Pianeta Galileo 2024: premiato Guido Barbujani
Il riconoscimento al genetista di fama internazionale per i suoi studi sulla diversità genetica umana, la biologia evoluzionistica e l’impegno nella divulgazione e scientifica. Il presidente del Consiglio regionale Mazzeo: “Il premio al professore per la sua capacità di saper andare oltre le risposte che il presente già dava”. Barbujani: “E’ importante che un ente pubblico si occupi di comunicazione della scienza”
Firenze –– Per i suoi studi sulla diversità genetica umana, la biologia evoluzionistica e l’impegno nella divulgazione e disseminazione scientifica Guido Barbujani ha ricevuto nella sala delle Feste a palazzo Bastogi il premio Galileo 2024. A consegnare il riconoscimento il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo “in questi anni, abbiamo detto che la Toscana non deve essere solo terra di cultura e arte ma anche di innovazione e di scienza. Non è un caso che la Festa della Toscana la dedichiamo, quest’anno, ai grandi geni e ai grandi cambiamenti che la Toscana ha portato nel mondo da Galilei, a Michelangelo a Leonardo da Vinci fino alla prima trasmissione dati internet, avvenuta a Pisa nel 1986”. E ancora afferma il presidente “il premio al professore va in questa direzione per la sua ricerca scientifica, per la sua capacità di saper andare oltre le risposte che il presente già dava; in fondo, l’innovazione è questo: decidere di cambiare il paradigma sul mondo”. Il presidente ha ricordato come il premio “dia la possibilità di spiegare ai ragazzi e alle ragazze quanto sia importante la scienza, soprattutto alle ragazze perché bisogna ridurre la differenza nelle materie stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics (ovvero scienze, tecnologia, ingegneria e matematica), ancora oggi presente”.
Il premio Pianeta Galileo, istituito dal Consiglio regionale in convenzione con i tre atenei toscani e con l’Ufficio scolastico regionale, intende dare un riconoscimento a una figura di spicco nel campo scientifico che abbia coniugato un’importante attività di ricerca a un attivo interesse per la divulgazione e la comunicazione scientifica, soprattutto nei confronti delle giovani generazioni.
“E’ importante che un ente pubblico si occupi di comunicazione della scienza – ha detto Barbujani – perché vuol dire che ha a cuore il fatto che i cittadini riescano un po’ alla volta a capire il metodo scientifico e a discriminare tra informazioni attendibili e meno attendibili”. “Scrivo testi sul tema della diversità umana, il più significativo si chiama ‘l’invenzione delle razze’ e tratta di questa ambigua parola che ha un certo significato in ambito scientifico e che però è entrata nel linguaggio comune e che ognuno usa a modo suo, per cui alla fine non ci si capisce. Sostengo che in realtà oggi è un concetto inutile per capire le differenze, inutile per disegnare nuovi farmaci e inutile per prevenire nuove malattie e quindi alla fine è il caso di smetterla”.
L’evento è stato aperto da una performance musicale degli allievi del liceo musicale dell’IIS “Alberti-Dante” di Firenze e dai saluti dei rappresentanti degli atenei toscani e dell’Ufficio scolastico regionale. Il professore ha poi tenuto una lezione su “Chi sono gli europei? Identità, cittadinanza e DNA”.
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Guido Barbujani
Genetista di fama internazionale e brillante divulgatore scientifico, Guido Barbujani ha saputo coniugare in modo esemplare il rigore della ricerca con l’abilità di rendere accessibili al grande pubblico temi complessi. Il suo lavoro, costantemente in dialogo tra genetica e antropologia, ha ridefinito il nostro modo di interpretare la diversità umana.
Tra i primi a sviluppare metodi statistici per confrontare dati genetici e linguistici, Barbujani ha fornito analisi fondamentali sulla variabilità genetica in Europa, dando conferma al modello di diffusione demica neolitica, proposto inizialmente da Luca Cavalli-Sforza.
Utilizzando il DNA come “archivio storico”, Barbujani ricostruisce la storia delle popolazioni umane, dimostrando come i processi migratori siano un tratto intrinseco e distintivo delle vicende umane, e non fenomeni occasionali.
Paragonando le distanze genetiche e geografiche tra popolazioni, Barbujani mette in luce il prevalere dei fenomeni di mescolamento, osservando come la variabilità genetica sia spesso maggiore all’interno di una singola popolazione ritenuta omogenea piuttosto che tra gruppi distinti, dimostrando che il concetto di razza è ingiustificato.
Gran parte del suo impegno divulgativo si concentra proprio sulla critica alla nozione di “razza”, rivelandone l’assoluta mancanza di fondamento. Attraverso le sue opere, Barbujani offre un potente antidoto contro pregiudizi e false credenze che ancora influenzano il dibattito politico e sociale, in particolare sui temi della migrazione e della diversità.
Per i suoi contributi alla comprensione della storia genetica dell’umanità e per il suo impegno nella divulgazione scientifica, la commissione ha deciso di conferire a Guido Barbujani il Premio Galilei. Il riconoscimento va al valore dei suoi studi sulla genetica delle popolazioni, alla sua capacità di promuovere un pensiero scientifico rigoroso e al suo costante richiamo ai pericoli di un uso ideologico della scienza.
Le dichiarazioni in video
La dichiarazione di Antonio Mazzeo, presidente Consiglio regionale
La dichiarazione di Guido Barbujani