Innovazione digitale: approvata la nuova disciplina regionale
La legge votata da Partito democratico e Movimento 5 Stelle ha visto l’astensione di Fratelli d’Italia e Lega. Approvati due ordini del giorno presentati dal portavoce dell’opposizione Landi
Firenze – La transizione digitale della Toscana prosegue speditamente anche grazie alla nuova legge sulla Disciplina dell’innovazione digitale nel territorio regionale e tutela dei diritti di cittadinanza digitale. L’Aula del Consiglio regionale ha approvato nella seduta del 27 novembre l’atto con i 23 voti a favore di Partito democratico e Movimento 5 Stelle e le 11 astensioni nei gruppi di Fratelli d’Italia e Lega.
Tre gli ordini del giorno presentati dal portavoce dell’opposizione Marco Landi. È stato approvato quello che impegna la Giunta a informare, in relazione alla legge, lo stato dell’arte del processo di adeguamento della Rete Telematica Regionale Toscana (RTRT) e del Sistema Informativo Regionale (SIR) alle previsioni del regolamento cloud per la Pubblica amministrazione. Approvato anche un secondo ordine del giorno che prevede l’impegno a coinvolgere il Consiglio regionale nella definizione dei criteri e delle modalità di adozione delle tecnologie e dei sistemi di intelligenza artificiale per i servizi amministrativi della Regione Toscana e quello a garantire che le linee guida sull’intelligenza artificiale siano sviluppate con il contributo di università, enti di ricerca e centri di competenza toscani, favorendo sinergie tra istituzioni pubbliche e private del territorio.
Respinto l’ordine del giorno che avrebbe impegnato la Giunta a ritirare la delibera che prevede il finanziamento dello studio sugli effetti del 5G riconsiderando l’utilizzo delle risorse per progetti più urgenti. Un tema sul quale il portavoce Landi ha sottolineato come “i controlli andassero fatti prima di installare le antenne sul territorio regionale”. Mentre la presidente della commissione Territorio e ambiente Lucia De Robertis ha motivato il voto negativo del Partito democratico spiegando che l’ordine del giorno chiede minori controlli e questo “non è nel nostro spirito”.
Il presidente della Commissione Affari istituzionali e bilancio Giacomo Bugliani (Pd), illustrando l’atto, ha spiegato come con esso si riunisca in una legge regionale unica la disciplina della digitalizzazione e dell’amministrazione digitale della Regione Toscana, precedentemente contenuta in due testi normativi (la legge 1 del 2004, che viene così abrogata, e la legge 54 del 2009, che viene mantenuta limitatamente alle disposizioni relative al sistema statistico regionale).
“Si arriva alla formulazione di questa nuova legge – ha spiegato Bugliani – alla luce di importanti modifiche normative sia nazionali sia europee che si sono susseguite nel tempo, a partire dal Codice dell’amministrazione digitale”.
La normativa si pone l’obiettivo di proseguire il percorso della transizione digitale della Regione Toscana “che si completa con l’agevolazione dei processi di riforma in un’ottica di semplificazione amministrativa, di trasparenza tra imprese e pubblica amministrazione e di qualità e accessibilità dei servizi” ha spiegato Bugliani.
La proposta di legge mira a garantire parità di accesso alle informazioni e alle tecnologie dell’informazione riducendo il digital divide. Più in generale, l’obiettivo è quello della trasformazione digitale del sistema toscano nel suo complesso, grazie alla promozione di competenze di base e specialistiche in tutti gli ambiti della società, al fine di dare maggiore effettività ai diritti di cittadinanza digitale.
La legge prevede una serie di disposizioni legate alla cybersecurity, anche mediante l’istituzione di un apposito CSIRT regionale e una serie di disposizioni attinenti l’intelligenza artificiale come fattore di miglioramento dei processi interni all’amministrazione regionale.
Il testo conferma il ruolo e la centralità della Rete Telematica Regionale Toscana (RTRT) e mantiene il Sistema Informativo Regionale (SIR) adeguandoli alle nuove sfide della transizione digitale.
Si stabilisce inoltre che la Rete Telematica Regionale Toscana sia comprensiva delle società in house degli enti locali. Si occupa anche della trasformazione del consorzio METIS “che diventa uno dei principali soggetti attraverso cui verranno gestite le tematiche più strategiche per l’intero territorio toscano come la cybersicurezza, il governo di processi di cloud adoption, le infrastrutture cloud della Regione e l’ottimizzazione dell’adesione degli enti alle infrastrutture digitali regionali”.
Irene Galletti (M5s) ha parlato della legge come un passo necessario per proiettare la Regione Toscana verso un futuro digitale. Tuttavia l’atto contiene una serie di dichiarazioni di intenti più che gli strumenti concreti che la situazione richiede”. “E’ positivo – ha detto – che il CAL abbia dato parere favorevole ed è positiva la creazione del CSIRT che diventerà uno strumento fondamentale per la cyber security. Ma si dovrà definire come esso si collegherà all’Agenzia per la Cybersicurezza nazionale. Altra domanda a cui la legge non risponde è quale sia la capacità della Regione di affrontare la sfida delle infrastrutture. Il rischio è quindi di costruire una legge che promette molto ma che fatica a definire cosa fare e come”.
Marco Casucci (Lega) ha evidenziato come la nuova legge sulla carta mira ad aggiornare le infrastrutture digitali per ridurre il digital divide e migliorare la qualità della vita dei cittadini attraverso una maggiore accessibilità ai servizi digitali. “Tuttavia – ha affermato – ad oggi le nostre aree interne sono ancora lontane da servizi digitali adeguati e 125 comuni toscani su 270 presentano ancora problemi di connessione. I nostri cittadini e le nostre imprese ci chiedono risposte concrete per garantire che l’innovazione digitale sia tale non solo sulla carta. Ringrazio dunque il consigliere Landi per aver presentato ordini del giorno che mirano a rendere più concreto e attuale ciò che si dovrebbe fare”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Elisa Tozzi che ha parlato di una “legge futuristica nell’impostazione, ma poco aderente alla realtà dei tanti territori della Toscana. In tante frazioni c’è difficoltà persino a contattare i servizi di emergenza”. “Avrei apprezzato – ha aggiunto – che ci fosse stato qualche sforzo in più rispetto alla necessità di coprire integramente il territorio toscano, soprattutto nelle zone più svantaggiate, dove è necessario fare uno sforzo ulteriore per venire incontro alla situazione di carenza di servizi essenziali”.
Valentina Mercanti (Pd) ha sottolineato come ovunque ci sono zone in cui non c’è copertura, “ma non si può dare la colpa di questo alla Regione Toscana”. “Più volte in prima commissione abbiamo affrontato il tema – ha affermato – e più volte abbiamo sollecitato le grandi compagnie di telecomunicazione, consapevoli che si debba fare fronte comune anche col Governo. Esiste inoltre il problema della gestione dei dati: stiamo dando le nostre vite in mano ad aziende private e ben vengano leggi come questa, attraverso cui si può creare maggiore consapevolezza, perché è necessario fare di più sul tema delle infrastrutture, ma anche sul fronte della cultura”.
“Permettetemi di definire questa una legge quadro, all’interno della quale costruire tutta una serie di specifiche”. Così Marco Martini (Pd), che ha ricordato quando partì la rete telematica toscana: “era il 2009 e fu davvero un momento importante, da allora sono passati 15 anni e il settore informatico ha avuto un’evoluzione certamente esponenziale”. Da qui l’urgenza di investire nelle infrastrutture, in ricerca e innovazione, perché “la transizione digitale è essenziale non solo per l’automazione dei processi, ma soprattutto per i servizi fondamentali a beneficio dei cittadini; basti pensare alla telemedicina o al sistema di sicurezza nei trasporti”. Il consigliere ha concluso il proprio intervento ringraziando l’assessorato per il lavoro svolto, parlando di una “sfida da vincere”, per l’evoluzione del sistema informatico regionale.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Marco Niccolai (Pd), che ha definito il provvedimento “importante” e “prezioso”: “l’ultima legge che la Toscana aveva su questa materia risale al 2004 e in questi anni tutto è cambiato”. Il consigliere si è in particolare soffermato su alcuni punti, come il tema della sicurezza dei dati, dell’intelligenza artificiale e delle sue ricadute sulle nostre vite, sull’utilizzo e sulla uniformità dei software. “Penso che questa legge, grazie all’assessore Ciuoffo ed al suo assessorato, possa essere di esempio anche per altre Regioni, poiché ci proietta nella modernità e lancia un fondamentale messaggio di innovazione”.
Diego Petrucci (FdI) non ha dubbi: “il digitale è l’infrastruttura più efficace per avvicinare le aree rurali al centro”. E lanciando una “bestialità provocatoria”, così l’ha definita il consigliere: “la didattica a distanza, che è stata una vicenda drammatica del nostro passato recente, può diventare, magari su base volontaria, una opportunità per tanti studenti che vivono lontano dalle loro scuole”. Secondo Petrucci l’infrastruttura digitale è essenziale per la scuola, per il lavoro, per la sanità e “su questa legge noi siamo ben disposti”, ha affermato rivolgendosi all’assessore: “conosciamo la sua attenzione ai temi del centro e della periferia, ma non faremo alcuno sconto nel verificare che dai propositi si passi alle azioni”.
L’assessore Stefano Ciuoffo, ringraziando il Consiglio regionale e le commissioni per il lavoro di accompagnamento alla legge, ha sottolineato che il “provvedimento non dispone, non sanziona, non regolamenta, non è questo lo spirito, ma la Regione Toscana deve impegnarsi a tornare anticipatrice come nel 2009; la nostra volontà di essere protagonisti è compresa anche a livello nazionale, soprattutto dall’attuale governo”. Secondo l’assessore abbiamo smarrito questo ruolo finendo per perdere la consapevolezza di un linguaggio dialogante ed organizzato tra tutti i sistemi. In tale contesto si inserisce il lungo e complesso lavoro che la Regione sta facendo nella migrazione al Cloud, e altrettanto devono fare i Comuni. E nella consapevolezza di quanto la tecnologia incida nella quotidianità, occorre investire in competenze e strumenti, “perché la connettività non è solo un tema tecnologico ma anche e soprattutto di democrazia, e la Toscana si sta impegnando perché tutti i cittadini possano dialogare con la pubblica amministrazione – ha concluso Ciuoffo. Le imprese devono fare le imprese e lo stato deve fare lo stato, e perciò non vedo perché le infrastrutture digitali non debbano essere pubbliche”.
Durante le dichiarazioni di voto Andrea Ulmi del Gruppo Misto-Merito e Lealtà ha espresso dubbi su una legge che a suo giudizio è contraddistinta da “una vaghezza di definizioni e principi”. “Tra le righe della nuova disciplina – ha aggiunto – mi pare di leggere che la regione voglia fare tutto senza averne l’esperienza e la consapevolezza. Mi pare una legge generica che non è stata fatta bene”.
(testo a cura di Angela Feo, Paola Scuffi e Emmanuel Milano)