20 Marzo 2024

Libri: il messaggio di modernità e universalità dei cimiteri acattolici di Livorno

Presentato a palazzo del Pegaso il volume di Lucia Frattarelli Fischer ‘La parola e il marmo’. Gazzetti: “Eredità di tolleranza e coabitazione. Ci indicano il futuro”. Giachi: “Pensare iniziative legislative adeguate, restituiamo a questi luoghi il valore che meritano”

Comunicato stampa n. 327
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Firenze – È stato presentato nel pomeriggio di ieri (martedì 19 marzo) a palazzo del Pegaso il libro di Lucia Frattarelli Fischer ‘La parola e il marmo. Cimiteri acattolici di Livorno dal Seicento a oggi’, edito da Ets.

Sono intervenuti il consigliere segretario con funzioni di questore dell’Ufficio di presidenza dell’Assemblea legislativa, Francesco Gazzetti e la presidente della commissione Cultura Cristina Giachi, insieme all’autrice, a Giampaolo Berti, presidente So.Crem Livorno, la società di cremazione che ha finanziato la pubblicazione del libro; Annamaria Tomassi, presidente ‘Amici dei Musei e dei Monumenti Livornesi’ e Claudia Vannucci, blogger e scrittrice.

Il lavoro di Lucia Frattarelli Fischer è un viaggio nel tempo, racconta l’unicità dell’esperienza di Livorno, che a partire da una legge speciale emanata dal granduca Ferdinando nel 1593, vide l’apertura di spazi cimiteriali e luoghi di culto nazionali, in coerenza con le leggi ‘livornine’, che con l’istituzione del porto franco e la neutralità del porto, favorivano l’afflusso in città di numerosi mercanti stranieri in quegli anni. Sono ancora in uso l’Antico cimitero inglese di via Verdi; il Nuovo cimitero inglese di via Francesco Pera; il Cimitero olandese alemanno e il cimitero Greco ortodosso, entrambi in via Mastacchi; il cimitero della Cigna o dei Lupi, e il cimitero ebraico della Cigna, in via don Aldo Mei; il cimitero ebraico monumentale, in viale Ippolito Nievo; il cimitero dei turchi, in viale del Tempio; il tempio cinerario in via don Aldo Mei. Ne rimangono dunque nove, due di culto ebraico e sette cimiteri acattolici, caratterizzati dalla presenza di ricche tombe in marmo di Carrara. Sono ancora in uso, ma versano in molti casi in pessimo stato. Raccontano un’altra singolarità di Livorno, insieme ad altri sette che invece sono ormai andati perduti. “Al confine tra le espansioni industriali e la città”, si legge nell’introduzione del libro di Lucia Frattarelli Fischer, “si trovano i cimiteri degli ebrei, dei protestanti, dei greci ortodossi, arrivati da paesi lontani che si affacciano sul Mediterraneo e sui mari del Nord Europa: sono giardini rigogliosi, ricchi di piante, di monumenti, di scritture che narrano storie di uomini appartenenti a confessioni religiose e riti funerari diversi. Sono luoghi da frequentare per il loro potenziale artistico, emozionale e storico, luoghi che indirizzano il pensiero a quella nozione di tolleranza e, più in generale, di alterità e di integrazione che fu possibile garantire a Livorno alle minoranze religiose secoli XVII e XVIII”.

“Si tratta di una storia molto particolare che tra l’altro unisce il passato a una possibile missione futura della città di Livorno, luogo dove le religioni, le diverse sensibilità e le genti di tutte le nazioni, come si diceva all’epoca, possono coesistere e coabitare”, dice il consigliere Francesco Gazzetti. “È stata la ricetta con cui i Medici costruirono l’idea di Livorno ed è molto bello che questa presentazione si sia svolta il 19 marzo, il giorno nel quale, nel 1606 Livorno venne elevata a città”. Il lavoro di Lucia Frattarelli Fischer, prosegue Gazzetti, “parla, attraverso i luoghi dove riposano, di quello che queste nazioni, queste donne e questi uomini ci hanno lasciato e porta con sé il messaggio straordinario che può suggerire utili forme di tolleranza e coabitazione per il futuro”.

“Quella che si racconta in questo volume è una storia bellissima, Livorno è una città votata all’universalità e all’internazionalità, come tutte le città di porto e in particolare come Livorno, che ebbe per un periodo lo Statuto di porto franco”, dice Cristina Giachi. “Un centro votato alla fraternità e all’incontro tra i popoli, reso plasticamente manifesto dalla presenza di luoghi, questi cimiteri, che rispondevano a un’esigenza universale, quella di custodire la memoria dei defunti e di onorarla. Questa vocazione alla fraternità – aggiunge la presidente della commissione Cultura del Consiglio regionale – è un valore da preservare attraverso questi monumenti che hanno oggi bisogno di cure, di restauro e di valorizzazione. Ci auguriamo che scaturiscano iniziative legislative regionali, ma anche scelte amministrative locali per restituire a questi cimiteri il loro valore, sia dal punto di vista della memoria che per le potenzialità di valorizzazione turistica”.

Lucia Frattarelli Fischer, “studiosa di Livorno e della sua società ‘diversa’, così come della sua storia particolare”, componente esperta del Centro interdipartimentale di studio ebraici dell’Università di Pisa, socia della Società italiana per la storia dell’età moderna e della Società storica pisana, ha pubblicato saggi di storia urbana e di storia sociale sulla presenza delle minoranze non cattoliche nell’Italia del Seicento. “Livorno rappresenta un caso unico. Già nel Seicento aveva cimiteri non cattolici, come il grande cimitero ebraico, quello dei greci ortodossi, degli olandesi-alemanni, dei turchi, degli inglesi – dice –. La presenza variegata di questi recinti e da queste tombe è veramente interessante. Speriamo che questa sia l’occasione per valorizzarli e riportarli allo splendore che meritano”.

Per Giampaolo Berti, presidente della Società di cremazione di Livorno, “questo libro rappresenta la situazione attuale dei cimiteri livornesi, ricchi di storia e vestigia, che purtroppo oggi versano in cattive condizioni, come lo stupendo cimitero degli inglesi, abbandonato e lasciato all’incuria del tempo. È una lettura di questi monumenti silenti che costellano le nostre città e potrebbero essere recuperati, anche a vantaggio dei turisti. Siamo stati lungimiranti nell’accettare di finanziare questo libro, che abbiamo visto fin dall’inizio come un mezzo per sviluppare un simile discorso culturale a Livorno, città che ha sempre accolto con amicizia e benevolenza chi arrivava da altri Paesi, tanto che molti si fermarono e decisero di rimanere anche dopo la morte”.

 

 

Le dichiarazioni in video

La dichiarazione del consigliere regionale Francesco Gazzetti, segretario con funzioni di questore dell’Ufficio di presidenza

 

La dichiarazione di Cristina Giachi, presidente della commissione cultura del Consiglio regionale

 

La dichiarazione dell’autrice, Lucia Frattarelli Fischer

 

La dichiarazione di Giampaolo Berti, presidente So.Crem Livorno

 

 

La galleria fotografica

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