22 Dicembre 2021

Agricoltura: taglio colturale, sì alle modifiche

L’aula di palazzo del Pegaso ha approvato a maggioranza le disposizioni relative ai tagli colturali, andando a modificare la legge 39 del 2000

Comunicato - n. 1377
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Meno burocrazia e meno complicazioni per la gestione dei tagli colturali. In questa cornice, come spiegato da Ilaria Bugetti (Pd), presidente della commissione Sviluppo economico e rurale, nel corso della seduta notturna di martedì 21 dicembre, si inseriscono le disposizioni che vanno a modificare la legge 39 del 2000.

L’intervento normativo intende chiarire il regime applicativo delle autorizzazioni necessarie allo svolgimento del taglio colturale, cioè il taglio che rientra nell’ordinaria attività ed è condotto con modalità tali da assicurare la rinnovazione e la perpetuazione del bosco, senza comprometterne le potenzialità evolutive, favorendo la biodiversità e tutelando l’assetto idrogeologico. Si tratta di interventi da eseguirsi nei boschi ricompresi nelle aree di cui all’articolo 136 del d.lgs. 42/2004, dichiarate di notevole interesse pubblico.

Anche per questi tagli, collocati cioè in zone vincolate per effetto di specifico provvedimento, non è richiesta la preventiva autorizzazione paesaggistica, con la sola eccezione delle aree per le quali il provvedimento di vincolo interessi in modo esclusivo i boschi (in questi casi non ci sono eccezioni alla necessità di conseguire l’autorizzazione paesaggistica preventiva).

L’intervento, si legge nella relazione, si rende necessario anche per superare incertezze applicative che rischiano di sostanziarsi in aggravi procedurali che causano importanti complicazioni (anche di natura economica) per i proprietari, per i gestori dei boschi, per le piccole aziende e per le imprese agricolo-forestali che si occupano di selvicoltura. Questi vedono dilatarsi notevolmente i tempi per l’avvio di un’attività che si configura come ordinaria e necessaria alla cura dei boschi e che risulta funzionale alla rinnovazione e alla perpetuazione degli stessi, non implicando trasformazioni permanenti dei suoli.

Il nuovo provvedimento normativo non comporta oneri a carico del bilancio regionale.

Nel corso del lungo dibattito, si sono evidenziate due distinte posizioni: da un lato chi sostiene che i boschi si curino da soli e dall’altro chi intende autorizzare tagli anche in zone sottoposte a vincolo, come sintetizzato da Alessandro Capecchi (FdI). E mentre le consigliere del Movimento 5 Stelle, Irene Galletti e Silvia Noferi, dopo aver illustrato l’excursus della legge, evidenziandone le incongruenze e quindi la possibile impugnativa, hanno annunciato il voto contrario, i consiglieri della Lega (Elena Meini e Marco Casucci) e di Fratelli d’Italia (Alessandro Capecchi) – pur riconoscendo il tentativo di semplificare – hanno annunciato di non partecipare al voto; non solo perché la norma è accompagnata da un parere negativo del Legislativo, ma anche perché la materia non è di esclusiva competenza regionale; da qui l’invito a ritirare il provvedimento e intervenire sul Governo nazionale: occorre essere autorevoli e parlare con Roma.

Diversa la posizione del Partito democratico, come spiegato dai consiglieri Cristiano Benucci e Vincenzo Ceccarelli: la strada da percorrere è stretta, ma siamo convinti che di questo chiarimento abbia bisogno la selvicoltura della Toscana, nel rispetto sacrale del bosco; con questa legge intendiamo dare un ulteriore scossone al governo nazionale.

Le operazioni di voto hanno registrato 24 favorevoli e 2 contrari.

Responsabilità di contenuti, immagini e aggiornamenti a cura dell’Ufficio Stampa del Consiglio regionale della Toscana