Regione: via libera al bilancio Consolidato 2023
Il Consiglio regionale si è espresso a maggioranza: con 19 voti a favore, quelli di Partito democratico e Italia Viva, ed 11 contrari, dei gruppi di Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, misto Merito e Lealtà e Movimento 5 stelle
di Paola Scuffi
Firenze – L’aula di palazzo del Pegaso ha approvato a maggioranza il bilancio Consolidato della Regione per l’anno 2023, registrano 19 voti a favore: quelli di Partito democratico e Italia Viva, e 11 contrari, dei gruppi di Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, misto Merito e Lealtà e Movimento 5 stelle. Nella giornata di ieri, il Consolidato era stato esaminato ed approvato a maggioranza in commissione Controllo.
Solo un quadro di sintesi di questo bilancio, che mette in evidenza i risultati complessivi del Gruppo amministrazione pubblica (Gap), ovvero la Regione più gli enti e le società considerati rilevanti. I soggetti che fanno parte del Gap di Regione Toscana, inclusi nel perimetro del consolidamento, sono così suddivisi: accanto al Consiglio regionale della Toscana, quale organismo strumentale; 25 enti strumentali controllati e loro società partecipate indirette; 9 enti strumentali partecipati; 9 società controllate e loro partecipate indirette; 4 società partecipate.
Sulla definizione del Gap, con successiva delibera di Giunta regionale, è stata esclusa la società Montecatini Terme Spa e la sua partecipata indiretta Gestione complementari termali srl, a seguito di sentenza pronunciata dal Tribunale di Pistoia. Inoltre, è stata classificata come partecipata indiretta del Consiglio regionale la Fondazione per la Formazione Politica e Istituzionale – Alessia Ballini, poiché la contabilizzazione del valore della partecipazione è incluso nel bilancio del Consiglio. Infine sono state riclassificate tra le società controllate, per effetto della firma di patti parasociali, le società Internazionale Marmi e Macchine Carrarafiere SpA e Interporto Toscano Amerigo Vespucci SpA.
Passando ai numeri: il valore della produzione è pari a euro 11.850.955.099,99 in aumento rispetto all’anno precedente di circa 450 milioni di euro; i costi della produzione ammontano a 11.669.122.733,80, anche in questo caso in aumento di oltre 480 milioni. Tutto ciò determina un risultato economico di esercizio pari a 90.596.782,23, con un considerevole aumento rispetto al 2022, stimato in 63.864.446,00.
Ad eccezione di Sviluppo Toscana, tutti gli enti e le società hanno realizzato un risultato di esercizio positivo. Sul fronte degli investimenti, questi ammontano complessivamente a 1,36 miliardi. Il patrimonio netto si chiude con un valore negativo di 708,73 milioni di euro.
A dare inizio al dibattito in Consiglio regionale, la consigliera Anna Paris (Pd), che ha spiegato come la caratteristica di fondo di questo bilancio sia l’utile di gruppo e il patrimonio netto di gruppo, che guarda alle risultanze del Gap nei confronti dei terzi. In tale contesto, non solo l’utile aumenta, ma la capogruppo Regione Toscana pesa per 75 milioni di euro, con effetto positivo delle partecipate. Stesso discorso per il patrimonio netto che è sì negativo, dovuto anche alla riforma della contabilità, ma con trend di miglioramento negli anni. “A livello di equilibri – ha concluso la consigliera – è un bilancio di un gruppo sano”.
Ma quale il tema vero del Consolidato? Secondo Alessandro Capecchi (FdI), presidente della commissione Controllo, “il tema vero è l’utilità del bilancio Consolidato, che dovrebbe consentire alla Controllo di fare una disamina molto più approfondita e articolata, rispetto a quanto fatto, considerando anche la lettera del presidente Giani, dove si evidenziava che la mancata approvazione entro il 30 settembre avrebbe di fatto bloccato le assunzioni dell’Ente”. E “rivolgendomi idealmente ai banchi della Giunta regionale, vorrei ricordare l’impegno della Controllo rispetto ad alcune partite”, ha continuato Capecchi, soffermandosi sulla partita finanziaria, e quindi sui 2 miliardi e 82 milioni circa di indebitamento complessivo; e sul patrimonio, in particolare sulla richiesta di un elenco specifico delle opere e degli investimenti in corso. Il consigliere ha concluso il proprio intervento annunciando il voto negativo, parlando di una analisi in “chiaro-scuro, fermo restando si tratti di una fotografia scattata a bilanci chiusi”.
Di “passaggio non solo formale ma di rilevanza non banale” ha parlato invece il vicepresidente della Controllo, Andrea Pieroni (Pd), visto che il Consolidato analizza i consuntivi della Regione Toscana e delle partecipate: “uno strumento prezioso che tiene insieme una galassia molto articolata di soggetti, che rispondono agli indirizzi della Regione”, contenimento dei costi, pareggio di bilancio e mantenimento dei livelli dei servizi. Ad eccezione solo di Sviluppo Toscana spa, che chiude in negativo, anche per lo sfasamento dei fondi europei e comunitari. Ed entrando nel merito dello specifico dei contenuti, in un gruppo dove la Regione Toscana fa la parte del leone, visto che oltre l’80 per cento del Consolidato è riferibile al bilancio della Regione, Pieroni si è soffermato sul patrimonio netto negativo, 708 milioni di euro, sia pure in costante miglioramento, ormai dal 2016. “Per il quadro che si evolve positivamente e per le risultanze dei rendiconti oggetto del consolidamento – ha concluso il consigliere – il nostro voto sarà favorevole”.
Annuncio di voto negativo, invece, da parte di Massimiliano Riccardo Baldini (Lega), che ha iniziato il proprio intervento definendo “un po’ superficiale l’approccio nell’affrontare un atto che ha una sua valenza, mentre l’assenza in Aula della Giunta e del suo presidente la dice lunga”. “E’ per la disponibilità delle forze di minoranza – ha ribadito – che siamo oggi a parlare del Consolidato, in una seduta che doveva essere dedicata solo alle mozioni”. Due, in particolare, le questioni sottolineate dal consigliere: il ritardo del parere dei Revisori dei Conti, che non ha permesso alla Controllo l’approfondimento necessario e la reale portata del bilancio consolidato, che sovente non ha dati di riferimento attuali. Baldini ha quindi terminato con un accenno, senza entrare nel merito delle questioni, alla ben nota vicenda dell’aumento dell’addizionale regionale dell’Irpef.




