Aree interne: tpl nelle zone a richiesta debole, audizione dell’assessore Baccelli
Nella commissione consiliare presieduta da Marco Niccolai (Pd). “Verifichiamo come Province e Comuni siano accompagnati alla nuova fase che inizierà il primo novembre prossimo”
La commissione consiliare per il sostegno, la valorizzazione e la promozione delle aree interne della Toscana, presieduta da Marco Niccolai (Pd), ha tenuto lunedì 10 luglio, un’audizione dell’assessore regionale ai trasporti, Stefano Baccelli sul tema del trasporto pubblico locale, “in particolare sull’applicazione del contratto unico regionale e i suoi effetti sui territori delle aree interne”. Come ha spiegato in apertura il presidente Niccolai, “una commissione come la nostra ha il compito di verificare che Province e Comuni siano accompagnati in questo percorso, primo momento di riforma significativa per il nuovo Tpl, specie per le aree interne. Partecipiamo alle discussioni con gli enti locali su quello che sarà a partire dal primo di novembre, con l’entrata in vigore del cosiddetto T2, in esecuzione del contratto della gara unica regionale”.
L’assessore ha esordito con un breve riassunto “di questa riforma che scaturisce da un importante taglio al fondo nazionale dei trasporti, risalente al 2010, e punta a limitare gli effetti della riduzione di risorse, migliorare l’offerta dei servizi attraverso una nuova governance dell’intero sistema”, ha spiegato Baccelli. “L’obiettivo è quello di cercare un partner strutturato che con un adeguato piano industriale possa migliorare qualitativamente il servizio, dargli una sua omogeneità e investire, sia sulle tecnologie che sul rinnovo dei bus. In termini quantitativi, l’obiettivo era quello di passare ad una rete integrata da servizi innovativi per le aree a domanda debole per complessivi 98,5milioni” di chilometri annui. Dopo la fase T1, per il mantenimento del servizio complessivo, si arriva ora alla fase T2 per una razionalizzazione, “impostata sulla separazione gestionale dei servizi svolti nelle aree a domanda debole. Con la delibera del 15 maggio scorso, abbiamo deciso di mantenere le percorrenze a totale carico della Regione Toscana, anche per il periodo del cosiddetto T2, programmando e finanziando 102milioni di chilometri e 52mila ore di servizi flessibili, con 4milioni di chilometri in più rispetto alla previsione originale. L’impegno complessivo ammonta per la Regione a circa 300milioni di euro l’anno e questo fa della Toscana una delle prime cinque Regioni in Italia”. È in corso “un gran lavoro per i cosiddetti lotti deboli, sviluppati nelle aree interne della Toscana o comunque in orari cosiddetti deboli, per complessivi 10milioni di chilometri, di cui 3milioni e mezzo già attivati. Abbiamo attualizzato i contributi: per i cosiddetti lotti deboli ci saranno circa 14milioni di euro l’anno”.
L’assessore ha quindi delineato, provincia per provincia, la mappa dei chilometri per le aree deboli: “Arezzo, un milione e 535mila chilometri, di cui 847mila di nuova attivazione (servizio a domanda debole in Casentino, Val di Chiana e Valtiberina; Livorno, 132mila 800 chilometri annui, già attivati nella zona costiera e nelle isole e ulteriori 200mila chilometri nelle zone marginali della città di Livorno; Lucca, un milione e 902mila chilometri destinati prevalentemente l’area della Garfagnana; Massa Carrara 930mila 664 chilometri per aree a domanda debole come la Lunigiana; Siena un milione e 210mila chilometri annui destinati a Val di Chiana senese e Amiata; Pisa, un milione e 930mila chilometri per Val di Cecina, Val d’Era, Valdarno e realtà urbane di Volterra, Pontedera e San Miniato; Città metropolitana di Firenze, 2milioni e 300mila chilometri, già attivati nel 2019, che interessano in particolare Mugello, Alto Mugello, Val di Sieve e Valdarno. Complessivamente, con questa riorganizzazione sommata al lotto strutturale, si arriva a circa 112milioni di chilometri l’anno in Toscana”. La Regione continua “ad assicurare il sostegno aree interne nell’ambito delle politiche per la coesione territoriale: nel ciclo 2021-27 sono state individuate tre nuove aree della Toscana centro meridionale”. L’assessore ha aggiunto che “Anci in più di un’occasione ha evidenziato possibilità che i Comuni aree interne possano intervenire con progetti sperimentali o integrativi dei servizi nelle aree a domanda debole. La strategia nazionale per le aree interne prevede inoltre il miglioramento intermodalità treno-gomma, treno-bici” e ha ricordato gli interventi di carattere strutturale già effettuati.
Il presidente Niccolai ha chiesto “come si concreta il supporto della Regione alle province nell’interlocuzione con Autolinee toscane: c’è la preoccupazione che alcuni Comuni non colgano appieno l’importanza del passaggio del primo di novembre e che una rimodulazione del servizio è necessaria e può essere l’occasione virtuosa per mettere in campo alcune innovazioni come il trasporto a chiamata” e un chiarimento sul “quadro di finanziamento per le aree a domanda debole, per capire ripartizione costi e compartecipazione”.
“L’idea è quella di una gestione associata tra Regione e enti locali”, ha spiegato Baccelli. Le cifre, come detto, “sono all’incirca 14milioni di euro l’anno destinate alle Province o comunque a quegli enti locali che sono soggetti attuatori delle gare. Lo sforzo di finanziare 4milioni di chilometri in più e di adeguare e finanziare i lotti deboli è lo sforzo massimo che possiamo fare. Alle Province abbiamo chiesto di partire con le gare. Ci sono preoccupazioni, alcuni temono che vadano deserte, ma l’unico modo per tenere in equilibrio il sistema e avere servizi peculiari per aree a domanda debole è andare a vedere cosa il mercato ci propone. Si tratta di una riforma strutturale utile anche per l’equilibrio finanziario e l’innovazione qualitativa del servizio. Continuiamo ad accompagnare questo percorso, che sappiamo essere impegnativo per le Province, ma cruciale per il nostro sistema di trasporto pubblico. Per il rinnovo dei bus, le cose vanno meglio rispetto alla tempistica prevista dal contratto. Si conferma l’obiettivo di mille e 900 bus nuovi. La quota parte stanziata dagli enti è molto variabile. Prosegue il confronto continuo per monitorare andamento indizione delle gare. La competenza è degli enti locali”.
Il capogruppo del Partito democratico, Vincenzo Ceccarelli ha prefigurato la possibilità di “predisporsi ad accompagnare chi avrà dei ritardi, come la regione ha sempre fatto in passato”. Ha ragione, a suo parere, l’assessore, “quando dice che forse è l’aspetto più interessante e innovativo è l’introduzione di mezzi e servizi a chiamata, assieme alla comunità tariffaria e a una omogeneizzazione di informazione e bigliettazione”. Secondo il consigliere Mario Puppa (Pd), “l’assessore si è rapportato in maniera molto concreta rispetto alle esigenze dei territori, anche con un dialogo costante con le Province. La Regione assicura l’accompagnamento sia dal punto di vista finanziario che procedurale. Bus a chiamata e integrazione gomma-rotaia sono esperimenti replicabili. È necessaria una sottolineatura in più: l’ambizione dal punto di vista turistico da parte di questi territori, che è molto cambiata”.
Il presidente Niccolai ha ribadito, in conclusione, l’importanza di “dare risposte a cittadini e amministratori” e assicurare il “supporto agli enti locali affinché sia una transizione virtuosa. Dalla qualità con cui si vivrà questo confronto e questo lavoro nelle prossime settimane e mesi, ne andrà dell’esito più complessivo della percezione di questo passaggio epocale, che ci auguriamo possa essere accompagnato il più possibile”.