Aree interne: avviato dibattito sulla desertificazione bancaria
Audizione in commissione dei sindacati di categoria del settore. Sempre più alto il rischio che molti comuni restino senza filiali e senza sportelli. Il presidente Marco Niccolai (Pd): “Servono interventi decisi. Proseguiremo il nostro percorso ascoltando l’Associazione bancaria italiana e la Banca d’Italia”
Firenze – La commissione istituzionale per il sostegno, la valorizzazione e la promozione delle Aree interne della Toscana ha tenuto ieri, 17 ottobre, un’audizione sul fenomeno della desertificazione bancaria, con particolare riferimento alle aree interne della Toscana.
L’iniziativa della commissione, come ha spiegato il presidente Marco Niccolai (Pd) in apertura dei lavori, nasce per affrontare “un tema di particolare rilevanza, nel 2010 in Italia erano il 27% i comuni della regione senza una sportello bancario; nel 2022, secondo la Banca d’Italia, siamo arrivati al 38%. Un tema che riguarda in modo più impattante le zone periferiche e le zone montane. Il 90% dei comuni toscani che non hanno più lo sportello si trovano infatti nelle zone rurali e questo si ripercuote sia in termini di garanzia di servizi all’utenza più fragile, ma impatta anche sull’accesso al credito per le piccole imprese”.
Durante l’audizione Daniele Quiriconi, in rappresentanza della Fisac-Cgil ha espresso “grande preoccupazione per le aree periferiche della regione” aggiungendo che “si tratta spesso di zone abitate da persone anziane e a scarsa digitalizzazione, dove in alcuni casi ci sono problemi anche con la telefonia mobile”. La proposta di Quiriconi “è di pensare ad aprire gli sportelli almeno a giorni alterni, un esperimento riuscito con successo con Poste italiane”.
Il segretario regionale della First Cisl Stefano Bellandi ha sottolineato il rischio “di rendere più depresse, aree già depresse”. Aggiungendo un dato: “La contrazione del 30% del credito concesso alle aziende con meno di 20 dipendenti negli ultimi 10 anni”. “Il pericolo – ha concluso – è che con Monte dei Paschi di Siena e il Credito cooperativo, presenti sul territorio, ci siano altre dolorose chiusure e per questo è importante l’apertura di un confronto tra enti locali, Associazione bancaria italiana e Bankitalia”.
In rappresentanza della Uilca è intervenuto Carlo Del Grande che ha evidenziato un altro aspetto: “C’è un decadimento dei servizi alla clientela e alle imprese, ma anche un problema dei dipendenti”. “Il pericolo – ha aggiunto – è una rarefazione della concessione del credito nei territori marginali, e temiamo infiltrazione dell’usura e della malavita. Serve un’azione nei confronti di ogni singola banca per governare la chiusura degli sportelli”.
Ad assistere ai lavori della commissione il vicepresidente del Consiglio regionale Marco Casucci (Lega) che ha spiegato come “la desertificazione sia un fenomeno che riguarda anche altri settori, come il servizio garantito dagli uffici postali. Con dati anche peggiori nell’area del Casentino rispetto al resto della regione. Gli istituti bancari sono privati, ma vanno ascoltati, per verificare cosa vogliono fare. Non basta aprire un bancomat dove si chiude una filiale e la Regione può tutelare le persone anziane. Non abbiamo la bacchetta magica, ma servono risposte dal Governo nazionale. Mi fa pensare che se solo 45% toscani utilizza l’on banking, è un dato che richiede attenzione. Qualcosa a livello politico si può fare”.
Il capogruppo del Partito democratico Vincenzo Ceccarelli ha espresso “forte preoccupazione per una situazione destinata ad aggravarsi. Con l’impoverimento che riguarda anche altri settori”. Ceccarelli ha portato l’esempio di Badia Tedalda in provincia di Arezzo dove “nonostante l’intervento della politica locale, è stato chiuso l’unico sportello bancario presente del paese. Deve essere il Governo nazionale a studiare soluzioni per incentivare l’apertura o disincentivare la chiusura delle filiali”.
E se per la vicepresidente della commissione Donatella Spadi (Pd) “il sistema bancario sta affrontando una trasformazione importante, con il numero degli impiegati cambiato ovunque e profondamente trasformato dal servizio di home banking”, il presidente Marco Niccolai ha concluso il dibattito spiegando che “è stato avviato con i sindacati un percorso di confronto che proseguirà con ABI e Banca d’Italia. Serve un intervento deciso per garantire questi servizi nelle aree interne, perché incidono pesantemente sull’accesso al credito delle piccole imprese. È un tema complesso e noi faremo la nostra parte utilizzando gli strumenti che abbiamo”.