Garante dei detenuti: approvata la relazione dell’attività 2024
L’atto èstato illustrato dal presidente della prima commissione, Giacomo Bugliani (Pd). Approvato all’unanimità un ordine del giorno collegato presentato da Marco Casucci (gruppo Misto – Merito e Lealtà)
Firenze – Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza la proposta di risoluzione con la quale si approva la Relazione dell’attività 2025, relativa all’anno 2024, del Garante dei detenuti. Hanno votato a favore Pd, Italia Viva e gruppo Misto – Europa Verde, contrari Lega e Fratelli d’Italia, astenuto il gruppo Misto – Merito e lealtà. Approvato all’unanimità anche un ordine del giorno, primo firmatario Marco Casucci (gruppo Misto – Merito e Lealtà), emendato dal Pd, che chiede di rinnovare per altri tre anni “la collaborazione con il Provveditorato dell’amministrazione penitenziaria e gli enti accreditati” per redigere un piano per la formazione professionale dei detenuti e per incentivare “protocolli d’intesa” tra amministrazioni penitenziare, agenzie formative, centri per l’impiego e imprese disponibili finalizzate ad “assumere persone detenute o ex detenute che siano state formate”.
La risoluzione che approva la relazione 2025 sulle attività del 2024 è stata illustrata in aula dal presidente della commissione Affari Istituzionali Giacomo Bugliani (Pd) dove si esprime apprezzamento per l’attività svolta, ribadisce l’impegno a contribuire alle finalità rieducative della pena e al rispetto dei diritti delle persone, a rafforzare l’ufficio del Garante e auspica un aggiornamento delle previsioni della legge istitutiva del Garante. Il garante ha presentato una relazione corposa, circa 350 pagine, che mette in evidenza la situazione di difficoltà, e a volte di criticità, che affligge il sistema carcerario toscano, che riflette quello del sistema italiano. In Toscana sono oggi presenti 16 istituti penitenziari per adulti, a cui si sommano due istituti per minorenni (IPM) e due residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (REMS). Gli adulti in carcere al 31 dicembre 2024 erano 3.209 presenti (94 donne e 3.115 uomini), di cui 1.487 stranieri. Il tasso dei carcerati con problemi di tossicodipendenza tocca il 36,5.
“Un problema che va segnalato è il tasso di sovraffollamento – ha sottolineato Bugliani – che, calcolato sulla capienza, regolamentare, risulta estremamente variabile, con punte nelle carceri di Firenze (112%), Grosseto (173%), Lucca (127%), Massa (137%), Pisa (133%), San Gimignano (126%), Siena (131%). Altro fatto di criticità è il problema dei suicidi. In Toscana nel 2024 se ne sono registrati 8, ma bisogna anche considerare i molti atti di autolesionismo. Altro punto critico è la formazione al lavoro, senza la quale non possiamo pensare di restituire alla società persone che, a fine pena, siano in grado davvero di reinserirsi con successo. Affinché sia possibile mettere in atto un percorso rieducativo e di reinserimenti, serve fare formazione dentro al carcere e creare occasioni di lavoro fuori dal carcere. Nella relazione si affronta anche il problema delle carceri femminili di Pisa e Sollicciano e il tema dell’affettività. Il garante ha anche suggerito una serie di iniziative: un convegno per ricordare la figura di Alessandro Margara, un convegno che affronti il problema della salute mentale e del carcere.”
Nel suo intervento il consigliere regionale Marco Casucci (Gruppo misto Merito e Lealtà) ha evidenziato che il percorso di reinserimento lavorativo deve essere una priorità, per costruire un futuro diverso per i detenuti. Il sovraffollamento delle carceri, dove a Sollicciano, San Gimignano e Livorno si registrano le situazioni più critiche. Vanno registrati anche i suicidi e gli atti di autolesionismo in aumento. Bisogna fare attenzione anche all’aumento dei minori in situazione di detenzione. La nostra proposta è quella aumentare i corsi di formazione per detenuti per favorire un vero reinserimento sociale. Un voto di astensione, perché anche in Toscana si fa troppo poco di politiche innovative sul carcere.
Nel suo intervento Giovanni Galli (Lega Toscana) ha sottolineato di trovarsi di fronte ad una relazione articolata e complessa. Tra i problemi aperti la mancanza di accesso al lavoro e i problemi di tossicodipendenza. Il carcere non può essere visto solo con una funzione rieducativa, chi è in carcere è perché ha commesso un reato. Gli strumenti dei percorsi alternativi e della libertà vigilata funzionano poco. Il carcere senza strumenti sanitari adeguati diventa un luogo di disagio. Svuotare solo le carceri non basta, le misure alternative non funzionano spesso, occorre occuparsi dei detenuti, ma si deve pensare anche alle vittime dei reati.
Il consigliere regionale Maurizio Sguanci (Italia Viva) ha parlato di una questione complessa e di una situazione critica. Il carcere deve avere un percorso rieducativo, ma i detenuti al 93% senza pene alternative torna a delinquere. La questione del carcere si può affrontare soltanto aumentando le pene alternative e il reinserimento sociale. Le guardie penitenziare sono anche loro in qualche modo detenute, vivendo situazioni di disagio e perennemente sottorganico.
La consigliera regionale Silvia Noferi (gruppo misto) ha voluto evidenziare che il problema delle carceri è complesso, ma in Toscana si registrano alcune esperienze positive, come la compagnia di teatro a Volterra e l’esperienza di Massa. La democrazia si misura da come vengono gestiti gli istituti di pena, occorre un efficace intervento a livello nazionale.
Il consigliere regionale Marco Martini si augura che si aumenti le politiche di rieducazione, come avviene a Prato per il teatro. Occorre investire maggiormente in politiche di rieducazione maggiori, ci deve essere maggiore umanità nelle carceri come dice la nostra costituzione.
La consigliera regionale Sandra Bianchini (Fratelli d’Italia) ha evidenziato la situazione critica delle carceri, “ma il problema non nasce adesso è un’eredità che ci hanno lasciato i governi di sinistra e dei Cinque Stelle”.
Nel suo intervento, Diego Petrucci (Fratelli d’Italia) ha ricordato che un rappresentante del governo, il sottosegretario Del Mastro, ha visitato il peggiore carcere della Toscana: Sollicciano. Il governo ha quindi previsto un investimento di dieci milioni di euro per interventi essenziali, come fare le docce. Mentre vorrei ricordare che non c’è un solo progetto della Regione Toscana sul carcere di Pianosa e della Gorgona per aumentare le politiche rieducative. Ci dovrebbe già essere un protocollo d’intesa tra Parco e Regione per aumentare le politiche rieducative. “Su Sollicciano dopo anni di latitanza, ora c’è un governo che finalmente se ne occupa. Quali sono le politiche attive della Regione Toscana? Non ci sono. L’interesse pubblico generale è rieducare il detenuto, ma solo adesso con il governo di centro destra si mette mano agli interventi concreti”.
“Sull’isola di Pianosa ci sono persone che svolgono misure alternative ma il carcere è chiuso” – ha detto il consigliere regionale Francesco Gazzetti (Pd). Gazzetti ha richiamato il Governo nazionale all’attenzione al carcere delle Sughere di Livorno perché “è in condizioni problematiche e d’emergenza – ha detto- sia per coloro che sono reclusi sia per coloro che ci lavorano, ci sono questioni aperte da tempo che necessitano di essere concluse”.
(testo a cura di Luca Martinelli, Riccardo Ferrucci e Benedetta Bernocchi)