Economia: cinema e audiovisivo, il settore chiede riconoscimento e bandi alla Regione
Nuova audizione in commissione congiunta Sviluppo economico e Cultura. Stefania Ippoliti: “Serve alleanza con lo sviluppo economico della Regione”. Cristina Giachi: “Necessario occuparci di questo settore, non siamo a zero. Ora una proposta di risoluzione per l’inserimento nella programmazione dei fondi strutturali”. Ilaria Bugetti: “È un comparto economico a tutti gli effetti. Occorre nostro atto d’indirizzo forte”
Firenze – L’imprenditoria legata al cinema, all’audiovisivo e alle nuove tecnologie chiede il riconoscimento dello status di settore produttivo, una “alleanza con lo sviluppo economico della Regione”, che permetta l’apertura di bandi specifici e l’inserimento nella programmazione per il nuovo settennato dei fondi europei. Le commissioni Sviluppo economico, presieduta da Ilaria Bugetti (Pd) e Cultura, presieduta da Cristina Giachi (Pd), hanno tenuto questa mattina un’audizione di Cna Cinema e Audiovisivo Toscana e di Fondazione Sistema Toscana-area cinema e mediateca.
L’incontro segue il primo, dello scorso maggio, e si inserisce nel confronto già aperto con le due commissioni: “Oggi è ancor più necessario fare qualcosa per introdurre un fondo, un bando regionale per il cinema e l’audiovisivo”, dice Emanuele Nespeca, che di Cna Cinema e Audiovisivo è presidente. “In Toscana abbiamo sviluppato una forte presenza di società di produzione di contenuti che lavorano a 360 gradi nel settore, sia per il cinema che per la televisione. Nell’ultimo anno e mezzo è esplosa la richiesta di fornitori di contenuti”. Per la nostra regione, spiega Nespeca, “riteniamo strategico intervenire e sostenere le società che abbiano sviluppato qualità tecnica e artistica per competere con i propri prodotti a livello sia nazionale che internazionale. Le nostre aziende sono società produttive, il nostro lavoro ha una ricaduta economica e strategica per lo sviluppo economico del territorio”. Il ragionamento, si sostiene, dovrebbe andare oltre “i pochi ristori che durante il Covid hanno raggiunto il nostro settore. Noi non abbiamo un bando specifico come ormai è presente in tutte le Regioni d’Italia, fatta eccezione per il Molise e l’Abruzzo. La Toscana è partita prima delle altre con bando apposito nel 2007-2009, vorremmo che quella spinta continuasse”.
“I contributi che sono arrivati negli anni scorsi – dice il vicepresidente Stefano Mutolo – hanno creato una serie di meccanismi virtuosi, che non solo hanno riportato aziende cinematografiche in Toscana, ma hanno permesso loro di crescere, strutturarsi, creare posti di lavoro. Questo processo “è importante che venga alimentato di anno in anno, per non tornare a una fuga delle aziende del settore dal territorio toscano. Ricordo che la serie Netflix di Zerocalcare, che sta avendo grande successo, è stata realizzata a Firenze”.
“Quello che ha potuto fare Fondazione Sistema Toscana per il comparto audiovisivo ha prodotto una serie di risultati molto positivi che hanno bisogno di trovare alleanza col settore dello sviluppo economico della Regione”, dice Stefania Ippoliti, responsabile dell’area cinema e mediateca e direttore di Toscana film commission. L’audiovisivo è settore “di confine, fortemente produttivo, attiva una forma di sviluppo economico e di occupazione a nostro giudizio molto compatibile con gli obiettivi e le priorità della Regione” e offre “risposte efficaci al trasferimento tecnologico e alle ansie anche occupazionali delle giovani generazioni. L’esempio della produzione della prima serie di Zeroclacare, che porta la creatività italiana in tutto il mondo, è corretto: il lavoro è stato fatto tutto a Firenze e a Pisa. Abbiamo potuto dare 80 giovani preparatissimi, specializzati nell’usare l’animazione, dopo aver fatto laboratori di perfezionamento, secondo un modello tipico della Toscana e con risorse modestissime”. Grazie agli investimenti “del settore cultura della Regione sono state create infrastrutture al servizio delle aziende che si occupano di audiovisivo, con una formula efficace: completare la preparazione di ragazzi e ragazze in modo da poterli inserire con successo nel mondo produttivo. La manifattura digitale è anche a Prato”. Si tratta di “porzioni di queste città da riqualificare, dedicandole all’attrazione delle produzioni: piccolissime Cinecittà molto efficienti. La prossima manifattura sarà a Pistoia”. Questa rete di infrastrutture a supporto delle aziende “costituisce strumento ulteriore di attrazione di investimenti. Le produzioni audiovisive muovono moltissime risorse, creano occasioni di lavoro e occupazione, oltre a promuovere con grande efficacia l’immagine della Toscana nel mondo”. L’alleanza, ribadisce Ippoliti, “è ora necessaria per mantenere standard all’altezza delle aspettative. Siamo alla vigilia prossima programmazione Por-Fesr, l’audiovisivo deve esservi inserito. Noi non abbiamo avuto finora molto successo nell’aprire una collaborazione che non fosse episodica col settore dello sviluppo economico della Regione. Ci sono molte possibilità che tutto quello che è stato seminato possa continuare a dare frutti. Abbiamo bisogno di poter programmare. Altrimenti, la Toscana rischia di scendere da posizioni di vetta nelle retrovie”.
“Riteniamo necessario occuparci di questo settore, e non siamo a zero, perché abbiamo già fatto dei primi passi”, dichiara la presidente della commissione Cultura, Cristina Giachi. “Si tratta ora di definire “l’indirizzo politico nei confronti dell’impresa culturale, un importante, settore produttivo che ha successo economico, e crea opportunità di lavoro. E dovremmo farlo seguendo una linea già attivata nel Prs, quando abbiamo introdotto l’indicazione delle imprese creative come soggetti destinatari di politiche per il settore produttivo ed economico, e non soltanto per l’offerta culturale. Possiamo fare qualcosa di più a livello d’indirizzo: una proposta di risoluzione congiunta delle due commissioni in vista della programmazione dei fondi strutturali”. L’esempio della serie Netflix di Zerocalcare, dice ancora la presidente, “mostra ciò che si fa nel nostro territorio in un campo a volte poco visibile, ma che rappresenta un elemento fondamentale di sviluppo del territorio, dells sua economia creativa e della sua cultura”.
Il punto è “molto chiaro e molto preciso – osserva la presidente della seconda commissione Ilaria Bugetti – e mi vede molto convinta già da tempo. Siamo di fronte a imprese culturali, un comparto economico a tutti gli effetti, con il bilancio di un’impresa medio-piccola artigiana che ricalca in qualche modo la tipologia dell’impresa in Toscana. Sarà compito nostro confrontarci con l’assessore. Dovremmo produrre un atto che potrebbe essere una proposta di risoluzione delle due commissioni, con la quale chiederemo l’inserimento di questo settore nei nuovi bandi. Un atto forte. Circa il 60 per cento dei fondi per il nuovo settennato riguarderà le imprese”.
La vicepresidente della commissione Cultura, Luciana Bartolini (Lega) concorda: “Bisogna trovare il modo concreto di aiutare il settore, che è creativo, dà lavoro a molti giovani e quindi richiede molta attenzione anche alla formazione. Si tratta di una vera attività produttiva, che mette in gioco tante realtà manifatturiere, culturali”. La consigliera chiede maggiori approfondimenti sulla prossima apertura manifattura a Pistoia.
La consigliera Anna Paris (Pd) chiede come individuare e collegare le tante aziende impegnate nel settore e il riferimento ai codici Ateco. “Siamo in grado di fare mappatura molto precisa: produzione, servizi, infinità di imprese che vendono attrezzature o forniscono servizi. C’è tutto un indotto. I codici Ateco ci guidano”, è la risposta. Dalla consigliera Elena Rosignoli (Pd), l’apertura alla collaborazione: “Dovremmo essere capaci di approfittare di questo brand che ci dà un vantaggio di visibilità a livello mondiale. Troviamo la strada per creare canali d’investimento”.
Secondo Mario Puppa (Pd), vicepresidente segretario della commissione Sviluppo economico, “la serie di Zerocalcare prodotta interamente in Toscana ci fa capire quanto è importante aiutare e incentivare questo settore, che in prospettiva vedo trainante”. Si tratta ora di “determinare aiuti concreti al di là dei ristori collegati alla crisi pandemica. Tv, cinema e ora soprattutto il web: l’audiovisivo è un veicolo straordinario anche per alimentare una filiera economica. Serve anche una formazione mirata e all’avanguardia per essere aempre più capaci di rispondere alla domanda di mercato”.
“La Toscana naturalmente di per sé uno dei set più ambiti al mondo, appetibilità che va oltre addirittura al made in Italy. Il mondo delle produzioni si è notevolmente ampliato con le piattaforme digitali”, sostiene Andrea Pieroni (Pd), che chiede di individuare i fattori che rendono meno competitivo il settore in Toscana.
La capogruppo del Movimento 5 stelle, Irene Galletti, ricorda la realtà di Pisa, “dove le manifatture digitali: sono accolte dal 2018 nei locali degli ex macelli. Pisa aveva già una realtà preesistente – aggiunge – i famosi centri di Tirrenia. Spazi che sono rimasti una ferita per la città”. Chiede se ci siano prospettive e ipotesi di recupero di quello spazio, “magari collegandolo alle nuove attività del settore”.