposta in Aula dell’assessora Monia Monni
Firenze – L’assessora regionale all’ambiente Monia Monni ha risposto in Aula a un’interrogazione presentata dal portavoce dell’opposizione, Marco Landi (Lega) sul servizio idrico integrato, “in merito alle criticità evidenziate dal direttore dell’Ait (l’Autorità idrica toscana, ndr) nella sua ultima relazione annuale”.
Nell’interrogazione si domandava “quali sono le strategie politiche regionali finalizzate a garantire gli interventi necessari a superare le strutturali criticità”. Monni ha spiegato che “dalla relazione annuale 2022, riferita al 2021, non risultano particolari problematiche, ma sono evidenziate alcune difficoltà conosciute e costantemente monitorate e affrontate, alla ricerca di soluzioni”. Con l’arrivo dei primi finanziamenti del Pnrr, ha detto l’assessora, “si innesta una serie nutrita di progetti nell’attività dei gestori toscani: fognatura, depurazione, acquedotto e trattamento dei fanghi di depurazione. Emergono alcune eccellenze, i gestori toscani mantengono un elevato livello di investimenti, la qualità dei livelli di servizio per tutti si attesta a livelli alti, fatte salve alcune situazioni locali. La sostituzione nei 34mila chilometri delle reti, si sta ad oggi implementando e si sta riducendo il tasso di rotture e perdite: il tasso di sostituzione e riparazione delle reti si attesta al di sopra della media nazionale. Questo tema è stato interessato da una specifica misura del Pnrr, la misura 4.2, per la quale tutti i gestori toscani nella prima ‘call’ hanno ottenuto l’ammissibilità del progetto, Publiacqua, Gaia e Nuove Acque hanno già ottenuto il finanziamento per complessivi 87,2milioni di euro. Sono in attesa di completamento della procedura le altre richieste per un totale di 83,2milioni”.
Per quanto riguarda il controllo delle opere, “tutti i gestori sono monitorati. Per le procedure di infrazione si prevede, come da norma regionale, la piena conformità entro il 2023. Per quanto attiene la programmazione degli interventi e le procedure di infrazione, la Regione in accordo con Ait ha presentato numerose schede sia per la misura 4.4 del Pnrr (fognature e depurazione, complessivi 39,6milioni) che per la misura 1.1 (riduzione dei fanghi, per complessivi 62,2milioni di euro). Per le opere strategiche di acquedotto, per le quali nel corso del 2021 sono già stati ottenuti, dalla relativa misura 4.1 del Pnrr, fondi per i gestori del sistema idrico integrato pari a 53milioni di finanziamenti sui circa 80milioni complessivi per le opere da realizzarsi entro la fine del 2026 e attualmente in fase di attuazione”.
Per quanto riguarda le tariffe, ha spiegato ancora Monia Monni, “quelle toscane scontano costi elevati sia per peculiarità territoriali che per i forti livelli di investimento. Occorre considerare che i livelli di investimento in Toscana sono molto più alti e stratificati nel tempo rispetto al resto del Paese: la media regionale è di 89 euro per abitante l’anno, contro i 62 della media nazionale. I finanziamenti del Pnrr puntano intrinsecamente a una maggiore efficienza per il servizio, incentivando opere a basso consumo energetico e a forte impatto tecnologico. Oltre a permettere la realizzazione di ulteriori interventi, tali finanziamenti riducono quanto già economicamente programmato, che sarebbe stato altrimenti a carico delle tariffe, permettendo un minore impatto sull’utenza o una maggiore realizzazione degli investimenti a parità di tariffe”.
“Conoscevamo la relazione del direttore Ait le tariffe toscane si confermano le più alte d’Italia, anche la tariffa più bassa è comunque superiore alla media nazionale – ha dichiarato il portavoce dell’opposizione nella replica in Aula, ringraziando l’assessora per la risposta –. Il dato sulle perdite idriche consistenti si attestava intorno al 40 per cento, con un solo gestore in classe A, uno in classe B, quattro in classe C e uno addirittura in classe D. L’Autorità idrica toscana scrive testualmente che i gestori hanno sostituito o riparato mediamente lo 0,6 per cento dei chilometri di rete in distribuzione. Appare evidente che tali percentuali risultano essere troppo basse. Si sono registrati miglioramenti – ha osservato Landi – ma la strada è ancora lunga e quello che è stato fatto non è sufficiente. Un altro punto importante riguarda i costi di gestione, che sono ben superiori agli investimenti. Anche la qualità dell’acqua erogata non è adeguata, con quattro gestori in classe C, uno in classe D e uno in classe E, mentre la sola Acque ha raggiunto l’obiettivo di miglioramento. Sulla rete fognaria, i sette gestori si collocano in classe E: siamo molto indietro. Riteniamo questi dati allarmanti – ha concluso il portavoce dell’opposizione –, auspichiamo che gli investimenti, anche grazie al Pnrr, ci facciano cambiare marcia. Lo speriamo per i cittadini toscani, che devono pagare le tariffe più alte d’Italia”.