28 Giugno 2023

Aula: il dibattito sulla seconda variazione al Bilancio di previsione 2023-2025

Gli interventi del presidente della Giunta Eugenio Giani, di Giacomo Bugliani (Pd), Alessandro Capecchi (FdI), Elisa Tozzi (Gruppo misto-Toscana Domani), Irene Galletti (M5S), Marco Niccolai (Pd), Federica Fratoni (Pd), Diego Petrucci (Fratelli d’Italia), Enrico Sostegni (Pd), Elena Meini (Lega), Francesco Torselli (Fratelli d’Italia), Gianni Anselmi (Pd), Anna Paris (Pd), Marco Casucci (Lega)

comunicato n. 0700
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È iniziato in aula il dibattito sulla seconda variazione al Bilancio di previsione finanziario 2023-2025, sugli interventi normativi ad essa collegati e sull’integrazione alla nota di aggiornamento al Defr 2023.

Il presidente della Giunta regionale Eugenio Giani ha fatto presente di aver presentato un emendamento, con cui si destina 1 milione di euro in più (sottratto dal capitolo dei beni culturali, che sarà rialimentato successivamente) agli interventi sullo sport. “In questo modo riusciamo a coinvolgere altri 40 Comuni – ha detto -. Altrimenti il numero delle amministrazioni beneficiarie si sarebbe fermato a 210”.

Il presidente della commissione Affari istituzionali Giacomo Bugliani (Pd) ha comunicato che sono stati esaminati tutti gli emendamenti presentati e che tutti, tranne uno, hanno copertura finanziaria.

Alessandro Capecchi (Fratelli d’Italia) ha osservato che “la seconda variazione è un atto più politico rispetto alla prima perché ci sono operazioni di rilievo sugli enti strumentali della Regione Toscana”. Si citano ad esempio le Terme di Montecatini, su cui la Regione ha messo 16milioni di euro per il salvataggio. Critico, Capecchi, sulla destinazione di 5milioni di euro a Toscana Strade “prima che il Consiglio regionale abbia potuto discuterne; se la Corte dei Conti approvasse l’operazione diventa molto difficile tornare indietro”. “Si tratta di una forzatura procedurale” ha commentato il consigliere. Pochi, invece, gli strumenti per Firenze Fiera “che sta vivendo un momento estremamente complicato”, mentre “per Fidi Toscana i tempi sono completamente saltati”. Bene, secondo Capecchi, i fondi per le bonifiche dal Keu, “bene ma non benissimo” la destinazione di 1 milione e 500mila euro al teatro Manzoni di Pistoia “che mi auguro sia solo un primo stralcio, dato che l’accordo è per 4”, le risorse per lo studio di fattibilità della montagna pistoiese e le risorse per il trasporto pubblico locale “benefiche a patto che ci sia parità di trattamento nelle varie aree della Toscana”.

Elisa Tozzi (Gruppo misto-Toscana Domani) ha incentrato il suo intervento sulla necessità di programmazione. “Serve una programmazione generale – ha spiegato – invece di considerare solo esigenze particolari” e “di prevedere finanziamenti estemporanei e disorganici”. Secondo la consigliera occorre inoltre che “Il sostegno ai Comuni diventi strategico per la Regione Toscana, fermo restando il principio di sussidiarietà”. Tozzi ha inoltre rilevato come un intervento fiscale sulle Asp coinvolge con una riduzione anche l’Istituto degli Innocenti.

“Noto alcune assenze importanti” ha osservato Irene Galletti (Movimento 5 stelle). Prima di tutto “la mancanza di una visione, la Toscana ancora una volta sembra un ente il cui unico compito sia distribuire risorse”; ancora, secondo la consigliera, l’Irpet dovrebbe essere coinvolta per capire quali strumenti mettere in campo e che effetto hanno avuto quelli dispiegati. “Purtroppo – ha proseguito – dopo la pandemia non solo la digitalizzazione non ha avuto quel balzo in avanti da tutti auspicato, ma in molti casi è in sofferenza”. Tra i nodi critici, infine, citati anche il consumo del suolo, il rigassificatore di Piombino, il diritto alla casa non garantito, il sistema sanitario che presenta grosse falle, con liste di attesa infinite.

Marco Niccolai (Pd) ha fatto osservare che “quando si parla di programmazione molti atti non compaiono nelle variazioni di bilancio” ma che i provvedimenti presi sono numerosi e importanti, a partire da quelli sui fondi strutturali. Il consigliere ha citato come esempio i 900milioni messi a disposizione come riserva dei Comuni interni con premialità e bandi. Niccolai ha invece commentato che “quello che crea problemi è il fatto che il Governo nazionale non abbia ancora detto che cosa vuole fare esattamente con i fondi del Pnrr, provocando gravi incertezze nelle Regioni” e che la Regione spesso, come nel caso delle strade, “è intervenuta perché Anas e il livello nazionale non fa quello che avrebbe dovuto fare, ed è un paradosso che questo venga criticato”. Per quanto riguarda, infine, i Comuni, Niccolai ha ricordato che “i grossi problemi sono causati dalla spesa corrente, su cui la Regione non può intervenire, è necessario che intervenga lo Stato”.

Gratitudine al presidente Eugenio Giani, per il lavoro fatto, è stata espressa da Federica Fratoni (Pd), che ha ricordato come con la precedente variazione al Bilancio “non avendo piena cognizione dell’entità dei trasferimenti nazionali, il governatore si sia preoccupato di assicurare risorse alla sanità, mentre con questa variazione possiamo toccare con mano il concetto di Toscana diffusa”. Solo un esempio: visto che le risorse del Pnrr sono destinate ai grandi centri, con lo scorrimento del bando sull’impiantistica sportiva si interviene su porzioni di territorio più piccole. E dopo aver parlato della vicenda del Teatro Manzoni di Pistoia, la consigliera ha sottolineato come sul fronte della viabilità ci sia un importante attenzione alle infrastrutture, come dimostra l’intervento sulla SS 66 nel comune di San Marcello.

“Di lettura non onesta dell’intervista del ministro Schillaci su Repubblica”, citata nel suo intervento dal consigliere Niccolai (Pd), ha parlato Diego Petrucci (Fratelli d’Italia), che si è soffermato sugli interventi sul Fondo sanitario nazionale, che dal 2019 al 2024 sono passati da 114,5 miliardi di euro a 128, sottolineando, non solo l’aumento di 14 miliardi, ma anche la ricerca di ulteriori 3 miliardi per tamponare le ben note emergenze, con precisione per dare più soldi agli operatori dei Pronto Soccorso e per la sanità territoriale. Da qui l’invito alla Regione: “quando chiedete più soldi al Governo per la sanità, specificate anche per cosa, nella speranza non siano per un ennesimo centro di potere”. Il consigliere ha concluso ribadendo che per la sanità toscana servono modelli organizzativi differenti, che porterebbero anche ad importanti risparmi.

“Riconosco al collega Petrucci grande onestà intellettuale, ma oggi è stata lasciata a casa”. Così ha esordito Enrico Sostegni (Pd), ricordando come i miliardi citati del Fondo sanitario nazionale siano stati previsti dal governo precedente e non dal governo Meloni. Inoltre, “in tutto il mondo, quando si stima il costo della sanità lo si fa in rapporto al Prodotto interno lordo e non in termini meramente numerici”. Cifre, tra l’altro, che non servono neppure per superare l’inflazione. Sul fronte dei primari il presidente della commissione Sanità, rispondendo alle considerazioni del consigliere Petrucci, ha ricordato come sia un decreto ministeriale a prevederne il numero; da qui l’invito: “Sono troppi? Pensate allora a modificare il decreto Balduzzi”. E ricordando che sul direttore del Meyer sta indagando la magistratura, Sostegni ha invitato a non dimenticare e a riconoscere quanto sia importante questo nostro ospedale pediatrico.

Elena Meini (Lega), sottolineando come in politica sia importante accettare le critiche e riconoscere gli interventi a favore del territorio, ha passato in rassegna gli interventi condivisibili: i 15milioni di euro sulla 420 e sulle zone coinvolte dall’inchiesta Keu; i 12milioni di euro per le bonifiche del Sin di Massa, anche se non è chiaro se il ritardo sia collegato o meno all’entrata in vigore del nuovo Codice degli Appalti; i 10milioni per la cultura. E ricordando che il Piano regionale di sviluppo arriva dopo tre anni di mandato, la consigliera ha evidenziato alcune discrasie: “nell’aggiornamento al Defr non si parla né di Toscana Strade, né di Sviluppo Toscana e nemmeno della revisione della legge sul governo del territorio”. Infine, secondo Meini, non è chiara la direzione di Fidi Toscana, in particolare di Sici, e neppure il futuro di Cosvig, con i Comuni che attendono le risorse degli anni precedenti.

Per Francesco Torselli (Fratelli d’Italia) su una variazione di bilancio definita “piccola” dal presidente Giani, ci sono riflessioni importanti. Accanto agli interventi positivi: Keu, Sin e cultura, il consigliere ha evidenziato criticità in negativo, a partire dall’attrazione degli investimenti nella nostra regione. E riprendendo la Banca d’Italia, secondo la quale il Pil nazionale cresce di più in Italia che in Europa, con una regione dove la ricchezza nazionale cresce meno che nelle altre regioni, cioè la Toscana, ha invitato a rivedere la politica degli investimenti, guardando in particolare al commercio, alla fuga dell’imprenditoria giovanile, al turismo congressuale. E facendo notare l’assenza dell’assessore al Bilancio, mentre in Aula si sta dibattendo sulla variazione, Torselli ha affermato che neppure una volta si parla di turismo congressuale. Da qui il riferimento al famoso piano di rilancio di Firenze Fiera, definito dalla stampa “soggetto tecnicamente già fallito”. “Non vorrei che l’eventuale fusione con Milano volesse solo dire perdere Pitti a Firenze”, ha concluso.

Gianni Anselmi (Pd) ha ricordato come i recenti dati del rapporto Irpet 2022 “mostrano che nel 2022 l’economia toscana sia cresciuta in termini di performance produttive del 4,1 del Pil rispetto a una media nazionale del 3,8”. “Il rapporto – ha aggiunto – evidenzia una notevole ripresa del settore delle costruzioni, un’economia trainata dalle esportazioni e dal turismo, che conosce una stagione straordinaria nel dopo pandemia. Sono cresciuti gli occupati con confortanti segnali nella contrattualistica a tempo indeterminato. Su questa situazione impatteranno tuttavia, con numeri potenzialmente preoccupanti, le misure del governo che ha eliminato il reddito di cittadinanza”.

“Col Defr e col Piano regionale di Sviluppo – ha poi affermato – abbiamo un’occasione importate per svolgere una funzione consiliare che integri il lavoro di raccolta di questa progettualità pulviscolare che il presidente svolge sui territori. Tengo molto al rilancio della programmazione negoziata e dobbiamo supportare il presidente in un lavoro meno puntiforme e più strategico, chiamando i comuni a una collaborazione di area più che a richieste singole”. Importante anche “fare una riflessione sul Pnrr per capire cosa accadrà di questo strumento e sulle opportunità che può offrire per il mercato del lavoro”.

Anna Paris (Pd) ha ribadito che i dati Irpet “sottolineano come la nostra regione sia cresciuta più delle altre”. Per quanto riguarda il futuro ha evidenziato come il Pnrr sia fondamentale. “Se la Toscana non dovesse raggiungere le percentuali di crescita, dipenderà dal Pnrr che incide per l’1 per cento”.

 Marco Casucci (Lega) ha annunciato il voto contrario al provvedimento. “Ricorrere a tre variazioni strutturali è indice di una cattiva programmazione – ha affermato -. Sorprende anche che l’aggiornamento al Defr non sia accompagnato da una relazione aggiornata sui dati macroeconomici regionali”. Mentre sul rapporto Irpet ha dichiarato: “Esso è chiaro: dice che la Toscana cresce ma non corre a causa della questione Pnrr”. “Alla base di questa variazione di bilancio – ha continuato – non c’è una programmazione, ma una piena discrezionalità del governatore. Nella nostra regione il manifatturiero arretra, c’è un grave problema demografico e uno legato alle importazioni di materie prime con riferimento alla questione energetica. Su questo non si sta facendo niente. Negli ultimi 15 anni non sono stati fatti investimenti strategici sui settori delle infrastrutture, dell’energia e della formazione. Ci stiamo riducendo a un mega villaggio turistico. Una programmazione carente denota una mancanza di visione: va bene finanziare scuole e palestre, ma questi investimenti non creano valore aggiunto”. Casucci ha fatto infine riferimento alla rimodulazione che riguarda le risorse per il Teatro di Foiano della Chiana “dove si passa da 800 a 650mila euro, a fronte di un finanziamento che si era votato a novembre. A dimostrazione di come quello che appare strategico viene poi contraddetto pochi mesi dopo”.

(testo a cura di Cecilia Meli, Paola Scuffi e Angela Feo)

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