31 Luglio 2025

Cave: via libera alla prima variante al Piano regionale

Approvata a maggioranza con il voto favorevole di Partito democratico e Italia viva, il voto contrario di Lega e Gruppo misto-Merito e lealtà, l’astensione di Fratelli d’Italia e Gruppo misto-Alleanza verdi e sinistra

Comunicato stampa n. 0944
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Firenze – Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato la variante n. 1 al Piano regionale cave (Prc) per l’aggiornamento degli obiettivi di produzione sostenibile. L’atto è stato approvato a maggioranza, con il voto favorevole di Partito democratico e Italia viva, il voto contrario di Lega e Gruppo misto-Merito e lealtà, l’astensione di Fratelli d’Italia e Gruppo misto-Alleanza verdi e sinistra.

È stata la presidente della commissione Ambiente e territorio, Lucia De Robertis (Pd) a illustrare i contenuti della variante nella seduta di ieri. “Con la presente proposta di deliberazione si sottopone al Consiglio l’approvazione di specifica variante semplificata al piano regionale cave per la ridefinizione dei fabbisogni e dei relativi obiettivi di produzione sostenibile nel limite massimo del 5 per cento dei fabbisogni regionali. A cinque anni dalla approvazione del Prc è maturata infatti l’esigenza di dare attuazione alle disposizioni della disciplina di piano che prevedono la possibilità di apportare correttivi in quei contesti dove, a seguito degli esiti dell’attività di monitoraggio sull’attuazione del piano e alla luce di istanze provenienti dai vari territori, emergano possibili situazioni di criticità dei fabbisogni nel breve/medio periodo di programmazione”.

La variante in esame “si basa sia sui dati rilevati nei documenti annuali di monitoraggio approvati dalla Giunta regionale nel 2022, 2023 e 2024. Interessa dodici comprensori produttivi di materiali industriali, e cumula un incremento di 7milioni e mezzo di ulteriori materiali escavabili. Incremento riconosciuto quale risposta ai fabbisogni di mercato e assentito dai comuni territorialmente, supportanti le richieste delle imprese. Nella redazione della variante – ha spiegato la presidente – la Giunta regionale ha tenuto conto degli indirizzi impartiti dal Consiglio Regionale con la risoluzione 333 del 26 giugno 2024 collegata all’informativa preliminare, non rivedendo pertanto gli Obiettivi di Produzione Sostenibile dei bacini marmiferi di materiale ornamentale delle Alpi Apuane assoggettati ai Pabe”.

Il vicepresidente della commissione Ambiente, Alessandro Capecchi (FdI) ha osservato che “la variante è semplificata perché non si individuano nuovi giacimenti, ma semplicemente si aumentano del 5 per cento i limiti di escavazione. Primo problema: all’avvio della variante di questo Piano, la maggioranza ha detto: ‘si faccia la variante ma si tolga il marmo’. Nelle dodici autorizzazioni, il calcolo fatto dagli uffici cuba il 4,18 per cento, ma è calcolato sul totale di 180milioni di metri cubi, mentre se si escludesse il marmo, si dovrebbe parametrare il limite a 180milioni meno 47. Ciò che si scava non torna più, per questo, oltre il 5 per cento si prevede una variante ‘complessa’. La differenza fra variante ‘semplificata’ e variante ‘complessa’ è che la prima si fa senza Vas e senza osservazioni, la seconda con Vas e osservazioni, per dimostrare che non faccio la variante per l’interesse di qualcuno, ma nell’interesse pubblico. Il criterio se lo sono inventato gli uffici a posteriori. Rispetto a 76 richieste ne accogliamo 12, con un criterio deciso dopo e che desta qualche perplessità. Inoltre – ha aggiunto Capecchi –, questa verifica è prevista dopo un percorso quinquennale, mentre il Piano è del 2021 e cinque anni non sono passati”.

La presidente De Robertis ha chiesto una verifica della correttezza di tempi e procedure a seguito di quanto evidenziato dal vicepresidente Capecchi. Per questo, l’atto è stato votato nella seduta di oggi, giovedì 31 luglio. “Il dubbio è stato fugato, tutto era stato fatto secondo regola, e del resto c’erano i pareri conformi dell’ufficio legislativo e dell’ufficio fattibilità. L’articolo 19, comma 3, della disciplina di piano prevede che in fase id prima applicazione la verifica viene eseguita entro 3 anni”.

Responsabilità di contenuti, immagini e aggiornamenti a cura dell’Ufficio Stampa del Consiglio regionale della Toscana