Documentari: racconti di vite sospese con ‘Hung Land. Un’antologia ucraina’
Presentato a palazzo del Pegaso il cortometraggio affidato alla regia di Stefano, Elena e Alessio Poggioni, e prodotto da The Factory Prd in collaborazione con Davide Costa
di Paola Scuffi
Firenze – Un viaggio di sette giorni, accompagnati da quattordici storie, nei territori ucraini dove, pur lontano dal fronte, la guerra si vive di riflesso e la vita è ormai sospesa, in attesa che “la neve si sciolga e torni un giorno la primavera”. Questo il cuore del documentario ‘Hung Land. Un’antologia ucraina’, presentato a palazzo del Pegaso. Storie e volti di chi vive – trattenendo il respiro – dal 24 febbraio 2022, quando la minaccia dell’invasione russa divenne realtà.
“Presentare oggi in Consiglio regionale questo documentario significa offrire alla nostra comunità uno sguardo attento e profondamente umano su ciò che sta accadendo in Ucraina. Attraverso le storie di persone comuni, raccontate con grande sensibilità da Alessio Poggioni e prodotte con la collaborazione preziosa di Davide Costa, questo lavoro cinematografico ci mette di fronte a una guerra vissuta indirettamente, ma che lascia segni indelebili nelle vite quotidiane”. Così il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo, che ha parlato del cortometraggio come di un’occasione per gettare un seme di pace e per comprendere che costruire la pace riguarda ognuno di noi: “In tempi complessi come quelli attuali, la cultura e l’informazione diventano strumenti fondamentali per promuovere la pace, la comprensione e la solidarietà internazionale – ha sottolineato – Il Consiglio regionale della Toscana sostiene con convinzione questo progetto, che contribuisce a tenere alta l’attenzione sulla tragedia della guerra e sulla necessità urgente della ricostruzione umana e materiale. Ringrazio sinceramente gli autori per aver scelto di portare qui oggi le loro testimonianze e per il contributo significativo al dibattito pubblico”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il consigliere regionale Fausto Merlotti, che con la Croce Viola di Sesto Fiorentino, ha vissuto intensamente il conflitto anche grazie ad un viaggio in Ucraina nel 2023 per consegnare medicinali ed un mezzo di soccorso. “Il documentario è una testimonianza vera, diretta, di ciò che la guerra rappresenta oggi, sconvolgendo la vita di chi, improvvisamente e inaspettatamente, si trova a vivere momenti drammatici, non rendendosi conto di come le esistenze possano continuare il loro percorso. – ha affermato – Ricordo sguardi, paure ed emozioni, una umanità messa duramente alla prova che ritroviamo in questo lavoro, e come ben ricorda una giovane donna: ‘Non sarà più la stessa vita di prima. È come ci avessero tagliato le ali’”.
Ad entrare nei dettagli del lavoro è stato uno dei registi Alessio Poggioni: “Per raccontare questo conflitto difficile, che sta logorando la cittadinanza, abbiamo vissuto il senso forte delle relazioni, incontrando i diretti protagonisti, e scavando nelle loro vite e nei sentimenti più drammatici”. Il documentario, della durata di circa 40 minuti, è stato realizzato a febbraio 2024 in territorio ucraino, nell’Oblast’ di Černivci, al confine con la Romania. I protagonisti, di ogni età, sesso ed estrazione sociale, sono persone coinvolte nel conflitto in modo diretto e indiretto: militari, volontari, rifugiati, ma anche semplici lavoratori o pensionati, accomunati dallo straniamento di un tempo sospeso, pendente e ovattato, come la coltre di neve che copre le sterminate campagne ucraine: c’è chi attende un lasciapassare, chi un pacco viveri, chi vive nella speranza quotidiana di ricevere una telefonata dal figlio, chi – in licenza – deve tornare in guerra, chi ambisce a rientrare nella propria casa, e chi vorrebbe ricostruirla, perché non esiste più. “Quattordici storie di chi vive come sospeso, in un paese che si trova inchiodato ad una guerra e che invece vorrebbe essere altro – ha sottolineato Poggioni – che sogna la normalità e la pace”.
Per trasmettere tutto questo, accanto al piano narrativo delle interviste, realizzate nei luoghi dove vivono i protagonisti, è affiancato un piano concettuale rappresentato dal conflitto che fa da sottofondo costante e inesorabile. Un sentimento restituito grazie ad immagini e dettagli di luoghi solitari, ameni come le foreste di abeti, o grigi come i sobborghi cittadini, palcoscenico di una vita scandita dal ticchettio dell’orologio e dalla neve che cade.
Il produttore Davide Costa si è concentrato sui ringraziamenti, chiamando in causa tre soggetti. “Grazie al Consiglio regionale che ci ospita e che soprattutto non si volta mai dall’altra parte, supportandoci nei nostri progetti – ha affermato – alla realtà della Croce Viola, davvero una famiglia dove è nato tutto e che, nel corso di dieci viaggi in Ucraina, ci ha permesso di consegnare cinquanta tonnellate di generi alimentari; infine un caloroso grazie ai fratelli Poggioni, Stefano, Elena ed Alessio per la loro capacità di trasformare le immagini in emozioni, scavando nei sentimenti più profondi”.
Il documentario è prodotto da The Factory Prd in collaborazione con Davide Costa. Le musiche originali sono composte da Giovanni Magaglio. The Factory Prd è una casa di produzione cinematografica con all’attivo più di 100 videoclip musicali ad artisti italiani ed internazionali (Max Gazzé, Sting, Levante, Hindi Zahra), numerosi spot e due film brevi. Nel 2023 The Factory produce il suo primo lungometraggio dal titolo Apnea, un documentario sui migranti della tratta mediterranea, selezionato e premiato in vari festival italiani e internazionali, tra cui FipaDOC 2024, Sole Luna Festival e Amnesty International Au Cinema.