27 Luglio 2023

Prs 2021-2025 e Defr 2024: il dibattito in Aula  

Gli interventi dei consiglieri Elisa Tozzi (Gruppo misto-Toscana domani), Alessandro Capecchi (Fratelli d’Italia), Vittorio Fantozzi (Fratelli d’Italia), Luciana Bartolini (Lega), Valentina Mercanti (Partito democratico), Irene Galletti (Movimento 5 Stelle), Gianni Anselmi (Partito democratico), Diego Petrucci (FdI), Massimiliano Baldini (Lega), Giovanni Galli (Lega), Enrico Sostegni (Pd), Andrea Ulmi (Lega), Donatella Spadi (Pd), Massimiliano Pescini (Pd), Francesco Torselli (FdI), Elena Meini (Lega), Vincenzo Ceccarelli (Pd), Marco Landi (Lega) e Marco Stella (Forza Italia). Le conclusioni del presidente Eugenio Giani

 

 

 

Comunicato stampa n. 0852
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Firenze – Ad aprire il dibattito su Prs 2021-2025 e Defr 2024 è stata Elisa Tozzi (Gruppo Misto-Toscana domani), che ha parlato di “aula surreale, con i banchi della Giunta regionale desolatamente vuoti, mentre stiamo discutendo dell’atto più importante della legislatura”. Secondo la consigliera un provvedimento che si chiama Programma regionale di sviluppo non può essere correttamente declinato se non attraverso il concetto di crescita. Una crescita che però in Toscana è “drogata” dal turismo e sconta tutte le difficoltà conseguenti alle politiche fallimentari su occupazione e formazione, incapaci di incrociare a sufficienza domanda ed offerta. “La crescita presuppone fiducia nel sistema toscano”, ha proseguito la consigliera, che non ha mancato di evidenziare come nel Prs vi siano luci ed ombre, dicendosi comunque soddisfatta del lavoro svolto in commissione. “C’è bisogno di una corale redistribuzione degli investimenti sul territorio e occorre correggere la rotta, poiché il Prs non ha colto appieno l’elaborazione di un nuovo modello socio-economico”, ha concluso Tozzi.

“La montagna ha partorito un tartufino”, così ha esordito Alessandro Capecchi (Fratelli d’Italia), facendo riferimento al lungo dibattito che ha impegnato in precedenza il Consiglio regionale, in occasione della discussione sulla nuova legge in materia di raccolta di tartufi. Dopo aver lamentato l’assenza in Aula dei rappresentanti dell’esecutivo regionale, in fase di dibattito sul quadro macro-economico dei prossimi quindici, venti anni, il consigliere ha sottolineato come nel tempo si sia modificato il ruolo delle Regioni: da enti di programmazione oggi assolvono, sostanzialmente, solo le funzioni di mera gestione. Siamo in ritardo su tutto, e nel vuoto decisionale interviene la Giunta, a suon di provvedimenti specifici, che così finiscono per schiacciare il protagonismo delle assemblee elettive. La cartina di tornasole è rappresentata dalla pianificazione, ma sull’organizzazione dei servizi pubblici il Prs non spende una parola, ed anche se si erra nella procedura si prosegue nella stessa direzione, come nel caso di Toscana strade. “Mi auguro – ha concluso Capecchi – che il Consiglio regionale possa verificare adeguatamente, come previsto dallo Statuto, lo stato di attuazione dei programmi”.

 Secondo Vittorio Fantozzi (Fratelli d’Italia) “nel Prs c’e di tutto: Covid, inflazione, crisi energetica, ritardi, guerra, governo Meloni… peccato però che le soluzioni individuate manchino di efficacia e di realismo”. E continuando a sfogliare le tante pagine del documento, il consigliere ha messo in evidenza la sua “meraviglia di fronte ad una Toscana a due velocità; quando se ne sono accorti?”, si è chiesto Fantozzi. Per non parlare di come sia vincente puntare sull’”ingegno dei toscani, passando dal “capitolo cardiopalma” sulla ricostruzione della crisi economica, per poi soffermarsi sulle aree interne e sulla Toscana diffusa, per sottolineare come sia necessario impegnarsi, per ritornare ad una “Toscana uguale per tutti”. In tutto ciò – ha continuato il consigliere – vi è una “lacuna importante, una carenza forte, un massiccio vulnus: al centro degli obiettivi fissati dal Prs manca il cuore, cioè il cittadino toscano”. “Con lo spirito costruttivo che ci contraddistingue da sempre – ha concluso – cogliamo la grande opportunità di portare i cittadini toscani ad intraprendere un percorso tutti assieme, a condizione, però, di operare al meglio per risultati che non sono scontati”.

 Luciana Bartolini (Lega), partendo dal ritardo di oltre due anni e mezzo per l’adozione dell’atto principale della programmazione regionale, e delle oltre 200 pagine che dovrebbero indirizzare la Toscana per altri due anni, ha iniziato con un cappello introduttivo. E, forte della sua professione di ex insegnante, ha specificato – attingendo alla definizione di programmazione e sviluppo data dalla Treccani – il significato di questi concetti. Vista l’impossibilità di poter realizzare tutto ciò che nel Prs è messo nero su bianco, la consigliera ha espresso un voto insufficiente. “Come rimediare, come poter arrivare alla sufficienza?”, si è chiesta Bartolini, suggerendo anche la soluzione. In sintesi: attraverso una serie di emendamenti, che spaziano dai contributi per il Maggio musicale alla trasformazione del litorale pisano nella Cinecittà toscana, dalla riforma dei soggetti che si occupano di formazione, alle politiche per l’occupazione, dal turismo alla valorizzazione delle aree interne.

“Ho seguito la gestazione del Prs dall’inizio e voglio sottolineare lo straordinario lavoro dei tecnici e degli uffici”, ha affermato Valentina Mercanti (Partito democratico); e riconoscendo il ritardo con cui il provvedimento arriva in Aula, la consigliera ha invitato anche a riflettere sulla legislatura “poco fortunata”, tra pandemia da Covid, guerra in Ucraina, e conseguente aumento dei costi energetici, che hanno determinato sfiducia nei cittadini e nelle imprese. “Nonostante tutto, come sottolineato da Irpet, la Toscana è riuscita a crescere – ha affermato – credo preoccupino di più le politiche del governo nazionale, con la cancellazione del reddito di cittadinanza e la povertà che conseguentemente si riverserà sulle famiglie”. E chiudendo il proprio intervento, la consigliera ha ricordato come il Prs sia un documento che si raccorda perfettamente con altri strumenti della programmazione strategica.

Irene Galletti (Movimento 5 Stelle) non ha dubbi: “la Giunta e il suo presidente navigano a vista, sia sul piano politico che amministrativo”. Lo dimostra la discussione congiunta sui due documenti: “se il Prs è la bussola della programmazione, da aggiornare col Defr, che senso ha presentarli insieme, peraltro a metà legislatura?”. Da qui il giudizio negativo sul metodo e anche sui contenuti: dalle criticità ambientali agli investimenti costantemente rimandati, dall’edilizia residenziale pubblica all’incapacità di intervenire sulle partecipate, fino ad arrivare a “Toscana Strade” e quindi alla necessità di capire quale sostenibilità economica possa avere. E annunciando il voto contrario su entrambi i documenti, al netto della presentazione di alcuni emendamenti, la consigliera ha concluso affermando che “manca una cabina di regia autorevole della Regione Toscana, non ci sono soluzioni radicali che portino ad un cambio di marcia”.

Gianni Anselmi (Partito democratico), svolgendo una analisi dagli esordi del sistema regionale fino ai giorni nostri, e citando illustri economisti come Becattini e Trigilia, ha sottolineato come “non si debba smarrire la profondità di analisi, per difendere la tradizione solida e forte della programmazione, che ha contraddistinto il governo della Regione Toscana fin dalla sua nascita”. La strada maestra, ha aggiunto, è saper distinguere tra crescita e sviluppo, da qui l’importanza di un Prs che aiuti a tenere la Regione “all’interno di un percorso di sviluppo e non solo di crescita” perché, come affermava l’economista austriaco Joseph Schumpeter ‘si possono aggiungere quante diligenze si vogliono, ma non si costruirà mai una ferrovia’”. Da qui l’importanza della “programmazione, che non è un fastidio, un vincolo – ha sottolineato Anselmi – ma è guida, è faro per chi governa”. “Serve quindi più politica: la fuga dalla complessità è tradire questa missione – ha continuato – chi fa politica deve guardare al futuro, deve avere la testa protesa verso l’orizzonte”. “E visto che non si programma se non attraverso la partecipazione – ha concluso Anselmi – lo sforzo costruttivo dei gruppi di minoranza e di maggioranza, per concorrere agli strumenti di programmazione, può davvero facilitarci nel compito di indirizzare il nostro futuro”.

(testo a cura di Paola Scuffi)

 

Diego Petrucci (FdI) si è concentrato sul tema della sanità e in apertura di intervento ha ricordato che il ministro Schillaci ha messo disposizione delle Regioni più risorse, “ma il ministro ha detto che vanno spese bene”. I problemi dei conti toscani, ha aggiunto, non sono imputabili ai 285milioni dovuti alle maggiori spese energetiche, perché il differenziale è stato di 162milioni, ampiamente coperti dall’incremento del fondo sanitario regionale e perciò lo sforamento di 850 milioni ha altre ragioni e non è giusto chiedere altri soldi, ma ragionare su altri modelli organizzativi, così come invita a fare il ministro. Eppure di questo non se ne parla né nel Prs, né nel Defr”.  A proposito dei nuovi modelli organizzativi necessari, Petrucci ha chiesto “perché non si sia messo nei documenti la programmazione delle Case di comunità, per le quali serve una legge quadro per dire cosa se ne fa, con chi e per chi, altrimenti facciamo spot ma non risolviamo i problemi”. Infine, ha definito “tiepidissimo” il passaggio “sul fatto che la sanità toscana è un modello misto, con ruolo prioritario del pubblico ma con un ruolo importante del volontariato, del privato convenzionato e delle Rsa. Ma ci sono prestazioni pubbliche che eroga solo il privato convenzionato”. Perciò, ha concluso, “ci voleva maggior coraggio di programmazione sul capitolo sanità”.

“È giusto, come ha detto Anselmi, che chi ha sempre vinto rifugga dal tentativo della manutenzione, ma finora ho notato, nell’affrontare tanti temi importanti, una notevole stanchezza del governo della Toscana e del maggiore partito di governo”, ha sottolineato Massimiliano Baldini (Lega). “Ho visto solo la rincorsa alla necessità di approvazione di un atto piuttosto che un percorso di confronto e approfondimento. E invece, abbiamo bisogno di produrre atti efficaci, perché la politica deve avere uno sguardo alto e tempi necessari per la comprensione dei temi, e non l’affanno della comunicazione”. Baldini ha ricordato che il “Prs arriva in grande ritardo e non può avere l’ambizione che dovrebbe avere. Ora il governatore Giani è presente, ma questo dibattito è iniziato con i banchi della Giunta completamente vuoti. E questo apre la questione della partecipazione e del contradditorio con i tempi necessari. Su tutti i temi importanti – ha concluso – come la qualità dell’aria, i rifiuti, le infrastrutture e altro non è quasi mai avvenuto”.

Giovanni Galli (Lega), ha evidenziato che su temi come le infrastrutture, il disagio abitativo, il mondo dello sport e le Rsa, “su cui mi sono sentito personalmente coinvolto e su cui l’opposizione ha dato il suo contributo, nel Prs non trovo risposte e, quando ci sono, sono assai parziali”. In particolare, Galli ha posto l’attenzione sulla questione dell’edilizia residenziale popolare. “Il Prs dice qualcosa a proposito delle manutenzioni straordinarie, che saranno finanziate con il Pnrr, ma non risolve il problema di dotarsi di nuovi alloggi, difficile da fare anche perché pone limiti importanti proprio la legge regionale”. Sullo sport, Galli ha riconosciuto “il grande investimento fatto, ma serve che gli impianti diventino autosufficienti e che siano accessibili da tutti, disabili compresi, sia come spettatori che come praticanti di sport”. Sulle Rsa, ha aggiunto “oggi serve dire che cosa vogliamo fare di queste strutture e quali servizi la Regione voglia erogare”. Infine, ha lamentato “che si dica poco o nulla su infrastrutture come l’aeroporto di Firenze o la stazione Foster” e ha fatto appello affinché il Maggio Fiorentino e Firenze Fiera “non corrano il rischio di essere colonizzati”.

Ho sentito tanti interventi per dire che la sanità avrebbe bisogno di più dettaglio, ma il Prs è solo il punto partenza, perché il dettaglio è demandato al futuro Piano regionale sanitario assistenziale”, ha detto Enrico Sostegni (Pd), che ha respinto le accuse circa la mancanza di un disegno sulla sanità toscana. “È una critica ingenerosa, perché invece abbiamo un quadro preciso di come vogliamo strutturare e organizzare la sanità regionale, con le aziende ospedaliere universitarie, un ospedale pediatrico che è uno dei migliori al mondo, la Fondazione Monasterio che mette insieme ricerca e servizio sanitario e la rete dei distretti che sarà sempre più integrata con l’elemento sanitario e sociale attraverso le Società della salute”. Sostegni ha anche ricordato che si sta lavorando alla riforma territoriale con le Case di comunità e che il modello toscano, richiamandosi all’ultimo decreto ministeriale, “è un modello a livello nazionale. Un modello che porta l’idea della centralità del settore della scienza della vita”. Perciò, ha aggiunto, “un disegno c’è ed è chiaro, forte e corretto, seppure complesso e migliorabile. Attendiamo proposte diverse per modello migliore, ma non le ho viste arrivare”. Infine, ha detto che “duole sentire che non tutti condividono la battaglia per eliminare il limite di spesa sul personale, perché questo è un tema che limita la sanità pubblica, così come serve adeguare il finanziamento rispetto al Pil. Lo dicono anche Fedriga e Schillaci che servono più fondi per sanità. Su questo serve essere trasversali, altrimenti non possiamo discutere nemmeno di modelli organizzativi”.

Di visione “fumosa” ha parlato Andrea Ulmi (Lega) ricordando come la Corte dei Conti abbia messo evidenza una “mancata programmazione e scarsa trasparenza nei bilanci della sanità”. “Si tenta di rattoppare di volta in volta i problemi sollevati dai cittadini e ci si ostina a dire che la Toscana è la migliore. Gli indicatori vanno in questo senso, ma allora sarebbe opportuno implementarli per avere il disegno della realtà così come ci viene raccontata anche dagli operatori sanitari”. “Nel Prs – ha continuato il consigliere che è anche vicepresidente della commissione Sanità – si parla di ottimizzazione senza intaccare i servizi, ma manca una visione concreta. Ecco allora che abbiamo pensato ad una gestione diversa per abbattere sprechi e attese aumentando il coinvolgimento di medici e pazienti. Abbiamo pensato – ha aggiunto citando alcuni degli emendamenti che andranno al voto nella seduta di oggi, giovedì 27 luglio – ad una programmazione basata non sulle prestazioni perché vogliamo cambiare completamente il paradigma della sanità rendendo i nostri operatori orgogliosi”

“C’è il modello toscano e l’idea di cosa si può fare”, ha replicato Donatella Spadi (Pd) aggiungendo: “quello che manca sono i medici. Il fondo sanitario nazionale è scarso e il tetto di spesa sul personale deve essere eliminato”. “Non prendiamoci in giro: abbiamo le idee e siamo un faro per tutta l’Italia”, ha affermato ricordando che in Toscana “esistono anche le visite di controllo prese dentro i reparti. Ci vogliono più investimenti, più personale e più formazione”, ha concluso la consigliera.

“Il sistema toscano si dimostra tra i più efficienti” secondo Massimiliano Pescini (Pd). “Abbiamo comunque una sfida da cogliere e siamo disponibili a farlo. La Regione spesso si prende responsabilità che non sono sue, bene ricordarlo, perché vedo, su questo, accuse ingiustificate e gli esempi più concreti sono sanità ed edilizia scolastica”. A detta del consigliere il Prs è una “bussola seria che può dare una spinta fondamentale per dare corpo e sostanza ai progetti utilizzando al meglio i fondi comunitari. Dobbiamo lavorare molto sui servi pubblici, il trasporto pubblico su gomma e ferro per esempio, ma abbiamo fatto una straordinaria operazione per garantire asili nido gratis per chi ha una soglia Isee precisa”. “Parlare all’insoddisfazione non è compito nostro, noi dobbiamo continuare a dare l’idea di una Toscana che continua a non lasciare indietro nessuno e il Prs lo dice chiaramente”, ha concluso.

“Abbiamo pensato ad una Toscana che non guardasse solo fino al 2025, ma andasse oltre, una Toscana moderna e in questo senso non si può prescindere dalle grandi opere, viviamo e ci muoviamo su infrastrutture molto vecchie”, ha dichiarato Francesco Torselli (capogruppo Fratelli d’Italia), che ha aggiunto un altro grande altro tema, quello di attrazione degli investimenti: “Non significa attrarre un imprenditore da Roma e Milano o un investimento da Parigi, dobbiamo guardare all’altra parte dell’oceano. Rischiamo di diventare poco appetibili al mondo”, ha avvertito. Nell’idea di Toscana disegnata da Torselli, c’è anche una parte importante per i giovani “pure richiamati nel Prs”, ha ammesso anche ricordando il progetto GiovaniSì. “Dobbiamo però fare una riflessione sui dati forniti da Banca d’Italia: il calo demografico dimostra lo stato di sfiducia dei nostri giovani e quindi perdiamo competitività”. Sul punto, Torselli ha poi annunciato un emendamento per inserire, nel quadro normativo, un indice che misuri l’impatto delle leggi sul futuro delle nuove generazioni. Il capogruppo ha poi parlato della necessità di una Toscana “realmente inclusiva, che sappia davvero guardare alle nuove povertà e capace di dare risposte concrete”. In ultimo la Toscana green: “Nel Prs ci sono tantissimi riferimenti ma non sacrifichiamo tutto sull’altare della sostenibilità e della svolta verde, perché spesso non c’è niente e rischiamo di perdere asset strategici”, ha avvertito riferendosi al settore automotive.

La capogruppo della Lega Elena Meini ha stigmatizzato la mancata concertazione in commissione: “Abbiamo chiesto di ascoltare molte categorie, richiesta disattesa e abbiamo quindi deciso di fare noi una serie di audizioni. Gli emendamenti che proponiamo sono frutto di quell’ascolto”. Poi ha ricordato tre nodi messi in luce da Irpet e Banca d’Italia. L’aumento della povertà. “Abbiamo presentato emendamenti su case popolari, Lode e alloggi sfitti per rivedere la legge regionale e soprattutto aprire una discussione sul Piano delle alienazioni”. Il secondo nodo riguarda l’export, non trainante per effetto dei rincari energetici, “che ha ridotto il margine positivo sempre avuto tra importazione ed esportazione. Un nostro contributo punta a rendere centrale la geotermia, il petrolio della Toscana. Ancora oggi il 70 per cento delle energie vengono importate e solo il 30 è energia geotermica”. Ultimo nodo il turismo “in ripresa, ma il manifatturiero perde punti e strettamente connesso al tema infrastrutture”, ha detto ricordando che serve un collegamento con la costa. Dalla capogruppo anche un’anticipazione sugli emendamenti più di carattere politico: “Siamo contrari a Toscana Strade e abbiamo una diversa idea sui servizi pubblici, in testa l’acqua. Non si può negare ci sia bisogno di una riorganizzazione sulla governance, che dovrebbe essere molto più vicina ai territori”. Sui rifiuti, ha ricordato: “Abbiamo una visione diversa e siamo a favore dei termovalorizzatori”.

“La Toscana è di tutti, se ci sono idee ragionevoli ed utili siamo disponibili ad assumerle”, ha chiarito il capogruppo Pd Vincenzo Ceccarelli. “Il Prs ha un ritardo difficilmente evitabile dopo la pandemia e la guerra. Contiene comunque obiettivi chiari, non si può dire che non ha una visione, e c’è anche un metodo e ci sono ambizioni. Certo non tutto va bene, ma vogliamo costruire una Toscana accogliente, più coesa e in grado di affermare uno sviluppo sostenibile”, ha aggiunto. “Le esigenze che affrontiamo sono quelle di incidere sulle emergenze della pandemia, le criticità economiche, le fragilità sociali anche cogliendo opportunità importanti che nel passato non c’erano, vale a dire Pnrr e fondi europei”, ha aggiunto non dimenticando l’attenzione posta nel Piano su digitalizzazione, competitività del sistema produttivo e della pubblica amministrazione.

Marco Landi, portavoce opposizione si è concentrato sull’attrazione degli investimenti: “Non abbiamo la sensazione che siano in arrivo, il caso di Firenze Fiera è un esempio esplicito. Il Prs ha una visione di una manutenzione ordinaria, è assente il quadro generale a lungo termine. Avremo un calo demografico abbastanza importante nei prossimi anni e il tema appare sottovalutato”. A detta di Landi, manca una “programmazione. Al di là degli Stati generali che vengono fatti, dobbiamo concentrarci anche sul costruire una legislazione attuale, moderna e proiettata sul futuro”. La visione proposta dal portavoce si scontra col “Piano regionale sanitario e l’accentramento di servizi. I territori e i Comuni hanno una importanza decisiva e devono avere uno sviluppo non tanto in chiave di area vasta, ma su un sistema gestionale capillare”, ha concluso.

Secondo Marco Stella (Forza Italia), “l’intervento di Anselmi non può passare inosservato, per i rilievi fatti. E non può passare inosservato che Italia Viva, dopo aver votato no alla legge sul tartufo, non è ora presente a questo dibattito”. Poi, Stella ha chiesto a Giani come siano stati fatti, in questi due anni e mezzo, gli atti programmatori in assenza del Prs. “Si parla di attrattività per le imprese – ha detto – ma ci sono 60 crisi aziendali e 4mila posti di lavoro a rischio”. Stella è stato molto critico anche sull’aumento del biglietto del trasporto pubblico su gomma, “addirittura più alto dell’inflazione e di fronte a livelli di servizio poco efficienti e al fatto che i salari delle persone non sono cresciuti”. Sulla cultura ha chiesto “qual è il modello di produzione culturale che si vuole promuovere, perché io vedo solo le valorizzazioni delle tradizioni e delle micro tradizioni” e, anche, “che tipo di turismo vogliamo attrarre in regione, in tutta la regione? Perché Firenze è l’attrattore, ma si devono favorire anche le altre realtà”. Stella si è detto molto preoccupato circa “la legge sulle locazioni turistiche”. Infine, ha giudicato il Prs “non solo in ritardo, ma anche privo di un filo conduttore compiuto”.

In conclusione del dibattito su Prs e Defr, è intervenuto il presidente della Toscana, Eugenio Giani. “Come ha detto Anselmi, le Regioni nascono come enti di programmazione e per questo il Prs è sempre stato il primo atto di ogni legislatura, ma col passare del tempo la programmazione ha manifestato scarsa capacità di incidere da parte delle Regioni, alle quali invece si chiedono sempre di più interventi sul territorio. Io seguo questa strada. La Toscana realizza interventi e opere sulla difesa del suolo, sui trasporti e su altri settori e la nascita della Direzione opere pubbliche ha proprio questo senso e scopo”. Il presidente ha così spiegato i motivi dell’impostazione del Prs, “che grazie al lavoro degli uffici, delle commissioni e dei consiglieri si è molto arricchito”.  E ha rivendicato il fatto che dopo tre anni di governo “con me non c’è stato alcun aumento di tasse”. Pur “non rivendicando nulla sul piano personale”, Giani ha ricordato che la ripresa dei lavori sulla Tav, la realizzazione del Museo della deportazione, l’ampliamento del polo espositivo di Firenze Fiera sono “frutto del gioco di squadra e del fare della Regione. Insomma – ha spiegato – La Regione, fa, è dinamica, realizza. Programmare è importante, ma oggi è importante fare. La programmazione di oggi, nel Prs, è il work in progress dell’agire della Regione”. A questo proposito ha ricordato gli asili nido gratis, “che saranno una rivoluzione, il reddito di libertà alle donne, il bonus cultura, il sostegno alle imprese, per le quali facciamo bandi per 530 milioni”. Riguardo alle imprese, il presidente ha riconosciuto che “ci sono crisi aperte, ma la Regione sta attivando contromisure” e ha citato ad esempio i casi della Gkn, come incubatore di nuove imprese, la risoluzione della crisi del panno del Casentino, e la Bekaert, “che sta diventando luogo della produzione di idrogeno”.

Il presidente ha ricordato che “il Piano rigenerazione urbana funziona, così come funziona il progetto per la Toscana diffusa, vedasi come operiamo a Piombino, nei Comuni montani e nelle aree interne. Oggi c’è una classificazione dei Comuni che lega tutti i progetti inseriti nel Prs, una cosa che finora in Regione non c’era e che ci permetterà di programmare e intervenire sia nelle aree importanti che in quelle minori”. E ha rivendicato la capacità della Regione di progettare e realizzare opere, citando il ponte fra Signa e Lastra a Signa (72milioni interamente regionali), l’ultimo lotto per la strada regionale 439 (32 milioni) e le intese con Ferrovie per varie linee regionali.  Lo stesso dinamismo e la stessa capacità di soluzione il presidente ha anche rivendicato a proposito delle Terme di Montecatini, “processo ormai in via di soluzione” e circa l’aeroporto a Campo nell’Elba, “che sono convinto vada ampliato per sviluppare il turismo, perché qui come altrove, senza crescita non si crea ricchezza”.

“Il Prs è questo – ha aggiunto Giani in conclusione – e lo applicheremo alle aree complesse di crisi, ai territori minori e, al momento opportuno, sulla sanità”. Poi, un passaggio sul Tpl (su gomma, su rotaia, via mare): “Sul Tpl la Regione stanzia 660milioni. Faremo un monitoraggio attento sui servizi, ma l’aumento dei biglietti del Tpl su gomma è un adeguamento previsto nel contratto, legato all’Istat. Saremo rigorosi sui controlli e multeremo quando necessario. Ma è difficile accettare critiche dai Comuni quando non mettono un euro per finanziare il servizio”.  Giani ha chiuso l’intervento ribadendo che “dopo tre anni, con me, non c’è stato alcun aumento di tasse”.

 

(testo a cura di Federica Cioni e Luca Martinelli)

 

Le dichiarazioni in video

 

La dichiarazione di Giacomo Bugliani, presidente della commissione Affari istituzionali

 

La dichiarazione di Vincenzo Ceccarelli, capogruppo Partito democratico

 

La dichiarazione di Elena Meini, capogruppo Lega

 

La dichiarazione di Francesco Torselli, capogruppo Fratelli d’Italia

 

La dichiarazione di Marco Stella, capogruppo Forza Italia

 

La dichiarazione di Irene Galletti, capogruppo Movimento 5 stelle

 

Responsabilità di contenuti, immagini e aggiornamenti a cura dell’Ufficio Stampa del Consiglio regionale della Toscana