13 Giugno 2022

Sanità: Stati generali della salute, il vademecum per i prossimi anni

Questa mattina si è svolto l’evento conclusivo del lungo percorso partecipativo della commissione Sanità. Gli interventi del presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo, del presidente della commissione Enrico Sostegni (Pd) e del vicepresidente Andrea Ulmi (Lega); quelli del presidente della Regione, Eugenio Giani, dell’assesore alla Sanità, Simone Bezzini, e dell’assessora al Welfare, Serena Spinelli

Comunicato stampa n. 0534
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Firenze – Una guida per costruire concretamente la sanità toscana dei prossimi anni, redatta ascoltando tutti gli interessati: cittadini, associazioni, professionisti, amministratori locali. E’ questo il risultato degli Stati generali della salute in Toscana: un percorso partecipativo durato un anno, organizzato dalla commissione regionale Sanità, che ha prodotto una proposta di risoluzione che affronta i principali nodi del tema salute ed elenca gli obiettivi da raggiungere. L’atto sarà votato nella seduta di Consiglio regionale in programma domani e mercoledì. Oggi, intanto, si è svolto l’evento conclusivo degli Stati generali. Un momento di confronto al teatro de La Compagnia di Firenze a cui hanno preso parte il ministro della Salute, Roberto Speranza, il presidente dell’Assemblea legislativa, Antonio Mazzeo, il presidente della commissione Sanità, Enrico Sostegni (Pd), il vicepresidente della commissione, Andrea Ulmi (Lega), il presidente della Regione Eugenio Giani, gli assessori regionali alla Salute, Simone Bezzini, e al Welfare, Serena Spinelli.

Aprendo i lavori, il presidente del Consiglio Antonio Mazzeo ha voluto ringraziare, oltre al ministro e alla commissione Sanità che ha svolto un lungo e intenso lavoro, “tutte le donne e gli uomini che operano nel mondo della sanità e del sociale. Medici, infermieri, operatori sanitari, assistenti, volontari, psicologi, ricercatori”. “In questi due anni tante persone si sono accorte di quanto fondamentale sia il loro lavoro – ha detto Mazzeo – ma io voglio sottolineare oggi qui, con grande forza, che ad essere straordinario è il loro lavoro quotidiano, quello che hanno sempre fatto prima della pandemia e che continueranno a fare dopo la pandemia”.

Due gli aspetti sottolineati dal presidente del Consiglio: il primo è che “questo lavoro è la testimonianza che noi non ci accontentiamo”. Vogliamo costruire, ha spiegato, una rete socio-sanitaria territoriale sempre più efficiente e vicina ai cittadini, eliminare il più possibile doppioni e sprechi e realizzare un modello virtuoso anche sui piccoli ospedali. “L’obiettivo è offrire al bimbo nato in un piccolo comune di montagna gli stessi diritti di cura di un bimbo che nasce a Firenze” ha detto.

Il secondo, riguarda la necessità di investire, soprattutto nelle nuove tecnologie. Dobbiamo, ha ricordato, proseguire sulla strada degli investimenti non solo a livello strutturale, aspetto su cui proprio grazie al lavoro della Regione tanto è stato fatto in questi ultimi anni investendo su tanti nuovi ospedali, ma anche a livello di personale, di formazione professionale e di tecnologie. L’esperienza della pandemia ha dimostrato che un sistema sanitario moderno non può prescindere dalla telemedicina e dalla sanità digitale come elementi cruciali di risposta della sanità territoriale. “Investire in tecnologia significa più qualità di cura e di assistenza – ha detto – e significa attrarre professionisti, che altrimenti potrebbero scegliere di andarsene”.

Pensando al futuro prossimo, inoltre, si deve fare in modo che non ci sia più una sanità Covid e una no-Covid, rafforzando anche il ruolo fondamentale del terzo settore nella co-progettazione e co-programmazione dei servizi. Infine, Mazzeo ha preso un impegno: “quello di monitorare l’attuazione di quanto prevede la proposta di risoluzione, e che i tempi siano rispettati”.

 

La dichiarazione del presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo

 

La parola è poi passata al presidente della commissione Sanità Enrico Sostegni, che ha diretto la lunga fase dei lavori degli Stati generali. “Abbiamo deciso di intraprendere questo percorso – ha spiegato, – perché, tra i molti motivi, c’era la necessità di aprirsi alle nuove sfide della riorganizzazione della salute, di dare un giudizio sull’impianto della riforma sanitaria approvata nel dicembre 2015, di restituire dignità alla fase programmatoria. Le politiche della salute sono un patrimonio collettivo, non di una Commissione o di un assessore”.

Sostegni ha poi voluto richiamare all’attenzione generale alcuni concetti. Prima di tutto, “è necessario porre attenzione al come e al chi fa le cose, non solo sul che cosa si deve fare”. Per questo ha ribadito l’esigenza di costituire una Società della Salute per ogni Zona distretto, per rendere omogenea l’erogazione dei servizi sanitari, sociosanitari e sociali integrati territoriali e per una maggiore valorizzazione del ruolo dei Comuni. “Dobbiamo avere chiaro – ha proseguito – come ci approcciamo alla sanità di iniziativa, alla promozione di stili di vita salutari, alla gestione della cronicità, che coinvolge la metà dei residenti toscani”.

Su tutto, svetta la questione del personale. “Ci sono le condizioni per una tempesta perfetta – ha spiegato Sostegni – tra la gobba dei pensionamenti, l’imbuto formativo, la fuga verso il privato e all’estero, il tema della retribuzione. Il ministro ha dato soluzione alla questione dell’imbuto formativo, dobbiamo lavorare al resto per creare le condizioni per cui lavorare nel pubblico sia lo sbocco prioritario. Si tratta di un architrave, se si spezza viene giù tutto”. È una sfida importante, su cui, ha sottolineato il presidente della commissione Sanità, non è opportuno mettere carichi quali il limite alle spese del personale.

Infine, un breve accenno ad altre questioni fondamentali: il rapporto con il terzo settore “che non riguarda solo il trasporto sanitario e l’emergenza urgenza, perché si costruisce un sistema che funziona solo se lo si fa con la cittadinanza organizzata” e l’integrazione socio-sanitaria, “un percorso difficile ma ormai sempre più necessario”.

 

L’intervista al presidente della commissione Sanità Enrico Sostegni

 

Il vicepresidente della commissione Sanità Andrea Ulmi ha ricordato come maggioranza e opposizione abbiano lavorato insieme in Commissione e come l’opposizione abbia dato un contributo sostanziale. “Il motivo per cui non abbiamo votato la risoluzione finale, nella sua interezza, riguarda alcuni punti cardinali della stessa che noi non condividiamo” ha spiegato.

Uno su tutti, ha detto, è la divisione del territorio toscano in tre maxi Asl che “sanciscono una distanza troppo ampia tra il ruolo del comando ed i singoli territori. Una lontananza che significa minor controllo, minor confronto e livelli di servizi qualitativamente e quantitativamente inferiori. Noi riteniamo che una revisione sia necessaria”.

Sul piano concreto, ha proseguito Ulmi, da decenni si parla di emergenza urgenza, di liste d’attesa, di scarso effetto barriera tra la medicina del territorio e i pronto soccorso, testimoniato dal fatto che in Toscana durante l’emergenza abbiamo avuto il 37 per cento di codici bianchi al pronto soccorso, contro il 13 per cento dell’Emilia Romagna. “Se paragonata ad altre regioni d’Italia, la sanità Toscana dà risposte, ma è altrettanto chiaro che leggendo con occhio critico o facendo paragoni con altre, e diverse, realtà, le problematiche ci siano e continuino a permanere”. “I nostri operatori sanitari sono arrivati al limite, sono in ‘burnout’ e lo dimostrano i numerosi pensionamenti e dimissioni volontarie – ha spiegato – e qui giungo anche alle responsabilità dello Stato centrale che non ha affrontato la ‘gobba pensionistica’ che, prima o poi, sarebbe arrivata.”  “Noi proponiamo l’abolizione delle incompatibilità mediche, per mettere in campo professionisti esperti che garantiscano la copertura dei cinque, o forse dieci, anni che intercorreranno tra l’abolizione del numero chiuso, sperando che ci sia, e la creazione di medici formati”.

Una riflessione anche sulle tecnologie. “Si parla di telemedicina, di sistemi integrati, ma continuiamo ad assistere a realtà, anche all’interno della stessa Asl, che non comunicano tra di loro”. Infine, per quanto riguarda la realizzazione delle Case di Comunità, “il rischio è che restino dei contenitori vuoti, perché mi sembra che ci siamo dimenticati di trovare le risorse per aumentare il numero di operatori sanitari”.

 

L’intervento del vicepresidente della commissione Sanità Andrea Ulmi

(testo a cura di Cecilia Meli)

 

L’approdo finale degli Stati generali della salute, “dovrà passare attraverso un’ulteriore interlocuzione con le assemblee dei sindaci e i nostri operatori sanitari nei territori, per arrivare infine a una proposta di legge che, nel quadro della legge 40, col bel lavoro fatto con la riforma della legge 84 del 2015, ci porti a una integrazione e a un rafforzamento del nostro sistema sanitario”, dice il presidente della Toscana, Eugenio Giani, nel suo intervento al Teatro della Compagnia. Dovrà essere “un’integrazione legislativa che si ponga in continuità positiva con il nostro ordinamento sanitario”. Giani ricorda l’avvio del percorso, concordato con il presidente Mazzeo, “per passare in controluce la legge 84”. Un lavoro “svolto molto bene dal Consiglio regionale, che ora restituiamo ai cittadini. L’azione in sinergia tra Giunta e Consiglio ha ben funzionato, giusto suggellare questo momento con la presenza del ministro Speranza”.

Le basi, spiega Giani, dovranno essere “il rafforzamento delle zone distretto, il rafforzamento dei dipartimenti, un maggiore supporto di programmazione ai direttori generali; un ruolo più forte ai direttori degli ospedali”. Non si parli più di “chiudere gli ospedali: gli ospedali piccoli si sono rivelati fattore fondamentale nel momento del bisogno, durante la pandemia. Stiamo creando un sistema funzionale, con i quattro ospedali appena realizzati, che ci consentono strade nuove di gestione”. Presto, continua il presidente, arriveranno altre strutture nuove: “Con 500milioni complessivi costruiremo il nuovo ospedale a Livorno, completeremo Cisanello a Pisa e realizzeremo una grande ristrutturazione alle Scotte a Siena. Si tratta di interventi ben equilibrati, che confermano come in sanità la Toscana non viaggi a diverse velocità”. La linea più importante sulla quale rafforzare gli investimenti “dovrà essere la sanità territoriale. Le Case della salute possono dare un respiro anche all’azione dei medici di base, portarli di più nella struttura pubblica”.

Il sistema sanitario toscano, prosegue Giani di fronte al ministro Speranza, “non solo ha retto, ma ha dimostrato lungimiranza: la flessibilità d’uso consentita dalla tre grandi Asl ci ha permesso di gestire al meglio l’emergenza”. Il Covid non scompare, “dopo le dodici settimane di calo prendiamo atto di un nuovo aumento dei contagi. L’effetto della vaccinazione ha cambiato la natura del virus, ma a settembre dovremo affrontare il fenomeno, che comunque carica il peso sul sistema sanitario. Il nostro sistema deve valorizzare le eccellenze: il prodotto farmaceutico galenico ci sta facendo risparmiare 2milioni l’anno; il sistema dei trapianti è un’eccellenza a Pisa, con interazione con Siena e Firenze”. Giani rivolge il suo “ringraziamento profondo ai nostri operatori. Certo, le liste d’attesa sono aumentate, già torniamo a una capacità di tenuta dopo la pandemia. Il sistema della sanità lo vedo con un risultato molto positivo. Abbiamo dovuto sopportare e riassorbire 600milioni di costi in più per la pandemia, il pareggio di bilancio certificato per il 2021 è stata una soddisfazione. Abbiamo assunto 4mila persone, più di tutte le altre Regioni nel corso della pandemia. Abbiamo recuperato 400milioni di risorse regionali dagli altri capitoli di bilancio negli ultimi 20 mesi”. La prospettiva, conclude il presidente, dovrà essere un rafforzamento del sistema sanitario: “Il fondo del sistema sanitario nazionale ci dovrà consentire spesa pubblica, bisogna creare un sistema che dilati la percentuale degli investimenti sulla sanità. Facciamo pressione sui nostri partiti: il sistema salute ha bisogno di una espansione strutturale di bilancio. Il numero chiuso a medicina, quando arriviamo ad esaurire le graduatorie, sinceramente è un elemento da togliere”. La Toscana, “ha vissuto questa valanga e questo ciclone della pandemia, ma si trova con un sistema sanitario d’eccellenza, ma con necessità di integrare personale e strutture. Dovremo utilizzare le risorse per accrescere informatizzazione e livello di infrastrutture digitali. Non a caso, la Toscana è riuscita ad aggiudicarsi i finanziamenti del Pnrr per l’ecosistema ricerca, salute e scienze della vita”.

L’assessore regionale alla salute Simone Bezzini ha ringraziato il Consiglio regionale e la commissione Sanità “per aver fatto questo percorso, mentre gli organi di governo erano prevalentemente impegnati nella gestione dell’emergenza. Partecipazione e coinvolgimento non sono elementi accessori, possono produrre valore aggiunto per il nostro sistema sanitario. Ora abbiamo la grande responsabilità di provare a dare attuazione a quanto elaborato dal Consiglio”. La Toscana, spiega Bezzini, è ancora ai primi posti nella gestione della sanità: “Il Mes della Scuola superiore Sant’Anna ci ha consegnato il rapporto annuale e la maggioranza relativa degli indicatori segnalano miglioramenti, una parte rimane stabile, una minoranza segnala campanelli d’allarme che vanno presi in considerazione e non vanno assolutamente sottovalutati”. Il Covid, avverte l’assessore, “con i suoi impatti, l’assorbimento organizzativo di risorse professionale e finanziaria, tenderà a diventare strutturale. Ha lasciato strascichi. C’è il problema rilevante delle liste d’attesa, con un numero di prescrizioni che negli ultimi mesi hanno raggiunto livelli mai visti nella storia e servirà su questo un ragionamento sull’appropriatezza. Stiamo comunque recuperando terreno sulle visite specialistiche, così come sulla diagnostica, salvo qualche sofferenza su Tac e risonanze magnetiche. Più complesso, invece, il recupero sul fronte degli interventi chirurgici”. Bezzini indica alcuni temi: “Ci impegniamo entro l’estate a definire linee e nuovi modelli di assistenza territoriale in coerenza con il Dm 71 per arrivare entro l’anno a predisporre un nuovo modello di organizzazione territoriale. La Toscana ha il vantaggio di 15-20 anni di esperienza. Dobbiamo attuare ed essere in grado di mettere in campo un pensiero toscano. Affronteremo presto la riforma dell’emergenza-urgenza e la riforma della continuità assistenziale. Punto centrale sarà la configurazione governance zona-distretto con implementazione omogenea delle Società della salute”. “Esiste la questione delle risorse – prosegue Bezzini –. Abbiamo chiuso venerdì scorso il tavolo con l’equilibrio finanziario per il 2021, ma il problema tende a proiettarsi nel tempo”. Quello che serve “è uno sforzo straordinario per difendere la sanità pubblica. Lo dobbiamo fare anche in coerenza con la storia della sanità toscana, provando a costruire un nuovo equilibrio tra quantità e qualità dei servizi e sostenibilità finanziaria, senza andare verso forme di privatizzazione”. Infine, una ringraziamento “al ministro Speranza e a tutti coloro che hanno scelto di collocare in Toscana una funzione di carattere strategico per il Paese, con proiezioni anche internazionali: l’hub antipandemico, con la progettualità e la mole di risorse che questo attiva, alla collocazione nell’ambito del progetto del biotecnopolo e a tutto quello che la nostra Regione ha fatto per rafforzare distretto delle scienze della vita”.

“Il Consiglio regionale ha deciso di promuovere questo percorso in una fase di pausa temporanea della pandemia, ed è giusto ragionare non solo sull’emergenza, per far compiere al sistema un passo in avanti”, dice Serena Spinelli, assessora regionale alle politiche sociali. “Per favorire la salute delle nostre comunità è dunque necessario dare risposte integrate ai bisogni sanitari e sociali delle persone, con un approccio multidisciplinare. Dobbiamo rilanciare universalità e centralità del sistema pubblico per eliminare le disuguaglianze, abbiamo una grande opportunità con gli investimenti del Pnrr. Essere in grado di prendere in carico la complessità in ogni fase della vita è la vera sfida che abbiamo di fronte, dobbiamo dare risposte integrate dal punto di vista sociale e sanitario, con percorsi e non solo con prestazioni”. Si deve cogliere, prosegue Serena Spinelli, “l’opportunità straordinaria per favorire l’evoluzione del modello organizzativo del sistema di assistenza sul territorio, capace di fornire continuità assistenziale con percorsi chiari, costruito intorno alle persone sulla base di un percorso di salute, di un progetto di vita. La pandemia e adesso la guerra ci lasciano conseguenze sociali che il sistema deve essere in grado di intercettare”. Bisogna “investire sul grande patrimonio di risorse professionali e umane di cui la Toscana è ricca. Il nostro sistema di governance del servizio sociale e sociosanitario è impostato su 28 ambiti territoriali, le zone distretto che hanno sperimentato in parte le Società della salute. Il territorio è il luogo della collaborazione con enti locali, aziende sanitarie e anche con il ricchissimo mondo del terzo settore. Ora dobbiamo attivare e mettere in rete le Case della comunità, che saranno porta di accesso e luogo della prossimità della salute per un salto di qualità dei livelli essenziali delle prestazioni sociali. Cura e protezione sociale non sono separabili, per prendersi cura davvero delle persone, mettendone al centro i diritti, devono stare e avanzare insieme”.

(testo a cura di Sandro Bartoli)

 

Firenze – “Siamo di fronte a uno snodo cruciale per la storia dei Sistema Sanitario Nazionale e ci sono condizioni per fare un vero passo in avanti. Per questo serve un grande Patto-Paese tra istituzioni, governo nazionale, governi regionali, comuni, sindacati, ordini, realtà di ricerca. In questa sfida la Regione Toscana, grazie alla sua storia, può giocare un ruolo straordinario: in questa regione il servizio sanitario è stato un patrimonio identitario che dobbiamo tutti difendere con il coltello tra i denti”. Così il ministro della Salute Roberto Speranza che questa mattina ha partecipato all’evento conclusivo degli “Gli Stati generali della Salute in Toscana”.

“Ho molto apprezzato il testo di risoluzione proposto dalla commissione Sanità e politiche sociali del Consiglio regionale e voglio dare merito a tutti i suoi componenti di aver messo in campo un lavoro proficuo e interessante che può essere letto con attenzione anche fuori dai confini regionali”, ha esordito nel suo intervento il ministro.

“Dobbiamo sostenere lo sforzo della Toscana e lo stiamo facendo”, ha continuato Speranza evidenziando come alla Regione saranno trasferiti fondi complessivi per circa 1 miliardo di euro: 450 milioni del Pnrr, 210 milioni sull’articolo 20 per l’edilizia sanitaria e 340 milioni per l’hub antipandemico di Siena, un progetto, ha sottolineato il ministro, “che mi sta molto a cuore, su cui ha dato un giudizio positivo anche Anthony Fauci. Diventerà un luogo straordinario dove lavoreranno grandi scienziati come Rino Rappuoli”.

La sfida è dunque quella di trasformare la grande crisi sanitaria che ci ha colpiti negli ultimi decenni in un’opportunità di ripartenza. “Per costruire un rilancio, la condizione necessaria saranno le risorse – ha continuato il ministro della Salute – Da sole però non bastano: per fare il salto di qualità serve anche un impianto di riforme”. Fondamentale dunque sarà “mettere mano alla riforma dell’assistenza sul territorio: la rete dovrà essere più forte, strutturale e capillare. La parola guida deve essere prossimità”. A questo proposito Speranza ha ricordato che entro il 30 giugno sarà approvato il DM 71 (riforma del sistema territoriale). “Essa prevede – ha spiegato il ministro – un rafforzamento della rete territoriale attraverso le case di comunità, 1350  in Italia di cui 77 in Toscana che saranno un luogo nuovo, con un punto unico di accesso, in cui presa in carico sociale e sanitario andranno insieme”. Il ministro ha anche ricordato altri punti chiavi della riforma, come l’istituzione di ospedali di comunità, che saranno 23 in Toscana, l’ammodernamento di tecnologie e attrezzature dei presidi sanitari, e la sanità digitale.

(testo a cura di Angela Feo)

 

A questo link la gallery fotografica dell’evento: https://bit.ly/3aZzlle

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Responsabilità di contenuti, immagini e aggiornamenti a cura dell’Ufficio Stampa del Consiglio regionale della Toscana