25 Luglio 2025

Ambiente: ok al Piano qualità dell’aria

Il Consiglio si è espresso a maggioranza, con 21 voti a favore, 7 contrari ed 1 astenuto

comunicato n. 0883
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Firenze – L’Aula di palazzo del Pegaso, dopo ampio dibattito, ha approvato a maggioranza il Piano regionale per la qualità dell’aria ambiente (Prqa), registrando il voto favorevole di 21 consiglieri (Partito democratico, Italia viva), quello contrario di 7 consiglieri (Fratelli d’Italia, Lega, Gruppo misto – merito e lealtà) ed 1 astenuto (Movimento 5 Stelle). Anche la commissione competente, nella seduta del 15 luglio, aveva espresso parere favorevole a maggioranza.

Prima della votazione finale in Consiglio regionale sono stati respinti una serie di ordini del giorno, unitamente ad alcuni emendamenti presentati dal gruppo Lega, mentre sono state approvate tre proposte di modifica avanzate dai consiglieri Lucia De Robertis, Cristina Giachi ed Andrea Vannucci del gruppo Partito democratico. Le prime due modifiche intendono recepire una richiesta del Comune di Firenze, ovvero di inserire nel piano la facoltà per i Comuni di introdurre ulteriori vincoli e divieti rispetto alle limitazioni della circolazione attuali o stabilite nel piano stesso, con particolare riferimento alle Ztl già esistenti. L’altra riguarda, invece, una mera correzione formale.

Come sottolineato da Lucia De Robertis (Pd), che ha illustrato l’atto, il Prqa costituisce il principale strumento di indirizzo, programmazione e attuazione delle misure per la tutela della qualità dell’aria nel territorio regionale. Sono alcuni fondamenti normativi (Direttiva dell’Europarlamento del 2008, decreto legislativo 155 del 2010 e legge regionale 9 dello stesso anno), che affidano al piano la definizione del quadro conoscitivo relativo allo stato della qualità dell’aria ambiente ed alle sorgenti di emissione; gli obiettivi generali, le finalità e gli indirizzi per l’individuazione e l’attuazione delle azioni e misure per il risanamento, o il miglioramento della qualità dell’aria ambiente che si rendono necessarie, accanto all’individuazione dei valori limite di emissione e delle prescrizioni nel rispetto del codice dell’ambiente ed all’indicazione delle misure per la prevenzione e la limitazione delle emissioni odorigene degli stabilimenti, nonché al quadro delle risorse finanziarie attivabili.

In riferimento al contesto conoscitivo, la presidente ha sottolineato come in sintesi il Prqa rilevi come lo stato della qualità dell’aria abbia registrato, negli ultimi anni, un continuo miglioramento, facendo emergere, anche dal rapporto 2023 di Arpat, una situazione complessivamente positiva. Le criticità tuttavia rimangono, basti pensare al superamento dei limiti normativi di concentrazione per il biossido di azoto nel comune di Firenze e più in generale nell’agglomerato di Firenze, superamento che non si è verificato nel 2024; al superamento dei limiti normativi di concentrazione per il PM10 nell’area della Piana Lucchese; ai superamenti per l’Ozono rispetto al valore obiettivo per la protezione della popolazione in tutto il territorio regionale. Superamento dei valori limite di Azoto e PM10 che, come è noto, sono alla base della procedura di infrazione che interessa l’Italia.

In tale contesto, quali gli obiettivi generali del Prqa? In sintesi: ridurre allo zero la percentuale di popolazione esposta ai superamenti dei valori limite di biossido di azoto  e materiale particolato fine PM10 nel minor tempo possibile, nonché consolidare le politiche di riduzione incrementali delle concentrazioni al fine di raggiungere i nuovi obiettivi posti dalla normativa comunitaria; ridurre la percentuale della popolazione esposta a livelli di ozono superiori al valore obiettivo; mantenere una buona qualità dell’aria nelle zone e negli agglomerati in cui i livelli degli inquinamenti siano stabilmente al di sotto dei valori limite; contribuire alla riduzione delle emissioni degli inquinanti per i quali l’Italia ha impegni di riduzione nazionali; aggiornare e migliorare il quadro conoscitivo, la diffusione delle informazioni e il coinvolgimento diretto dei cittadini. Da qui una serie di azioni – che coinvolgono vari ambiti di attività dell’amministrazione regionale, come energia, trasporti e mobilità, agricoltura e zootecnia – concernenti il divieto o la limitazione di utilizzo, in aree territoriali indicate o in particolari periodi dell’anno, degli impianti termici alimentati da biomasse più inquinanti (il caso della piana di Lucca); il divieto o la limitazione di utilizzo, in aree territoriali indicate, di automezzi particolarmente inquinanti (il caso del comune di Firenze); il divieto di abbruciamenti all’aperto, in aree territoriali indicate o in particolari periodi dell’anno; il finanziamento di incentivi per la sostituzione di impianti termici inquinanti e per l’acquisto di biotrituratori e di autoveicoli a basso impatto; il sostegno ad interventi di razionalizzazione del trasporto delle merci e delle persone, con previsione, tra l’altro, dello spostamento del trasporto merci da gomma a ferro; senza dimenticare le attività di educazione ambientale.

Nel corso del proprio intervento De Robertis si è soffermata sul quadro delle risorse finanziarie attivabili per l’attuazione del piano che ammontano complessivamente a poco più di 17 milioni, di cui 10 provenienti dall’accordo di programma sottoscritto con il Mase e relativi al triennio 2025 – 2027, ed a 5,3 milioni di euro dal Fesr per le infrastrutture verdi.

Nel Prqa sono inoltre state inserite le risorse che afferiscono ad altri strumenti di programmazione, relativi a settori come trasporti ed energia, che concorrono al raggiungimento degli obiettivi di qualità dell’aria per un importo di circa 2,8 milioni di euro.

“Nel corso dell’esame dell’atto abbiamo svolto approfondimenti e consultazioni in commissione con ordini professionali, Anci, Upi, Cispel, sindacati, Università, categorie economiche, associazioni agricole, cooperative, ambientaliste – ha continuato la presidente – e ad un generale apprezzamento per come il piano riconosca gli sforzi fatti dalle imprese per migliorare il loro contributo alla qualità dell’aria, si è accompagnata una certa preoccupazione per i limiti di emissione più restrittivi, senza comunque avanzare richieste di modifica”.

De Robertis ha concluso ricordando come, in sede di esame in commissione, sia stato accolto un emendamento dell’assessora Monia Monni, che meglio dettaglia le procedure per il recepimento delle direttive ministeriali in materia di limitazione delle emissioni odorigene, “un problema particolarmente sentito nelle zone sedi di impianti di trattamento dei rifiuti e già oggetto di intervento con il piano per l’economia circolare”.

Un “giudizio in chiaro-scuro, sia pur apprezzando il lavoro della Giunta e del Consiglio” è arrivato dal vicepresidente della commissione Ambiente, Alessandro Capecchi (Fdi), che ha parlato di un “piano complesso e oggetto di un percorso ampio, ma anche perfettibile e dai contenuti a tratti ideologici, mentre siamo sotto schiaffo delle procedure di infrazione europee e della nuova direttiva governativa”. Il consigliere ha quindi ripercorso il lavoro in commissione, spaziando dalle centraline sul territorio alle problematiche della piana lucchese a quelle legate alla mobilità e al trasporto pubblico, fino ai provvedimenti restrittivi in termini di biomasse, e infine al “naso elettronico” acquistato da Arpat per le emissioni odorigene. Ancora un’altra considerazione: il Prqa essendo un piano intersettoriale, nonché un atto di governo del territorio, è un atto di programmazione in coerenza con altri piani, come il piano sanitario e sociale integrato e il piano di tutela dall’amianto. “Come mai si è scelto di approvare per primo il Prqa?” si è domandato Capecchi, lasciando al tempo il giudizio definitivo sulla portata dello stesso, ed annunciando un voto negativo.

Francesco Gazzetti (Pd) si è soffermato sul tema delle emissioni odorigene, peraltro oggetto di ampio confronto conclusosi con un emendamento inserito nel testo finale, in vista del recepimento delle linee guida ministeriali. “Questa mia piccola riflessione non può che partire dall’importante lavoro di approfondimento svolto in commissione, con la guida sapiente della Presidente e la collaborazione di tutti i consiglieri, dell’assessora Monia Monni e degli uffici di Giunta e Consiglio regionali”, ha tenuto a sottolineare il consigliere.

Di ben altro tenore l’intervento di Massimiliano Riccardo Baldini (Lega): “la posizione della Lega è decisamente contraria, con dubbi sugli stessi presupposti, sui dati e sugli studi – ha affermato – non intendiamo sottostare né al diktat dell’Europa né tantomeno a quello della Regione Toscana, che finiscono per mettere in difficoltà territori e imprese”. Da qui l’invito ad “avere il coraggio di cambiare segno”, guardando alla salute pubblica partendo dal basso, quindi rivedendo il piano con numeri aggiornati e approfonditi, come puntualmente confermato dai cittadini.

“Il lavoro di approfondimento e ascolto svolto in commissione ha a che vedere davvero con la salute”, ha esordito Valentina Mercanti (Pd), invitando a non mettere sempre in discussione dati e studi verificati: “non è concepibile”. E sottolineando come tutti i comuni della Piana lucchese abbiano lavorato insieme, ha ribadito che il Prqa è un piano per la salute: “ringrazio per l’enorme lavoro e continuiamo su questa strada, avendo a cuore i nostri territori”, ha concluso.

Giovanni Galli (Lega) si è concentrato sullo “scudo verde” a Firenze, “oggetto di interpretazioni arbitrarie, che creano disuguaglianze fra i cittadini, che si basano su letture parziali e non aggiornate dei dati, con la centralina posta in via Gramsci”, finendo per essere “una misura punitiva più che ambientale”. Da qui la richiesta alla Giunta Regionale di sospendere lo scudo verde, almeno fino al completamento della linea tranviaria e dei parcheggi scambiatori; istanza oggetto di una specifica proposta di risoluzione, respinta dall’Aula.

Secondo Vittorio Fantozzi (FdI) “la piana di Lucca ha già dato tanto e come specificato nei verbali dei lavori di commissione, tra un piano e nessuno, la scelta cade logicamente sul piano che viene proposto”. Una cosa è certa: “la qualità dell’aria va garantita, e questo lo si fa solo con interventi decisivi e risorse adeguate, per il bene dei cittadini e per l’economia della nostra regione”, ha concluso.

Particolarmente sintetico e incisivo Maurizio Sguanci (Italia viva) che, dopo aver ringraziato per il lavoro svolto, ha affermato: “I problemi ci sono e vanno risolti, dobbiamo avere il coraggio di prendere le decisioni; nell’interesse di tutti, per consegnare un mondo migliore alle nuove generazioni, occorre investire e procedere per gradi”.

Responsabilità di contenuti, immagini e aggiornamenti a cura dell’Ufficio Stampa del Consiglio regionale della Toscana