Firenze Fiera: la comunicazione della Giunta e il dibattito, approvata risoluzione del Pd
In risposta alla richiesta dei capigruppo di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. La proposta della Regione: entro il 31 dicembre aumento di capitale per 28milioni, ridefinizione della governance e sottoscrizione del nuovo patto parasociale

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Scarica ImmagineFirenze – Aumento di capitale per 28milioni, ridefinizione della governance e sottoscrizione del nuovo patto parasociale. Il tutto entro il prossimo 31 dicembre e una volta esaurita la procedura di selezione per individuare il nuovo socio privato. Questo il Piano di rilancio di Firenze Fiera, società che gestisce le principali strutture (Fortezza da Basso, Palacongressi, Palaffari) adibite ad ospitare eventi, congressi, meeting ed esposizioni a Firenze di cui la Regione detiene il 31.95 per cento, illustrato dalla Giunta in Consiglio regionale nella seduta prima della pausa estiva. Il piano è stato illustrato in Aula dall’assessore regionale all’Economia Leonardo Marras.
Secondo quanto dichiarato in Aula l’aumento di capitale sociale era già contenuto nel Piano di razionalizzazione delle Società partecipate approvato a dicembre 2022. L’ultima informativa al Consiglio regionale sulla situazione di Firenze Fiera risale a marzo 2023. “In quell’occasione si dava conto delle motivazioni per le quali non si era ancora verificato l’ingresso di nuovi soci privati, così come prospettato nel Piano industriale approvato dai soci a febbraio 2022. Il 3 aprile 2023 l’assemblea dei soci ha deliberato l’autorizzazione all’avvio della procedura di evidenza pubblica per la selezione di un socio privato” si legge nella comunicazione.
Successivamente, il Consiglio di amministrazione della società ha presentato il Piano di Risanamento e Rilancio 2023-2027 che “permette di raggiungere l’equilibrio finanziario entro il triennio”, richiesto e approvato dai soci pubblici. Nel Piano viene indicato come necessario l’aumento di capitale sociale per 28milioni così suddivisi: 16milioni riservati agli attuali soci, 12milioni rivolti a un nuovo socio industriale ancora da individuare.
Il parere favorevole della Regione al Piano, si legge ancora nella comunicazione, deriva da una “attenta analisi”. In primis crescita dei ricavi: incremento di manifestazioni dirette e indirette (a titolo di esempio per Pitti, nel 2024, è previsto un aumento rispetto al 2023 per due eventi in più, tra questi PittiTaste); aumento significativo degli eventi, con ritorno nel 2024¸ anche con aumento di tariffe per espositori e biglietti di ingresso. Equilibrio economico: dall’esame del conto l’equilibrio dovrebbe essere raggiunto nel 2025 con un utile di 290mila euro. Il conto dovrebbe poi consolidarsi nel biennio successivo con utile previsto nel 2027 di 1milione 23mila euro. Realizzazioni investimenti: per mantenimento strutture (1milione 250mila euro l’anno); ristrutturazione in Fortezza da Basso (15milioni 962mila non avviati nel periodo del Piano ma dopo il 2028); altri investimenti sul complesso della Fortezza da Basso che saranno realizzati a partire dall’esercizio 2023 per terminare, presumibilmente, nel 2028. Rimborso dei finanziamenti bancari: nel 2024 verranno destinati circa 16milioni all’estinzione anticipata per “migliorare significativamente l’evoluzione della situazione finanziaria”.
Per quanto attiene l’ingresso del socio privato, che dovrebbe garantire l’aumento del capitale sociale per 12milioni con “importanti ruoli nella governance e nell’organizzazione aziendale, mediante la stipula di un apposito patto parasociale”, la ricerca è ancora in corso. Nel mentre l’Assemblea dei soci il 19 luglio ha deliberato di: rinviare l’approvazione del bilancio e il rinnovo delle cariche per mantenere in pieni poteri l’attuale Consiglio di amministrazione; valutare successivamente la nuova governance da adottare, anche alla luce delle manifestazioni di interesse che perverranno, per prevedere gli spazi di rappresentanza e le deleghe di gestione da concedere eventualmente al nuovo socio privato.
(testo a cura di Federica Cioni)
Il dibattito
“La Regione Toscana è favorevole al piano di risanamento di Firenze Fiera che significa investire 18milioni di euro, è favorevole perché aumenteranno i ricavi, ma con le tariffe aumentate sia per gli espositori che per i visitatori, vi ricordo che il sillogismo aumento delle tariffe aumento degli introiti viene smentito”. Così Francesco Torselli (FdI) apre il dibattito in Aula sul piano di rilancio di Firenze Fiera illustrato dall’assessore regionale all’economia Leonardo Marras. “L’advisor incaricato di redigere il piano di risanamento – continua Torselli – ha definito il piano industriale approvato ‘scarso’ dal punto di vista della concretezza e ‘azzardato’ dal punto di vista della tempistica e, ancora, sarete favorevoli perché nel 2025 si arriverà all’equilibrio economico con un pareggio di bilancio e nel 2027 ad un utile di circa un milione di euro”, ma “negli ultimi 10 anni ci sono stati solo equilibri in perdita” e quindi “dovremmo aspettare un benefattore che investa 12 milioni di euro”. Un altro punto sollevato dal capogruppo di Fratelli d’Italia riguarda il termine fissato per la per la presentazione delle manifestazioni di interesse al 28 d’agosto “questo credo generi delle criticità nei soggetti eventualmente interessati”. Infine, commenta “il nuovo socio dovrebbe assumersi un impegno economico di 12milioni di euro, leggendo un piano di risanamento di rilancio nel quale l’advisor che lo ha redatto prende le distanze dai numeri perché – afferma – basati su numeri forniti dall’attuale cda di Firenze Fiera”. Torselli ricorda, inoltre, che “gli attuali soci privati di Firenze Fiera a questo piano di risanamento hanno espresso contrarietà e dubbi”.
“Il bilancio 2020 di Firenze Fiera si chiude con un risultato di esercizio negativo per tre milioni e 600mila euro, quello del 2021 ha fatto registrare perdite per 0,6milioni di euro e in merito al bilancio del 2022 non risulta approvato dall’assemblea dei soci, ma si apprende dal sito della società che il bilancio è stato approvato e la società ha chiuso con un perdita di 4,2 milioni di euro”. Così Massimiliano Baldini (Lega) ricordando la relazione del procuratore della Corte dei Conti. “E’ un quadro preoccupante – afferma Baldini – che non ha trovato alcuno sfogo positivo negli atti della Giunta perché l’assemblea dei soci ha deliberato di rinviare l’approvazione del bilancio e il rinnovo delle cariche e di valutare successivamente la nuova governance da adottare, quindi uno stato di incertezza importante”. “Più che un piano di risanamento – aggiunge – sembra un piano di semplice sopravvivenza”. “Il budget approvato dal cda il 30 novembre 2022 aveva valori diversi da quelli chiesti nel piano di risanamento e anche questo meriterebbe un approfondimento specifico”. Anche sul costo del personale “nel triennio 2023-2025 la previsione è di 2milioni e 200mila euro, un’ipotesi che nella realtà è quasi impossibile che si verifichi, basti pensare alla rivalutazione del fondo tfr maturato dai dipendenti “. Dubbi anche per i ricavi da manifestazioni dove “si presenta un incremento importante, passando da 17milioni e 215mila euro ai 21milioni e 500mila euro, in un quadro dove la Fortezza è interessata da ristrutturazioni, con conseguente riduzione degli spazi disponibili per le manifestazioni”. Baldini considera ottimistica anche la previsione dei ricavi dalle mostre indirette: “Si parla di un incremento dell’82per cento, senza però considerare la convenzione con Pitti immagine srl che è in scadenza”.
“Qualcuno si dovrebbe domandare come è possibile che la richiesta del presidente Becattini passi dai 12 milioni di euro del febbraio 2022 a 26 milioni del luglio 2023”. Così interviene Marco Stella (Forza Italia). “Il tema – continua – è se il presidente Becattini è in grado di guidare questo tipo di società, se è stato in grado di disegnare un piano industriale che salvasse quella società e mettesse in sicurezza i lavoratori o noi. Noi crediamo di no, perché il no sta nei numeri: Firenze Fiera dal 2015 al 2022 perde oltre 10 milioni di euro”. “E’ una società senza nessun tipo di visione – conclude Stella – Noi crediamo in Firenze Fiera, lo riteniamo strategico per lo sviluppo della nostra regione, ma ha bisogno di un manager e reputo più grave che uno dei punti distintivi del piano futuro sia l’inserimento di un direttore commerciale dal 2024 e, mi domando, oggi non c’è?” E ancora: “Come Forza Italia siamo anche disponibili a mettere liquidità per avere una società più solida, ma non siamo disposti a farlo gratis, senza sapere che tipo di governance c’è”.
(testo a cura di Benedetta Bernocchi)
Durante il dibattito il consigliere regionale della Lega Giovanni Galli ha sottolineato come “per individuare i punti distintivi del nuovo piano di risanamento non servisse uno scienziato”. Poi, dopo avere aggiunto che si sarebbe aspettato risposte più incisive da parte della Giunta, ha sottolineato come da parte del suo partito “fosse arrivata la proposta di un sistema fieristico toscano, ma lei, assessore, a questa proposta ha risposto che non si può mettere insieme quello che funziona con quello che non funziona”. Galli, dopo avere criticato la scelta di mantenere in sella la vecchia dirigenza, ha concluso il suo intervento spiegando che “la comunicazione dell’assessore Marras ci mette ansia e preoccupazione. Non vorrei tornare a parlare di un altro carrozzone gestito male come il Maggio Musicale Fiorentino”.
Dai banchi delle opposizioni la collega di partito e capogruppo della Lega Elena Meini ha criticato i tempi di una comunicazione richiesta “più di un mese fa e che ci aspettavamo più approfondita e organica”. A non convincere la consigliera Meini “il mantenimento invariato dei costi del personale” e “l’aumento dei ricavi nonostante i lavori di ristrutturazione della Fortezza da Basso”. “Non capisco la scadenza del termine del bando per trovare il nuovo socio al 28 agosto, periodo normalmente di ferie, – ha concluso Meini – e non capiamo la strategia politica della maggioranza, cosa che invece era accaduta con la gestione della crisi delle Terme di Montecatini”.
Il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Alessandro Capecchi ha raccontato la sua esperienza come presidente della commissione Controllo, “un compito – ha spiegato – che non riusciamo a svolgere come vorremmo, visto che viviamo in una situazione di perenne ritardo sulle operazioni fondamentali che riguardano le società partecipate. Ci parlano, in commissione, di quello che accadrà e poi mesi dopo vediamo che lo scenario è completamente cambiato. Il metodo dei controlli deve cambiare perché se fatti bene i soggetti interessati hanno un altro atteggiamento”. “I verbali della nostra attività – ha proseguito – testimoniano come si sia passati dall’annuncio dell’assessore Stefano Ciuoffo di procedere alla dismissione di Firenze Fiera o a un forte disimpegno, al cambio di strategia con un aumento di capitale e un piano di rilancio”. “Il presidente Becattini – ha concluso – è venuto da noi in commissione a fine giugno dicendo tornerò tra poco dopo l’approvazione del bilancio e del piano di rilancio e ne discuteremo insieme, ma non è mai successo”.
Elisa Tozzi (Gruppo Misto – Toscana Domani) ha sottolineato le censure dalla Corte dei Conti alla gestione delle partecipate da parte della Regione Toscana “con tante criticità, come la riedizione di piani precedenti rimodulati, come l’effettiva capacità di esercitare le prerogative di socio e il cronico ritardo nella presentazione dei bilanci”. “Questo – ha aggiunto – nell’ottica del salvataggio a tutti i costi. Si tratta di società che non sono capaci di operare sul mercato al servizio della collettività e la Giunta deve affrontare questo tema seriamente”.
Il portavoce dell’opposizione Marco Landi (Lega) ha ripercorso i dati contenuti nella comunicazione dell’assessore Marras sottolineando il cambio di strategia da parte della Regione “passata dal disimpegno annunciato dal collega di Giunta Ciuoffo, al piano di rilancio e la partecipazione all’aumento di capitale. Un’apertura alla ricapitalizzazione arrivata ancora prima dell’approvazione del bilancio senza considerare il possibile cambio di strategia da parte di soggetti coinvolti importanti come Pitti”. “Un’incremento alle attività fieristiche dirette e indirette – ha concluso – non equilibrato rispetto al costo del personale rimasto invariato. Ma non si aumentano i tavoli di un ristorante senza aumentare i camerieri. Il pubblico deve ragionare da imprenditore quando spende i soldi dei cittadini”.
Il capogruppo del Partito democratico Vincenzo Ceccarelli ha parlato di comunicazione “coerente con l’approvazione per Firenze Fiera di un piano di risanamento, della sottoscrizione dell’aumento di capitale con la ricerca di un nuovo partner”. “Spero – ha aggiunto – che lo otterremo con il bando. Firenze Fiera non riguarda solo la città ma tutta la Toscana e tante aziende che sono coinvolte. Apprezzo la capacità previsionali del collega Torselli, ma non era difficile prevedere situazioni di difficoltà, come accaduto per le Fiere in città come Milano, Verona e Vicenza e guardando in Toscana anche ad Arezzo. Gli orafi aretini mi hanno detto che prima in Fiera si programmava il lavoro per un anno, mentre ora ci si va solo per dimostrare di essere presenti sul mercato. Per questo è ingeneroso caricare la responsabilità l’attuale management. Il presidente Becattini è li da due anni e i conti non erano brillanti nemmeno prima”. “Il partner privato – ha concluso – farà sì che ci sia uno scatto in avanti, con il risanamento e una capacità attrattiva diversa. Ma ora è importante creare le condizioni per arrivare a un polo integrato della fieristica in Toscana nel rispetto delle peculiarità dei tre poli, che non devono essere in competizione, ma avere un’integrazione funzionale. Così non verranno disperse risorse umane e finanziarie”.
(testo a cura di Emmanuel Milano)
La replica dell’assessore Marras
Nella replica alla comunicazione della Giunta sul rilancio di Firenze Fiera l’assessore all’Economia Leonardo Marras ci ha tenuto a chiarire tre punti emersi durante il dibattito. Ma soprattutto ha voluto dire con forza che vede un futuro positivo per la società e che è convinto che arriveranno più manifestazioni di interesse da parte di aziende private che decideranno di partecipare al bando previsto nel piano.
Alla capogruppo della Lega Elena Meini ha voluto specificare che la comunicazione in Aula è stata fatta “senza ritardi e nella prima occasione utile”. Al consigliere regionale di Fratelli d’Italia Alessandro Capecchi ha invece spiegato “che non c’è stata nessuna esigenza di secretazione dei dati nelle sedute della commissione, ma che non avremmo avuto difficoltà a chiederla se necessario. C’era la necessità di affrontare la realtà dei fatti, l’attività della commissione Controllo è stata pregevole, ma non può superare l’attività dell’Aula dove era già stata decisa la strategia. Noi ci atteniamo agli indirizzi che emergono dall’attività dell’Assemblea legislativa e se il Piano verrà realizzato è previsto un aumento del capitale con la partecipazione del 28% di capitale privato, diluendo la partecipazione della Regione rispetto all’attuale assetto societario. Sul canone esoso per l’affitto della Fortezza da Basso non siamo noi a stabilire il prezzo, anche a me sarebbe piaciuto rivalutarlo, ma avremmo ottenuto uno sconto di poche centinaia di euro.
Sul terzo punto l’assessore Marras ha detto, rivolgendosi al consigliere regionale di Forza Italia Marco Stella, “di non provare alcun imbarazzo se non quello di leggere una comunicazione con grande difficoltà per non avere con sé gli occhiali”.
Parlando della situazione di Firenze Fiera l’assessore non ha nascosto che sia molto grave “ma che vada affrontata con gli strumenti che la legge mette a disposizione. Altrimenti resterebbero solo quelli offerti dal codice civile sulla continuità aziendale. Anche la Corte di Conti ci dice che l’unica strada è quella del rilancio e del salvataggio. Il fabbisogno finanziario è importante ma la pandemia ha colpito il settore fieristico in modo poderoso con fatturati azzerati e costi invariati. Questa esperienza ci ha insegnato come sia fondamentale una riorganizzazione che passa anche attraverso sinergie a livello internazionale e un investimento sugli apparati tecnologici per l’ibridazione degli eventi. Qualcosa si sta muovendo, la partecipazione è tornata a crescere anche se non ai livelli pre-covid. La certezza è che è necessario diventare un punto di riferimento e caratterizzarsi in una filiera e per questo Firenze è un punto di forza e di attrazione”.
L’aumento di capitale da 28milioni sarà simultaneo e verrà fatto con chi sarà stato scelto dal bando. Verranno anche pattuiti ruoli e condizioni con le parti con un patto parasociale per condividere ruoli nella governance con ampie deleghe di gestione contenute nell’accordo con la nuova società”. Marras ha voluto sottolineare come durante l’assemblea dei soci, “tutti hanno votato a favore del piano a parte Confartigianato e Camera di commercio di Firenze non partecipato al voto. Anche se da di quest’ultima è deducibile un sostegno”.
Sui tempi del bando, con la scadenza prevista il 28 di agosto, l’assessore Marras ha spiegato che “entro quella data alle società che manderanno la manifestazione di interesse basterà inviare una pec, e questo non è un grande sforzo da fare anche in un periodo che in Italia è tradizionalmente dedicato alle vacanze. Poi si entrerà nella fase operativa con la due diligence e l’apertura di un dialogo, con l’arrivo di un’offerta irrevocabile”. Dopo avere difeso l’operato e l’indipendenza del revisore Ernst and Young e spiegato che la mancata nomina di un direttore commerciale è stata una scelta precisa per ridurre i costi, l’assessore ha concluso dicendosi certo che “Firenze avrà una capacità attrattiva e per questo arriverà più di una manifestazione di interesse. Il Piano di rilancio darà una svolta importante e ci sarà un significativo rilancio della società”.
(testo a cura di Emmanuel Milano)
Gli atti collegati
Il lungo dibattito sulla comunicazione della Giunta regionale, in merito al rilancio di Firenze Fiera, si è chiuso con la votazione di due proposte di risoluzione collegate, presentate rispettivamente dal gruppo del Partito democratico, primo firmatario Vincenzo Ceccarelli, e dal gruppo Lega, prima firmataria Elena Meini.
L’atto del Pd, in cui si legge che “una volta esaurita la procedura di selezione per un nuovo socio privato sottoscrittore dell’aumento di capitale della società”, impegna la Giunta ad attivarsi affinché quanto prima venga definita una “nuova governance dell’azienda, attraverso la sottoscrizione di un nuovo patto parasociale”, nonché a favorire “lo sviluppo di un sistema fieristico integrato, salvaguardando la specificità dei singoli poli fieristici quali Firenze, Arezzo e Carrara, e definendo una strategia unitaria per coordinare le diverse attività, all’interno di un unico calendario annuale”.
L’Aula di palazzo del Pegaso ha approvato a maggioranza questa risoluzione, registrando 24 voti a favore (Pd e Italia Viva), 1 contrario (Irene Galletti, M5S) e nessun astenuto. Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Gruppo Misto – Toscana Domani non hanno partecipato al voto. La non partecipazione di Fratelli d’Italia era stata annunciata da Francesco Torselli, nel corso della dichiarazione di voto, specificando come potesse esserci sintonia solo sulla parte relativa alla individuazione della strategia unitaria per il coordinamento delle attività fieristiche, ma non certo sulla governance. Il consigliere ha anche ricordato come si fosse parlato di ricercare un partner a livello internazionale, pensando alla Fiera di Francoforte, ma così non è stato. E se “l’attrattiva, unica al mondo, per Firenze Fiera è rappresentata dalla location, occorre puntare su tale eccezionalità”, come ha sottolineato anche Alessandro Capecchi (FdI), valutando anche la possibilità di costituire una regia unica a livello regionale. Particolarmente preoccupato per la crisi di Firenze Fiera si è detto Marco Stella (Forza Italia), che ha parlato di “una società che ha avuto un cliente solo, il partito democratico”: “la mozione del Pd è un atto di accusa alla dirigenza di oggi; io non voterò alcun documento”. Se il Pd ha fatto un passo avanti sul sistema integrato dei poli fieristici, ha sottolineato anche Elena Meini (Lega), non può essere condivisa la parte della risoluzione che affronta il tema della governance.
Il Consiglio regionale ha inoltre respinto la proposta di risoluzione della Lega, illustrata dalla prima firmataria, la capogruppo Meini. L’atto, esprimendo forte preoccupazione sulla solidità del piano di risanamento e rilancio prospettato per Firenze Fiera Spa, impegnava il Presidente e la Giunta regionale della Toscana “a valutare un processo di trasformazione delle tre società fieristiche in un unico soggetto ‘Toscana Fiere’, per gestire i processi economico-fieristici in dimensione regionale”. La proposta di risoluzione è stata respinta, con 21 voti contrari (quelli del Pd), 12 favorevoli (Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Gruppo Misto – Toscana Domani) e 1 astenuto (Irene Galletti, M5s).
(testo a cura di Paola Scuffi)
Le dichiarazioni in video
La dichiarazione di Vincenzo Ceccarelli, capogruppo Partito democratico
La dichiarazione di Stefano Scaramelli, capogruppo Italia Viva
La dichiarazione di Giovanni Galli, consigliere Lega
La dichiarazione di Francesco Torselli, capogruppo Fratelli d’Italia
La dichiarazione di Elisa Tozzi, capogruppo Gruppo misto – Toscana Domani