Giovani: il rap come strumento di riscatto
Seminario questa mattina in palazzo del Pegaso sulle esperienze nell’ambito di educazione e giustizia. Il Garante dei detenuti: “Il ruolo della cultura e dell’arte è fondamentale per la riabilitazione”
di Cecilia Meli
Firenze – “Freestyle, la parola che libera – Rap, educazione e giustizia: esperienze a confronto” è il titolo del seminario che si è svolto questa mattina in sala Fanfani di palazzo del Pegaso. L’incontro è uno dei tre momenti in cui si articola una giornata di confronto e musica dedicata al ruolo del rap e dell’arte come strumento di riscatto nel contesto giovanile e come parte del processo di welfare culturale.
L’evento, finanziato dalla Regione Toscana nell’ambito di progetti culturali destinati alla popolazione carceraria 2024-2025, è stato organizzato da Cat cooperativa sociale. Oltre al seminario a palazzo del Pegaso, sono in programma tavoli tematici pomeridiani con referenti istituzionali, operatori, rapper e educatori della rete nazionale Keep it Real e un live serale presso gli spazi di Lumen, in via del Guarlone 25 a Firenze.
Questa mattina a portare i saluti istituzionali sono stati Serena Spinelli, assessora regionale alle Politiche sociali, e Giulio Baffigi, direzione Beni, Istituzioni, Attività Culturali e Sport, Regione Toscana.
Dopo la relazione introduttiva di Giuseppe Caputo, associazione L’Altro diritto e Università degli Studi di Firenze su “Detenzione, scuola ed educazione: un dialogo sulla responsabilità pubblica a partire dai Rapporti di Antigone”, si sono succeduti gli interventi Antonio Sofia, ricercatore di Indire, autore di “Potere alla parola” e di Alessio Scandurra, associazione Antigone. In una tavola rotonda moderata da Carlo Andorlini, Università degli Studi di Firenze, hanno condiviso esperienze di laboratori rap e percorsi educativi in ambito penitenziario Antonia Bianco, direttrice Ipm. “G. P. Meucci” Firenze; Daniele Bertusi e Sara Contanessi, Cat cooperativa sociale, Fabrizio Bruno, associazione 232 Milano; Francesco “Kento” Carlo, rapper e scrittore.
Pasquale Grosso, presidente Ap Antimafia Pop Academy e portavoce della rete Keep it Real ha parlato del valore educativo dell’Hip-Hop e l’importanza della parola nei contesti educativi, mentre le conclusioni sono state affidate a Giuseppe Fanfani, Garante dei diritti dei detenuti della Regione Toscana.
“Si è trattato di un confronto interessantissimo – ha poi commentato Fanfani –. Il contributo che la cultura e l’arte, e la musica è arte, possono dare nel far rivivere la parte spirituale e non solo materiale dell’individuo, e quindi far ritrovare quell’uomo che si è perso prima di entrare in carcere, è determinante. D’altra parte, la funzione che la musica ha, in questo senso, fa parte della nostra cultura storica. Basti pensare al ruolo che svolgeva il Coro nella tragedia greca, di rappresentare la voce della comunità”.