Sanità: Bezzini risponde alle interrogazioni di Lega, Italia Viva, Fratelli d’Italia
L’assessore regionale alla Sanità risponde ai quesiti sui tempi di attesa per l’erogazione delle prestazioni ambulatoriali e visite, sul sistema di emergenza-urgenza, sulle criticità della distribuzione diretta e per conto dei farmaci in Toscana e sulle motivazioni per il trasferimento dell’analisi dei tampon i per la diagnostica Covid-19 dei cittadini senesi nei laboratori di Grosseto
Firenze – L’assessore regionale alla Sanità Simone Bezzini risponde in Aula a quattro interrogazioni. Le interrogazioni riguardano i tempi di attesa per l’erogazione delle prestazioni ambulatoriali e visite presentata da Marco Landi della Lega, il sistema di emergenza-urgenza presentata dai consiglieri di Italia Viva Stefano Scaramelli e Maurizio Sguanci, le criticità della distribuzione diretta e per conto dei farmaci in Toscana presentata da Andrea Ulmi della Lega e le motivazioni per il trasferimento dell’analisi dei tamponi per la diagnostica Covid-19 dei cittadini senesi nei laboratori di Grosseto, a firma dei consiglieri di Fratelli d’Italia Francesco Torselli, Alessandro Capecchi e Vittorio Fantozzi.
Bezzini apre con un dato importante la risposta all’interrogazione dei consiglieri di Italia Viva: “nel primo semestre 2021 sono 49 gli incarichi vacanti di emergenza sanitaria. Questo dato – continua – dà l’idea della difficoltà a reperire professionisti in questo sistema” e ancora “è scarsa la partecipazione ai concorsi banditi per dirigenti medici di emergenza-urgenza”. “A livello regionale – ha ricordato – c’è stata l’attivazione di borse per specializzazione e concorsi con riattivazione dei corsi per medicina emergenza-urgenza”. L’assessore ha ribadito che “la Toscana si sta impegnando per far fronte a queste carenze anche con numerosi atti assunti nel tempo a partire dal 2019”, “con azioni per il reperimento di personale per emergenza-urgenza”, con “borse aggiuntive regionali per le specializzazioni” nel settore “per reperire personale per gli ospedali meno attrattivi anche nei pronti soccorso”, e con “la riattivazione dei corsi deu”. Bezzini ha sottolineato che “il Governo ha inserito nella legge di stabilità 90 milioni di euro allocati alle Regioni che andranno ai lavoratori di questo sistema”. “Si prevede – continua Bezzini in risposta all’interrogazione sul sistema emergenza-urgenza presentata da Scaramelli e Sguanci – la costituzione di un gruppo di lavoro tecnico di cui faranno parte direttori dei dipartimenti di emergenza-urgenza, dei dipartimenti infermieristici, delle centrali operativi del soccorso sanitario, i legali rappresentanti del volontariato e rappresentanti dei comuni che avranno compito di elaborare proposte di ottimizzazione del sistema di emergenza-urgenza territoriale”. “Mi ritengo soddisfatto – ha detto Stefano Saramelli – per il completamento dell’iter di questo regolamento“ che consente sul tema di dare “una risposta compiuta anche innovativa ad un settore”. “E’ importante l’attenzione al territorio – ha concluso – per garantire a tutti i cittadini le stesse attenzioni indipendentemente a dove vivono e che i medici siano distribuiti sul territorio in modo omogeneo”.
In risposta all’interrogazione di Ulmi, Bezzini chiarisce lo spirito della distribuzione diretta dei farmaci da parte delle farmacie ospedaliere. “Questa tipologia di erogazione non nasce per esigenze di risparmio, ma per offrire un servizio ai pazienti che vengono dimessi da un ricovero o da una visita ospedaliera, per permettere loro un primo ciclo di terapia senza dover trovare un medico che fa una ricetta”. Sui costi l’assessore dice che “i farmaci acquistati da Estar costano meno rispetto a quelli erogati dalle farmacie convenzionate”. Il consigliere Andrea Ulmi si è detto parzialmente soddisfatto e ha sottolineato le possibili difficoltà a reperire i farmaci da un paziente dimesso dall’ospedale in un momento in cui la farmacia ospedaliera è chiusa “il paziente deve tornare in ospedale in un secondo momento perchè quei farmaci non vengono dati dalle farmacie territoriali”. Sull’invio dei farmaci per posta il consigliere ribadisce “è difficile capire se viene rispettata la temperatura del farmaco” e “se chi confeziona il pacco ha conoscenze su come trattare il medicinale”.
In risposta al portavoce dell’opposizione Landi l’assessore Bezzini ha detto che “negli ultimi mesi si è registrata un’impennata di prescrizioni di visite e prestazioni specialistiche che a settembre ottobre ha determinato un incremento pari al 25per cento rispetto al 2019, un incremento mai visto. A tale incremento le aziende hanno aumentato l’offerta del 5per cento”. Bezzini ha fatto poi un elenco delle azioni messe in campo dalla Regione: “la dematerializzazione delle ricette, l’attivazione di percorsi per la corretta prescrizione da parte del medico che indichi se si tratta di prima visita o di controllo”, creare “molteplici canali di prenotazione come farmacie, app e medici di medicina generale” e un “unico canale di prenotazione per i controlli”, completare la “digitalizzazione dell’agenda”, “programmare l’agenda per tipo di accesso ed ambito di garanzia al fine di assicurare l’erogazione in prossimità della residenza del paziente”, l’“equilibrio tra la domanda e l’offerta”, il “potenziamento della telemedicina”, garantire un’“equità di accesso tra le diverse aree della Toscana” e infine fare un “monitoraggio continuo dei risultati a livello regionale per liste d’attesa”. “E’ una risposta solo parziale, siamo soddisfatti a metà -afferma Marco Landi – non ci dice niente sulla media dei tempi di attesa e di erogazione delle prestazioni ambulatoriali e chirurgiche”. “L’interrogazione nasce dalle segnalazioni ricevute” e “c’è un problema complessivo, un dato che dice che 4 cittadini su 10 rinunciano alle visite pubbliche e vanno dai privati, è un dato da indagare”.
In chiusura del suo intervento l’assessore risponde all’interrogazione di Fratelli d’Italia. “Da luglio 2020 fino a maggio 2021, data della reinternalizzazione del servizio da parte dell’Asl sud-est, i test molecolari sono stati eseguiti dall’azienda ospedaliera senese con tariffa unitaria di 48 euro” e “antigienici a 28 euro e da aggiungere il costo del trasporto da Grosseto a Siena”. “La reinternalizzazione del servizio disposta dall’azienda sanitaria sud-est è stato l’esito di valutazioni di contabilità analitica effettuata sulla produzione del presidio ospedaliero Misericordia di Grosseto che ha evidenziato un costo effettivo di esecuzione per ogni test molecolare di 19,5 euro e di 16,61 per l’antigenico”. Riguardo ai tempi di refertazione dei tamponi nei laboratori di Grosseto “nel 90per cento dei casi non hanno superato le 24 h”. Il consigliere Francesco Torselli si è dichiarato “non soddisfatto” perché “la motivazione è di carattere economica e qui non si discute, lo stesso tampone processato a Grosseto costa 19,50 e 16,60 l’antigenico contro 48 e 28 fatto alle Scotte, quindi va bene”. “Ma se questa differenza di costo rilevata su Siena, laddove internalizzare il servizio di processo del tampone, porta un risparmio di oltre il 50per cento, mi auguro che questa non sia una scelta da fare anche nelle altre due aziende sanitarie della Toscana”. E infine ha aggiunto: “Ad oggi un 10per cento delle risposte dei tamponi fatti dai senesi non arriva in 24 ore e questo significa che quel senese su 10 che non ha risposta in 24 ore perde un giorno di lavoro “.
I video
La dichiarazione di Marco Landi, portavoce delle opposizioni