30 Luglio 2025

Bosco ed ecosistemi forestali: via libera alle nuove norme per gestione multifunzionale

Approvata a maggioranza la proposta di legge per la “Gestione multifunzionale del bosco e degli ecosistemi forestali, sviluppo sostenibile, tutela e valorizzazione dell’ambiente, competenze ai fini del vincolo idrogeologico nei parchi e nelle riserve naturali regionali”

Comunicato stampa n. 0912
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Firenze – Approvata a maggioranza (Pd e Italia Viva a favore, Fratelli d’Italia, Lega, Gruppo Misto – Merito e Lealtà contrari) la proposta di legge per la “Gestione multifunzionale del bosco e degli ecosistemi forestali, sviluppo sostenibile, tutela e valorizzazione dell’ambiente, competenze ai fini del vincolo idrogeologico nei parchi e nelle riserve naturali regionali”.

La norma è approdata al voto dell’Aula dopo l’esame in seduta congiunta delle commissioni Ambiente e territorio, presieduta da Lucia De Robertis (Pd) e Sviluppo economico e rurale, presieduta da Gianni Anselmi (Pd),

Con l’atto, come spiegato dal presidente Anselmi in sede di illustrazione del testo, si modificano diversi aspetti della “Legge forestale della Toscana” (l.r.39/2000) e poi, le “Norme per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturalistico-ambientale regionale” (l.r. 30/2005) e l’”Istituzione dell’Ente per la gestione del “Parco Regionale delle Alpi Apuane” (l.r. 65/1997) con la soppressione del relativo Consorzio. Queste ultime modifiche riguardano la competenza amministrativa delle autorizzazioni, in materia di vincolo idrogeologico che trasferisce dagli enti gestori dei parchi e delle riserve regionali agli enti già competenti sul resto del territorio regionale (Unione dei comuni, Città metropolitana di Firenze, comuni).

In particolare, si stabilisce che nel piano regionale forestale siano individuate le disposizioni per la redazione dei piani forestali di indirizzo territoriale (PFIT) e vengano stabilite le finalità di questo nuovo strumento di programmazione. Si prevede l’obbligo di formazione per gli operatori forestali, a partire al 1 gennaio 2028; si promuove la foresta modello; si destinano parte dei proventi delle alienazioni del patrimonio agricolo forestale ad Ente Terre regionali che dovrà indicare gli interventi da effettuare con i proventi ricevuti.

Alcune modifiche riguardano, poi, il procedimento di approvazione del piano di gestione del patrimonio agricolo forestale e le trasformazioni dei paesaggi agrari e pastorali di interesse storico coinvolti da processi di forestazione e rinaturalizzazione quando oggetto di recupero a fini produttivi. Si parla poi della disciplina dei tagli boschivi destinati a autoconsumo, del riconoscimento dei boschi vetusti, della programmazione e dell’organizzazione dell’attività di antincendio boschivo (AIB) e della destinazione dei proventi delle sanzioni amministrative in materia.

La proposta di disciplina in materia di foreste, rientrando nell’ambito della materia agricoltura e foreste, rientra nell’ambito della competenza legislativa residuale delle Regioni fermo restando le competenze statali in materia ambientale.

In sede di dibattito, Silvia Noferi (Gruppo Misto – AVS) si è dichiarata contraria al testo: “Se le premesse sono queste, sarà dura” ha affermato ricordando di aver presentato una proposta di legge per la gestione delle foreste “anni fa che avete bocciato senza tanti discorsi”. “Quella al voto oggi presenta aspetti ridondanti e peggiorativi” ha spiegato elencando alcuni passaggi. “Uno fra tutti basterebbe per esprimere una ferma contrarietà e mi riferisco a quello in cui il limite minimo di taglio boschivo, senza autorizzazione o dichiarazione, viene esteso da mille a tremila metri quadrati”. “Sono molto meravigliata” ha proseguito stigmatizzando anche il fatto che la proposta “arrivi a fine legislatura”.

Per il vicepresidente della commissione Ambiente e portavoce dell’opposizione Alessandro Capecchi (Fratelli d’Italia), ci sono” nervi molto scoperti nella gestione economica e del territorio. Non c’è bisogno di più norme, c’è bisogno di meno norme. Non c’è bisogno di più vincoli, c’è bisogno di meno vincoli. Dovremmo fare Testi Unici, semplificare la normativa. Invece, a forza di rimandi e correzioni, sfido chiunque, titolari di impresa, operai, uffici regionali, a comprenderla fino in fondo”. “Le aziende che curano il bosco – ha continuato – sono sempre meno. Non ce la fanno economicamente e non ce la fanno dal punto di vista dei rischi di natura amministrativa e penale connessi ad alcune regole di taglio”. Entrando poi nel dettaglio della proposta di legge, Capecchi ha ricordato che si rende obbligatoria la formazione ad invarianza di Bilancio finanziario. “Vale a dire – ha spiegato – che la pagano le aziende, senza dare peraltro alcun indirizzo, senza valutare una compartecipazione ai costi”. “Sarebbe stato nostro dovere – ha concluso – affrontare questa discussione in maniera organica, non a pezzetti. Sembra si rincorrano le singole emergenze, non voglio dire le singole esigenze, senza una visione d’insieme. Siamo, purtroppo, una regione che subisce ormai annualmente fenomeni alluvionali da una parte e cedimenti idrogeologici dall’altra. Abbiamo il 70 per cento del territorio coperto da boschi. Dovrebbe essere una delle nostre priorità”.

Per la capogruppo della Lega Elena Meini, nel testo si parla di ampliamento del patrimonio agricolo forestale senza far riferimento ad un miglioramento e una valorizzazione. Si parla di un parere vincolante prima dell’approvazione del Piano di gestione del patrimonio agricolo forestale da parte della Giunta, si parla di dare ulteriori competenze all’Unione di Comuni che sappiamo benissimo non riescono a dare un affidamento nemmeno per un taglio dell’erba, nemmeno per la gestione di quei pochi alberi nei centri più abitati delle aree montane. Con questa legge gli chiediamo non solo di gestire ulteriormente il patrimonio agricolo forestale, ma anche di andare ad inserirsi in una serie di autorizzazioni alquanto complesse dal punto di vista amministrativo”. “Si parla – ha continuato – di una modifica sul regolamento antincendio di Piano operativo di due anni mentre il Piano operativo, ad oggi, è annuale per non parlare del vincolo idrogeologico che viene ampiamente modificato. Credo sarebbe stata necessaria una discussione più ampia, un’analisi più approfondita”. Poi la chiosa politica: “Sul complesso e delicato tema della tutela del nostro patrimonio forestale si registra una divisione all’interno di questa nuova maggioranza. Vorrò proprio vedere cosa accadrà quando arriveremo a parlare di infrastrutture”.

(testo a cura di Benedetta Bernocchi e Federica Cioni)

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