Pubblica amministrazione: qualifica dirigenziale, cambiano le regole per l’accesso
Via libera a maggioranza del Consiglio regionale con 22 voti a favore, 6 contrari e 3 astensioni
Il decreto legge “Misure urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni funzionale all’attuazione del Pnrr e per l’efficienza della giustizia ha introdotto significative modifiche alle modalità di reclutamento del personale dirigenziale delle pubbliche amministrazioni. Il presidente della commissione Affari istituzionali, Giacomo Bugliani (Pd), ha illustrato in Aula la proposta di legge che modifica il reclutamento del personale dirigenziale delle pubbliche amministrazioni, spiegando che “oggi la materia di organizzazione ed ordinamento degli uffici rientra nella competenza residuale della Regione”.
Dopo il dibattito, la proposta di legge è stata approvata a maggioranza con 22 voti favorevoli, 6 contrari e 3 astensioni.
Bugliani ha spiegato che l’atto, profondamente rivisto all’interno della Commissione, interviene su vari aspetti. “Si stabilisce – ha precisato il presidente – che fermo restando la percentuale non inferiore al 50 per cento dei posti destinati all’accesso dall’esterno, su quelli residui sia prevedibile una riserva di quota non superiore al 30 per cento per quel personale in servizio a tempo indeterminato in Regione che abbia laurea magistrale e abbia svolto almeno 5 anni di servizio nella categoria inferiore a quella dirigenziale”. “Si stabilisce, poi, che ci sia una ulteriore quota, non superiore al 15 per cento, riservata al personale che ricopre incarico dirigenziale”.
Un altro aspetto toccato da questa riforma riguarda nomina e requisiti per direttore generale e direttori: “Si stabilisce – ha continuato Bugliani – che possano essere scelti anche tra soggetti con esperienze di almeno 5 anni nei settori della ricerca o magistratura”, inoltre “in Commissione si è ritenuto di assimilare, grazie ad un emendamento della vicepresidente Elisa Tozzi, questa previsione anche all’accesso alle qualifiche dirigenziali non solo per i direttori”. Infine si parla del personale addetto alle mansioni di autista e in particolare si stabilisce che “possono assumere questa qualifica anche soggetti non dipendenti delle pubbliche amministrazioni”.
Bugliani ha precisato che queste tipologie di incarichi dirigenziali possono essere attribuite anche per l’esecuzione di incarichi funzionali per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, “chiaramente devono essere a tempo determinato, la durata non può eccedere la data del 31 dicembre 2026 – ha precisato – e possono essere conferiti anche a laureati in discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche”.
Marco Casucci (Lega) ha ribadito che si tratta di un atto che nasce dalla “necessità di un adeguamento delle disposizioni regionali in materia di dirigente rispetto alle modifiche nazionali”. Secondo Casucci “in base a questo adeguamento gli incarichi dirigenziali possono essere conferiti anche a persone di comprovata qualificazione professionale non rinvenibile nei ruoli della pubblica amministrazione”. Un aspetto che non convince il consigliere è quello legato al reclutamento degli autisti.
Vincenzo Ceccarelli (Pd) ha sottolineato che si tratta di una proposta di legge che è stata migliorata grazie ai lavori della Commissione e ha annunciato l’emendamento, accolto dall’Aula, che “riduce al 10 per cento la possibilità di assunzione con la nuova modalità per il parco autisti”.
La vicepresidente Elisa Tozzi (gruppo misto-Toscana domani) ha riconosciuto l’ottimo lavoro fatto in Commissione ed ha ricordato che proprio in quella sede era stato presentato un emendamento che mirava a cassare la norma in merito all’assunzione degli autisti.