Istituzioni: rinsaldare legami tra Toscana e Repubblica Serba nei comuni valori europei
Il presidente della commissione Europa, Francesco Gazzetti, ha ricevuto a palazzo del Pegaso la visita dell’ambasciatrice della Repubblica Serba a Roma, Mirjana Jeremic
Firenze – Rinsaldare i legami tra la Toscana e il popolo della Serbia, riattivare rapporti che in passato hanno dato buoni frutti dopo il forzato rallentamento che si è determinato negli ultimi anni a seguito della pandemia. Rafforzare il senso dell’Europa attraverso i valori della convivenza e della pace, in una fase in cui la Repubblica Serba prosegue i negoziati di adesione all’Unione europea. Il presidente della commissione Europa, segretario questore dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, Francesco Gazzetti, ha ricevuto questa mattina, venerdì 23 maggio, a palazzo del Pegaso la visita istituzionale dell’ambasciatrice della Repubblica Serba a Roma, Mirjana Jeremic. Con Gazzetti, il consigliere regionale Fausto Merlotti, componente della commissione Europa. Ad accompagnare l’ambasciatrice, il console onorario di Serbia in Toscana, Leandro Chiarelli.
Su questi temi si è incentrato l’incontro istituzionale, che si è tenuto nella sala Barile. L’Italia rappresenta per la Serbia “un partner strategico molto importante”, con il quale “i rapporti economici e politici sono molto forti”, ha spiegato l’ambasciatrice, che ha espresso gratitudine per il sostegno del nostro Paese all’ingresso della Serbia nell’Unione europea. E la Toscana ha saputo instaurare negli anni legami forti e radicati guardando, come ha ricordato il console onorario Chiarelli, anche a settori specifici come quello dell’agricoltura.
“L’auspicio è che si possano consolidare i rapporti esistenti e individuare nuovi elementi di congiunzione e di contatto tra la Toscana e la Repubblica Serba, siamo pronti a impegnarci per favorire questo processo”, ha detto Francesco Gazzetti, che ha portato i saluti del presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo. “Siamo tutti impegnati a costruire quel senso di Europa che non deve essere legato soltanto agli accordi economici, ma che si deve fondare sui rapporti tra i popoli. Serve puntare sui valori di convivenza e di pace che sono alla base del sogno europeo nato a Ventotene, mettendoci in ascolto dei territori e, soprattutto, delle giovani generazioni che rappresentano non solo il futuro, ma l’oggi di un’Europa che deve essere sentita, sempre di più, utile e vicina”.