9 Aprile 2025

Sanità: Interrogazione sull’assistenza medica nelle residenze sanitarie assistenziali

L’assessore regionale alle Politiche sociali Serena Spinelli ha fatto il punto rispondendo ai consiglieri regionali Andrea Ulmi (Gruppo Misto – Merito e Lealtà) e Giovanni Galli (Lega)

Comunicato stampa n. 362
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Firenze – L’assessore regionale alle Politiche sociali Serena Spinelli ha risposto in Aula, nella seduta di martedì 8 aprile, all’interrogazione dei consiglieri regionali Andrea Ulmi (Gruppo Misto – Merito e Lealtà) e Giovanni Galli (Lega) sul presidio medico fisso nelle residenze sanitarie assistenziali e sugli accessi degli ospiti delle rsa al pronto soccorso.

“Nel 2024 – ha spiegato l’assessore – gli accessi al pronto soccorso di persone provenienti da residenze sanitarie assistenziali sono stati 802. Il 61,8%, pari a 496 pazienti, sono stati dimessi e sono rientrati nelle rsa. Mentre 239, pari al 29,8% sono stati ricoverati in un reparto di degenza. Nei primi tre mesi del 2025 gli accessi al pronto soccorso di persone provenienti da rsa sono stati 197. Di questi 130, pari al 65,9% sono stati dimessi e rientrati in rsa. Mentre per 56 pari al 28,4% è stato necessario il ricovero. La media settimanale è di circa 15 persone presenti nelle nostre strutture per quanto attiene i dati del 2024”.

“Sull’opportunità di un presidio medico fisso nelle residenze sanitarie assistenziali la scelta della regione Toscana si basa su una delibera di Giunta del 2006”. Ha spiegato Spinelli aggiungendo che “all’interno delle nostre rsa, l’assistenza è svolta dal medico di medicina generale scelto dal paziente, che ha il diritto di poterlo mantenere. Vengono poi svolte tutte quelle prestazioni sanitarie previste dall’accordo collettivo nazionale. Nella delibera vengono previste tutte quelle prestazioni aggiuntive da erogarsi nella struttura di ricovero, il controllo periodico sullo stato di salute, il controllo sulle condizioni igieniche e il comfort ambientale, le indicazioni al personale infermieristico per l’effettuazione delle terapie, le indicazioni al personale di assistenza riguardo alle peculiarità fisiche e psichiche di ciascun ospite, indicazioni circa il trattamento dietetico in modo da collaborare con il personale del servizio sociale per il mantenimento dei rapporti con la famiglia e l’ambiente esterno. E poi prevista la tenuta di un apposito diario clinico nel quale sono annotati gli accessi, le considerazioni cliniche, la terapia, gli accertamenti diagnostici, le richieste di visite specialistiche, le indicazioni del consulente specialista, la predisposizione e l’attivazione di programmi individuali con carattere di prevenzione e di riabilitazione e la loro verifica periodica, la verifica dell’attuazione dell’eventuale piano predisposto dall’unità di valutazione multidisciplinare e l’attivazione di interventi riabilitativi”.

“Il medico di medicina generale quando presente nella struttura – ha concluso Spinelli – garantisce l’assistenza urgente anche ad altri ospiti che non hanno effettuato la scelta in suo favore in caso di condizioni cliniche gravi e non differibili. Per cui la scelta della regione Toscana è quella di assicurare le prestazioni mediche necessarie, attraverso il rapporto con la medicina generale, con la predisposizione di un accordo specifico che presuppone il numero delle visite previste e anche quelle necessarie oltre quelle previste dall’accordo stesso”.

Nella sua replica il consigliere regionale Andrea Ulmi ha fatto presente che “sul fatto che la scelta del medico di medicina generale sia libera siamo tutti d’accordo, ma è anche vero che molto spesso gli ospiti delle rsa sono in una condizione particolare e hanno bisogno di una supervisione superiore. In una struttura da 11 a 20 ospiti il medico ci deve andare una volta alla settimana e quando ci sono da 5 a 10 ospiti, una volta ogni 15 giorni”. “Il problema di tutti questi accessi al pronto soccorso – ha aggiunto – è dovuto molto spesso alla mancanza del medico e l’infermiere presente nella rsa giustamente non si prende la responsabilità di dare al paziente quell’assistenza che forse necessità di un medico. Io contesto la scelta della regione Toscana perché ritengo che andrebbe ripensato il modello che ha seguito fino ad ora. Se il medico potesse avere in carico la struttura, essendo sempre a disposizione, probabilmente permetterebbe una minor numero di accessi al pronto soccorso con tanti pazienti che poi tornano nelle rsa”.

Responsabilità di contenuti, immagini e aggiornamenti a cura dell’Ufficio Stampa del Consiglio regionale della Toscana