Diritti: incontri all’insegna della pace, mettere al bando lo stupro come arma di guerra
Oggi a palazzo del Pegaso primo appuntamento di un ciclo promosso dalla commissione regionale Pari opportunità. Mazzeo: “I popoli del mondo si uniscano contro questa barbarie”. Basanieri: “Dove non arriva la diplomazia devono arrivare i popoli”
Firenze – Il valore della pace, il rifiuto delle guerre e della violenza come risoluzione dei conflitti. Questo il filo conduttore di un ciclo di incontri cha la commissione pari opportunità della Toscana, in collaborazione con il gruppo ‘Donne insieme per la pace Firenze’, ha organizzato per stimolare dialogo, convivenza e riconoscimento reciproco all’interno della società civile.
Il primo incontro ‘Stupro come arma di guerra’ si è svolto nell’Auditorium del Consiglio regionale. Sono intervenuti con un video saluto Antonio Mazzeo presidente del Consiglio regionale, in collegamento video Francesca Basanieri presidente della commissione regionale pari opportunità, e Serena Spinelli assessore regionale alle Politiche sociali, con Tibisay Ambrosini coordinatrice Stop Rape Italia; Micaela Frulli docente di Diritto internazionale presso Università degli Studi di Firenze; in collegamento video la docente Laura Savelli e Laura Serri coordinatrice psicologi Programma Italia di Emergency. Moderatrice dell’incontro, Daniela Dacci, componente della commissione regionale Pari Opportunità.
“Grazie ancora una volta per aver portato in queste mura, in questo palazzo, che ospita il parlamento della Toscana, una tematica così delicata, così grave, così attuale – ha detto nel suo video messaggio Antonio Mazzeo –. L’abuso sessuale è un’aberrante costante storica in tutti gli scenari di guerra, sin dai tempi più antichi, tuttavia è solamente dalla seconda metà del XX secolo che questi comportamenti criminosi sono stati esplicitamente condannati dalla comunità internazionale, grazie all’affermazione dell’inviolabilità di alcuni valori della persona umana, come principio imprescindibile dell’ordinamento internazionale. A partire dai primi tentativi di condanna dei crimini di guerra a sfondo sessuale – rinvenibili già nella Convenzione dell’Aja del 1907 – e dal sostanziale silenzio delle Corti internazionali istituite a seguito della Seconda Guerra Mondiale, si giunge alla previsione di queste fattispecie criminose ad opera dello Statuto della Corte Penale Internazionale. Finalmente si è oltrepassato il concetto di semplice “violenza di genere” e si è pienamente riconosciuta la natura di tali crimini quale vera ‘arma’ di guerra funzionale anche al crimine di genocidio e all’annientamento etnico”.
La violenza sessuale “è stata usata come arma di guerra in quasi tutti i più gravi conflitti degli ultimi decenni, dalla Bosnia al Ruanda – ha proseguito Mazzeo –. Lo stupro è una pratica inconcepibile, una barbarie inaudita. Anche dalle notizie che arrivano da mesi dalla vicina Ucraina – nel cuore dell’Europa –, si conferma una pratica utilizzata deliberatamente come tattica militare, mirata al raggiungimento di obiettivi politici: umiliare avversari politici, cacciare o assoggettare un diverso gruppo etnico, terrorizzare e spingere alla resa un’intera comunità. In alcuni conflitti lo stupro è utilizzato persino per trasmettere l’HIV alle donne, o per ferirle così pesantemente da impedire loro di avere figli. Viene utilizzato perché è facile da nascondere e perché colpisce i più deboli. Noi a quei deboli vogliamo dare voce, non possiamo restare indifferenti. Ci auguriamo che i popoli di tutto il mondo si uniscano a noi per far sentire la propria voce.”
“L’orrore della guerra non ci può lasciare indifferenti, per questo, come commissione Pari opportunità – ha detto la presidente Francesca Basanieri – assieme all’associazione Donne Insieme per la Pace di Firenze, abbiamo deciso di portare avanti questo ciclo di incontri, per conoscere e comprendere cosa sta succedendo nei luoghi di guerra e per agire, dal basso, perché dove non arriva la diplomazia devono arrivare i popoli uniti contro le barbarie. Noi ci schieriamo dalla parte delle vittime, sempre, perché in guerra non ci sono popoli oppressori o popoli oppressi, ma solo ed esclusivamente vittime, da ambo le parti. Noi dobbiamo essere lì e salvaguardare i loro diritti di essere umani”.
“Ringrazio molto il Consiglio regionale e la commissione Pari Opportunità – ha detto l’assessore regionale alle Politiche sociali Serena Spinelli – per questa giornata di riflessione e per come il corpo della donna sia stato usato come ulteriore elemento di violenza in ogni conflitto. Il corpo della donna nelle guerre può essere violato e ostentato quasi come un trofeo. Sempre di più i conflitti in atto colpiscono i civili e noi come istituzioni dobbiamo continuare a lottare ogni giorno per fermare un fenomeno che sta dilagando nella nostra società della violenza sulle donne, che arriva allo stupro, al femminicidio. Non si deve accettare che le donne possano essere oggetto di qualsiasi tipo di prevaricazione per mano degli uomini”.
“Abbiamo organizzato un ciclo di conferenze sul tema dell’orrore della guerra e per la costruzione della pace – ha detto Daniela Dacci della commissione regionale Pari Opportunità – ed oggi analizzeremo in particolare il tema dello stupro come arma di guerra, con degli interventi specifici di una storica, una giurista, una esperta di Emergency, una rappresentate di un’associazione nazionale che si occupa delle donne che hanno subito violenza”.
“Per noi questo è un momento prezioso – ha detto Tibisay Ambrosini coordinatrice di ‘Stop Rape Italia’ – per far conoscere maggiormente la realtà drammatica della violenza e dello stupro nei conflitti di guerra. La nostra missione è quella di dare voce ai sopravvissuti e alle sopravvissute che hanno subito violenza sessuale nei conflitti nel mondo. Noi oggi siamo qui per portare all’attenzione del pubblico le loro storie, le loro testimonianze, il loro coraggio e cercare di trasformare un mondo basato sulla violenza in un mondo più rispettoso dei diritti umani”.











