Piano di tutela dall’amianto: il Consiglio approva a maggioranza
Hanno votato a favore Pd, Italia Viva e gruppo Misto – Allenza Verdi e Sinistra; contrari Fratelli d’Italia e Lega
Firenze – Approvato, durante la seduta notturna di martedì 29 luglio, Il Piano regionale di tutela dall’amianto (Prta). Hanno votato a favore il Pd, Italia Viva e il gruppo Misto – Alleanza Verdi e Sinistra; contrari Fratelli d’Italia e la Lega. Il Piano, come ha spiegato in aula la presidente della commissione Ambiente e territorio, Lucia De Robertis (Pd), e frutto del lavoro e del coordinamento di diverse direzioni regionali, “è un atto di pianificazione strategica. Istituito con legge regionale del 2013, e nel rispetto del Prs e della pianificazione regionale in materia ambientale, energetica e socio-sanitaria, definisce gli indirizzi e le misure per la protezione dell’ambiente, la decontaminazione, lo smaltimento e la bonifica ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto e definisce anche gli indirizzi per la progressiva dismissione dei siti estrattivi di materiali contenenti amianto naturale”. Come sottolineato nel corso dell’illustrazione, “è il primo piano attuativo della legge regionale che ne aveva previsto l’istituzione e che, in relazione con il piano rifiuti e al piano sanitario, interviene sulla prevenzione dei rischi sanitari, procedendo alla rimozione in sicurezza dei manufatti contenenti amianto, quando pericolosi per la salute”.
Tra i contenuti ricordiamo la predisposizione del quadro conoscitivo; la rilevazione sistematica delle situazioni di pericolo derivanti dalla presenza di amianto; le specifiche azioni di prevenzione e tutela che perseguano l’obiettivo della messa in sicurezza dai pericoli derivanti dalla presenza dello stesso; il controllo delle condizioni di salubrità ambientale e di sicurezza del lavoro; il controllo delle attività di smaltimento, di messa in sicurezza e di bonifica dei siti e delle zone inquinate dall’amianto; la promozione di specifiche iniziative volte alla rimozione dei materiali contenenti amianto; i criteri con i quali gli enti locali attivano servizi per la rimozione e lo smaltimento dell’amianto proveniente da utenze domestiche. Ed ancora: “la previsione di specifici contributi regionali, 1 milione e mezzo di risorse, per individuare idonei siti di smaltimento per i rifiuti contenenti amianto; nonché la predisposizione di specifici corsi di formazione ed aggiornamento professionale per gli addetti alle attività di rimozione e di smaltimento dell’amianto e di bonifica delle aree interessate, accanto alla promozione di iniziative di comunicazione rivolte a cittadini, enti pubblici, imprese, associazioni di categoria e lavoratori, anche attraverso la promozione di percorsi di educazione ambientale in tutti gli ambiti scolastici per lo sviluppo di concrete conoscenze tecnico-scientifiche”.
Il Piano prevede l’istituzione di un Osservatorio permanente – composto da rappresentanti delle Direzione regionali competenti, dall’Arpat e dall’Ars – con lo scopo di presidiare lo sviluppo del fenomeno amianto e fruire delle maggiori conoscenze tecnico-scientifiche, atte a migliorare le azioni per il superamento delle criticità ad esso collegate. L’osservatorio sarà integrato con la partecipazione degli altri soggetti interessati, per specifica competenza, tra cui enti locali, associazioni di categoria, università ed enti di ricerca, anche al fine di avviare una ricognizione delle tecniche sperimentali di inertizzazione dei materiali contenenti amianto.
Secondo Giovanni Galli (Lega), “il Piano è un copia e incolla dell’informativa della Giunta del 2020, con una mappatura che è quella del 2007, e dunque del tutto superato e rispetto al quale, comunque, non sappiamo come intervenire con efficacia a causa di uno stanziamento economico insufficiente”.
Alessandro Capecchi (Fratelli d’Italia) lamenta che il Piano “non solo non è localizzativo degli impianti di smaltimento e bonifica, ma ha un limite finanziario enorme, quando invece la prevenzione e la profilassi da contaminazione da amianto meriterebbero investimenti rilevanti”. Giudica positiva, comunque, il piano “di sostituzione dei vecchi tubi della rete idrica e l’istituzione di un database per conoscere i dati del territorio”.
a cura di Luca Martinelli e Paola Scuffi