12 Luglio 2022

Infiltrazioni criminalità: Meini (Lega), le mafie in Toscana hanno cambiato volto

La relazione della presidente della commissione d’inchiesta: “Condivisa la parte sul ruolo della criminalità organizzata. Le divisioni sono nate sull’inchiesta Keu: emergono ancora contraddizioni”

Comunicato stampa n. 0657
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Firenze – “Le due relazioni, quella di maggioranza e quella della minoranza, si diversificano sull’inchiesta Keu e su alcune proposte, ma non sul ruolo della criminalità organizzata in Toscana accolgono entrambe quasi intero la bozza di relazione da me presentata alla Commissione”. La consigliera Elena Meini (Lega) presidente della Commissione apre il proprio intervento in Aula, indicando i punti in comune delle due relazioni finali. “Le mafie in Toscana hanno cambiato volto, oggi non sono solo mere organizzazioni territoriali, ma vere e proprie agenzie di servizi con ingenti capitali a disposizione. Il dottor Sberna della Scuola Normale di Pisa ci ha detto che le modalità attraverso le quali le organizzazioni criminali entrano all’interno di certi circuiti sono oggi strategie di natura collusiva o di corruzione vera e propria, non di natura intimidatoria”. Il lavoro della Commissione, prosegue Meini, ha permesso di rilevare “come ci sono aree di vulnerabilità nel mondo delle istituzioni, dell’imprenditoria, nell’ambito professionale”.

Nel rapporto sui fenomeni di criminalità organizzata in Toscana, prosegue la presidente, “si parla del porto di Livorno, così come attività di contraffazione, sfruttamento prostituzione, estorsione e usura. Altro tema è quello degli eco-reati, dove la Toscana è al sesto posto nella classifica nazionale. Voglio denunciare fortemente il tema dell’usura: entrambe le relazioni hanno accolto l’appello delle associazioni sia per aumento del fondo usura sia per gli stanziamenti del Pnrr. Tutte le forze hanno condiviso parte relazione finale su criminalità organizzata e mafia in Toscana – ripete la presidente – ed è un importante obiettivo culturale. È un risultato importante avere la consapevolezza e la forza di ammettere che la mafia in Toscana c’è”.

Le differenziazioni tra maggioranza e minoranza emergono sul caso Keu. ”La Commissione non ha i poteri d’inchiesta di una gemella parlamentare – spiega Meini –, ci siamo concentrati sull’aspetto amministrativo. Abbiamo cercato di capire se ci fossero vulnus normativi. Sul caso Keu ci ha colpito quanto affermato dalla Fondazione Caponnetto, secondo cui per la prima volta in Toscana ci sarebbe stato il coinvolgimento di vertici della Regione Toscana”. La presidente ripercorre le fasi della vicenda e spiega che “emergono contraddizioni nella ricostruzione: Arpat si attiva e identifica un unico soggetto responsabile dell’inquinamento; scopriamo per caso che le valutazioni di Arpat risultano parzialmente contraddittorie rispetto a un decreto dirigenziale della dottoressa Caselli, che imputa la responsabilità dell’inquinamento a una serie di soggetti. L’ex presidente della regione Enrico Rossi ci dà un’altra versione, secondo la quale l’indagine parte da una denuncia della Giunta e non da una segnalazione di Arpat”.

I siti inquinati “risultano al 7 luglio 2021 essere 12”, prosegue la presidente della Commissione d’inchiesta. “Altro punto dibattuto è stato il famoso emendamento: c’è un avvocato, Fabio Ciari, nominato dalla Regione che definisce quell’emendamento un maldestro tentativo lobbistico. Presenteremo nostre proposte, come gruppo Lega, per fare in modo che simili episodi non si ripetano. Perché è stato presentato quell’emendamento? Perché la norma è stata impugnata dal Governo? Queste domande sono rimaste senza risposta. Chiediamo che in caso d’impugnativa sia il Consiglio a decidere. Chiediamo il potenziamento degli uffici tecnici della Regione, di Arpat e degli organismi di controllo. Chiediamo che s’inizi un’indagine conoscitiva sull’accordo di programma sulla tutela delle risorse idriche del basso e medio Valdarno e del Padule Fucecchio”.

Quella della Commissione d’inchiesta, conclude Meini, “è stato un lavoro lungo, difficile, camminavamo su un filo delicato, siamo rimasti sempre sui temi amministrativi per rispettare indagini che la magistratura ancora oggi sta svolgendo. Ringrazio l’intera Commissione per il lavoro svolto e l’Ufficio di presidenza per le proroghe. La stessa collaborazione non c’è stata da parte della Giunta. L’assessora Monia Monni si era presa l’impegno di aggiornarci sui siti censiti. Questa Commissione non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza. Dopo la chiusura delle indagini dovremo capire e lavorare molto, ad esempio sul tema dell’usura. A breve s’insedierà l’osservatorio della legalità. Cerchiamo condivisione per evitare che tutto quello che è accaduto si ripeta”.

 

 

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