Agricoltura: polizia rurale, ‘schema di regolamento’ per la cura del territorio
Approvata una proposta di legge con voto favorevole a maggioranza
Firenze – Semplificare le procedure e perseguire maggiore coerenza e uniformità nella cura del territorio regionale, dettare disposizioni finalizzate ad individuare obiettivi e contenuti di massima dei regolamenti comunali di polizia rurale e prevedere la disposizione, da parte della Regione, di uno schema di regolamento con i requisiti minimi contenuti. Questo l’obiettivo della legge approvata questa mattina dal Consiglio regionale, dal titolo “Norme in materia di manutenzione del territorio”. La proposta di legge è stata approvata con il voto favorevole della maggioranza, mentre la Lega ha votato contro, M5S si è astenuto e FdI non ha partecipato al voto.
Come ha spiegato la presidente della commissione Ambiente e Territorio Lucia De Robertis (Pd), illustrando l’atto in Aula, la proposta “punta a far redigere alla Regione uno schema di regolamento omogeneo in materia di polizia rurale, al quale i Comuni possono fare riferimento”. Per polizia rurale si intende il servizio di vigilanza sulle coltivazioni e le aree agricole, con particolare attenzione alla cura dell’ecosistema e alla sostenibilità delle colture. Numerosi gli argomenti che si toccano, dall’uso dei pozzi allo sfalcio dei terreni incolti, dalla manutenzione dei canali di scolo ai terrazzamenti. “Dato che molti Comuni, soprattutto quelli più piccoli – ha spiegato De Robertis – sono in difficoltà a emettere provvedimenti in materia perché non hanno il personale tecnico esperto, l’obiettivo è quello di fornire loro un punto di riferimento e di conseguenza omogeneizzare il servizio sul territorio toscano”.
Si stabilisce che l’autorità comunale eserciti la vigilanza sul rispetto e sull’applicazione delle norme e delle prescrizioni del regolamento comunale di polizia rurale in materia di manutenzione del territorio. Per le violazioni delle disposizioni dei regolamenti comunali di polizia rurale in materia di manutenzione del territorio si applica una sanzione amministrativa pecuniaria da 100 a mille euro alle eventuali sanzioni amministrative accessorie. Inoltre, si stabilisce che la Giunta entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge debba approvare con deliberazione lo schema tipo di regolamento comunale di polizia rurale, definendo i requisiti minimi per la manutenzione del territorio.
Alessandro Capecchi (FdI) ha annunciato la non partecipazione al voto, “perché pur essendo vero che i Comuni hanno bisogno di aiuto, e in questo senso il tentativo è apprezzabile, la proposta presenta numerosi punti critici”. Innanzitutto, ha spiegato il consigliere, “sussiste il dubbio di incostituzionalità perché la legge interviene su aspetti di natura privatistica”. Si rischia inoltre che il regolamento, contenendo una miriade di disposizioni, diventi troppo grande.
Cristiano Benucci (Pd) ha commentato che “chiunque abbia fatto il sindaco ha dovuto fare i conti con problemi come i cigli dei torrenti ostruiti o i rovi non sfalciati, e questi temi generalmente sono più importanti nei Comuni più piccoli, come quelli montani, dove non c’è il personale in grado di approfondirli. La questione assume ancora più importanza a fronte del cambiamento climatico”. Per questo è apprezzabile uno strumento che si propone di aiutare fattivamente i Comuni.
Marco Landi, portavoce dell’opposizione, ha invece commentato che “questa proposta di legge va ad esautorare alcune funzioni dei Comuni; in questo modo si mette il cappello sull’autonomia di gestione delle competenze dei Comuni”. Si tratta di un atto, ha concluso, destinato a non funzionare e complicare il quadro normativo.
(testo a cura di Benedetta Bernocchi e Cecilia Meli)