Piombino: rispettare gli accordi per il trasferimento del rigassificatore e per le opere compensative
La richiesta in una mozione a firma di Irene Galletti (M5S) e Gianni Anselmi (Pd), approvata a maggioranza dal Consiglio regionale
di Cecilia Meli
Firenze – Con 24 voti favorevoli, 11 astenuti e nessun contrario il Consiglio regionale ha approvato una mozione in merito al trasferimento del rigassificatore di Piombino entro il 2026 e al rispetto degli accordi relativi alle opere compensative per il territorio.
L’atto, presentato dai consiglieri Irene Galletti (M5S) e Gianni Anselmi (Pd), impegna la Giunta regionale a adoperarsi con ogni strumento a disposizione nei confronti del Governo italiano “per garantire che il rigassificatore di Piombino venga trasferito dal territorio entro e non oltre il mese di luglio del 2026, come stabilito negli atti autorizzatori”. Inoltre, impegna la Giunta ad attivarsi presso il Governo affinché “venga definito un quadro di interventi strutturali nell’area di Crisi Complessa di Piombino anche mediante l’aggiornamento degli Accordi di Programma già stipulati, in coerenza con quanto disposto dalle previsioni del Prs richiamate in narrativa e tenuto conto della necessità, per il complesso delle aree demaniali, di una guida pubblica che non lasci la negoziazione unicamente ai gruppi industriali interessati”; affinché “si proceda con un costante monitoraggio della situazione in essere e si attuino tempestivamente tutte le attività procedurali e progettuali propedeutiche alla delocalizzazione del rigassificatore dal porto di Piombino, considerandone la lunghezza e la complessità, al fine di evitare ingiustificabili proroghe o allungamenti dei termini stabiliti dall’autorizzazione attuale”; a, infine, informare regolarmente il Consiglio regionale sull’andamento delle interlocuzioni con il Governo e sulle azioni intraprese per la tutela del territorio di Piombino e dei suoi cittadini.
Come ha sottolineato Irene Galletti illustrando l’atto in Aula, “con questo atto di fine legislatura vogliamo ribadire che bisogna portare a termine quello che è stato promesso, anche le opere compensative. Il territorio ne ha bisogno per il proprio rilancio e la propria riqualificazione”.
Anselmi ha inoltre aggiunto che il tentativo è stato quello di “mettere al centro la città, il territorio e le loro prospettive per il futuro”. Si tratta di un’area, ha proseguito il consigliere, che ha dato un grosso contributo all’industrializzazione del paese, pagandone il prezzo, e che “ora ha bisogno che ci si occupi delle sue esigenze, rispettando quello che è scritto negli atti”. “Si restituisca una funzione nazionale a un territorio smarrito”, ha concluso.
Alessandro Capecchi (FdI), dopo aver chiesto tempo per la presentazione di alcuni emendamenti, richiesta non accolta da Galletti, ha ricordato che l’accordo definitivo sul rigassificatore di Piombino è stato firmato “due giorni prima dell’insediamento del governo Meloni” e che Giani, data la sua disponibilità, fu nominato commissario. “Sono state fatte promesse sulle opere compensative – ha chiesto Capecchi – ma da chi? Perché si ricordano le promesse e non si ricorda chi le ha fatte?”. Ha annunciato poi l’astensione del suo gruppo.
Diego Petrucci (FdI) ha commentato che “evidentemente è sfuggito quello che è accaduto a Piombino una settimana fa. Un momento storico organizzato dal Governo italiano, per cui si prevede l’inaugurazione di una nuova stagione con un grandissimo progetto di rigenerazione delle aree industriali dismesse che parte proprio da Piombino e dalla centrale Enel. Questo grazie anche al fatto che Piombino ha uno dei sindaci più bravi d’Italia”.