Sociale: Registro unico del Terzo settore, sì alle norme per esercizio funzioni amministrative
Il Consiglio approva a maggioranza: favorevoli Partito democratico, Italia viva e Movimento 5 stelle, astenuti Lega e Fratelli d’Italia
Il Consiglio regionale approva a maggioranza le norme per l’esercizio delle funzioni amministrative in materia di Registro unico nazionale del Terzo settore. La nuova legge regionale passa con 25 voti favorevoli (Partito democratico, Italia viva e Movimento 5 stelle) e 6 voti di astensione (Lega e Fratelli d’Italia) nella seduta serale di martedì 21 dicembre.
Nel 2017 è stato approvato dal governo nazionale il Codice del Terzo settore, che ha attuato una revisione organica delle disposizioni, riunificando all’interno di un unico quadro normativo le singole leggi settoriali (volontariato, promozione sociale e impresa sociale). “L’articolo 45 – spiega il presidente della commissione Sanità e politiche sociali, Enrico Sostegni (Pd) – prevede l’istituzione del Registro unico nazionale come costitutiva per gli enti del terzo settore, con tutte le conseguenze che derivano dall’essere identificate in questa categoria”. La Regione “è tenuta a individuare la struttura competente e a disciplinare i provvedimenti relativi”, spiega Sostegni. In particolare verrà individuata la struttura regionale indicata come “Ufficio regionale del Registro unico nazionale del Terzo settore”, verranno disciplinati i procedimenti per l’emanazione dei provvedimenti di iscrizione e di cancellazione, verrà garantita la gestione della trasmigrazione dei registri esistenti, saranno organizzate le attività di controllo nei confronti degli enti del Terzo settore aventi sede legale in Toscana. “Facciamo anche una scelta di coinvolgimento dei Comuni capoluogo di Provincia e della Città metropolitana – prosegue il presidente della terza commissione –, che attualmente gestiscono il registro nazionale delle organizzazioni di volontariato, il registro delle associazioni di promozione sociale e il registro della cooperazione sociale”.
Il lavoro della commissione ha portato a una prima modifica del testo presentato dalla Giunta regionale: il Consiglio delle autonomie locali suggeriva di coinvolgere le Province nella tenuta del Registro unico, “in questa fase – dice ancora Sostegni – abbiamo ritenuto impossibile ipotizzare il coinvolgimento delle Province. Con un atto collegato (un ordine del giorno, ndr), impegniamo tuttavia la Giunta a valutare la possibilità di consentire alle province di esercitare un ruolo attivo nella gestione amministrativa del Registro unico del terzo settore”. In risposta ad una osservazione giunta dalla consulta del terzo settore, inoltre, “abbiamo introdotto un emendamento all’art.4, comma 4, per garantire l’uniforme applicazione delle norme su tutto il territorio regionale”.
I maggiori oneri relativi alle funzioni amministrative di avvio e gestione del Registro unico nazionale del terzo settore sono stimati in 1 milione e 500 mila euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023. “Si tratta di risorse che vengono direttamente dal livello statale alla Regione per svolgere queste funzioni”, conclude Sostegni.
(a cura di Sandro Bartoli e Cecilia Meli)