Istituzioni: sviluppo equilibrato dei territori, sì alla programmazione negoziata in aiuto agli Enti locali
Passa a maggioranza (Pd, Iv, M5s, Gruppo misto-Alleanza verdi e sinistra) con l’astensione di Fdi, Lega e Gruppo misto-merito e lealtà
Firenze – Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato a maggioranza la nuova legge che disciplina la programmazione negoziata regionale, modificando la legge regionale 1 del 2015. Il nuovo provvedimento normativo è passato con il voto favorevole di Partito democratico, Italia viva, Movimento 5 stelle e Gruppo misto-Alleanza Verdi e Sinistra, e l’astensione di Fratelli d’Italia, Lega e Gruppo misto- Merito e lealtà.
Il contenuto del provvedimento è stato introdotto dal presidente della commissione Affari istituzionali Giacomo Bugliani (Pd), che ha brevemente ripercorso l’iter della proposta di legge d’iniziativa consiliare, e illustrato dal presidente della commissione Sviluppo economico e rurale, Gianni Anselmi (Pd), che della proposta è stato il primo firmatario del “largo numero di consiglieri del Partito democratico che l’hanno sottoscritta”.
La norma, come ha spiegato Anselmi, introduce un sistema per inglobare la programmazione degli aiuti finanziari agli enti locali, nel rispetto del principio della programmazione negoziata. Il tutto coerentemente con il principio di sussidiarietà e di pari ordinazione degli Enti, e per realizzare, in maniera condivisa, obiettivi e linee programmatiche regionali individuate nel Programma regionale di sviluppo (PRS) e nel Documento di economia e finanza regionale (Defr). “Si tratta di dare coerenza a una impostazione che tratteggia larga parte dell’ordinamento regionale – ha spiegato Anselmi –, una dimensione stabile, sistematica della progettualità locale sovracomunale”. Un lavoro per “codificare un percorso per le legislature che verranno”.
In totale si prevedono dieci articoli e si individuano nei patti territoriali (articolo 1) gli strumenti della programmazione negoziata di interesse regionale. Questi patti sono finalizzati alla realizzazione condivisa degli obiettivi e delle linee programmatiche regionali previste, qualora l’attuazione di tali obiettivi richieda un’azione integrata della Regione e di uno o più Enti Locali. Gli ambiti sono cinque: sostegno agli interventi delle amministrazioni locali; realizzazione locale di interventi strategici di interesse regionale; coesione territoriale; integrazione delle politiche settoriali; valorizzazione della cultura e dell’identità locale.
I patti territoriali si configurano (articolo 2) come accordi tra Enti Locali per l’attuazione di programmi di intervento finalizzati allo sviluppo locale. I patti sono promossi mediante l’istanza locale e, nei confronti della Regione, assumono il valore di proposta di accordo di programma quadro ai sensi della legge 662/1996. Le aree di riferimento cui si rivolgono i patti hanno sia specificità istituzionali, economiche, ambientali, sociali e culturali, sia la presenza di aree urbane bisognose di interventi di riqualificazione o valorizzazione, con particolare attenzione ai territori delle aree interne svantaggiate.
La Regione promuove il concorso degli Enti Locali (articolo 3) attraverso avvisi pubblici per manifestazioni di interesse, da pubblicare sul Bollettino ufficiale (BURT) entro trenta giorni dalla pubblicazione del DEFR.
Gli enti interessati presentano l’istanza locale (articolo 4) attraverso un Ente capofila. Elementi obbligatori da includere nell’istanza sono: proposta di sviluppo dell’ambito locale; motivazione della richiesta; coerenza con la legge e con la pianificazione territoriale e urbanistica; descrizione, costi e cronoprogramma degli interventi; esito delle eventuali consultazioni con le parti sociali. Sarà compito della Giunta valutare le istanze per verificarne la coerenza con la programmazione regionale.
La proposta di legge non comporta oneri a carico del bilancio regionale.
Il provvedimento ha ottenuto il voto favorevole del Movimento 5 stelle, come ha spiegato nel suo intervento in Aulsa, Irene Galletti: “Per noi si tratta di un tema fondamentale e rappresenta un modo per mitigare molte conflittualità. È importante che tutti gli enti locali siano compartecipi in maniera solidale e concorde. Ringrazio Anselmi per averla presentata e tutti i colleghi che vi hanno lavorato”, ha aggiunto Galletti, preannunciando il voto favorevole, “pur con alcune criticità: un percorso così strutturato necessita aumento di risorse che auspico sia oggetto di una integrazione successiva. Qualche dubbio anche sulle modalità del coinvolgimento dei cittadini. Bene la clausola valutativa, mentre l’assenza di indicatori precisi è un’altra mancanza. Auspico – ha concluso la consigliera – che la partecipazione possa essere incrementata da questa nuova legge”.
Il consigliere Marco Casucci (Gruppo misto-Merito e lealtà) ha motivato il voto di astensione, esprimendo il proprio “giudizio non pregiudizialmente negativo. Ci sono alcuni elementi condivisibili: maggiore coordinamento istituzionale, grazie all’introduzione dei patti territoriali come strumento di programmazione negoziata; superamento della logica di interventi frammentari. Permangono però alcune criticità – ha aggiunto Casucci –: l’impianto procedurale è piuttosto complesso, penalizzante soprattutto per i Comuni medio-piccoli; manca vera garanzia di equità nella distribuzione territoriale delle risorse (che dipenderà dalla capacità progettuale dei Comuni più piccoli); il coinvolgimento di comunità locali e parti sociali è troppo marginale e affidato a formule generiche. Non possiamo votare a favore, ma offriamo la nostra disponibilità a migliorare il testo anche in fase attuativa”.
(testo a cura di Sandro Bartoli e Federica Cioni)