26 Giugno 2024

Garante detenuti: attività 2023, il Consiglio regionale esprime apprezzamento

La risoluzione approvata a maggioranza con 21 voti favorevoli (Pd, IV e M5s), 6 voti contrari (Lega) e 3 astenuti (Fratelli d’Italia e Gruppo Misto Merito e Lealtà)

comunicato n. 0631
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Firenze – Il Consiglio regionale della Toscana ha espresso apprezzamento per l’attività svolta nel 2023 dal Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale. L’Aula ha approvato a maggioranza la risoluzione presentata su proposta della commissione Affari istituzionali e illustrata in Aula dal suo presidente, Giacomo Bugliani (Pd) con 21 voti a favore (Partito democratico, Italia viva, Movimento 5 stelle), 6 voti contrari (Lega) e 3 astenuti (Fratelli d’Italia, Gruppo Misto Merito e Lealtà).

 

La risoluzione esprime apprezzamento per “i risultati conseguiti, come emergono dalla relazione annuale 2023 del Garante”. Ribadisce “l’impegno assunto con la legge regionale 69 del 2009, istitutiva della figura del Garante, “a contribuire attraverso tale organo ad assicurare la finalità rieducativa della pena e il reinserimento sociale dei condannati e, più in generale, l’effettivo godimento dei diritti civili e sociali, nonché la rimozione degli ostacoli al godimento di tali diritti all’interno di tutte le strutture restrittive della libertà personale”. Impegna il Consiglio, inoltre, “a sostenere e rafforzare l’efficienza dell’ufficio del Garante regionale nel compimento delle funzioni”. Auspica “l’aggiornamento delle previsioni della legge 69 del 2009, come hanno già fatto altri Consigli regionali, secondo le linee di indirizzo delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano, in merito alla disciplina degli organi di garanzia “Difensore civico, Garante per l’infanzia e l’adolescenza, garante dei diritti dei detenuti, così come approvate dall’assemblea plenaria del 26 settembre 2019, impegno peraltro già assunto dal Consiglio regionale con l’approvazione di una mozione nell’ottobre 2019 proposta dall’allora consigliera Serena Spinelli”.

 

Nella relazione presentata alla Commissione, ha spiegato Bugliani in Aula, i “sono riportate le cifre del sistema penitenziario toscano: quasi 4mila detenuti di cui circa la metà stranieri. La popolazione carceraria straniera in Toscana si attesta su un 10 per cento di più rispetto al resto del territorio italiano. Importante la componente della popolazione carceraria tossicodipendente”.

“La relazione – ha aggiunto Bugliani – dà anche atto della diffusione dell’istituto della ‘messa alla prova’ come strumento alternativo alla detenzione e offre anche un quadro delle istanze presentate al Garante finalizzate per lo più a ottenere il trasferimento in altri istituti penitenziari e ad avere un colloquio diretto con lui”.

Tra le priorità evidenziate contenute anche nella proposta di risoluzione, oltre alla parte di ricerca e convegnistica giudicate fondamentali per espletare al meglio le funzioni assegnate, anche la necessità di mantenere alta l’attenzione e l’impegno operativo sul tema della psichiatria in carcere e delle misure di sicurezza, l’incentivazione delle misure alternative alla detenzione per persone con patologia psichiatrica; il monitoraggio continuo della sanità penitenziaria e gli altri settori di competenza, comprese le strutture per anziani e disabili, come richiesto dal Garante nazionale delle persone private della libertà personale; il mantenimento dell’attiva collaborazione con l’assessorato competente in materia di carcere, per fornire contributi sugli specifici temi d’intervento. Particolare attenzione deve poi essere dedicata alla problematica della detenzione femminile, incentivando possibili soluzioni alternative al carcere.

Intervenuto il vicepresidente Marco Casucci (Lega) che ha rimarcato come nella relazione si evidenzi che “il carcere sia un luogo di morte”. “Nelle nostre carceri – ha detto – i decessi per suicidio sono una costante, così come i tentativi di suicidio e gli atti di autolesionismo. Per questo ho chiesto alla Commissione che vi sia un lavoro di approfondimento su questi casi, perché rappresentano una sconfitta per il nostro Paese e per la nostra Costituzione. La politica non sta facendo abbastanza”. Casucci ha poi indicato le linee di indirizzo su cui intervenire a partire dalla necessità di lavorare sul sovraffollamento pensando a una redistribuzione dei detenuti all’interno delle carceri toscane. Ancora, l’attenzione ai malati psichiatrici: “il sistema di articolazione per la tutela della salute mentale è presente solo a Sollicciano, con 9 posti – ha detto – mentre nel complesso ci sono 582 malati”. Infine, la richiesta di una maggiore attenzione verso i tossicodipendenti: nelle carceri toscane sono in tutto 1214, “persone che dovrebbero essere accolte nelle comunità”. Infine ha ricordato i dati sul numero degli immigrati, il 44,5 per cento del totale dei detenuti nella regione, e ha ribadito che “la soluzione per risolvere i problemi del mondo carcerario deve essere il rimpatrio certo per i detenuti che hanno commesso reati nel nostro Paese”.

 

Andrea Ulmi, Gruppo Misto-Merito e Lealtà, ha evidenziato come la relazione del Garante parli “di condizioni disumane legate agli spazi nelle carceri”. Ha poi segnalato come “gli ospedali penitenziari non sono stati sostituiti in maniera adeguata dalle Rems: basti pensare che in Toscana ci sono solo due strutture per entrare nelle quali c’è una fila infinita e questa è una mancanza da parte della Regione”.

 

Maurizio Sguanci (Italia Viva) ha parlato di una relazione puntuale da cui emerge “l’origine di tutti i mali ovvero quello della carenza dell’edilizia penitenziaria”. “Tutte le nostre carceri sono sovraffollate – ha affermato – Sollicciano ospita oltre il 15 per cento del numero dei detenuti massimo per capienza e gli effetti sono la negazione al diritto all’affettività, la difficoltà a fare una doccia e a utilizzare la mensa. Per questo quello dell’edilizia è uno dei grandi temi che il Governo dovrà affrontare”. Positivo invece secondo Sguanci “l’utilizzo dell’istanza della messa alla prova”, mentre è “necessario potenziare l’accesso ai lavori socialmente utili”.

 

Valentina Mercanti (Pd) ha evidenziato come “le carceri oggi sono discariche sociali, e questo è un dramma che sta vivendo il nostro Paese. La critica riguarda tutti, non faccio differenze tra destra e sinistra. È un fallimento del sistema. Mancano ragionamenti sul ‘prima’ e sul ‘dopo’, sulla prevenzione e sul reinserimento. I temi sociali sono completamente scomparsi dal dibattito”. La consigliera ha poi espresso a nome del Gruppo “apprezzamento alla relazione del garante” che “mette al centro l’uomo in ogni passaggio, un approccio che condivido”.

 

“La funzione rieducativa della pena è fondamentale a livello sociale – ha affermato Diego Petrucci (Fratelli d’Italia) – la dobbiamo sostenere nell’interesse della comunità tutta. Sia il centrodestra che il centrosinistra devono interrogarsi in maniera profonda, uscendo dagli schemi usati solitamente”. In questa ottica “è fondamentale insegnare un lavoro durante la detenzione e creare percorsi di inserimento lavorativo e professionale. Gorgona è un’opportunità unica in Italia, dovrebbe diventare un modello. In questo le Regioni devo svolgere un ruolo-pilota. La Toscana ha fatto delle cose importanti, ma non abbastanza. Il teatro in carcere di Volterra è un progetto sbagliato. Sulle Rems siamo in proroga da vent’anni, la Regione è competente in materia, ma non ha un piano”.

 

Silvia Noferi (M5s) ha ricordato la visita della commissione Cultura al carcere di Volterra. “E’ stata un’esperienza incredibile – ha detto – Poter fare teatro, studiare i testi di pensatori illuminati credo non possa che essere un fattore positivo. Anche il carcere di Sollicciano porta avanti attività culturali. La Toscana ha dunque esperienze encomiabili degne di essere portate ad esempio”.

 

Cristina Giachi (Pd) ha sottolineato come “il laboratorio del carcere di Volterra sia un percorso professionalizzante”. “Con la commissione Cultura – ha aggiunto – siamo stati in visita a Gorgona, è stata una grande scoperta. Stiamo parlando di due eccellenze che non vanno messe in antagonismo. Occorre sostenere e valorizzare le specificità laddove ci sono le condizioni per svilupparle”.

 

Intervenuta anche l’assessora al Welfare Serena Spinelli che ha espresso apprezzamento per l’attività del Garante dei detenuti. “Con Fanfani ho costanti momenti d’incontro – ha affermato – L’aumento della presenza di minori nelle carceri senza un appoggio ai percorsi di attenzione e reinserimento, rende alto il rischio di recidiva, perché mancano le condizioni sociali che permettano di non reiterare il reato. Potremmo fare sicuramente di più, ma mi piace raccontare l’impostazione che la Regione segue da anni. Finanziamo l’Università in carcere, riusciamo ad attivare percorsi di formazione in collaborazione con le Università toscane e questo produce un numero di laureati non indifferente. Siamo parte attiva del progetto nazionale Cassa delle ammende, per il quale ci siamo aggiudicati il bando con un finanziamento per tre anni, dando priorità al tema del lavoro. Partecipiamo ai percorsi di messa alla prova, il nostro mondo del Terzo settore ha bacini di accoglienza”. Ha poi ricordato come “il bando finanziato con 37milioni di euro per l’inserimento lavorativo attraverso il Fondo sociale europeo può essere aperto anche alle persone ex-detenute”.

( Testo a cura di Angela Feo e Sandro Bartoli)

 

 

 

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