Libri: ‘Il fuorilegge. Gesù un Dio senza religione’
Presentato nella sala Gonfalone di palazzo del Pegaso il volume di don Andrea Pio Cristiani a cura di Giampaolo Grassi
Firenze – È stato presentato mercoledì 29 gennaio nella sala Gonfalone di palazzo del Pegaso il libro ‘Il fuorilegge. Gesù un Dio senza religione’, di don Andrea Pio Cristiani, a cura di Giampaolo Grassi. Un dibattito moderato da Grazia Giampiccolo e animato dagli interventi del presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo, del presidente della Giunta Eugenio Giani e del consigliere regionale Enrico Sostegni. Non sono mancate testimonianze importanti come quella del Vescovo emerito di Pinerolo monsignor Pier Giorgio Debernardi e di Gianni Lusena console onorario della Colombia a Firenze. Erano presenti l’assessora regionale Alessandra Nardini e i consiglieri regionali Marco Martini e Andrea Pieroni.
Il volume, edito da Castelvecchi, riesce a raccontare i Vangeli tornando alle origini del messaggio di Gesù, liberandolo da secoli di riti, precetti e tabù. Don Cristiani ha restituito le scritture con parole nuove, l’inferno non esiste e Dio non chiede penitenze, con un principio guida: il divino sta in tutto ciò che è finalizzato alla felicità dell’uomo. “Un messaggio importante non solo per la religione, ma per la vita”, ha sottolineato il presidente Antonio Mazzeo che ha aggiunto: “Il suo è un libro sulle libertà dal punto di vista di un sacerdote che partendo dalla sua piccola comunità di San Miniato è riuscito a fare arrivare questi messaggi con forza in tutto il mondo. Non lasciare indietro nessuno, sostenere chi soffre, portare il vangelo della salute e della formazione in giro per il mondo. Ponendo domande scomode a sé stesso e agli altri. Di fronte a noi, in questa discussione, c’è un viaggio, il viaggio di don Andrea. Le questioni che riguardano l’aborto, l’omosessualità, che scuotono le coscienze, che dividono esattamente come divide la discussione in queste settimane della legge sul fine vita in Consiglio regionale. E ora ponendoci di fronte a quelle domande ognuno di noi deve sentirsi libero, perché non c’è un giudizio in quello che gli altri pensano, è un punto di vista diverso dal tuo, ma resta un punto di vista. Qualcosa di profondamente importante che scuote le coscienze sia di chi crede che di chi non crede”.
“Non è un caso – ha concluso il presidente Mazzeo – che il Consiglio regionale abbia conferito al movimento che ha fondato, Shalom, il Gonfalone d’argento, la massima onorificenza dell’Assemblea legislativa toscana. Un movimento che ci dimostra come si possa vivere la religione cercando di non lasciare indietro nessuno, ponendosi domande scomode, a volte non trovando nemmeno tutte le risposte”.
Il presidente della Giunta regionale Eugenio Giani ha parlato di don Cristiani “come di una figura importante per la Toscana, per la sua capacità di trasmettere la fede controcorrente, parlando di Gesù come di un fuorilegge che determina la più bella delle rivoluzioni”. “Bastava vedere la chiesa di Fucecchio gremita per i suoi 50anni di sacerdozio – ha aggiunto – per capirne la dimensione comunicativa e il carisma. L’energia e la raffinatezza in don Andrea sono straordinarie, come è straordinaria l’esperienza del movimento Shalom che parte dalla Toscana e arriva in Africa, dove vengono costruite scuole, ospedali e pozzi. Don Antonio in questo libro ci parla di Gesù come di un fuorilegge, pieno di valori autentici, guidato dalla forza dell’amore”.
“Ho conosciuto don Andrea in tante occasioni istituzionali – ha raccontato il consigliere regionale Enrico Sostegni – e la cosa che mi ha colpito di più è che parlando va oltre i fronzoli, arrivando al cuore delle persone. Tocca il cuore di tutti quelli che lo ascoltano, una dote straordinaria che ritroviamo anche nel libro. Nelle pagine di questo volume troviamo tanti messaggi, quello rivoluzionario del cristianesimo degli ultimi che saranno i primi, un messaggio che abbiamo dimenticato come spesso ha fatto la gerarchia ecclesiastica. Ma anche quello di non giudicare e accogliere tutti con amore per quello che sono”.
“Don Andrea – ha concluso Enrico Sostegni – ci riporta al vero senso della religione, superando leggi e ritualità, con un unico comandamento che ci insegna il Vangelo quello dell’amore. Ama e fai ciò che vuoi diceva Sant’Agostino e ce lo ricorda anche questo libro”.
Il Vescovo emerito di Pinerolo monsignor Pier Giorgio Debernardi è intervenuto poi per ringraziare don Andrea Pio Cristiani perché, ha confidato, “è grazie a lui se sono rimasto a dare il mio contributo in Burkina Faso”. Poi ha augurato a tutti i presenti “di rimanere sempre verdi come i pini e gli abeti, perché il verde è il colore della speranza”.
Durante la presentazione don Andrea Pio Cristiani ha risposto a tante domande e ha raccontato alcune pagine del suo libro: “Il mio sforzo in 50anni che faccio il prete è quello di risalire alla storicità di Cristo e oggi, grazie ai documenti che comprovano la sua esistenza e la sua incisività nella storia antica e in quella moderna, ho potuto scoprire che in fondo il più grande rivoluzionario della storia che io abbia mai conosciuto nella vita si chiama Gesù Cristo. Lui rompe con le tradizioni religiose e tutte le regole che erano numerosissime ai suoi tempi le trasgredisce per affermare che in realtà l’uomo deve attestarsi su un unico comportamento che è quello dell’amore e lui ci ha dato l’esempio”.
Sono tanti i temi trattati nel libro dal sesso, all’eutanasia, all’aborto, ma anche su alcuni dogmi della Chiesa don Cristiani lancia messaggi importanti e si chiede: “Quale Dio può condannare anche il peggiore degli uomini all’inferno che è un ergastolo eterno?”. “Dove viene strumentalizzato – conclude – Dio non c’è”.
A curare il libro, mettendo insieme tutti i pensieri e le riflessioni di don Andrea, è stato il giornalista dell’ANSA Giampaolo Grassi: “Parlando con don Andrea un giorno, durante un viaggio su un treno, mi ha raccontato la sua lettura dei Vangeli e mi ha sorpreso. Una lettura non tradizionale che poteva avvicinare le persone. Io non so se sono un credente, ma mi sono ritrovato in tutto quello che don Andrea mi ha detto. Gesù è un fuorilegge perché nel racconto di don Andrea arriva e sovverte ogni legge esistente. Le elimina tutte per mantenerne una soltanto, quella dell’amore. Fino a quel momento, ma anche oggi, Dio veniva visto come un imperatore, mentre Gesù si mostra come l’ultimo dei servi che dice: ‘Non seguite leggi, non seguite riti, ma seguite solo l’azione della mia vita’”.
“Mi ha colpito molto – ha concluso – la parte del libro in cui don Andrea racconta che alla messa, che noi viviamo un po’ come un obbligo, ci si va liberamente, se serve a te per avvicinarti a Dio. La visione del sesso, dell’omosessualità, dell’eutanasia, c’è una serie di tabù che ci hanno oppresso e che abbiamo vissuto e subito perché siamo cresciuti in una cultura cattolica e cristiana che lui in qualche modo ribalta e trasforma da tabù oppressivi a uno spirito di libertà: ‘Fate ciò che volete purché sia far del bene’”.