25 Novembre 2025

Giornata contro la violenza sulle donne: il dibattito in Consiglio regionale

Gli interventi della presidente del Consiglio regionale Stefania Saccardi, della presidente della Commissione Pari opportunità Francesca Basanieri, dell’assessore regionale Cristina Manetti, del vicepresidente del Consiglio regionale Diego Petrucci, di Serena Spinelli (Partito democratico), Francesco Casini (Casa riformista), Diletta Fallani (Alleanza verdi e sinistra), Irene Galletti (Movimento 5 Stelle), Marco Guidi (FdI), Massimiliano Ghimenti (AVS), Jacopo Maria Ferri (Forza Italia), Massimiliano Simoni (Lega) e del portavoce dell’opposizione Alessandro Tomasi

Comunicato n. 1025 - 1026
Stampa/Salva
Condividi

di

Firenze – “Oggi si celebra la giornata internazionale contro la violenza sulle donne e ritengo importante aver collegato questo momento di riflessione e confronto alla Festa della Toscana, che ricorda l’abolizione della pena di morte e della tortura”. Con queste parole la presidente del Consiglio regionale, Stefania Saccardi, ha introdotto in aula la parte della seduta dedicata a celebrare la Giornata contro la violenza sulle donne. Al centro dell’Aula, due scarpe rosse sistemate sul drappo della Regione come simbolo dell’impegno delle istituzioni a contrastare ogni forma di violenza di violenza e sopruso nei confronti delle donne.

“La Toscana – ha proseguito la presidente Saccardi – è una terra che alimenta i diritti, che lotta contro le differenze, che sostiene il diritto alle diversità e il rispetto della dignità della persona. I valori che abbiamo ricordato durante le celebrazioni per la Festa della Toscana sono perfettamente in sintonia con la giornata che celebra la violenza contro le donne”. Secondo Saccardi, la Toscana è “una regione che si batte per i diritti di tutti, che ha creato per prima il codice rosa, che si batte da sempre per i diritti delle donne. Una terra che ha sottoscritto protocolli d’intesa, con le procure e le forze dell’ordine, per non far subire ulteriori umiliazioni alle donne durante il processo”.

Francesca Basanieri, presidente Commissione pari opportunità, ha ricordato che il compito della commissione è fare da raccordo tra i territori toscani e le istituzioni regionali. “Il nostro lavoro in questi anni – ha detto – si è svolto con l’aiuto dei Comuni, delle Province e delle molte associazioni di volontariato. C’è sempre stato un’unità d’intenti per aiutare le donne vittime di violenza, e tutto il Consiglio regionale si è impegnato e si impegna su questo tema fondamentale”. Basanieri ha sottolineato che “solo se lavorano insieme le istituzioni e la società civile possono ottenere risultati importanti e per questo abbiamo collaborato con i centri Auser e i centri antiviolenza”. Ha poi ricordato che nel 2024, in Toscana, ci sono state nove vittime di femminicidio. “La commissione e la Regione – ha concluso – continuano nel loro impegno e non lasciano sole le donne vittime di violenza e di discriminazioni”.

L’assessore regionale Cristina Manetti ha ringraziato il Consiglio regionale “per avere dedicato questo spazio alla giornata contro la violenza sulle donne. Credo che tutto l’anno dobbiamo riflettere e impegnarsi su questo tema facendo perno sul fatto che siamo una terra di diritti, come ci ricorda la Festa della Toscana”. Manetti ha poi spiegato che “nella nostra regione abbiamo 28 case rifugio e 108 punti di prima accoglienza, una rete regionale che ha accolto 30 mila donne in questi venti anni, grazie anche all’aiuto fondamentale delle associazioni di volontariato”. Secondo Manetti, l’educazione al rispetto delle donne “è sempre più importante per far crescere una maggiore sensibilità su questi temi”, così come “è necessaria una maggiore libertà economica per le donne, lavorando per conciliare sempre di più i tempi della maternità con i tempi del lavoro”.

 Il vicepresidente del Consiglio regionale Diego Petrucci (Fratelli d’Italia), condividendo gli interventi ascoltati, ha evidenziato che “oggi il Parlamento dovrebbe introdurre il reato di femminicidio nel Codice penale con l’articolo 570 bis, su iniziativa dei ministri Roccella e Nordio. Si tratta di un atto di civiltà con cui si cerca di alzare un muro contro la violenza sulle donne”. Petrucci ha ricordato che “saranno potenziate le misure cautelari e gli arresti domiciliari e verrà introdotto un percorso di formazione specifica per i magistrati”. Ha poi aggiunto: Inoltre, con la proposta, portata avanti e condivisa da Schlein e Meloni, al Senato verrà introdotto il consenso libero e attuale nell’atto sessuale che verrà inserito nel nostro impianto legislativo”. Concludendo il suo intervento, Petrucci ha detto che impegnarsi contro la violenza sulle donne è “una battaglia che va portata avanti tutto l’anno e tutti i giorni, con convinzione da parte di tutte le forze politiche”.

Non solo numeri ma soprattutto storie che raccontano di violenze e di soprusi, dettati spesso da una cultura fondata sulla superiorità dell’uno sull’altra. Serena Spinelli (Partito democratico) ha invitato a riflettere sui numeri, guardando oltre. Nel 2024 gli accessi ai centri antiviolenza sono stati 5670; 134 le donne ospitate in case rifugio; 452 gli accessi ai servizi di emergenza sociale; 76 le donne uccise nel 2025, di cui 9 in Toscana. Da qui la necessità di una rete che funzioni, con attori capaci di collaborare tra loro, e soprattutto fermi su un punto: “niente può giustificare la violenza, la volontà di metterti a tacere, di farti morire”. “E se la violenza maschile è un fenomeno strutturale, le donne devono riscoprire la forza di uscire dagli stereotipi di ruolo, per accompagnare gli uomini a condividere la loro libertà – ha sottolineato la consigliera – perché la battaglia non è solo nostra ma comune, e la Toscana ha tutti gli anticorpi per non fermarsi e continuare sulla strada tracciata”.

Francesco Casini (Casa riformista) ha parlato di violenza che non conosce i confini sociali e che “spesso si consuma nei luoghi, le mura domestiche, che dovrebbero essere spazi di rifugio e non di paura”. E riprendendo spunto dai numeri, ha parlato di dati allarmanti: i nove femminicidi in Toscana registrano un aumento del 50 per cento rispetto all’anno precedente; dal 2006 ad oggi, i 149 femminicidi raccontano di 51 orfani speciali; il consigliere ha continuato parlando degli accessi ai centri antiviolenza e al pronto soccorso in codice rosa, per affermare che la violenza non nasce all’improvviso, ma è la conseguenza di una cultura del non rispetto della donna. In tale contesto, “la Toscana non può fermarsi e deve interrogarsi su quanta strada ci sia ancora da percorrere, a partire dall’educazione nelle scuole, per tenere sempre alto il concetto del rispetto e della parità poiché ogni donna ha diritto di essere libera, e sta a noi amministratori pubblici difendere questa libertà, con azioni concrete”.

“Questa è una giornata molto importante, non solo per ricordare, ma soprattutto per guardare negli occhi una realtà, nella consapevolezza che ogni femminicidio è una sconfitta collettiva”. Così Diletta Fallani (Alleanza verdi e sinistra), invitando alla responsabilità, al coraggio e all’impegno. La violenza contro le donne nasce da “relazioni sbilanciate”, e non è sufficiente proteggere chi è vittima, ma occorre prevenire tutti quegli atteggiamenti comportamentali che caratterizzano il nostro quotidiano, attraverso una rete protettiva in grado di creare una cultura nuova, che insegni il rispetto della reciprocità. “Ogni cammino inizia da un passo – ha sottolineato – la violenza si combatte solo se non ci voltiamo dall’altra parte, il nostro compito è che nessun grido resti inascoltato, che la libertà delle donne venga difesa ogni giorno”.

Irene Galletti (Movimento 5 Stelle), dopo aver ringraziato per la scelta di unire la celebrazione della Festa della Toscana con la Giornata internazionale contro la violenza alle donne, “due iniziative che parlano la stessa lingua”, ha ricordato alcuni dati Istat: 6,4 milioni di donne, tra i 16 ed i 74 anni, hanno subito almeno una violenza fisica o sessuale, per affermare che le problematiche sono culturali, sociali, economiche. Basti pensare alla questione donne e lavoro, dove la disparità economica e la fragilità delle famiglie, dai figli piccoli agli anziani da accudire, si riversa inevitabilmente in una sola direzione. La consigliera ha anche ricordato che di recente, la presidente della Regione Sardegna è stata oggetto di attacchi con epiteti di natura sessista e non basati sulle valutazioni di ordine politico, ancora un esempio di quanto la cultura possa influire. “Occorre costanza, pazienza ed attenzione – ha concluso Galletti – perché il 25 novembre possa essere tutti i giorni”, attraverso l’impegno delle Istituzioni e dell’intera comunità.

Prendendo la parola il consigliere di Fratelli d’Italia Marco Guidi ha voluto sottolineare come il legislatore nazionale abbia fatto passi avanti importanti in tema di femminicidi e violenza sulle donne: “Io faccio l’avvocato e rispetto ad alcuni anni fa, oggi quando deposito una querela devo spuntare se ho un codice rosa perché quella querela ha per fortuna un percorso più veloce. Oggi le forze dell’ordine hanno una particolare formazione rispetto ai casi di violenza. È previsto l’utilizzo del braccialetto elettronico che purtroppo non sempre è deterrente, ma comunque viene utilizzato in caso di misura preventiva. Oggi una violenza nei confronti delle donne non è più un una semplice aggravante, ma è diventato un reato autonomo con tutte le conseguenze del caso fino ad arrivare a quella che è la possibilità di ergastolo quindi diciamo alla pena massima”.

Il consigliere Guidi si è soffermato anche su altro aspetto quello di un cambiamento culturale necessario e che nelle fila di Fratelli d’Italia è dimostrato in modo evidente da Giorgia Meloni presidente del Consiglio e in Toscana da Chiara La Porta capogruppo nell’Assemblea legislativa toscana”.

Il consigliere regionale di Alleanza Verdi e Sinistra Massimiliano Ghimenti ha posto invece l’attenzione sul controllo dei propri social e sui tanti commenti odiosi che si possono leggere in rete. Ha portato l’esempio della sindaca di Genova Silvia Salis pesantemente insultata e additata di essere “una poco di buono”. “Come estremamente gravi – ha proseguito – e da condannare sono state le immagini sui social della premier Meloni a testa in giù”.

“Prendiamoci l’impegno – ha proseguito – a vedere che cosa viene scritto sui nostri social. Prendiamocelo tutti perché si leggono cose di una violenza inaudita. È il caso della nuova vicepresidente della Giunta regionale Mia Diop nel migliore dei casi, per la giovane età, viene definita la badante del presidente Giani. Quando vediamo queste cose sui nostri profili stigmatizziamole. Perché altrimenti rischiamo di predicare bene in quest’Aula ma di razzolare male fuori”.

“Un impegno a trattare con rispetto ed educazione l’avversario politico in Aula” pianamente sottoscritto dalla presidente dell’Assemblea legislativa Stefania Saccardi.

Intervenendo per il gruppo di Forza Italia Jacopo Maria Ferri ha detto “di non avere sentito parole vuote, ma interventi di contenuto veramente importante. Ogni espressione di oggi deve avere un significato, i numeri sono davvero drammatici nonostante l’impegno di tutti e devono farci riflettere su quello che siamo chiamati a fare andando avanti, migliorando quindi le politiche e i provvedimenti e abbiamo avuto testimonianza di quello che il governo e il Parlamento stanno facendo insieme. Ma abbiamo sentito anche quello che ha fatto in questi anni la Toscana e che sta continuando a fare”.  “Una piaga – ha proseguito – che si debella con l’impegno quotidiano di tutti. Quindi bene nuovi provvedimenti utili, bene soprattutto tante parole più serene ed efficaci. Sono convinto che anche attraverso l’esperienza di oggi sarà più facile portare avanti nel migliore dei modi gli intendimenti che ciascuno di noi ha nel cuore”.

Dai banchi della Lega Massimiliano Simoni portando ad esempio film e libri ha sottolineato come agli uomini manchi la capacità di capire le donne: “L’uomo ha una profonda ignoranza e, a differenza della donna, non comunica e pensa di poter risolvere tutto da solo e poi spesso e volentieri esplode in maniera sconsiderata”. Il consigliere Simoni ha parlato poi di un altro aspetto quello della “grande resilienza e resistenza delle donne nettamente superiore a quella degli uomini. Donne che hanno anche il coraggio di rompere il silenzio perché non è facile andare in piazza e urlare il proprio dolore e far capire che bisogna cambiare le cose”.

“La violenza contro le donne – ha concluso Simoni citando l’ex segretario generale delle Nazioni Unite Annan – è forse la violazione dei diritti umani più vergognosa insieme a quella che viene esercitata sui bambini e non conosce confini. Fintato che continuerà non potremo pretendere di aver compiuto dei reali progressi verso l’uguaglianza e lo sviluppo della pace. Noi crediamo che l’unico modo di proteggere le future generazioni sia quello di stimolare le famiglie ad essere vigili sui propri figli e sulla loro educazione ma soprattutto avere una scuola come momento di riflessione e crescita sulle grandi sfide future”.

A chiudere il momento di approfondimento l’intervento del portavoce dell’opposizione Alessandro Tomasi che ha voluto portare come esempio i dati diffusi dal centro Aiuto Donna della Società della Salute di Pistoia. “Un campione di un bacino di centottantamila persone che ci permette di fare delle considerazioni importanti. Alla fine del mese di ottobre del 2025 sono state prese in carico centocinque donne e di queste il 71% ha un figlio a carico, cresce il numero delle ragazze che denunciano violenze nella fascia di età tra i 18 e i 25anni, la maggior parte di queste donne come titolo di istruzione ha la licenza media. Un dato su cui dovremo lavorare e poi, in alcuni casi, l’abbandono del percorso di autonomia e del progetto Ati di Aiuto donna. Donne che prima di abbandonare questi percorsi hanno detto di non essere pronte ad avere una vita autonoma, che hanno paura che il maltrattante possa continuare a far del male sia a loro che ai figli o che hanno difficoltà a raggiungere il posto di lavoro perché non hanno la patente”.

“Io credo – ha proseguito – che questa giornata serva a dire se le politiche che le istituzioni mettono in campo, anche con tante associazioni, siano o meno efficaci, se si deve cambiare qualcosa e se al mutare del problema della violenza e anche delle donne che riusciamo ad intercettare, o si rivolgono a noi, debbano mutare anche le nostre risposte e le nostre reazioni. Alla luce di questi dati è necessario lavorare sui problemi che inducono le donne ad abbandonare questi percorsi e bisogna fare uno sforzo in più per ampliare la platea di donne tra diciotto e venticinque anni che si rivolgono a noi. Per le istituzioni serve il principio della sussidiarietà trasversale. I tanti soldi raccolti grazie alle associazioni sono importantissimi per i centri di Aiuto ma vanno spesi bene, dando alle donne risposte concrete alle loro necessità”.  L’ultima riflessione del portavoce Tomasi è stata sul ruolo da riconoscere ai mediatori culturali nell’aiuto delle donne straniere che si sono rivolte a questi centri.

Nei ringraziamenti finali la presidente del Consiglio regionale Stefania Saccardi ha sottolineato come “gli interventi siano stati tutti di ottimo livello, dando un contributo importante a questa giornata. Auguro alla nostra Regione di essere un faro per tutto il Paese nella lotta alla violenza contro le donne. Una lotta che deve essere prima di tutto culturale. C’è bisogno di prevenzione. Un lavoro importante che deve cominciare dalle scuole, fondamentale per evitare poi di contare i morti che credo sia la cosa peggiore”.

(testo a cura di Riccardo Ferrucci, Paola Scuffi e Emmanuel Milano)

 

La galleria fotografica

Responsabilità di contenuti, immagini e aggiornamenti a cura dell’Ufficio Stampa del Consiglio regionale della Toscana