12 Luglio 2022

Infiltrazioni criminalità: De Robertis (Pd), fatta chiarezza su corretto operato della Regione

L’intervento della vicepresidente della commissione d’inchiesta: “Delusione per le due relazioni finali. Le nostre proposte operative per una migliore gestione di situazioni potenzialmente portatrici di elementi di rischio

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Firenze – “C’è una punta di delusione nel dover affrontare questa discussione con due relazioni”, dichiara la vicepresidente della commissione d’inchiesta su infiltrazioni mafiose e criminalità organizzata in Toscana, Lucia De Robertis (Pd) in apertura del proprio intervento in Aula. “La disponibilità offerta dalla maggioranza è stata molto ampia. Ritenevamo che la Commissione fosse occasione utile per approfondire, entro i limiti del nostro ruolo, lo stato della penetrazione della criminalità organizzata nel tessuto economico di questa Regione. Dovevamo partire dall’indagine del Keu – prosegue la vicepresidente –, senza limitarci però a questo aspetto: non volevamo sovrapporci alle indagini”. La commissione di inchiesta doveva essere “lo strumento attraverso cui registrare eventuali criticità nei meccanismi regolatori e amministrativi a competenza statale e regionale, favorevoli – ancorché inconsapevolmente – di condotte illegali. E, conseguentemente, doveva individuare i correttivi e proporne l’adozione”.

C’era, l’intenzione di “mettere sotto la lente i possibili effetti provocati dallo shock che il Covid, e ora la guerra, hanno portato al sistema economico regionale, specie sulle imprese più vulnerabili. La Commissione non poteva essere un nuovo livello inquirente, ulteriore rispetto alla magistratura, di eventuali condotte illecite”. Fino al febbraio scorso, prosegue Lucia De Robertis “questa consapevolezza è stata, certo con sfumature diverse, patrimonio comune della Commissione. C’era un accordo raggiunto con la presidente Meini un accordo su una relazione unitaria con una ricostruzione fattuale comune”. Poi, “la minoranza si è sfilata, perseguendo un preciso disegno politico: quello di rilanciare l’obiettivo di ascrivere al Partito democratico, al Governo e alla maggioranza che ha governato e governa la Toscana, la creazione di un presunto sistema di copertura e avallo degli illeciti ed illegalità. Questo non è il nostro obbiettivo – afferma la vicepresidente –. Non tanto per motivi di parte, ma perché non risponde assolutamente al vero”.

C’è dunque questa profonda divergenza di finalità nelle due relazioni, aggiunge la vicepresidente. “Quel che c’è stato è ciò che la relazione di maggioranza dice con chiarezza. Chiarezza sulla famosa norma relativa alla depurazione delle acque industriali, introdotta dall’emendamento d’aula. Norma che anche se non applicata dagli uffici, il Consiglio ha proceduto a rimuovere. Per tutelare l’intero quadro normativo regolatorio degli impianti misti dai rischi che il contenzioso poteva generare. Chiarezza sulla correttezza del lavoro degli uffici della Regione, che hanno ampiamente dimostrato la complessità dei passaggi da autorizzazione unica ad autorizzazione integrata, nella fase di trasferimento delle competenze dalle Province alla Regione. Trasferimento che questa vicenda ci ha dimostrato essere stata scelta opportuna. Chiarezza sull’operato di Arpat. Credo, come dimostra la nostra relazione, che l’operato della Regione nella vicenda Keu sia stato corretto”. E l’emendamento “nulla aveva a che fare con lo smaltimento illegale del Keu, su cui si incomincia ad indagare nel 2017, a seguito di una segnalazione fatta da Arpat. E l’emendamento, come sappiamo, viene approvato nella tarda primavera del 2020. La norma non è mai stata applicata ed è stata poi eliminata”.

Lo spazio dedicato alla vicenda del Keu “ha limitato quello dedicato al tema più generale della penetrazione della criminalità organizzata nell’economia toscana”, osserva Lucia De Robertis. Serve una maggiore attenzione. Di qui, le proposte operative che la vicepresidente illustra all’Aula, “per una migliore gestione di situazioni potenzialmente portatrici di elementi di rischio per la tutela dalle infiltrazioni criminali nel tessuto economico toscano: verificare se il superamento del SISTRI (Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti) ha effettivamente prodotto un sistema migliore e maggiormente capace di garantire la tracciabilità del rifiuto speciale; costruire una banca dati per il monitoraggio dei conferimenti di rifiuti speciali e relative destinazioni; valutare l’introduzione nel regolamento interno del Consiglio regionale, di elementi di verifica tecnica degli emendamenti; attivare accordi di collaborazione con le Prefetture per comuni iniziative di prevenzione e controllo delle infiltrazioni criminali nel tessuto economico, sociale, amministrativo ed istituzionale regionale; potenziare il fondo antiusura; assicurare sostegno anche economico alle associazioni di categoria nell’esercizio di funzioni di presidio contro l’ingresso della criminalità fra le rispettive attività associate”.

Responsabilità di contenuti, immagini e aggiornamenti a cura dell’Ufficio Stampa del Consiglio regionale della Toscana