7 Dicembre 2021

Aula: Arpat, sì a bilancio d’esercizio 2020

Passa a maggioranza la proposta di delibera. Approvata proposta di risoluzione presentata da Irene Galletti (Movimento 5 stelle), respinto ordine del giorno di Alessandro Capecchi (Fratelli d’Italia)

Comunicato stampa n. 1316
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Firenze – Sì a maggioranza al bilancio di esercizio 2020 dell’Agenzia regionale di protezione ambientale (Arpat) con 21 voti favorevoli, 12 contrari e 2 astenuti. E’ stato respinto l’ordine del giorno presentato da Alessandro Capecchi (Fratelli d’Italia) , approvata invece, la proposta di risoluzione di Irene Galletti (Movimento 5 stelle). 

 

Arpat, istituita con Legge regionale n. 66/1995, è attiva dal 1996 ed è stata riformata con legge regionale n. 30 del 2009, successivamente modificata nel 2019, con l’agenzia che diventa un ente vigilato, impegnato a far fronte non solo alle normali attività di monitoraggio, ed a tutta una serie di attività specifiche (legate ad esempio al cambiamento climatico e ai gas inquinanti), ma anche a fare da strumento di supporto alla Magistratura inquirente. Da qui l’urgenza di investire in strumentazione e implementazione del personale, visto che Arpat non è riuscita a coprire il turn-over e l’età media dei dipendenti è di 55 anni.

 

L’Agenzia opera al servizio delle istituzioni e della cittadinanza, attraverso il monitoraggio dello stato dell’ambiente; gli accertamenti sulle fonti di inquinamento e gli impatti che ne derivano, occupandosi dell’individuazione e della prevenzione di fattori di rischio per la salute dell’ambiente e delle persone. Da qui le ispezioni sul territorio toscano per controllare il rispetto delle norme in materia di tutela ambientale e i conseguenti controlli tecnici, utili alle autorità competenti per adottare i provvedimenti necessari.

 

Il bilancio 2020, come illustrato in Aula dalla presidente della commissione Territorio e ambiente Lucia De Robertis (Pd) è simile a quello degli anni precedenti, eccetto che per l’utile di esercizio, pari a euro 6.153.594 dei quali, su proposta di Arpat stessa, l’80 per cento (pari oltre a 4 milioni e 900mila euro) restituito alla Regione e il restante 20 per cento (pari a oltre 1 milione e 200mila euro) quale riserva legale a copertura delle eventuali future perdite. Una cifra che deriva dalla smobilitazione del fondo di riserva, con i contenziosi risolti positivamente. La presidente ha ricordato che “il valore totale della produzione nel 2020 è di 54 milioni e 500 mila euro” e “il costo della produzione è di 46 milioni e 100 mila nel 2020”. Sul fronte della attività, da ricordare le 3621 ispezioni ambientali, il 50 per cento con sopralluogo, contro il 70 per cento di sopralluoghi del 2019, anche per l’emergenza legata al Covid; 2220 oggetti controllati; 14595 campioni analizzati. De Robertis ha confermato la “necessità di rafforzare l’Agenzia garantendo il necessario ricambio anche generazionale del personale in ragione del fattore anagrafico che influisce sulle tipologie delle ispezioni in loco che possono essere effettuate”.

 

Alessandro Capecchi (Fratelli d’Italia) ha evidenziato come “esista un problema di organizzazione sia territoriale che funzionale di Arpat”, “un’organizzazione più seria, più corretta ed approfondita garantisce controlli anche ordinari in linea con le indicazioni della Regione”.  Capecchi ha ricordato che l’Agenzia ha manifestato la volontà di avere indietro l’utile per realizzare specifici progetti e ha ribadito la necessità di fornire supporto anche economico ad Arpat. “Per esempio – ha detto – i controlli ordinari sui grandi impianti industriali soggetti ad Autorizzazione integrata ambientale nel 2020 hanno coperto solo il 28per cento lasciando scoperto il il 72per cento” e ancora, come richiesto nell’ordine del giorno respinto dall’Aula, “occorre un aumento delle dotazioni finanziarie e strumentali e delle risorse umane dell’agenzia per garantire controlli annuali ed uniformi”. Capecchi ha infine, concluso che occorre lavorare sui controlli sull’implementazione delle stazioni radio base, sull’impatto cumulativo di queste antenne sul territorio e sul tema dell’inquinamento acustico.

 

Accolta la proposta di risoluzione di Irene Galletti (Movimento 5 stelle)  perché si proceda ad “incrementare le risorse per le strumentazioni ma anche per il personale di Arpat”. “L’età media della dirigenza – ha detto Galletti – è di 60 anni mentre quella del comparto di 52 anni, segno di esperienza e competenza ma anche segnale di mancanza di turn over”. La consigliera ha espresso preoccupazione per la diminuzione di alcune attività come “il controllo degli scarichi industriali prioritari passato da 8 ispezioni programmate a 3 svolte”, controlli ambientali sulle radiazioni ionizzanti “ne era previsto solo uno e non è stato fatto”, i controlli inquinamento derivante dall’amianto e sua dismissione “ne erano previsti tre e ne è stato fatto solo uno”. Riguardo agli stabilimenti a rischio di incidenti rilevanti “su 11 ispezioni programmate ne sono state svolte 4”, ha concluso Galletti chiedendo “una programmazione attenta nel corso degli anni delle assunzioni ma soprattutto che venga presta attenzione questa agenzia anche per le risorse materiali che gli vengono messe a disposizione”. Galletti ha espresso voto di astensione sul bilancio. 

 

Di un bilancio “sano e solido che consente di fare scelte come quella di lasciare gli utili all’agenzia per investire in mezzi, attrezzature e strumentazioni anche per la campagna odorigena” ha parlato Federica Fratoni (Pd) , ricordando, riguardo al personale, che sono stati stabilizzati tutti i precari, assunti con il progetto sicurezza Prato. Fratoni ha ricordato anche che “è stato avviato un programma di nuove assunzioni” e che è stato stabilito che “parte degli introiti ricavati dalle attività ispettive possa essere destinato all’integrazione della produttività, scelte che vanno nella direzione della valorizzazione dell’Agenzia”. Sulla proposta di Fratelli d’Italia, Fratoni ha detto di trovarla “troppo generica” e “in parte troppo riferita all’inchiesta sul Keu”, “le scelte organizzative le deve compiere il direttore generale con la Giunta”. “Un senso invece – ha aggiunto- ha la sollecitazione che viene da Galletti per dare forza ad Arpat”.

 

Elisa Montemagni (Lega) ha espresso il voto contrario della Lega:  “Non condivido l’idea che se la programmazione viene fatta dalla Giunta, il Consiglio allora non dovrebbe esprimersi. Perché, invece, il Consiglio, rappresentando il territorio, potrebbe essere incisivo sugli atti programmatori”. La consigliera ha ribadito il problema del “personale di Arpat con età troppo elevata” e “il bilancio in attivo”, ma “Arpat – ha detto – dovrebbe investire tutto quello che incassa, visto che è un ente pubblico”. Montemagni ha rilevato criticità per “le ispezioni in forte calo, si parla di quasi il 30per cento”,  e ha lamentato che sono in diminuzione “i controlli per la qualità dell’acqua potabile”, e quelli “sulla qualità dell’aria”.  “Se dal punto di vista contabile – conclude – il bilancio non è un problema, lo è tutto quello che è in gestione ad Arpat”.

 

Il portavoce dell’opposizione Marco Landi (Lega) ha ribadito il voto contrario al bilancio “non tanto dal punto di vista contabile – ha detto- ma sul piano degli investimenti in forte ritardo”. “C’è un piano di investimenti fermo e questo ci fa pensare che il tesoretto possa venire utilizzato per coprire lo scostamento che riguarda la sanità”.  Infine, “le attività di controllo sono calate in modo inaccettabile”. 

 

(testo a cura di Benedetta Bernocchi e Paola Scuffi)

I video

La dichiarazione di Lucia De Robertis, presidente della commissione Territorio e ambiente

La dichiarazione di Irene Galletti, capogruppo del Movimento 5 stelle

La dichiarazione del consigliere Alessandro Capecchi (Fratelli d’Italia)

La dichiarazione di Marco Landi, Portavoce delle opposizioni

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