Cinema: Mazzeo, temi trattati da Pif sono la mia missione politica
Il presidente del Consiglio regionale alla proiezione del film al Teatro della Compagnia a Firenze si sofferma su un tratto distintivo del suo impegno istituzionale: “La legge a tutela dei riders è stata una battaglia di civiltà che abbiamo assunto per primi in Italia”. La presidente della commissione Cultura Cristina Giachi: “Quando l’Università sceglie di mescolarsi con la società e parlare a tutti, svolge fino in fondo il suo ruolo“. Pif: “Ho immaginato uno scenario lavorativo e sociale che diventerà reale se restiamo fermi a guardare”
Firenze – “Sembra quasi incredibile ma la pellicola di Pif (al secolo Pierfrancesco Diliberto) ricalca esattamente una delle principali battaglie che abbiamo portato avanti in Consiglio regionale in questo primo anno e mezzo: tutelare i lavoratori e in particolare quelli delle piattaforme digitali”. Così il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo, ha accolto gli studenti del dipartimento di Scienze giuridiche e della scuola di Giurisprudenza dell’Università di Firenze al teatro della Compagnia di Firenze poco prima della proiezione del film E noi come stronzi rimanemmo a guardare, diretta dallo stesso Pif e interpretata da Fabio De Luigi e Ilenia Pastorelli.
“La storia raccontata nel film è quella che il Consiglio regionale ha fatto propria con la legge sui riders diventata modello per tutta l’Italia” ha spiegato Mazzeo. “La perdita del lavoro del protagonista, costretto a reinventarsi rider per colpa di un algoritmo, è praticamente una citazione, un riferimento diretto a uno dei miei impegni recenti per la tutela, la salute e la sicurezza di tutte le lavoratrici e i lavoratori, in particolare riders”. “La Toscana è stata all’avanguardia nel riconoscere questi diritti e il momento di confronto che seguirà la proiezione del film è uno sguardo verso il futuro e l’evoluzione dei mestieri e delle nuove occupazioni. Ho lanciato l’idea di aprire uno spazio per pensare alla Toscana del 2050, la Toscana che vedrà protagonisti da adulti voi studenti universitari. Vi invito a darci idee, a proporre vostri pensieri attraverso il mio canale Instagram (@mazzeo1977). Un canale sempre aperto al confronto”.
“Ci siamo battuti – ha continuato il presidente rivolgendosi direttamente agli studenti – per regolamentare queste nuove forme di impiego e dare certezze normative ai lavoratori delle piattaforme digitali che in questi anni hanno sofferto molto”. “A Pif e al suo lavoro va quindi un ringraziamento sentito perché ci obbliga a mantenere alta l’attenzione su un tema di stretta attualità” ha concluso Mazzeo.
Quanto fatto dal Consiglio in materia di nuove professioni è stato ricordato anche dalla presidente della commissione Cultura, Cristina Giachi: “Quando l’università sceglie di mescolarsi con la società e di parlare a tutti, per lo più in luoghi di cultura come questo Teatro, ritengo svolga fino in fondo il suo ruolo. La dignità sul lavoro e il rispetto dei diritti sono argomenti su cui occorre dibattere per capire cosa fare e dove intervenire”.
Giachi ha ringraziato William Chiaromonte e Maria Luisa Vallauri professori associati di Diritto del lavoro presso il dipartimento di Scienze giuridiche dell’Università di Firenze. La proiezione del film prima e il confronto che seguirà con Pif rientrano nell’offerta formativa ed educativa che entrambi rivolgono agli studenti.
“L’ambizione era ed è quella di suonare un campanello d’allarme” ha dichiarato Pif. “Ho immaginato uno scenario lavorativo e sociale che diventerà reale se restiamo, appunto, come stronzi fermi a guardare. A questi studenti e ai giovani in generale posso dire di prendere posizione. Perché non è vero che non si può cambiare. Se siamo cittadini attivi, se ci facciamo sentire, le cose possono essere diverse” ha concluso.
I Video
la dichiarazione del presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo
la dichiarazione della presidente della commissione Cultura Cristina Giachi
La dichiarazione di Pif
La dichiarazione di Maria Luisa Vallauri
La dichiarazione di William Chiaromonte
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