Firenze Fiera: Meini, occorre una regia unica sul sistema toscano
L’assessore regionale all’economia Leonardo Marras risponde in Aula all’interrogazione della Lega: “La situazione di fragilità economico finanziaria delle società non permette di razionalizzarle in unico soggetto”
Firenze – “L’accordo tra Firenze Fiera e Fiera Milano è riservato. La società lo ha riferito ai soci per sommi capi, riportando che comprende sia aspetti di collaborazione commerciale, nel campo della moda e nella promozione delle produzioni artigiane, ma anche della organizzazione di eventi congressuali di rilievo. Non risulta vi sia alcun impegno affinché Fiera Milano subentri nel capitale sociale.” Questo uno dei punti toccati dall’assessore regionale all’economia Leonardo Marras nella sua risposta all’interrogazione dei consiglieri della Lega Giovanni Galli ed Elena Meini sulla ricapitalizzazione di Firenze Fiera.
“In merito all’affermazione contenuta nell’interrogazione – continua Marras- ‘abbandonando l’ipotesi avanzata dal Presidente di Firenze Fiera e contenuta nell’accordo preventivo — che vede in Fiera Milano il soggetto chiamato a subentrare nel capitale del principale soggetto fieristico regionale’ faccio presente che tale accordo non potrebbe d’altronde disciplinare alcunché riguardo a chi possa essere il soggetto che potrebbe entrare a far parte della compagine sociale poiché questa determinazione spetta all’assemblea dei soci e deve avvenire tramite procedura di evidenza pubblica”. Alla richiesta se il Presidente e la Giunta ritengano percorribile un percorso di integrazione tra i vari soggetti fieristici per creare, pur garantendo la valorizzazione delle singole specificità territoriali e distrettuali, un soggetto unico regionale ”faccio presente – prosegue l’assessore – che tale ipotesi, se pure interessante, non troverebbe una sua possibilità di realizzazione nell’immediato. La situazione di fragilità economico finanziaria delle società con gradi e prospettive diverse tra loro non permette di razionalizzarle in unico soggetto”.
Secondo Marras, l’impegno di oggi deve essere quello “di perseguire l’equilibrio economico finanziario duraturo della gestione anche con profonde riorganizzazioni interne e di assets patrimoniali, senza lasciare nessuno per strada e salvaguardando tutti i livelli occupazionali esistenti” ed “è prioritario puntare sul risanamento strutturale dei tre poli adottando, in questa direzione, le migliori strategie a disposizione per ognuno di essi, nella consapevolezza che sia possibile ottenere buoni risultati”.
Marras ha ricordato che la Regione Toscana detiene in Firenze Fiera una quota di partecipazione pari al 31,95% a fronte di una composizione dell’assetto societario per il 91,20% pubblica. Nel piano di razionalizzazione straordinaria la società è stata qualificata a controllo pubblico. Marras ha parlato poi del bilancio di esercizio 2021 che “ha chiuso con una perdita pari 641mila euro, in miglioramento rispetto alla perdita di 3milioni e 642mila euro del 2020 e che l’assemblea dei soci ha deliberato la copertura di tutte le perdite utilizzando per l’importo complessivo di 5milioni e 714mila euro parte della riserva di rivalutazione”. “Dal confronto dei dati della situazione finanziaria dell’esercizio 2020, 2021 e del primo semestre 2022, emerge che la Società ha subito un ulteriore peggioramento della posizione finanziaria netta. Entro il prossimo anno 2023 dovrà essere assicurata la stabilizzazione economico finanziaria della società e un fattivo rilancio della medesima.
“La situazione attuale è critica – ha risposto Meini – perché si parla di una perdita complessiva del sistema fieristico toscano di oltre 28 milioni dal 2012 al 2021 e la quota della Regione verte intorno ai 10milioni nel suo sistema fieristico complessivo”. “Riteniamo giusto – aggiunge Meini – che si inizi un dibattito nella commissione competente perché continuare a risanare da parte del pubblico senza capire quale sia la visione da percorrere nel lungo periodo ci pare uno scenario errato dal punto di vista strategico e di competitività”. “Crediamo che serva una regia unica sul sistema fieristico toscano anche con le sue differenze e peculiarità”. “Ancora oggi – aggiunge – non vediamo in primis una strategicità del sistema fieristico” e “l’altra questione che non mi tranquillizza è la vendita delle eventuali quote societarie”, “la parte politica deve tutelare i nostri prodotti e le nostre peculiarità”, “non dobbiamo autorizzare qualcuno che non fa parte del territorio ad appropriarsi delle nostre eccellenze, dei nostri distretti e delle nostre fiere”. Infine, Meini lancia un appello “si inizi a lavorare per una visione generale sul sistema fieristico per il bene degli imprenditori toscani”.