27 Giugno 2025

Toscana 2050: la presentazione del rapporto conclusivo (2)

Gli interventi di Antonella Mansi, co-coordinatrice del Comitato scientifico, Enrico Giovannini, direttore Scientifico e Fondatore ASviS e Alessandro Rosina, ordinario di Demografia e Statistica sociale all’Università Cattolica di Milano

Comunicato stampa n. 0758
Stampa/Salva
Condividi

di

Firenze – Ad aprire la giornata di presentazione del rapporto conclusivo del Progetto Toscana 2050, che si è tenuta oggi al Cinema Teatro La Compagnia, è stata Antonella Mansi co-coordinatrice del Comitato Scientifico insieme al professor Paolo Dario.

Mansi ha ricordato come il lavoro fatto sia “un’assunzione di responsabilità nei confronti del futuro” e ringraziato “le tante persone che vi hanno contribuito di questi anni”. Ha poi ripercorso le tappe del progetto. “Abbiamo incontrato tante eccellenze toscane, ascoltato i giovani e i cittadini, per capire quali strumenti utilizzare per raggiungere l’obiettivo condiviso di un benessere diffuso – ha continuato – . Abbiamo analizzato alcune tematiche di grande rilevanza, come il cambiamento climatico, la tutela della salute, le prospettive del lavoro e il ruolo della cultura. Lo sforzo è stato quello di individuare il miglior futuro possibile per la nostra regione”. “Di fatto – ha affermato Mansi – emergono alcune fratture comuni a tanti territori del nostro paese, che in Toscana però assumono un significato importante. Esiste un tema generazionale, ovvero una piramide che si rovescia, una popolazione che invecchia e quindi la necessità di far dialogare le generazioni e metterci nella condizione di dare a tutte un territorio accogliente; c’è un tema territoriale, ovvero una divaricazione fra le città e i centri più spopolati, quindi la necessità di rendere viva e vivace la regione tutta la sua estensione. Ancora, il tema di far convivere una grande tradizione con la spinta all’innovazione, importante per non perdere competitività. La sfida è stata quella di cercare gli strumenti per ricomporre queste fratture, guardando a una Toscana fatta di territori interconnessi dove siano rafforzate le aree interne, dove ci sia una sensibilità attiva verso la sostenibilità. Una Toscana che guarda al benessere per ogni livello di generazione, che non si dimentica di nessuno, che sostiene un sistema imprenditoriale con grande capacità di innovazione, in grado di agganciare la ricerca delle nostre straordinarie università e che si poggia su un architrave fatto di conoscenza e cultura, con una grande capacità di includere e impegnata anzitutto a ridurre le disuguaglianze”.

Il dibattito è continuato con l’intervento, tra gli altri, di Enrico Giovannini, direttore scientifico e fondatore ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) che ha realizzato uno degli studi alla base del lavoro del Comitato. Giovannini ha evidenziato come “per la prima volta una regione italiana guarda al futuro in modo sistematico, serio”. “La Toscana – ha spiegato – si dimostra una delle regioni più avanzate e dinamiche, dove gli investimenti del Pnrr consentiranno di migliorare molti aspetti della qualità della vita, dell’economia, dell’ambiente. Resta ancora molto da fare e il cambiamento climatico, che sta accelerando, porrà grandi sfide. In questo contesto il nostro paese non può non occuparsi del proprio futuro. La scelta di andare a guardare il futuro e pensarlo nel miglior modo possibile significa fare politica con una prospettiva di medio e lungo termine”.

Al centro dell’intervento di Alessandro Rosina, ordinario di Demografia e Statistica sociale all’Università Cattolica di Milano, il tema demografico. “La Toscana – ha affermato Rosina – è una regione in cui le potenzialità per costruire una società adatta alle necessità di tutte le età sono maggiori rispetto al resto del territorio italiano”. “La struttura demografica della popolazione italiana nei suoi territori sta cambiando – ha spiegato – . Nel 2050 gli attuali cinquantenni, che sono la parte più consistente della popolazione, saranno anziani e i pochi nati di oggi entreranno nella vita lavorativa. Se non mettiamo le persone che arriveranno ad avere 70-75 anni nel 2050 in condizioni di tenersi in buona salute e non consentiamo alle nuove generazioni, ridotte quantitativamente, di entrare in modo solido nel mondo del lavoro e poter contribuire alla crescita e allo sviluppo dei territori, il rischio è quello di avere una struttura demografica insostenibile”.

“La Toscana, meglio di altre regioni del nostro Paese, può essere attrattiva”, ha affermato Rosina che ha poi sottolineato anche l’importanza di “saper gestire i flussi migratori integrandoli nelle nostre realtà e di porre nel contempo le condizioni affinché le nuove generazioni possano diventare parte attiva di un progetto di crescita e di sviluppo: è infatti dimostrato che i territori dove si fanno politiche di successo per i giovani, sono anche più sostenibili per la popolazione anziana che andrà a crescere sempre di più”.

Responsabilità di contenuti, immagini e aggiornamenti a cura dell’Ufficio Stampa del Consiglio regionale della Toscana