Economia della montagna: piste da sci e impianti di risalita, cambiano le competenze
La nuova ratio della legge comporta l’utilizzo degli strumenti ordinari della pianificazione territoriale per veicolare i contenuti degli indirizzi regionali. Hanno votato a favore Pd e Italia Viva. Astenuti Fratelli d’Italia, Lega e Gruppo Misto-Merito e Lealtà
Firenze – Sì a maggioranza con i 22 voti a favore di Partito democratico e Italia Viva e l’astensione di Fratelli d’Italia, Lega e Gruppo Misto-Merito e Lealtà alla proposta di legge “Norme in materia di piste da sci e impianti di risalita per la fruizione invernale ed estiva della montagna toscana”.
L’atto, illustrato in Aula dal presidente della commissione Sviluppo economico e rurale Gianni Anselmi (Pd), abroga le “Norme in materia di piste da sci e impianti a fune ad esse collegati” che disciplina le competenze amministrative degli enti territoriali coinvolti (Regione, Province e Comuni) nonché i procedimenti amministrativi per la realizzazione e l’esercizio delle piste da sci e degli impianti a fune. La revisione della legge regionale si rende necessaria per aggiornare la disciplina della materia alle sopravvenute disposizioni relative alle competenze amministrative (Legge del Rio n. 56/2014) ) al governo del territorio (l.r. 65/2015), alla sicurezza sulle piste da sci (d.lgs. 40/2021) nonché alla sentenza Corte Costituzionale (103 del 2020) in cui è stata chiarita la natura giuridica dei provvedimenti con cui un soggetto pubblico consente a un soggetto privato la realizzazione e l’esercizio di un impianto a fune a uso turistico – sportivo nell’ambito dei comprensori sciistici.
Occorre, poi tener conto delle esigenze di una montagna che persegue un modello di sviluppo non più limitato al periodo invernale ma esteso a tutto l’anno; promuovere un migliore sviluppo montano dei quattro comprensori sciistici toscani (Amiata, Garfagnana, Montagna pistoiese, Zeri) con misure di sostegno regionale agli investimenti e al funzionamento delle piste e degli impianti per gli anni 2025-2027, sia a favore di enti pubblici che di soggetti privati.
Tra le novità della legge c’è il nuovo assetto delle competenze della Regione. La nuova ratio comporta l’utilizzo degli strumenti ordinari della pianificazione territoriale per veicolare i contenuti degli indirizzi regionali. Così, la pianificazione delle aree sciabili attrezzate si sviluppa nel quadro dei principi, degli strumenti e dei procedimenti dettati della “Norme per il governo del territorio”. La Regione, quindi indica nel piano di indirizzo territoriale con valore di piano paesaggistico regionale (PIT-PPR) gli obiettivi, gli orientamenti, gli indirizzi, le direttive e le prescrizioni d’uso per la promozione e la realizzazione di uno sviluppo socio-economico sostenibile e durevole delle aree montane e di un uso consapevole del territorio regionale. Definisce inoltre le regole di conservazione, di tutela e di trasformazione, sostenibile e compatibile con i valori paesaggistici riconosciuti del territorio, nonché per la conservazione e valorizzazione dei beni paesaggistici del territorio.
La provincia esercita le funzioni ad essa attribuite dalla regione ed ha il compito di accertare la compatibilità di detti strumenti con le previsioni del piano territoriale di coordinamento provinciale (PTC) indirizzi specifici per lo sviluppo, la ristrutturazione, il potenziamento delle piste esistenti e delle relative infrastrutture e per l’individuazione di nuove aree sciabili.
Il comune, nel rispetto del PIT-PPR e del PTC di riferimento, disciplina, individua e definisce le aree sciabili attrezzate all’interno del piano strutturale e del piano operativo (PO), in attuazione del quale approva quanto attiene alle aree sciabili attrezzate. Inoltre, negli strumenti urbanistici di competenza del comune afferenti le aree sciabili attrezzate è disciplinato anche quanto attiene ai connessi impianti ludico-sportivi e ricreativi, percorsi turistici e altri impianti aventi utilizzo invernale ed estivo. In caso di aree che interessano più territori comunali, lo strumento di pianificazione è il POC intercomunale.
Riguardo alla sicurezza sulle piste da sci la legge recepisce la normativa statale sulle misure in materia di sicurezza delle discipline sportive invernali al fine di garantire livelli di sicurezza più elevati e la più ampia partecipazione da parte delle persone con disabilità.
Per la realizzazione e l’esercizio di impianti funiviari a servizio di un’area sciistica, è sufficiente il rilascio di un titolo autorizzatorio, adottato dall’amministrazione competente all’esito di un’istruttoria tecnica, che consenta di garantire la tutela di tutti gli interessi pubblici coinvolti, quali l’ambiente, la salute, la sicurezza e l’incolumità pubblica, come attualmente previsto da molte leggi regionali.
La legge inoltre prevede che per il sostegno dei comprensori sciistici della Toscana quali attrattori turistici e motore di sviluppo economico non solo invernale della montagna toscana, la Regione intervenga negli anni 2025, 2026 e 2027 con misure specifiche, in coerenza con gli obiettivi della programmazione regionale. In particolare, possono essere oggetto di sostegno, grazie alla concessione di contributi a favore di soggetti pubblici o privati, sia gli investimenti che gli oneri connessi al funzionamento degli impianti e delle piste, nel rispetto della normativa sugli aiuti di stato, anche considerando che le aree rientrano nella definizione di interesse prettamente locale.
Durante il dibattito il vicepresidente dell’Assemblea legislativa Diego Petrucci, consigliere di Fratelli d’Italia ha sottolineato come nella legge “ci siano spunti interessanti per cui vale la pena approvarla, ma la maggioranza non abbia avuto sufficiente coraggio su un dibattito a monte fatto quando si parla di impianti di risalita, se siano o no opere strategiche nella priorità della Regione Toscana”. “Secondo noi – ha aggiunto Diego Petrucci – è così ed è giusto considerarli alla stregua di infrastrutture strategiche intorno a cui ruotano attività ed economie diffuse”.
“Nella prossima legislatura – ha concluso – sarà necessario aprire un dibattito sull’opportunità di acquistare come enti pubblici o consorzi misti alcuni impianti di risalita. Se vogliano mantenere in vita determinate comunità dobbiamo mettere in conto di creare un consorzio interamente pubblico con comuni, provincia e regione o enti derivati che abbiano la volontà di acquistarli come infrastrutture strategiche da mantenere in vita a tutti i costi”.
È intervenuto in Aula per spiegare il senso dell’intervento legislativo l’assessore all’Economia della Giunta regionale Leonardo Marras: “Il risultato del nostro lavoro è il frutto di una riflessione che ha messo in evidenza le trasformazioni dovute agli effetti del cambiamento climatico su queste attività e come si vivono le stagioni nei comprensori sciistici degli appennini. Una trasformazione aggravata anche dalla pandemia. La legge regolatoria, rende più semplice il procedimento con un ruolo per i comuni ben definito, disciplina il sostegno diretto della Regione alle difficoltà che si vivono e che le attività provano”.
L’assessore Marras ha concluso il suo intervento spiegando di “non essere del tutto d’accordo su trasformare queste realtà automaticamente in un sistema pubblico. Da parte nostra c’è invece una presa d’atto di un sistema che è già ibrido. Abbiamo in Toscana nove comprensori e avere per tutti lo stesso modello sarebbe profondamente sbagliato”. Una legge che ha voluto sottolineare di avere condiviso in pieno a nome di Italia Viva il vicepresidente del Consiglio Stefano Scaramelli.
(testo a cura di Benedetta Bernocchi e Emmanuel Milano)