17 Maggio 2022

Economia circolare: rifiuti zero, impianti mille

L’assessore all’Ambiente Monia Monni illustra al Consiglio gli esiti dell’avviso pubblico esplorativo per la manifestazione di interesse a realizzare impianti di recupero e riciclo, scaduto il 31 marzo scorso. Sono in tutto 39 le proposte arrivate di cui 32 rispondenti ai requisiti

Comunicato stampa n. 0431
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Firenze – “Rifiuti zero, impianti mille”. Prendendo a prestito uno slogan di Legambiente l’assessore all’Ambiente della Regione Toscana, Monia Monni, riferisce al Consiglio sugli esiti dell’avviso pubblico esplorativo per la manifestazione di interesse a realizzare impianti e ribadisce il pensiero della Giunta: centrare l’obiettivo del 10 per cento di conferimento in discarica non è possibile se alla prevenzione e alla riduzione di produzione dei rifiuti non si affiancano impianti di riciclo e riuso.

“L’avviso pubblico, in una Regione che ancora oggi ricorre per il 34 per cento al sistema delle discariche nello smaltimento dei rifiuti urbani, ci mette nella condizione di affrontare la pianificazione regionale con elementi di concretezza senza i quali sarebbe impossibile centrare gli obiettivi di economia circolare che vogliamo raggiungere nella nuova pianificazione” ha spiegato l’assessore.

Le proposte arrivate sono avanzate nell’ambito di impianti di mercato, sotto il profilo della spesa ad investimento ma regolati, secondo quanto previsto da ARERA, dalle Autorità di Ambito Territoriale Ottimale sul fronte della predeterminazione della tariffa al cancello. In buona sostanza, ha spiegato Monni, il loro ‘peso’ sulla tariffa “sarà unicamente determinato dalle quantità avviate a trattamento nei singoli impianti, il cui costo al cancello sarà definito dal regolatore pubblico”. A detta dell’assessore la politica “ha il dovere di guardare al sistema tariffario nel medio-lungo periodo. Se ancora oggi rimangono le discariche le destinazioni economicamente più vantaggiose, questo non potrà essere in futuro perché il mancato raggiungimento degli obiettivi europei, nonché meccanismi incentivanti/disincentivanti, apriranno lo spazio a possibili procedure di infrazione e ad un aumento dei prezzi di conferimento al cancello. La nostra transizione verso gli impianti di economia circolare renderà necessario il ricorso temporaneo al sistema delle discariche, ma l’obiettivo è chiaro e va nella direzione di orientarci verso i trattamenti ambientalmente più compatibili e sostenibili anche sotto il profilo economico” ha aggiunto.

“Le proposte arrivate – ha continuato Monni – sono state in tutto 39, di queste sono state ritenute “pienamente rispondenti ai requisiti previsti” 32. Delle sette restanti, due risultano coerenti dal punto di vista tecnico ma la documentazione presentata non è completa; due sono eccessivamente generiche; due non risultano coerenti con i requisiti tecnici previsti dall’avviso; una è pervenuta in ritardo e pur risultando coerente con le indicazioni è priva di documentazione”. “Queste proposte – ha aggiunto – non sono un pacchetto chiuso ma l’avvio di un percorso di approfondimento e partecipazione delle tecnologie proposte, in cui il Consiglio sarà protagonista”.

Come previsto peraltro nell’avviso, si aprirà un primo confronto con gli enti locali, le parti sociali, le categorie economiche, gli ordini professionali, le associazioni ambientaliste e la cittadinanza. Ciò che ne emergerà “confluirà in un report conclusivo del gruppo di lavoro che sarà nuovamente trasmesso all’Aula”. “Le proposte valutate coerenti con l’avviso – ha spiegato ancora – confluiranno nel quadro conoscitivo del Piano dell’economia circolare e saranno oggetto delle valutazioni in sede di Valutazione ambientale strategica”. Vas che tuttavia, ha chiarito l’assessore, “non valuterà il parco progetti” ma si occuperà di verificare che la strategia ambientale sia integrata negli obiettivi del Piano; analizzare le sinergie e i rapporti con altri strumenti di pianificazione; sviluppare un’analisi critica e interpretativa del quadro conoscitivo ambientale e degli esiti del monitoraggio sul ciclo di pianificazione precedente; individuare gli obiettivi di livello europeo e nazionale che trovano declinazione e attuazione nel Piano; valutare le performance ambientali attese;

“La Vas offrirà valutazioni di carattere generale e sarà quello il momento in cui saranno svolte analisi sulla distribuzione territoriale delle proposte impiantistiche presentate. Resta il fatto che le scelte strategiche e politiche del Piano potranno essere prese unicamente dal Consiglio regionale. È infatti mia intenzione proporre all’Aula, in fase di proposta di adozione, l’ipotesi di stabilire un meccanismo che vincoli, anche con riferimento alle valutazioni d’impatto ambientale, la realizzazione di singole tipologie di impianti alle effettive esigenze regionali di trattamento sia per i rifiuti urbani sia per gli speciali, ponendo così confini definiti al nostro sistema impiantistico” ha detto ancora Monni.

Certo è che ci sono territori maggiormente interessati alle proposte impiantistiche, ecco allora che accanto alle valutazioni tecniche occorrerà un lavoro più squisitamente politico. Serviranno insomma “soluzioni di sintesi” per “rendere compatibili le scelte impiantistiche con le esigenze territoriali e sodali”, e pur tenendo conto che gli impianti proposti “escono dalla logica del trattamento lineare dei rifiuti finalizzato al loro smaltimento, entrando, al contrario, in una logica pienamente produttiva tesa a immettere prodotti sul mercato”, ha concluso l’assessore.

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Le manifestazioni che rispondono ai requisiti dell’avviso

Eni Rewind spa: impianto per la produzione di prodotti chimici di base a partire da combustibile solido secondario Livorno, capacità 250.000 t/a;

ATI Natura srl -AM Recuperi srl: impianto di scissione molecolare, aspetti tecnici innovativi da verificare sul piano della fattibilità, capacità 11.520 t/a;

Aisa Impianti Spa: impianto di digestione anaerobica Arezzo, capacità 35.000 t/a;

Aisa Impianti Spa: selezione carta e cartone Arezzo, capacità 23.000 t/a;

Aisa Impianti spa: selezione rifiuti da imballaggi Arezzo, impianto già autorizzato, capacità 45.200 t/a;

Revet spa: selezione e riciclo delle plastiche Pontedera, capacità 125.000 t/a);

TB spa: riciclo metalli preziosi da schede elettriche di Raee Terranuova Bracciolini, capacità 235 t/a;

Aer Ambiente Energia Risorse spa: Digestione anaerobica, pirolisi digestato per produrre biochar, gas di pirolisi a combustione per autoconsumo, fase liquida digestato a strippaggio ammoniaca Rufina, capacità 40.000 t/a;

Alia Servizi Ambientali Spa: gassificatore Pontedera, capacità 256.000 t/a;

Alia Servizi Ambientali Spa: gassificatore Rosignano, capacità 256.000 t/a;

Alia Servizi Ambientali Spa: selezione rifiuti tessili Prato, capacità 34.000 t/a;

Alia Servizi Ambientali Spa: selezione Raee Firenze, capacità 30.000 t/a;

Alia Servizi Ambientali Spa: selezione di carta e cartone Pistoia, capacità 50.000 t/a;

Alia Servizi Ambientali Spa: produzione di prodotti chimici di base a partire da combustibile solido secondario prodotto da rifiuti urbani, attraverso gassificazione rifiuti e successivo utilizzo del gas di sintesi come materia prima per la produzione di prodotti chimici di base Empoli, capacità 192.000 t/a;

Agricola Poliziana Srl: utilizzo, nell’ambito della propria attività esistente di biodigestione di rifiuti urbani costituiti da ‘purea organica’ Montepulciano, in fase autorizzatoria, capacità 30.000 t/a;

Siena Ambiente spa: selezione multimateriale, carta e cartone/ digestione anaerobica Forsu potenziamento impianto in esercizio Asciano, già autorizzato, capacità 136.000 t/a;

Scapigliato srl: selezione manuale e meccanica mulimateriale, carta, cartone, plastica, sopravaglio da selezione meccanica indifferenziato Rosignano Marittimo, capacità 145.000 t/a;

Retiambiente spa: digestione anaerobica Massa, capacità 60.000 t/a);

Retiambiente spa: selezione meccanica RD multimateriale, carta e cartone Massa, capacità 21.000 t/a;

Retiambiente spa: digestione anaerobica Forsu e sfalci Massarosa, capacità 50.000 t/a;

Retiambiente spa: selezione meccanica RD carta e cartone Massarosa, capacità 25.000 t/a;

Retiambiente spa:  selezione meccanica RD multimateriale Massarosa, capacità 12.000 t/a;

Retiambiente spa: linea purificazione  biogas a valle del digestore anaerobico in costruzione Pontedera, capacità 44.000 t/a;

Retiambiente spa: lavaggio terre da spazzamento e vagliatura posidonia spiaggiata Cecina, capacità 30.000 t/a;

Retiambiente spa: compostiera di comunità Riparbella, capacità 80 t/a;

Retiambiente spa: selezione meccanica e sanificazione prodotti assorbenti per la persona Capannori, capacità 10.000 t/a;

Retiambiente spa: selezione meccanica e manuale di rifiuti tessili pre e post consumo Capannori, capacità 6.500 t/a;

Retiambiente spa: linee di compostaggio aerobico di sfalci e potature, fanghi civili. Selezione meccanica RD Livorno, capacità 142.800 t/a;

Retiambiente spa: selezione meccanica RD multimateriale, carta e cartone Cecina, per la produzione di materie prime seconde, capacità 45.000 t/a;

Retiambiente spa: impianto ossicombustione pressurizzato senza fiamma per il trattamento di scarti dalla selezione di RD, sottovaglio o scarti di tmb di Ru indifferenziati, percolato per la produzione di materiale vetroso per usi civili e usi industriali Peccioli, capacità 179.000 t/a;

Futura spa: digestione anaerobica Grosseto. già autorizzato, capacità 95.618 t/a;

Vetro Revet srl: trattamento vetro e multimateriale Empoli, capacità 240.000 t/a;

 

Manifestazioni coerenti dal punto di vista tecnico, ma per le quali la documentazione presentata non risulta pienamente rispondente ai requisiti dall’avviso

Retiambiente spa: pirogassificazione di CSS da RU per la produzione di metanolo ed h2 Massa, manca la localizzazione puntuale, capacità 78.000 t/a;

Retiambiente spa: valorizzazione di frazioni tessili, trattamento rifiuti ingombranti, trattamento terre di spazzamento con tecnica soil washing Pisa, documentazione quasi completa (manca quadro economico), capacità 86.000 t/a;

 

Manifestazioni che indicano una generica disponibilità ad accogliere rifiuti urbani o derivanti dagli urbani

Rugi srl: impianto in esercizio a Colle Val d’Elsa, capacità 10.000 t/a;

Acea Ambiente srl: impianto in esercizio a Monterotondo Marittimo, capacità 30.000 t/a;

 

Manifestazioni che non risultano coerenti con i requisiti tecnici previsti dall’avviso

Semidas srl: gassificatore, pirolisi, torcia al plasma, digestore anaerobico, per la produzione di energia e metanolo, biocarburanti, scorie vetrificate presso inceneritore di Montale, capacità 65.000 t/a;

KYIE Italy spa: gassificazione rifiuti di cartiera e CSS da Ru per la produzione di energia elettrica per autoconsumo Gallicano, tecnologia di termovalorizzazione e pertanto non coerente con l’avviso, capacità 113.568 t/a;

Manifestazioni pervenute fuori dai tempi previsti

Iren spa: coerente con le indicazioni dell’avviso ma priva di documentazione; impianto integrato di riciclo legno, carbonizzazione fanghi civili, upgrade trattamento rifiuti liquidi, vaste to chemicals pulper e plasmix, nel sito di Scarlino, capacità complessiva pari a 440.000 t/a

 

Il dibattito in aula

Firenze – “Perplessità e dubbi su proposte che per la gran parte riguardano impianti che poco hanno a che fare con il riuso della materia” le ha manifestate Silvia Noferi (Movimento 5 stelle). Il Piano, a suo dire, “pare già un po’ datato”. “Si deve sviluppare un nuovo modello industriale che porti alla produzione di meno rifiuti e tecnologie rispondenti a questo modello. Tecnica e scienza ci possono aiutare molto ma dipende anche dalla volontà di chi pianifica il territorio” ha aggiunto e sulla tipologia di impianti, in particolare gassificatori pirolizzatori, Noferi è chiara e convinta: “Sono i più pericolosi. Non c’è un vero e proprio riuso. Ho paura che a zero rifiuti non si arrivi con mille impianti, tanto più se vuol dire anche aumentare l’inquinamento atmosferico”. Infine la richiesta su come si intende sopperire alla chiusura dell’inceneritore di Montale, prevista per il 2026.

“Non siamo di fronte ad un vezzo ideologico. Siamo di fronte ad vera opportunità per coniugare sviluppo e tutela” ha osservato la presidente della commissione Ambiente Lucia De Robertis (Pd). “L’economia circolare – ha continuato – rappresenta non solo l’opzione più avanzata ma lo strumento di creazione di una economia virtuosa. Sapremo dialogare con i territori e tutti i soggetti coinvolti. L’avviso pubblico è lo strumento attraverso il quale la Regione dimostra di voler allargare il proprio spettro d’azione. Vogliamo – ha spiegato – tener conto di tutto il sistema e si tratta di una grande responsabilità che intendiamo assumerci”. Poi rivolgendosi direttamente all’assessore Monia Monni ha auspicato un “equilibrio territoriale tenendo corta la distanza tra produzione e smaltimento dei rifiuti”.

Non pienamente convinta dei contenuti della comunicazione si è dichiarata Elisa Tozzi (gruppo misto – Toscana Domani). La fotografia esatta del fabbisogno impiantistico dei territori, necessario per chiudere il ciclo, dovrebbe essere il “punto centrale”. “Il gap impiantistico della Toscana è noto. Deriva molto dal non aver realizzato impianti nella Toscana Centro ma non solo. Oggi – ha osservato – siamo chiamati ad un’assunzione di responsabilità”. Nel ricordare che lo sviluppo di distretti sui territori “sono occasioni”, ha aggiunto come in parallelo si debba procedere con un coordinamento e un approfondimento”. Poi il tema delle tariffe: “anche su questo fronte è necessario aprire una riflessione” ha aggiunto garantendo “massima disponibilità ad ogni approfondimento funzionale alla strategia dell’economia circolare”.

L’iter dell’avviso è stato “da noi condiviso, sollecitato e auspicato” ha rilevato Stefano Scaramelli (Italia Viva). Il numero nemmeno tanto elevato delle proposte “ci permetterà di approfondire tutti gli aspetti del caso” ha aggiunto non nascondendo l’auspicio di un governo regionale anche sugli ambiti territoriali ottimali. “La politica deve assumersi le sue responsabilità e se questo Piano diventasse un piano di economia circolare, quindi allargato anche alla componente energetica, a suo dire sarebbe la scelta migliore.

Per Alessandro Capecchi (Fratelli d’Italia), vicepresidente della commissione Ambiente, nella comunicazione ci sono “tanti intenti e poca sostanza”. Sulle 39 proposte e sulle relative motivazioni del gruppo tecnico, manca un dato fondamentale per la Toscana: la tempistica. Nel periodo intermedio che occorrerà per andare a regime, “sei, sette anni” ha rilevato il consigliere, nulla si dice su cosa si intenda fare. “Si vuole forse continuare a pagare la Tari più alta del mondo e ad interrare il 36 per cento dei rifiuti?” ha domandato. Portando poi ad esempio lo stralcio per “decisione politica” di Case Passerini, ha osservato come alcuni territori abbiano già pagato molto ma la “pianificazione impone al soggetto pubblico di distribuire in maniera equa su tutti i territori”. Assente anche la roadmap del Piano rifiuti e in particolare il “numero degli Ato che – ha spiegato – possono essere anche intraregionali, il problema è capire su quale filiera produttiva. Se non ho compreso male, si sta pensando ad un sistema misto”. Poi un’altra criticità: era prevista la dismissione di Selvapiana. Ora c’è una nuova proposta per fare un impianto ancora più grande giustificandolo sulla base del vecchio Piano. Anche questo è strano perché si giustifica l’impianto sulla base del vecchio Piano. Nell’avviso pubblico c’era una netta esclusione degli inceneritori nonostante lo stesso Pd, anche intelligentemente, abbia ammesso che servono”. Infine un richiamo al Piano nazionale dei rifiuti del marzo 2022: “In quel documento si dice che la Toscana ha otto inceneritori, la Regione ne certifica però quattro”.

La discussione in Aula segna un “momento importante” per il consigliere Pd Francesco Gazzetti. La comunicazione è un “atto qualificante della legislatura”. “Assistiamo – ha spiegato – al rispetto di un impegno assunto dalla Giunta. Quando a febbraio si annunciò l’avvio del procedimento, si chiarì che il Consiglio sarebbe stato costantemente informato e così è stato”. “In questo modo – ha aggiunto – abbiamo anche l’opportunità d capire cosa si muove in Toscana e quali sono le idee che si intendono mettere in campo”. Insomma per Gazzetti il progetto dimostra “linearità e trasparenza” con una “risposta significativa. Le 39 arrivate sono proposte, seguirà la fase di approfondimento, molto ampia e articolata”.

“La scelta fatta dal Pd è stata quella di non governare il processo più delicato, stretto tra posizioni anche molto distanti” ha dichiarato Diego Petrucci (Fratelli d’Italia). E il Pd, ha aggiunto, “fa anche di peggio: non ci sono 39 proposte perché sei sono quelle presentate da Alia e tredici da Retiambiente”, le “due corazzate fatte dalla politica e pagate dalla politica” ha dichiarato. “Si lascia quindi a questi player politici le scelte che la politica non può fare per non scomodare qualcuno. Si rinuncia a scegliere in prima persona ma si lascia la palla ad ex colleghi di partito che non siedono più tra questi scranni” ha concluso.

(testo a cura di Federica Cioni)

 

Il dibattito in Aula (2)

FirenzeAndrea Ulmi (Lega), dopo aver dichiarato di aver letto attentamente la comunicazione dell’assessore Monia Monni, ha affermato che ad oggi non può essere fatta una precisa valutazione sul futuro di Scarlino e dei territori limitrofi, non solo perché l’inceneritore è stata una storia infinita, ma anche perché non si sa come tale impianto venga sostituito, si parla di quattro nuovi impianti per quattro diverse tipologie di rifiuti. “Terremo gli occhi puntati sugli sviluppi”, ha assicurato il consigliere.

Grande apprezzamento per lo stile e per il deciso salto di qualità è stato espresso da Cristina Giachi (Pd), che ha parlato di recupero del ruolo del Consiglio regionale. “In settori ad alto livello di tecnologia l’operatività della politica viene chiamata a valutare progetti di operatori e tecnici, da integrare con gli interessi del territorio – ha affermato – abbiamo davanti una bella sfida: traghettare la Toscana nel futuro, dove si gioco la qualità della vita”.

Elena Meini (Lega) si aspettava venisse affrontato il tema della governance e delle tariffe, visto che la Toscana è la seconda regione in Italia per il sistema tariffario sui rifiuti, ma il lavoro che avverrà nella commissione competente l’ha un po’ rassicurata; da qui il grazie alla presidente Lucia De Robertis per aver scongiurato il rischio di una pesante sottrazione di competenze del Consiglio regionale. Secondo la consigliera la politica aveva il dovere di fare un Piano preciso invece di affidarsi ai privati.

Per Massimiliano Pescini (Pd), invece, è fondamentale il ruolo dell’assemblea legislativa, chiamata ad una “pianificazione attenta, rispettosa, partecipata, sostenibile e innovativa”. “A tutti noi il compito di lavorare perché la Toscana non sia più la prima regione del centro sud per impiantistica – ha sottolineato – scegliamo per i cittadini toscani, per l’autosufficienza e per l’equilibrio tra i territori”.

Secondo Marco Landi (Lega) il lavoro fatto fino ad oggi ha portato a manifestazioni di interesse, con una Toscana in ritardo sulla pianificazione dei rifiuti, che nasce dalla legge 69, “totalmente da rifare” e dalla divisione delle tre Ato. “Il problema che abbiamo oggi è di governance – ha spiegato – che mi pone interrogativi sulla concorrenza e sul sistema delle tariffe”. Da qui l’auspicio in un percorso che possa vedere la decisionalità della Regione: “non abbiamo fiducia nel percorso tracciato ma saremo comunque costruttivi”.

Maurizio Sguanci (Iv) ha invitato a riflettere sui termovalorizzatori, “da non escludere aprioristicamente: Copenaghen ne ha sette in città e su uno c’è una pista per bambini”. “Chiederei all’assessore e alla maggioranza di valutare attentamente, per non correre il rischio di limitarci”, ha concluso.

Marco Stella (FI) , che ha nuovamente chiesto di poter discutere in Aula sulla costituzione della multiutility, ha rilevato, non senza una punta di polemica, come la posizione espressa dal consigliere di Italia viva non sia in linea con quella dell’assessore regionale Monia Monni. Vista la rilevanza e l’impatto del tema sulla vita dei cittadini e delle imprese, Stella ha annunciato che il suo gruppo parteciperà attivamente ai lavori della commissione.

Vincenzo Ceccarelli (Pd), parlando di “piano innovativo nel merito e nel metodo”, ha commentato come, in presenza di dibattiti di un certo spessore, si possa apprezzare la bellezza della democrazia, caratterizzata da opinioni diverse e varie. Da qui l’invito al non “lamentarsi” se nell’arco di otto mesi siamo alla terza comunicazione: “vuole dire che le nostre richieste sono state accolte e che stiamo costruendo insieme uno strumento fondamentale per la Toscana; la strada è ancora lunga ma da parte nostra c’è la piena consapevolezza della necessità del coinvolgimento del Consiglio regionale”.

(testo a cura di Paola Scuffi)

 

Il dibattito, la replica dell’assessora Monni

Firenze – “Tutto il ragionamento parte dal documento di monitoraggio, dal fabbisogno, che vi è stato consegnato e i gestori hanno letto con attenzione. Non si tratta proposte campate in aria, sono particolarmente ponderate”, ricorda l’assessora Monia Monni nella replica a conclusione del dibattito in Aula”. Servono gli impianti, la tecnologia, il mercato, prosegue Monni, “e non dotarsi di impianti evoluti significa continuare a rivolgersi alle discariche e questo lo ritengo inaccettabile. L’avviso è stato pensato per prevedere una visione programmatoria, non pianificatoria”.

Rivolta al consigliere Capecchi, precisa che “siamo al terzo atto presentato in Consiglio, perché mi sembra giusto tornare più volte in Aula e non consegnare un Piano già scritto”. L’economia circolare “sposta l’asse della strategia fuori dalla pianificazione. Perimetreremo il principio di prossimità, ma sappiamo che sugli speciali il confine è il mercato. Ogni impianto che tratta speciali non sta nel Piano, gli speciali non sono competenza della Regione. Sugli urbani, invece una competenza chiarissima ce l’abbiamo”.

Sugli inceneritori: “Noi abbiamo detto: solo se strettamente necessari. L’avviso è esplorativo, esplora in piena trasparenza se ci siano alternative. Questa non è ideologia, così come essere a prescindere a favore dei termovalorizzatori può essere ideologia. Non sono mai stata contro gli inceneritori e non lo sono oggi. Prendo atto oggi di alcune cose: della difficoltà a realizzarli, del fatto che sono usciti dalla tassonometria europea e non godono più di finanziamento pubblico; del fatto che sono grandi produttori di Co2. Realizzare ora un impianto che ha una vita di venti anni ci impone una riflessione. La pianificazione – prosegue l’assessora – è tuttavia una competenza del Consiglio, che può decidere di localizzare un impianto di termovalorizzazione”.

In risposta al consigliere Petrucci, assicura che “nessuna forza può né schiacciare né vincere la durezza della mia testa e la mia schiena è dritta, la mia traiettoria punta verso autosufficienza e circolarità. Al di là delle critiche, legittime, non ho sentito una proposta che onori la vostra funzione di dare indirizzi alla Giunta”.

(testo a cura di Sandro Bartoli)

 

Le risoluzioni approvate e gli atti respinti

Firenze –Al termine del dibattito sull’informativa della Giunta in merito agli esiti dell’avviso pubblico esplorativo per la manifestazione di interesse a realizzare impianti di recupero e riciclo, il Consiglio regionale, tra gli atti collegati posti al voto, ha approvato a maggioranza due proposte di risoluzione, una del Pd e l’altra di Italia Viva. Respinte, invece, le quattro proposte di risoluzione della Lega, la proposta di risoluzione presentata dal gruppo misto – Toscana Domani e l’ordine del giorno di Fratelli d’Italia.

Non solo apprezzamento per l’esito dell’avviso pubblico esplorativo, ma anche per la disponibilità della Giunta di portare avanti un percorso di approfondimento nella competente commissione consiliare. Questo quanto espresso nella proposta di risoluzione del Partito democratico, collegata alla comunicazione dell’assessore Monia Monni, che impegna la Giunta “a proseguire nel percorso di formazione del Piano per l’economia circolare,  per arrivare ad una proposta impiantistica in grado di garantire la piena autosufficienza regionale e un sostanziale equilibrio territoriale nella distribuzione degli impianti”. Nello specifico, si impegna l’esecutivo “a portare avanti l’azione di conoscenza e partecipazione sulle tecnologie e sugli impianti così da costruire il maggior consenso possibile sulla dislocazione territoriale degli stessi, tenendo aggiornato il Consiglio regionale, a partire dalla commissione di riferimento, sui prossimi passaggi e comunque prima che le proposte confluiscano nel Piano dell’economia circolare”.

La risoluzione presentata da Italia Viva, e approvata a maggioranza dall’Aula, impegna la Giunta regionale “a proseguire con il percorso positivamente intrapreso in merito alla costruzione e predisposizione del piano regionale dell’economia circolare, seguendo il fondamentale doppio livello di valutazione proposto nella precedente discussione sul tema, per cui da un lato viene confermata e ribadita la condivisione puntuale di ogni passaggio con il Consiglio e la commissione competente, dall’altro con il livello locale che coinvolga enti locali, parti sociali, categorie economiche, ordini professionali, associazioni e cittadinanza”. La Giunta è impegnata inoltre “a sviluppare un piano dell’economia circolare che sia un piano energetico in grado di offrire un contributo importante sia ai cittadini che alle imprese del territorio, realizzando opportunità nuove di produzione di energia e gas attraverso lo smaltimento dei rifiuti e favorendo in questa prospettiva una equa riduzione dell’imposizione tariffaria”.

Bocciate, come detto, le quattro proposte di risoluzione della Lega. La prima di esse, primo firmatario il vicepresidente dell’Assemblea, Marco Casucci, intendeva impegnare la Giunta regionale “a iniziare un percorso e confronto istituzionale, all’interno della commissione competente, al fine di valutare le possibili modifiche della governance del servizio integrato dei rifiuti”. Una seconda proposta di risoluzione, prima firmataria la vicepresidente della commissione Aree interne, Luciana Bartolini, invitava presidente e Giunta regionale “a prevedere una specifica comunicazione alla commissione competente al fine di evidenziare la dotazione impiantistica per ogni singolo ambito, al fine di capire il reale scenario di fabbisogno, cioè lo scenario ottimale, in termini di assetto impiantistico ispirato sia al principio di prossimità sia al principio di autosufficienza di ambito; la dotazione impiantistica necessarie a supportare, in termini di recupero o smaltimento di rifiuti speciali prodotti ogni singolo distretto manifatturiero presenti in Toscana, così da capire se il principio è stato rispettato oppure no”.   Il terzo atto di indirizzo, prima firmataria Elena Meini, impegnava il presidente e la Giunta regionale “a comunicare tempestivamente alla commissione competente il piano finanziario conseguente alla definizione dell’ipotesi impiantistica, così come delineata nella comunicazione e a prevedere delle simulazioni finalizzate a comprendere come l’incidenza dei vari costi legati alla tipologia di raccolta fino al sistema impiantistico di recupero e di smaltimento, andrà ad impattare sulla determinazione della tariffa a carico degli utenti”. Infine, la quarta Pdris della Lega, primo firmatario il portavoce dell’opposizione, Marco Landi, impegnava presidente e Giunta “a garantire, attraverso un approccio pragmatico e non ideologico, al fine di salvaguardare la salubrità delle nostre comunità e la massima tutela ambientale, in questa delicata fase di transizione, la dotazione impiantistica necessaria, riducendo al contempo per quanto possibile il conferimento dei rifiuti in discarica”. A superare, inoltre, “l’approccio ideologico che caratterizza la comunicazione, in particolare per quanto concerne il ‘no a nuovi termovalorizzatori’, ispirandosi invece per quanto concerne la definizione del fabbisogno e tipologia impiantistica, alle previsioni normative che regolano tutte le migliori tecniche finalizzate al trattamento, recupero e valorizzazione dei rifiuti, tra i quali sono compresi i termovalorizzatori soltanto ove indispensabili, e privilegiando, laddove possibile, la riconversione tecnologica degli impianti esistenti sul territorio regionale”.

Anche la proposta di risoluzione di Elisa Tozzi (Gruppo misto – Toscana domani) è stata respinta dall’aula. Con l’atto si intendeva impegnare il presidente e l’esecutivo regionale a promuovere velocemente un tavolo di confronto permanente tra la Regione, gli enti locali e le società di gestione dei servizi, per individuare nuove prospettive nella gestione degli stessi, mirando a perseguire l’efficienza e l’autosufficienza del settore che tenga conto dei reali fabbisogni e della sostenibilità ambientale ed economica, anche sotto il profilo tariffario, con una particolare attenzione all’aspetto occupazionale dei lavoratori anche in considerazione del progetto già avviato di costituzione di una multiutility. Ancora impegni rivolti alla Giunta: rendere noto in modo circostanziato al Consiglio regionale l’elenco dei 145 interventi presentati dai soggetti gestori, in risposta al bando nazionale; tenere periodicamente informati sia il Consiglio regionale che la commissione competente sugli sviluppi del procedimento di definizione del Piano per l’economia circolare; promuovere, mediante la realizzazione di nuovi impianti o l’adeguamento di quelli esistenti – senza escludere nessuna tecnologia efficiente e ambientalmente compatibile – il recupero energetico dei rifiuti; infine, privilegiare impianti che operino in sinergia tra recupero/riciclo dei rifiuti e produzione di energia per creare distretti industriali,  funzionali al perseguimento dell’autosufficienza energetica delle aree in cui questi verranno localizzati.

Respinto, infine, l’ordine del giorno presentato da Fratelli d’Italia, primo firmatario il capogruppo Francesco Torselli e illustrato in aula dal consigliere Alessandro Capecchi, prevedeva l’impegno della Giunta regionale “a elaborare e presentare all’Assemblea consiliare, entro tre mesi, nelle more di approvazione ed entrata in vigore del nuovo Piano regionale dell’economia circolare (Prec, precedentemente Prb) un Piano di emergenza per la gestione del ciclo dei rifiuti, che riduca il conferimento in discarica e diminuisca il costo della tariffa per lo smaltimento dei rifiuti, sia per le imprese, sia per i cittadini toscani”. Secondo quanto si evidenzia nella comunicazione, “la transizione verso gli impianti di economia circolare renderà necessario il ricorso temporaneo al sistema delle discariche” e “l’effettiva costruzione ed entrata in funzione degli impianti, che saranno previsti nel nuovo Piano, richiederà ancora diversi anni”.

(testo a cura di Sandro Bartoli e Paola Scuffi)

 

I Video

La dichiarazione del capogruppo Pd Vincenzo Ceccarelli

 

La dichiarazione del Portavoce dell’opposizione Marco Landi

 

La dichiarazione del consigliere Pd Francesco Gazzetti

 

La dichiarazione della consigliera gruppo misto – Toscana Domani Elisa Tozzi

 

La dichiarazione del capogruppo Italia Viva Stefano Scaramelli

 

La dichiarazione del consigliere di Fratelli d’Italia Alessandro Capecchi

 

La dichiarazione della consigliera del Movimento 5 stelle Silvia Noferi

 

La dichiarazione dell’assessore all’Ambiente Monia Monni

 

Responsabilità di contenuti, immagini e aggiornamenti a cura dell’Ufficio Stampa del Consiglio regionale della Toscana