18 Febbraio 2025

Economia: Sviluppo Toscana, il punto sul piano di attività

In commissione Sviluppo economico e rurale, presieduta da Gianni Anselmi (Pd), sono stati ascoltati il presidente Andrea Serfogli e il direttore operativo Orazio Figura. Anselmi: “Capire se esiste coerenza tra necessità delle aree di crisi e la capacità di intercettare i fondi”

Comunicato stampa n. 152
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Firenze – Il punto sul piano di attività di Sviluppo Toscana spa è stato fatto, questa mattina, dal presidente Andrea Serfogli e dal direttore operativo Orazio Figura, in commissione Sviluppo economico e rurale, presieduta da Gianni Anselmi (Pd).

“L’audizione – ha spiegato il presidente Anselmi – è stata richiesta da Elena Meini (Lega) per avere un aggiornamento sull’attività di una delle nostre agenzie in house, attorno alla quale ruotano i temi dell’economia, dello sviluppo, dell’accompagnamento ai processi di crescita sul territorio regionale”.

Sviluppo Toscana S.p.A. è una società per azioni operante sotto il controllo diretto della Regione Toscana, che ne ha acquisito la piena proprietà a seguito dell’approvazione della l.r. 28 del 21 maggio 2008 e che, prevalentemente, opera a supporto di questa e degli enti dipendenti. La Società, con sede legale a Firenze, ha un capitale di circa quindici milioni di euro e cinque sedi localizzate sul territorio regionale (Firenze, Massa, Livorno, Venturina, Prato), tra cui due incubatori di impresa (Massa, Venturina).

Serfogli ha spiegato che il “piano è lo strumento autorizzatorio pluriennale per le attività da svolgere” e che “la Giunta approva sia il catalogo dei compensi, sia gli indirizzi delle attività che devono guidare il piano, sia le attività per le quali la regione deve avvalersi di Sviluppo Toscana”. Il direttore ha illustrato le tempistiche di illustrazione e di approvazione del piano, precisando il meccanismo di salvaguardia, secondo cui, per mancato rispetto di tempi e scadenze o assenza di copertura delle risorse e ritardi, la “società può svolgere anche le attività previste nel piano dell’anno precedente” o “avvalersi di un affidamento da inserire poi in un successivo aggiornamento”. “Per il 2024 – ha detto – si prevede di gestire 15mila 607 pratiche lavorate”, mentre riguardo al consuntivo che si discosta in negativo dal fatturato atteso, ha precisato “abbiamo avuto un incremento dell’incidenza del costo del personale, tutto a tempo indeterminato, dal 64 al 69per cento e il calo del fatturato ha determinato la difficoltà a coprire i costi aziendali”. Riguardo ai costi esterni, Serfogli ha precisato che rappresentano solo “il 16,62 per cento, la maggior parte dei quali è legata al costo che la società ha sostenuto per sviluppare il nuovo software di gestione del Por-fesr, mentre il 56 per cento è rappresentato dal personale”. Sui numeri, il presidente ha aggiunto “rispetto ai 14milioni 867mila euro previsti, approvati e anche finanziati, ne sono stati realizzati 5milioni di euro meno, in particolare meno 45,96 Pnrr e meno 34,31 Por-Fesr per ritardi”; in sintesi “rispetto ad un piano di attività consistente in corrispettivi per 14milioni 867mila, un fatturato consuntivato pari a 9milioni e 864mila euro”.

Il direttore Figura, nel suo intervento, ha ricordato “nel 2024 avevamo 39 committenti della Giunta regionale più due esterni di cui il Consiglio regionale e Toscana promozione turistica”, per “il ‘25 si prevedono più o meno stessi gli valori del 2024 sia in termini di stima, di numerosità di pratiche che in termini di valori complessivi”, per “’’26, si prevede una numerosità di pratiche più bassa, il calo è fisiologico sia per numero di attività che per corrispettivi perché il picco sarà nel 2025”.

Alle richieste della consigliera Meini, è stato risposto che le nuove figure provenienti da Fidi Toscana sono state tutte impegnate, che il direttore generale, previsto da statuto, non è ancora a regime perché è in essere una modifica dei requisiti del direttore e infine, “l’acquisizione di Sici è ritenuta strategica e deve essere totalitaria”. Il consigliere Mario Puppa (Pd) ha invece, sottolineato la complessità dei bandi e il “bisogno di risposte – ha detto – in termini tecnici”, “ci vorrebbe un’interazione per comprendere come interpretare le richieste del bando, i documenti da allegare”.

“La Toscana ha bisogno di braccia organizzate della Regione – ha aggiunto Anselmi – che operino in maniera snella, rispettose dei ruoli e funzionali perché i processi di sviluppo siano accompagnati”. “Faccio mia la questione dell’approfondimento delle ricadute territoriali delle attività messe in campo dai fondi, penso però che sia un interrogativo da porre alla Giunta poichè Sviluppo Toscana è un frammento di questa complessa attività e uno studio di approfondimento, per capire come sono orientate le attività di sostegno mediante i fondi comunitari sul territorio regionale, dovrebbe necessariamente abbracciare anche Artea”. Su aree di crisi e distribuzione delle risorse, il presidente ha concluso “c’è un complesso di aree che hanno un loro riconoscimento come critiche e bisogna capire come queste risorse vengono orientate, cioè se esiste una coerenza tra questa criticità e la capacità di intercettare i fondi che spesso sono appannaggio di soggetti più strutturati, di comuni più grandi, più organizzati da un punto di vista progettuale e con maggiore capacità di fuoco per l’ingaggio di professionalità esterne per la progettazione delle opere”. “Non c’è solo una capacità selettiva orientata allo sviluppo e che è giusto reclamare alla politica ma ci dovrebbe essere anche la volontà di capire meglio come esista una fisiologia nell’intercettazione di questi finanziamenti”.

Responsabilità di contenuti, immagini e aggiornamenti a cura dell’Ufficio Stampa del Consiglio regionale della Toscana