Festa dell’Europa: la seduta solenne del Consiglio regionale
Il presidente Mazzeo: “Facciamo diventare il 25 aprile il giorno europeo della Liberazione dal nazifascismo. Sarebbe bello e importante poter condividere questi valori che sono alla base del nostro sogno europeo”. Il vicepresidente della commissione Europa Galli: “Sogno una grande confederazione europea”. Il presidente della commissione Europa, Francesco Gazzetti: “Al lavoro per un’Europa sempre più vicina alle necessità concrete delle nostre comunità”. Il ministro Tajani: “L’Italia dovrà essere protagonista in un’Europa che deve contare sempre di più”. Il presidente della Giunta Giani: “L’Europa è in noi e con noi”
Firenze – La seduta solenne del Consiglio regionale della Toscana dedicata alla Festa dell’Europa si è aperta con l’Inno alla Gioia e con l’Inno di Mameli suonati dall’orchestra ‘SaràBanda’ della scuola secondaria di primo grado ‘Massimiliano Guerri’ di Reggello (Firenze).
“Abbiamo voluto che ad aprire questa giornata fossero delle ragazze e dei ragazzi – ha spiegato il presidente dell’Assemblea legislativa Antonio Mazzeo – perché l’Europa è la loro casa. Non è solo il loro futuro, ma anche il loro e il nostro presente, perché sono loro a dover prendere il testimone della costruzione dell’Europa unita”.
Il presidente del Consiglio regionale, dopo il saluto alle autorità intervenute e al ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale AntonioTajani, ha aperto una riflessione sui valori, i risultati e le prospettive dell’Unione Europea: “Un cammino che è passato attraverso fasi di fiducia e periodi di difficoltà, ma non venendo mai meno alla sua fondamentale promessa di pace, stabilità e prosperità per i popoli europei. L’Europa unita ci ha consegnato settant’anni anni di pace, oggi però nessuno può restare indifferente di fronte alla brutale aggressione della Russia all’Ucraina, un Paese sovrano, libero, indipendente, democratico, la cui popolazione è oggetto di attacchi mirati e criminali che uccidono con ferocia uomini, donne e bambini. L’Europa nasce come grande progetto di pace, come visione di sviluppo capace di superare storiche contrapposizioni. Europa che ha bisogno di un nuovo progetto di speranza, un progetto che ci accomuni e che possa incarnare i nostri valori e la nostra civiltà”.
“La Toscana – ha aggiunto – come tutta l’Italia, sta affrontando la sfida enorme del Piano nazionale di ripresa e resilienza e dei fondi europei per la coesione territoriale. Grazie all’Europa potremmo dare delle risposte sempre migliori alle cittadine e ai cittadini della Toscana. Dobbiamo lavorare insieme per costruire un’Europa che sia più giusta, equa e solidale. Il nostro obiettivo è quello di offrire a una bambina nata in una grande città europea, gli stessi diritti, servizi e opportunità di chi nasce in un piccolo borgo della Toscana o di qualunque altra regione italiana”.
“Diversi toscani hanno contribuito a formare il pensiero europeo – ha proseguito il presidente Mazzeo – e la Toscana ha un ruolo fondamentale nell’Europa, anche come luogo di arte, cultura, bellezza e di storia. Oggi vorrei ricordarne due: Don Milani e David Sassoli. Entrando in questa sala avrete visto il cartello I CARE. ‘Me ne importa, mi sta a cuore’, gli insegnamenti di Don Milani, a 100 anni dalla sua nascita, che diceva anche ‘Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è politica. Sortirne da soli è avarizia’, sono la dimostrazione più bella di come la politica possa migliorare la vita delle persone dando risposte ai problemi. Oggi l’Europa è una comunità, una comunità di destino di 500 milioni di persone, e gli egoismi di alcuni Stati nazionali rischiano di danneggiare l’intera comunità che è anche lo spazio di democrazia, libertà e speranza più importante al mondo. E sulla speranza permettetemi di ricordare le parole di David Sassoli: ‘la speranza siamo noi quando non chiudiamo gli occhi davanti a chi ha bisogno, quando non alziamo muri ai nostri confini, quando combattiamo ogni forma di ingiustizia’. Dobbiamo guardare al futuro con speranza e determinazione. L’Europa può e deve essere una fonte di ispirazione per tutti coloro che credono nei valori di giustizia e uguaglianza. Dobbiamo lavorare, e ringrazio per questo la commissione Politiche europee e relazioni internazionali del Consiglio regionale, per raggiungere questi obiettivi, e costruire un’Europa più giusta, solidale e inclusiva per tutti i suoi cittadini. Questa deve essere la stella polare del nostro impegno politico”.
Il presidente dell’Assemblea legislativa ha chiuso il suo intervento con una proposta: “Qualche giorno fa era il 25 aprile. La Festa della Liberazione si celebra in Italia e in Portogallo, due paesi che conquistarono la libertà da dittature fasciste. Il sogno dell’Europa unita nasce a Ventotene, da un antifascista, Altiero Spinelli che parteciperà anche alla Resistenza. La Resistenza è stata un fenomeno europeo, perfino in Germania dove gli studenti della Rosa Bianca si opponevano al nazismo. Per questo mi appello al ministro Tajani, proprio come ho fatto qualche giorno fa a Sant’Anna di Stazzema con la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno: facciamo diventare il 25 aprile il giorno europeo della Liberazione dal nazifascismo. Perché sarebbe bello e importante poter condividere questi valori che sono alla base del nostro sogno europeo”.
Ciò che rappresenta per me l’Europa – ha spiegato il vicepresidente della commissione Politiche europee e relazioni internazionali Giovanni Galli – è frutto di un percorso lungo una vita, si potrebbe dire, prima come sportivo, che ha avuto la fortuna di calcare molti stadi dislocati in gran parte dei paesi oggi facenti parti dell’Unione, e poi grazie all’esperienza di questi due anni e mezzo come vicepresidente della commissione”.
“Sulla base di queste due esperienze personali – ha proseguito – credo che si possa dire oggi ‘grazie Europa per quel che hai fatto’, ma dobbiamo anche dirci ‘che ancora molto c’è da fare’ per garantire pace, coesione sociale e solidarietà tra i popoli. Sogno per questo una grande confederazione europea, dove la politica macroeconomica, la politica estera e di difesa, la politica energetica sia condivisa ed unitaria all’interno dei un quadro condiviso di valori. È su questo sogno che vorrei che si aprisse il confronto, cioè rendere la Festa dell’Europa non solo un mero momento per celebrare il ricordo, ma una concreta occasione per disegnare e rilanciare sfide che guardano al futuro. Da questo punto di vista le giovani generazioni rappresentano oggi la vera risposta a queste sfide. Non è un caso che anche la strategia comunitaria per uscire dalla pandemia si sia ispirata alle giovani generazioni. L’obiettivo quindi è alzare lo sguardo al futuro, per affrontarlo insieme senza che nessun cittadino europeo si senta escluso”.
“Ricordiamo sempre – ha concluso Galli –, come ci ha insegnato il Santo Padre Giovanni Paolo II, che la ‘libertà non è fine sé stessa; essa è autentica solo quando viene posta al servizio della verità, della solidarietà e della pace’”.
Il presidente della commissione Europa del Consiglio regionale, Francesco Gazzetti, ha rivolto un ringraziamento per il lavoro fin qui svolto: “Insieme alle consigliere e ai consiglieri che compongono la commissione Europa e d’intesa con l’Ufficio di presidenza abbiamo lavorato per riempire di contenuti una commissione divenuta permanente in questa legislatura, che punta ora a nuovi obiettivi, come lo svolgimento della prima sessione europea”. Gazzetti vuole “condividere la soddisfazione per il voto unanime che ieri in quest’Aula ha visto il nostro Consiglio approvare la proposta di legge nata dalla nostra commissione per istituzionalizzare il premio di laurea dedicato a David Sassoli. Se nel nostro futuro c’è l’Europa, allora occorre ripetere con forza una frase pronunciata proprio da Sassoli: l’Europa non è un incidente della storia. Siamo i figli e i nipoti che riuscirono a trovare l’antidoto a quella degenerazione nazionalista che ha avvelenato la nostra storia. Se siamo europei – dice ancora Gazzetti, citando Sassoli – è perché siamo innamorati dei nostri Paesi, ma il nazionalismo che diventa ideologia e idolatria produce virus che stimolano istinti di superiorità e producono conflitti distruttivi”. Parole, prosegue Gazzetti, “che rilette oggi, ci devono chiamare a un impegno forte e determinato, che si alimenti dello spirito di Ventotene, per la costruzione di un’Europa di pace e di diritti, che sia sempre più vicina alle necessità concrete delle nostre comunità. Bisogna uscire dalla narrazione di un’Europa terra solo di tecnocrati. Ecco perché non possiamo mancare all’appuntamento con la piena attuazione del Pnrr e alla virtuosa attuazione dei fondi europei, campi di azione che vedono la Regione Toscana protagonista di buone prassi, guardando anche alla grande sfida dei fondi di coesione”.
Il presidente della commissione Europa richiama l’esempio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e di un suo predecessore, Carlo Azeglio Ciampi, “nato a Livorno, toscano, italiano che ha contribuito alla costruzione dell’Unione europea e che si sentiva cittadino europeo. A lui, indirizzo un pensiero amaranto, il colore della nostra amata Livorno, che in queste ore ha saputo spalancare ancora una volta le braccia per accogliere una nave con a bordo 35 migranti”. Infine, il ricordo di un altro anniversario, “quello del 4 maggio 1954, giorno in cui a Ribolla quarantatré minatori persero la vita”.
“Festeggiamo la Festa dell’Europa, ma le feste devono sempre non essere soltanto un atto burocratico previsto dal calendario”, ha esordito il ministro Antonio Tajani, intervenuto alla seduta solenne del Consiglio regionale. “C’è da chiedersi perché siamo europeisti, perché crediamo nell’Europa. Non è un fatto utilitaristico, l’Europa è la nostra identità, la nostra storia, fa parte del nostro Dna. Questa città vanta uno dei primi europeisti della storia, Dante Alighieri. L’Europa – dice Tajani – sono i grandi uomini di cultura, il Rinascimento, le grandi cattedrali, i grandi scrittori, i grandi musicisti. C’è sempre, nel percorso dei secoli, un qualcosa che si intreccia. A Perugia, già nel Medioevo si incrociavano studenti provenienti da tutta l’Europa, che studiavano nella stessa università”. Parlare d’identità, sostiene Tajani, “non significa chiudersi, ma l’esatto contrario: significa aprirsi, senza la paura di aprire la propria porta. Non temo di annacquare la mia italianità – dice ancora il ministro –, l’Italia innanzitutto significa anche più Europa”. E l’Europa “è figlia di una cultura cristiana, indipendentemente dall’essere credenti o meno. Siamo l’unico continente al mondo dove non esiste la pena di morte. Dobbiamo esserne fieri”.
Quello che serve, aggiunge il ministro, “è un’Europa che conti di più. Credo che il Comitato delle Regioni debba avere un ruolo ancora maggiore, perché sindaci e amministratori regionali sono più a contatto con i cittadini. Così come mi sono sempre battuto perché il Parlamento europeo avesse potere d’iniziativa legislativa. Il Parlamento europeo è un Parlamento monco e si deve andare avanti anche con un Consiglio europeo meno ingessato”. Un’Europa democratica e unita, “che deve contare di più. Credo nella Nato, ma nella Nato dobbiamo contare di più come Europa e noi italiani dobbiamo contare di più in Europa. Per farlo, dobbiamo lavorare di più, partecipare, essere incisivi. Non possiamo fare a meno dell’Europa, non soltanto perché è la nostra vocazione e rappresenta la nostra identità. C’è molto da fare, ma resto ottimista, finita questa guerra ci troveremo in un mondo un po’ cambiato, con grandi potenze la Cina, gli Stai Uniti, l’India, la Russia, che anche se avrà subito, come ritengo, una sconfitta, resterà un grande Paese. In questa sfida globale, potremo essere competitivi solo se saremo parte protagonista di una squadra più ampia, in un’Europa che ci permetta di essere parte di un progetto più ampio e ci protegga. Vorrei che fossimo un Giovanni Galli nella nazionale europea”, dice ancora Tajani, rivolto all’ex portiere della nazionale, oggi vicepresidente della commissione Europa. “L’Italia è la seconda manifattura d’Europa, non lo dobbiamo dimenticare, ha tutti i requisiti per essere protagonisti di questa Europa. Se faremo tutto questo, se saremo sempre più convinti di questa realtà nella quale siamo nati e faremo questo percorso insieme, potremo guardare con più ottimismo al futuro”.
A concludere la seduta solenne dedicata alla Festa dell’Europa sono state le parole del presidente della Giunta regionale Eugenio Giani. Dopo i saluti alle istituzioni presenti, ringraziate per il loro spirito di collaborazione, il presidente Giani ha aperto il suo intervento sottolineando come “L’Europa è in noi e con noi”. “Basti pensare – ha aggiunto – che il 70% delle norme che regolano la nostra comunità sono direttamente o indirettamente connesse all’Europa. Ma ci sono anche le risorse economiche, per una Regione che ha un bilancio di un miliardo e 200milioni di euro, cosa diremmo ai cittadini e cosa faremmo in termini di servizi, se non utilizzassimo nei prossimi sei anni le fonti del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che significano 6mila 120 progetti approvati in modo definitivo, al 31 di marzo del 2023, per un valore di 6miliardi e 600milioni di euro. E acconto a questo ci sono i fondi strutturali per un valore pari a 3miliardi e 300milioni di euro”.
“Quando andiamo a vedere come l’Europa si compone – ha proseguito il presidente Giani – le regioni hanno un ruolo fondamentale perché sono vicine ai cittadini e l’Europa dei popoli rispetto all’Europa degli Stati si costruisce attraverso le regioni, le province i comuni e il livello associativo locale. Noi siamo la terra che con il Manifesto di Ventotene visse i primi momenti di espressione europea. Siamo tra i Paesi fondatori e siamo un Paese nel quale l’Università europea nasce dalla mente di Amintore Fanfani e Giorgio La Pira con l’apertura dei corsi a Fiesole nel 1975. Un’Università dove gli studenti si vengono a perfezionare con corsi post laurea che oggi abbiamo portato dalla collina a Firenze, nel palazzo Buontalenti, e che sentiamo sempre più vicina e che ci farà vivere in questi cinque giorni che sono aperti dalla seduta solenne del Consiglio regionale e che si concluderanno il 9 maggio con la Festa dell’Europa”.
“Senza Europa non si va da nessuna parte – ha ammonito il presidente Giani – i soggetti attori sul palcoscenico internazionale oggi sono gli Stati Uniti, la Cina, l’India e la Russia ed è evidente come sia fondamentale rapportarsi come Europa non certo come singoli Paesi. E purtroppo nella disgrazia e nel dramma lo dimostra la vicenda dell’Ucraina. La solidarietà verso l’Ucraina ha indubbiamente cementato di più, ha fatto capire che l’Europa degli Erasmus è un’Europa che vive un’identità sovranazionale che difende i propri confini che sono tra Europa e Russia”.
“Un respiro europeo – ha concluso Giani – che si vive a Firenze in questi giorni e che in Toscana si vive dai tempi di Dante, passando dal Rinascimento e dal Settecento quando la Toscana, per prima, abolì nel 1786 la pena di morte, arrivando fino ai nostri giorni”.
Al termine della seduta solenne il presidente Mazzeo ha consegnato al ministro Tajani la ‘Festina Lente’, il simbolo della flotta di Cosimo I dei Medici, che rappresenta nel suo motto ‘affrettati lentamente’, la prudenza, ma anche il vento in poppa per svolgere al meglio i propri compiti.
(testo a cura di Sandro Bartoli ed Emmanuel Milano)
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Le dichiarazioni in video
La dichiarazione di Antonio Mazzeo, presidente del Consiglio regionale
La dichiarazione di Francesco Gazzetti, presidente della commissione Europa
La dichiarazione di Giovanni Galli, vicepresidente della commissione Europa
La dichiarazione di Eugenio Giani, presidente della Regione
La dichiarazione di Stefano Scaramelli, vicepresidente del Consiglio regionale
La dichiarazione di Marco Casucci, vicepresidente del Consiglio regionale
La dichiarazione di Anna Paris, vicepresidente segretario della commissione Europa
La dichiarazione di Alessandro Capecchi, consigliere regionale
La dichiarazione di Irene Galletti, consigliera regionale
La dichiarazione di Elisa Tozzi, consigliera regionale