Cultura: riconoscere i diritti culturali nella Costituzione
La Commissione Cultura, presieduta da Cristina Giachi (PD), ha ascoltato in un’audizione il Movimento per il riconoscimento dei diritti culturali
Firenze – La commissione Cultura, presieduta da Cristina Giachi (PD), ha ascoltato la presidente Monica Amari del Movimento per il riconoscimento dei diritti culturali e Francesca Grassi nel corso di un’audizione.
Nel suo intervento la presidente del Movimento Monica Amari ha evidenziato “ che i diritti e i doveri culturali – al pari dei diritti e dei doveri politici, economici e sociali – appartengono alla famiglia dei diritti umani e sono già contenuti nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, 1948, art.22 – ma non sono stati recepiti come una autonoma categoria giuridica all’interno delle Carte Costituzionali e del sistema normativo della maggioranza dei paesi europei, né di conseguenza sono percepiti dalla cittadinanza e dai decision maker come oggetto di rispetto e di tutela al pari degli altri diritti umani. La nostra proposta è che i diritti culturali vengono inseriti nei diritti fondamentali della Costituzione agli art.2 e art.3. L’ipotesi è che una maggiore coscienza e rispetto nei confronti dei diritti culturali da parte della collettività nazionale nelle sue componenti più varie- istituzioni, imprese, società civile – possa portare alla costruzione di un modello di società in grado di affrontare le complessità determinate dalla dimensione globale. I diritti e i doveri culturali rappresentano il quadro di riferimento giuridico e normativo all’interno del quale la complessità del presente può agire senza generare processi distruttivi contro l’individuo e contro la società. Al contrario, i diritti culturali offrono le condizioni necessarie al fine di soddisfare esigenze di conoscenza, cooperazione, solidarietà individuale, collettiva e sviluppo economico.”
“La base di partenza sulla quale si sviluppa il concetto di diritti culturali – ha proseguito – è rappresentata dalla Dichiarazione di Friburgo, 2007 così denominata per essere stata realizzata da un gruppo di studiosi organizzato e coordinato dall’Istituto interdisciplinare di etica e dei diritti dell’uomo dell’università svizzera. Il documento fonda le proprie radici nella Dichiarazione universale dei diritti umani (Onu, 1948), nella Dichiarazione universale sulla diversità culturale (Unesco, 2001) e nella Convenzione sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali (Unesco, 2005) e può diventare un modello di riferimento per la costruzione di politiche pubbliche integrate che considerino i processi culturali strumenti di senso e occasioni di possibilità per lo sviluppo dei singoli individui e delle comunità.”
“Onu ha creato un garante per i diritti culturali e abbiamo recentemente proposto un garante in Italia per i diritti culturali – ha concluso Amari – e sarebbe importante un tavolo di studio che parta da Firenze. Abbiamo avanzato anche la proposta di inserire il teatro all’interno delle discipline della scuola primaria.”
Nel suo intervento Francesca Grassi ha sottolineato la crescita culturale attraverso il teatro, partendo dalle elementari: “Noi lavoriamo molto nelle periferie, con il 70% di immigrati, e il teatro porta con sé un elemento culturale diverso che li arricchisce. La condivisione di elementi diversi è fondamentale, rispettando il bambino e mettendo in campo un team di lavoro che cerca un unico risultato. Insegnare il teatro permette collegamenti a tutte le materie dei programmi di studio”.
Nel corso dell’audizione è stato proiettato il video “Recupera, rielabora, rigenera giocando a fare il teatro”, promosso dalla Fondazione Grassi Milano / La voce della Cultura.
Silvia Noferi (Movimento 5 Stelle) ha apprezzato la proposta avanzata sui diritti culturali, dichiarandosi anche d’accordo sul teatro nella scuola primaria da inserire in un percorso nazionale.
“La riflessione fatta oggi sui diritti e i doveri culturali è perfettamente inserita nel percorso degli Stati generali della cultura in Toscana – ha detto la presidente della commissione Cultura Cristina Giachi (PD)- e manterremo fermo l’indirizzo politico di considerare la dimensione culturale sotto il profilo dei diritti e delle responsabilità e lo concretizzeremo negli atti finali degli Stati generali. Per quanto riguarda la proposta di arricchire il curriculum scolastico della scuola primaria con l’insegnamento del teatro, mi trova e ci trova d’accordo, e faremo tutto quanto il nostro potere per trasmettere questo indirizzo a livello legislativo competente che è quello nazionale”.